Il trattamento del dolore in area medica- Dott.ssa G.Re

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Transcript Il trattamento del dolore in area medica- Dott.ssa G.Re

37° Congresso Nazionale ANMDO
GESTIRE IL FUTURO IN SANITÀ
Bologna 8-11 giugno 2011
IL TRATTAMENTO DEL DOLORE IN
AREA MEDICA
Le linee di indirizzo
Giuseppe Re
Medicina Interna, Lugo &
A.U.S.L. Ravenna
Elena Marri
Coordinamento Programma Hospice e Comitato
Regionale per la lotta al dolore Regione Emilia-Romagna
Il dolore in
area medica
• uno dei principali
problemi sanitari a livello
mondiale
• invecchiamento della
popolazione generale
• aumento delle patologie
cronico degenerative
(osteoarticolari,
neurologiche e vascolari)
e dei tumori
[Alford et al 2008]
La dimensione del problema
popolazione
anziana
Molti pazienti ricevono un
trattamento insufficiente a
controllare il sintomo
dolore
deterioramento
cognitivo
Il 50% dei pazienti ritiene che
la qualità di vita non venga
considerata una priorità della
cura globale da parte dei
sanitari.
ambiente
internistico
Il consumo di morfina (e più
in generale di oppioidi) è
considerato a livello
internazionale l’indicatore di
qualità dei programmi di
controllo del dolore
Costantini et al 2002
Ripamonti et al 2000
Melotti et al 2005
Sichetti, Bandieri et al 2010
oppioidi
Impegno
formativo
In Italia
[WHO, 2000
Breivik et al 2006
Breivik et al 2009
De Conno et al, 2005
Teno et al, 2001
Strategie di inquadramento
nocicettivo
È definito come esperienza
sensoriale ed emozionale
spiacevole associata a danno
tessutale, in atto o potenziale, o
descritta in termini di tale
danno"
neuropatico
Complica molte patologie
afferenti all’area internistica:
patologie muscolo-scheletriche,
neurologiche e vascolari e la
maggior parte dei tumori solidi.
cronico
È presente anche nelle
di fine vita
di origine mista
patologie ematologiche maligne:
leucemie e linfomi.
[Jones, 2001
Kuch, 2001
Carr & Goudas,1999 ]
acuto
[Morselli, Bandieri et al, 2010
Kidd & Urban, 2001
IASP, 1986]
Gruppo di lavoro
multidisciplinare
194-2010




diffondere la cultura
dell’attenzione al
dolore/sofferenza della
persona, per l’umanizzazione
delle cure e per la prevenzione
dei danni derivanti da una sua
cronicizzazione;
sensibilizzare il personale alla
valutazione del dolore per il
suo adeguato controllo;
facilitare un comportamento di
appropriatezza clinica;
garantire la continuità
terapeutico-assistenziale.
FINALITÀ



garantire a tutti i pazienti la
rilevazione dell'intensità
soggettiva del dolore,
attraverso l'utilizzo di scale
validate;
garantire il trattamento del
dolore attraverso l'adozione
dei protocolli terapeutici
basati sull'evidenza;
promuovere percorsi di
integrazione OspedaleTerritorio
Elena Marri
Pierluigi Aragosti
Lorenza Bacchini
Elena Bandieri
Francesco Campione
Giuseppe Civardi
Lorena Franchini
Massimo Gallerani
Teresa Matarazzo
Andrea Martoni
Cristina Pedroni
William Raffaeli
Giuseppe Re
Rossella Rodolfi
Maria Russo
Ester Sapigni
Stefania Taddei
Maria Trapanese
Danila Valenti
Susanna Vicari
OBIETTIVI
Le linee d’indirizzo per trattare il dolore in area medica
Centralità del paziente
Presupposto per il raggiungimento di
questi obiettivi è un cambiamento
culturale che mette al centro la persona
coinvolgendola attivamente nel percorso
di cura.










