Visualizza in PDF

Download Report

Transcript Visualizza in PDF

4
PRIMO PIANO
Giovedì 9 Marzo 2017
Il premier: chance dall’Unione a due velocità, riformare il bilancio. E incassa il sostegno degli ex pd
Gentiloni si gioca la carta Ue
Emiliano: mai con Fi, sì con M5S. Padoan blinda Consip
DI
ALESSANDRA RICCIARDI
U
n governo più forte
renderà più forte l’Italia in Europa. Paolo
Gentiloni lo ha detto
ieri concludendo le sue dichiarazioni in parlamento in vista
del Consiglio europeo di oggi
e domani a Bruxelles. Come
dice il ministro dello Sviluppo
economico, Carlo Calenda,
ormai «l’orizzonte del
governo è chiaro, non
ci resta che lavorare».
Sfumata l’ipotesi di un
voto anticipato, il premier Gentiloni si butta
a capofitto nell’agenda
degli impegni europei che culmineranno
con la celebrazione a
Roma dei 60 anni dei
Trattati, incassando
l’appoggio del presidente della repubblica,
Sergio Mattarella,
e degli ex democratici
sulle priorità dell’azione di governo in Europa: nuove regole per
i bilanci dell’Unione,
misure a sostegno della crescita, maggiore
compartecipazione da
parte degli altri stati
nella gestione degli immigrati. L’Unione europea a due velocità»?
«Una chance di crescita», dice
Gentiloni. «Il sistema europeo
è oggi traballante e contestato» e la dichiarazione finale del
Vertice di Roma del 25 marzo
«potrebbe avere un certo significato per la storia dell’Ue, non
ci sbilanciamo finché sarà in
corso un negoziato che non sarà
semplice e che inizierà venerdì
ma che vuole tracciare la strada», insiste. La posizione del
governo italiano è la seguente:
«Siamo favorevoli da sempre
a percorsi di integrazione in
Europa e consideriamo questi
percorsi con livelli di integrazione differenziata, come il riconoscimento di uno stato di fatto»,
spiega Gentiloni. L’Europa a
due velocità può «essere vista
con preoccupazione ma si tratta
di dare chance in più». Livelli
diversi di integrazione «sono
una realtà di fatto perché oggi
l’Ue su questioni fondamentali
ha livelli di integrazione differenziati. C’è l’Europa dell’euro e
con Paesi con diverse monete, ci
sono Paesi che fanno parte della
Nato e altri no». E sulle riforme,
dice il premier, «non siamo i primi della classe, ma l’Italia non
accetta lezioni...sfido chiunque
a indicare un altro governo e un
altro Parlamento che in Europa
sia impegnato in un complesso di riforme come quello su
cui siamo impegnati in Italia».
L’Italia «vuole contribuire alla
modifica delle regole» dell’Unione, aggiunge, «è la strada che
dobbiamo percorrere per far
sì che l’Unione non deprima
la crescita economica», che in
Italia è ancora debole. «Con il
Def tra un mese indicheremo le
scelte del governo. A Bruxelles
deve essere, però, chiaro che in
Italia le riforme non solo non
si sono fermate ma non hanno
rallentato il proprio corso», dice
Gentiloni.
Consiglio Ue, pd ed ex pd
di nuovo insieme
Dopo l’informativa del pre-
Una risposta alle critiche che
sono giunte da parte del rappresentante speciale del segretario
generale del Consiglio d’Europa
per le migrazioni e i rifugiati,
l’ambasciatore Tomas Bocek,
che ha detto: «Le debolezze
del sistema italiano di rimpatri volontari e delle espulsioni
forzate rischia di incoraggiare
l’afflusso di un sempre maggior
numero di migranti economici
Vignetta di Claudio Cadei
mier Gentiloni sul Consiglio
europeo di oggi, il senato ha
discusso e messo ai voti sette
risoluzioni che sono state presentate da maggioranza e opposizione. Quattro le risoluzioni
approvate. Tra queste (oltre a
quella a firma Calderoli della
Lega, Romani di Forza Italia e
Barani di Ala) c’è il testo condiviso dal capogruppo del Pd, Luigi Zanda, e dalla capogruppo
del Mdp, Cecilia Guerra. Si
tratta del primo atto a doppia
firma pd-ex pd dopo la scissione. Una interlocuzione a cui il