La fisiopatologia e le strategie di inquadramento
La dimensione del problema
La valutazione e le scale di misurazione del dolore
La gestione del paziente con dolore
Principi generali di trattamento del dolore
Il medico di medicina generale e le cure primarie
Il coinvolgimento dello specialista
Le tecniche invasive
Le strategie non farmacologiche
La comunicazione e la formazione
i 10 punti
delle linee
d’indirizzo
Algoritmo
L’auspicio
che le singole realtà aziendali elaborino percorsi
diagnostico terapeutici interdisciplinari e specifici per le
patologie maggiormente ricorrenti
L’algoritmo
al fine di garantire il controllo del dolore a
tutti i pazienti di area medica, durante la
degenza, e all’interno degli altri contesti di
cura (al domicilio o nelle strutture
residenziali), in un’ottica di continuità di
presa in cura lungo tutto il percorso
I percorsi
diagnostico
terapeutici
interdisciplinari
Algoritmo
Fig 1. Algoritmo per la gestione del dolore in area medica (in degenza e territorio)
Valutazione al momento
dell’accettazione e
durante la degenza
Assenza di
dolore
No
Presenza
di dolore
Sì
Utilizzo delle scale di
valutazione per il
paziente vigile e per
il paziente non
collaborante
Trattamento
del dolore
(applicazione
scale OMS)
Individuazione
delle cause
Valutazione se il dolore
necessita di interventi
specialistici
Rivalutazione presenza
e intensità del dolore :
utilizzo delle scale di
misurazione
Sì
Dolore
controllato
No
attivare consulenza
specialistica di terapia del
dolore
proseguire terapia in
atto
Valutazione
alla
dimissione
Se paziente con dolore non
severo:attivazione percorsi per il
trattamento extra ospedaliero in
continuità assistenziale *(MMG, dim
protette, hospice, residenze…)
*strumenti per la dimissione in continuità assistenziale : lettera di dimissione al MMG, dimissione protetta
Devono essere previsti e
disponibili: Fig 1. Algoritmo per la gestione del dolore in area medica (in degenza e territorio)
Algoritmo



Strumenti di
valutazione e
misurazione del dolore
da utilizzare anche per
i pazienti anziani e
non, non collaboranti
e/o con problemi di
deterioramento
cognitivo.
Linee guida e
procedure operative
per il trattamento
farmacologico secondo
le evidenze disponibili
in letteratura.
Modalità condivise per
la frequenza dei rilievi:
almeno una volta al
giorno o anche più
volte al giorno ogni
qual volta si presenti la
sintomatologia
dolorosa
Valutazione al momento
dell’accettazione e
durante la degenza
Assenza di
dolore
1
No
Presenza
di dolore
Sì
Utilizzo delle scale di
valutazione per il
paziente vigile e per
il paziente non
collaborante
Trattamento
del dolore
(applicazione
scale OMS)
Individuazione
delle cause
Valutazione se il dolore
necessita di interventi
specialistici
Rivalutazione presenza
e intensità del dolore :
utilizzo delle scale di
misurazione
Sì
Dolore
controllato
No
attivare consulenza
specialistica di terapia del
dolore
proseguire terapia in
atto
Valutazione
alla
dimissione
Se paziente con dolore non
severo:attivazione percorsi per il
trattamento extra ospedaliero in
continuità assistenziale *(MMG, dim
protette, hospice, residenze…)
*strumenti per la dimissione in continuità assistenziale : lettera di dimissione al MMG, dimissione protetta
Devono essere previsti e
disponibili: Fig 1. Algoritmo per la gestione del dolore in area medica (in degenza e territorio)
Algoritmo


La prescrizione
terapeutica per il
dolore continuativo e
la somministrazione di
una rescue dose
(dose di salvataggio)
per possibili episodi di
dolore episodico
intenso: DEI.
Nel caso di paziente
oncologico, se il
dolore non è
controllato in modo
continuativo, la
revisione dello
schema terapeutico, e
dell’intervallo di
somministrazione.
Valutazione al momento
dell’accettazione e
durante la degenza
Assenza di
dolore
2
No
Presenza
di dolore
Sì
Utilizzo delle scale di
valutazione per il
paziente vigile e per
il paziente non
collaborante
Trattamento
del dolore
(applicazione
scale OMS)
Individuazione
delle cause
Valutazione se il dolore
necessita di interventi
specialistici
Rivalutazione presenza
e intensità del dolore :
utilizzo delle scale di
misurazione
Sì
Dolore
controllato
No
attivare consulenza
specialistica di terapia del
dolore
proseguire terapia in
atto
Valutazione
alla
dimissione
Se paziente con dolore non
severo:attivazione percorsi per il
trattamento extra ospedaliero in
continuità assistenziale *(MMG, dim
protette, hospice, residenze…)
*strumenti per la dimissione in continuità assistenziale : lettera di dimissione al MMG, dimissione protetta
Devono essere previsti e
disponibili: Fig 1. Algoritmo per la gestione del dolore in area medica (in degenza e territorio)
Algoritmo


Procedure
organizzative
concernenti la
multidisciplinarità e
multiprofessionalità
dell'approccio al
problema.
La complessità della
gestione
multidisciplinare rende
necessario prevedere,
almeno una volta
l'anno, momenti di
confronto clinicoorganizzativi (audit)
mirati alla verifica del
percorso di
applicazione della
raccomandazione.
Valutazione al momento
dell’accettazione e
durante la degenza
Assenza di
dolore
3
No
Presenza
di dolore
Sì
Utilizzo delle scale di
valutazione per il
paziente vigile e per
il paziente non
collaborante
Trattamento
del dolore
(applicazione
scale OMS)
Individuazione
delle cause
Valutazione se il dolore
necessita di interventi
specialistici
Rivalutazione presenza
e intensità del dolore :
utilizzo delle scale di
misurazione
Sì
Dolore
controllato
No
attivare consulenza
specialistica di terapia del
dolore
proseguire terapia in
atto
Valutazione
alla
dimissione
Se paziente con dolore non
severo:attivazione percorsi per il
trattamento extra ospedaliero in
continuità assistenziale *(MMG, dim
protette, hospice, residenze…)
*strumenti per la dimissione in continuità assistenziale : lettera di dimissione al MMG, dimissione protetta
Devono essere previsti e
disponibili: Fig 1. Algoritmo per la gestione del dolore in area medica (in degenza e territorio)
Algoritmo

Strumenti per gestire
Valutazione al momento
Assenza di
dell’accettazione e
dolore
la fase di passaggio
durante la degenza
(continuità
assistenziale)
No
Presenza
di dolore
dall'ospedale al
domicilio (Casa-ADI)
Sì
e/o alle strutture
Utilizzo delle scale di
valutazione per il
residenziali (Casa
paziente vigile e per
il paziente non
Protetta/RSA,
collaborante
Hospice). Puntuale
Valutazione se il dolore
definizione di
Trattamento
Individuazione
necessita di interventi
del dolore
delle cause
specialistici
informazioni e
(applicazione
scale OMS)
procedure da
assicurare per la
Rivalutazione presenza
continuità ospedalee intensità del dolore :
utilizzo delle scale di
territorio e la gestione
misurazione
integrata e corretta
della terapia antalgica
Sì
No
Dolore
anche in contesti
controllato
istituzionali non
attivare consulenza
proseguire terapia in
specialistica di terapia del
ospedalieri (Case
atto
dolore
Protette, RSA,
Valutazione
alla
Hospice)
4
dimissione
Se paziente con dolore non
severo:attivazione percorsi per il
trattamento extra ospedaliero in
continuità assistenziale *(MMG, dim
protette, hospice, residenze…)
*strumenti per la dimissione in continuità assistenziale : lettera di dimissione al MMG, dimissione protetta
Devono essere previsti e
disponibili: Fig 1. Algoritmo per la gestione del dolore in area medica (in degenza e territorio)
Algoritmo


Valutazione della
soddisfazione del
paziente in relazione
al trattamento del
dolore ricevuto, con gli
strumenti usuali di
rilevazione della
soddisfazione della
qualità percepita.
Monitoraggio dell'uso
dei farmaci oppiacei a
livello ospedaliero e
territoriale, che
preveda una
reportistica periodica
di ritorno ai
professionisti.
Valutazione al momento
dell’accettazione e
durante la degenza
Assenza di
dolore
5
No
Presenza
di dolore
Sì
Utilizzo delle scale di
valutazione per il
paziente vigile e per
il paziente non
collaborante
Trattamento
del dolore
(applicazione
scale OMS)
Individuazione
delle cause
Valutazione se il dolore
necessita di interventi
specialistici
Rivalutazione presenza
e intensità del dolore :
utilizzo delle scale di
misurazione
Sì
Dolore
controllato
No
attivare consulenza
specialistica di terapia del
dolore
proseguire terapia in
atto
Valutazione
alla
dimissione
Se paziente con dolore non
severo:attivazione percorsi per il
trattamento extra ospedaliero in
continuità assistenziale *(MMG, dim
protette, hospice, residenze…)
*strumenti per la dimissione in continuità assistenziale : lettera di dimissione al MMG, dimissione protetta
Le scale di misurazione
del dolore

1.
2.
multidimensionali: valutano anche
altre dimensioni (sensorialediscriminativa, motivazionale-affettiva,
cognitivo-valutativa).
Vengono classificate in:
Come unanimemente
unidimesionali: che misurano esclusivamente l’intensità del
dolore; tra queste vengono inoltre identificate specifiche scale raccomandato da
numerosi documenti di
da utilizzare in ambiente internistico per i pazienti con
consenso e Linee Guida
difficoltà di comunicazione;
un trattamento ottimale
del dolore prevede la
misurazione del dolore
con scale validate.
Tale misurazione deve
comprendere sia il
dolore cronico sia il
Dolore Episodico
Intenso (DEI) o
Breakthrough Pain.
Scale validate:
• Unidimensionali
• Multidimnesionali
• Per pazienti con
deterioramento
cognitivo
Le scale di misurazione
del dolore

1.
2.
3.
Nell'ambito
dell'applicazione delle
linee guida del progetto
ospedale senza dolore,
da anni si è diffuso
l'utilizzo di scale
unidimensionali validate:
scala numerica, NRS
(Numerical Rating
Scale);
scala analogica visiva,
VAS (Visual Analogic
Scale);
scale quantitative
verbali, VRS (Verbal
Rating Scale).
(VAS)
Il Panel ha giudicato
irrinunciabile il ricorso a
specifiche scale anche per i
pazienti con difficoltà di
comunicazione.
Esistono diverse scale
validate come ad es. la scala
PAINAD e la scala Abbey,
ampiamente utilizzate in
diverse realtà regionali.
PAINAD
Pain Assessment in
Advanced Dementia, Warden 2003
Il Comitato regionale per la lotta
dolore, ha scelto di adottare la
scala numerica (NRS) quale
strumento unico regionale per la
misurazione del dolore sia in
ospedale, sia sul territorio.
Le competenze specifiche
dell'infermiere per la
valutazione del dolore
sono indispensabili per il
successo
dell'applicazione della
raccomandazioni.
Questo è sottolineato
anche da recenti
pubblicazioni relative
alalla gestione del dolore
in ospedale in ambito
nazionale.
La storica scala a “tre
gradini” della OMS
L'OMS nel 1996 ha proposto una scala a tre gradini per la gestione farmacologica
del dolore in prima istanza applicabile a quello oncologico, utilizzata
successivamente anche per il trattamento del dolore non oncologico.
 Dolore lieve (1-3) : è indicato il trattamento con FANS o paracetamolo ± adiuvanti;
 Dolore moderato (4-6): è indicato il trattamento con oppioidi minori ± FANS o
paracetamolo ± adiuvanti;
 Dolore severo (7-10): è indicato il trattamento con oppioidi maggiori ± FANS o
paracetamolo ± adiuvanti.
3
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La storica scala a “tre
gradini” della OMS
 La scala a tre gradini OMS: il caposaldo della
strategia farmacologia per una appropriata
gestione del dolore.
 Uso flessibile della scala OMS: procedere
rapidamente al gradino successivo, in caso di
inefficacia terapeutica.
 Corretta scelta della strategia terapeutica:
intensità del dolore, tipologia e caratteristiche
soggettive del paziente.
 L’approccio a tre gradini, secondo l'OMS,
andrebbe inserito in una strategia complessiva
che comprenda anche terapie non
farmacologiche (anestesiologiche, oncologiche,
radioterapiche, fisiatriche, psico-sociali e
spirituali).
1.
La storica scala a “tre
gradini” della OMS



L'uso degli analgesici oppioidi per il
dolore cronico negli ultimi 10 anni sta
diventando a livello mondiale sempre
più diffuso.
Vi sono studi randomizzati e controllati
che dimostrano l'efficacia analgesica e la
tollerabilità, anche in terapia cronica
degli oppioidi, in particolare nei dolori
artrosici gravi e in alcuni tipi di dolore
neuropatico legati a patologie del
sistema nervoso periferico.
Non del tutto definitive sono tuttavia le
conoscenze circa gli effetti collaterali e
la tossicità a lungo termine degli
oppioidi nei pazienti con malattie
croniche degenerative a lunga
sopravvivenza (in particolare riguardo
gli effetti sedativi, le funzioni cognitive
e gli effetti sul sistema immunitario).
Sbadiglio
0 = assente
1 = ≥ 1 sbadiglio
2.
Rinorrea
0 = < 3 sniffi
1 = ≥ 3 sniffi
3.
Piloerezione
(osservare braccio)
0 = assente
1 = presente
4.
Sudorazione
0 = assente
1 = presente
5.
Lacrimazione
0 = assente
1 = presente
6.
Tremore
0 = assente
1 = presente
7.
Midriasi
0 = assente
1 = presente
8.
Vampate di caldo – Brividi
0 = assente
1 = tremore
9.
Irrequietezza
0 = assente
1 = cambi frequenti di posizione
10.
Vomito
0 = assente
1 = presente
11.
Spasmi muscolari
0 = assente
1 = presente
12.
Crampi addominali
0 = assente
1 = presente
13.
Ansia
0 = assente
1 = lieve-severa
TOTALE
La storica scala a “tre
gradini” della OMS
 treatment of mild pain
(WHO step I analgesics)
 treatment of moderate pain
(WHO step II analgesics)
 treatment of severe pain
(WHO step III analgesics)
Management of cancer pain:
ESMO Clinical Recommendations
Annals of Oncology 20:170–173, 2009
La storica scala a “tre
gradini” della OMS
 treatment of mild pain
(WHO step I analgesics)
 treatment of moderate pain
(WHO step II analgesics)
 treatment of severe pain
(WHO step III analgesics)
Management of cancer pain:
ESMO Clinical Recommendations
Annals of Oncology 20:170–173, 2009
La storica scala a “tre
gradini” della OMS
 treatment of mild pain
(WHO step I analgesics)
 treatment of moderate pain
(WHO step II analgesics)
 treatment of severe pain
(WHO step III analgesics)
Management of cancer pain:
ESMO Clinical Recommendations
Annals of Oncology 20:170–173, 2009
La storica scala a “tre
gradini” della OMS
 treatment of mild pain
(WHO step I analgesics)
 treatment of moderate pain
(WHO step II analgesics)
 treatment of severe pain
(WHO step III analgesics)
Management of cancer pain:
ESMO Clinical Recommendations
Annals of Oncology 20:170–173, 2009
La storica scala a “tre
gradini” della OMS
Oppioidi a lungo termine nel dolore cronico non neoplastico
 Gli studi in letteratura sono pochi;
 L’evidenza è debole;
 Una documentazione d’efficacia per la
risoluzione del dolore e il miglioramento dello
status funzionale esiste solo per il tramadolo
Considerare la pratica
clinica basata sull’opinione
degli Esperti
Pain Physician 2011; 14:133-156
La storica scala a “tre
gradini” della OMS
Precauzioni universali e approcci multimodali
 La vigilanza e le frequenti interazioni possono
in alcuni casi essere inadeguate alla
prevenzione di comportamenti problematici;
 Le strategie farmacologiche atte a limitare
condizioni d’abuso devono essere prese in
considerazione
Considerare approcci multimodali
e usare la massima cautela in
contesti di dolore cronico con
disordini da sostanze d’abuso
Pain Med 2011
La storica scala a “tre
gradini” della OMS
 Qualora la terapia del dolore attuata non sia efficace,
è indispensabile il coinvolgimento dell’Algologo,
essenziale per l’inquadramento diagnostico e una
buona riuscita del progetto terapeutico
 Non esiste un paziente con una farmacocinetica degli
oppioidi uguale ad un altro ed anche il fenomeno
della Tolleranza, e gli stessi effetti indesiderati si
possono manifestare in modo diverso.
 Utile è il supporto di centri specialisti per
condividere l’uso di oppioidi ad alte dosi specie
quando si renda necessaria la pratica di “rotazione
oppioide “
 Alcune tecniche invasive che possono ridurre o
abolire il dolore, sono applicabili nel malato con
dolore cronico. Si utilizzano nelle sindromi dolorose
croniche non rispondenti alle terapie farmacologiche
Algologo
La Regione Emilia-Romagna
ha individuato specifici
requisiti di accreditamento a
complessità crescente, per
Ambulatori e Centri HUB
(strutture di terapia del
dolore).
La storica scala a “tre
gradini” della OMS
 Low back pain
 Ernia discale operata dove permane dolore
 Radicolopatie
 Dolori post-traumatici della colonna




vertebrale
Dolori da artrosi della colonna vertebrale
Ulcere trofiche agli arti inferiori di origine
vascolare o diabetica
Arto fantasma.
Arteriopatia obliterante
Le tecniche invasive:
principali indicazioni
Alcune tecniche invasive
che possono ridurre o
abolire il dolore, sono
applicabili nel malato con
dolore cronico.
Si utilizzano nelle sindromi
dolorose croniche non
rispondenti alle terapie
farmacologiche e vengono
indicate dagli specialisti
algologi che valutano rischi
e benefici in rapporto alle
condizioni generali del
paziente
La storica scala a “tre
gradini” della OMS




Si tratta di interventi di natura fisica (es. esercizio) o
comportamentale (es. tecniche di auto-aiuto), che per lo più
richiedono la consapevole ed attiva partecipazione del paziente al
programma terapeutico.
In genere affiancano la terapia farmacologica e ne potenziano gli
effetti; talvolta consentono di ridurre la posologia dei farmaci o la
frequenza di assunzione. Alleviano lo stress che accompagna il
dolore stesso e aiutano il paziente a recuperare la capacità di
controllo nella vita di relazione.
Alcune di queste modalità (distrazione, rilassamento,
immaginazione-visualizzazione) sono in grado di distogliere
l’attenzione del paziente, determinando la rottura del circolo
vizioso dolore ansia-tensione.
Il coinvolgimento attivo del paziente aiuta a rafforzare
l’autostima, il senso di fiducia nei trattamenti e il controllo sul
dolore.
Interventi non
farmacologici
Numerosi interventi non
farmacologici si sono
dimostrati efficaci, da soli o
in associazione a quelli
farmacologici, nel
trattamento del dolore
cronico, soprattutto
dell’anziano e dovrebbero
far parte dell’approccio
multidisciplinare alla
terapia del dolore
Le strategie non farmacologiche:
i metodi d’associazione
La storica scala a “tre
gradini” della OMS
 Per alleviare il dolore è necessario ridurre la tensione
muscolare, distogliere l’attenzione e intervenire sulla
depressione.
 L’intervento psicologico deve prendere in
considerazione anche le specifiche emozioni correlate al
dolore: tristezza, rabbia, preoccupazione, senso di
vulnerabilità e senso di precarietà esistenziale.
 Gli interventi psicologici sono efficaci sul trattamento
del dolore sia acuto sia cronico in tutte le sue
manifestazioni (dolore da cancro, muscolo-scheletrico,
miofasciale, artrite reumatoide, osteoartrosi,
fibromialgia, emicrania e cefalea, ecc.), come pure nella
riduzione della disabilità, dell’ansia, della depressione,
dei disturbi psicosomatici, dell’assunzione di farmaci e
nell’aumento della compliance alle cure
I metodi clinico-psicologici
Interventi psicologici
maggiormente
efficaci:
1)Interventi di sostegno
esistenziale
2) Terapia cognitivocomportamentale (CBT)
3) Biofeedback
4) Ipnosi
5) Visualizzazione
attraverso immagini
6) Tecniche di
rilassamento
Turner 1982, Vlaeyen 2005, Turk 2008, Eccleston 2009
Riflessioni su interventi
farmacologici e non farmacologici



La formazione deve coinvolgere il personale sanitario delle equipe assistenziali e toccare
tutti i punti della rete.
La formazione dei professionisti, oltre agli aspetti clinico terapeutici deve prestare
attenzione alle criticità anche di tipo relazionale ed emozionale che possono interferire con
l’adesione al programma terapeutico.
La formazione deve essere finalizzata a promuovere:
1.
2.
3.
una diffusa cultura della valutazione e gestione del dolore
come competenza di base in tutti i professionisti (medici,
infermieri, operatori sociosanitari, psicologi);
livelli di competenza più specialistici/avanzati in alcuni
professionisti;
un approccio clinico integrato e lo sviluppo di relazioni tra
équipes assistenziali, malato e contesto familiare, in ogni
fase del processo diagnostico, terapeutico e assistenziale.
Comunicazione e Formazione
Riflessioni su interventi
farmacologici e non farmacologici
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Numerosi interventi non farmacologici si sono dimostrati efficaci, da soli
o in associazione a quelli farmacologici, nel trattamento del dolore
cronico, soprattutto dell’anziano.
In genere affiancano la terapia farmacologica e ne potenziano gli effetti;
talvolta consentono di ridurre la posologia dei farmaci o la frequenza di
assunzione.
Alleviano lo stress che accompagna il dolore stesso e aiutano il paziente a
recuperare la capacità di controllo nella vita di relazione.
Riflessioni su interventi
farmacologici e non farmacologici
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Le strategie non farmacologiche del controllo del dolore possono essere
subordinate a quelle farmacologiche solo quando la strategia esistenziale
complessiva di chi soffre è una strategia biologica che riconosce nel
controllo del dolore un fine in sè.
In tutti quei casi in cui la strategia del controllo del dolore è un mezzo al
fine di realizzare una strategia esistenziale non biologica, non è corretto
subordinare le strategie non farmacologiche del controllo del dolore a
quelle farmacologiche.
In altre parole, non possiamo chiedere a chi soffre di rinunciare alle
modalità “non scientifiche” di controllo del dolore. La formazione dei
professionisti, oltre agli aspetti clinico terapeutici, deve prestare
attenzione alle criticità anche di tipo relazionale ed emozionale che
possono condizionare l’adesione al programma terapeutico.
“il copricapo a imbuto è simbolo di stupidità: il dotto
crede di sapere, ma alla fine forse è più ignorante del folle
che deve curare ”
Hieronymus Bosch , 1480