governo guarda con favore in
vista del voto sulla mozione di
sfiducia, presentata da M5s e
Lega, contro il ministro dello
sport, Luca Lotti, che si terrà
la prossima settimana al senato. Respinte, invece, le risoluzioni di Lega, Sinistra italiana e
Movimento cinque stelle
Il premier: immigrazione?
Neanche mago Merlino
«Non mi rassegno all’idea di
una Unione che abbia due diverse rigidità: una inamovibile
quando si parla di virgole e di
bilanci e una distratta e tollerante quando si parla di decisioni che affrontano questioni di
principio come quella sui flussi
migratori», ricordando che le
politiche sull’accoglienza «non
sono una nostra pretesa ma una
decisione presa dall’Ue». E che
il problema dell’immigrazione
«non lo risolve neanche mago
Merlino...», Bruxelles «faccia
un passo in più» per sostenere
l’Italia, ha aggiunto il premier.
Renzi: premier leader
del partito più votato
Il sistema proporzionale
non esclude affatto che il candidato premier sia il leader
del partito più votato, secondo
Matteo Renzi. Durante la
registrazione di Porta a porta,
l’ex premier ha spiegato: «Oggi
c’è il proporzionale. Quando si
faceva la campagna elettorale
tutti a dire adesso Renzi
vuole fare la deriva autoritaria, perché chiedevamo governabilità. Ora
si dice: eh, ma ci siamo
presi il proporzionale. Io
spero si possa evitare il
proporzionale puro, spero si possa andare sul
Mattarellum...». In ogni
caso, «il candidato leader
è il candidato del partito più importante, dice
Renzi. In Germania c’è
un sistema proporzionale, la leader è la Merkel,
perché è la segretaria del
partito di maggioranza.
In Spagna, altro sistema
proporzionale, il capo del
partito Mariano Rajoy,
è diventato primo ministro perché era segretario del suo partito».
Insomma Renzi non ha
ancora rinunciato all’ipotesi del doppio incarico.
irregolari».
Caso Consip, Padoan blinda
l’amministratore Marroni
L’amministratore delegato
di Consip, Luigi Marroni,
«non si trova nella condizione
per la quale lo statuto della società contempli la decadenza».
È quanto ha affermato il ministro dell’Economia, Pier Carlo
Padoan, durante il question
time alla camera, rispondendo
alle interrogazioni di Stefano
Fassina di Sinistra italiana e
di Renato Brunetta di Forza
Italia. Che hanno replicato duramente alle parole di Padoan.
«Faremo un esposto all’Anac»,
dice Fassina.
Padoan ha precisato che Marroni aveva il profilo idoneo per
essere nominato amministratore delegato di Consip, «previa
verifica dei requisiti di eleggibilità, professionalità, onorabilità
e autonomia» previsti dalle norme e che è «avvenuta da parte
degli uffici del dipartimento del
Tesoro sulla base delle significative esperienze attestate dal
profilo professionale» di Marroni.
Orlando, se segretario
lascerò ruolo governo
«È evidente che se sarò segretario del Pd abbandonerò
l’incarico al governo», ha ribadito a detto Andrea Orlando,
ministro della Giustizia e candidato alla guida del Pd. Che
sulla fine del governo Letta ha
detto: «Era inevitabile».
Emiliano strizza l’occhio a
M5S. Fioroni: populisti
Berlusconi e Verdini, no
grazie. Grillo, perché no?
Michele Emiliano, il governatore della Puglia candidato
alla segreteria del Pd, ha le
idee chiare: «Mai con Forza
Italia, sarebbe sbagliato per
noi e per Forza Italia: una
alleanza destra-sinistra non
funziona». Il governatore pugliese apre invece a una possibile intesa con i pentastellati.
«Con l’elettorato M5s ho tanto
in comune, certo che potrebbe
essere possibile. D’altra parte
per evitare una alleanza tra
Salvini e il M5s, se dovesse
essere necessario per governare il Paese, io preferirei
fare una alleanza con il M5s,
non c’è dubbio». Replica Beppe Fioroni, presidente della
commissione d’inchiesta sul
caso Moro e a capo dei popolari del Pd «Il Pd è e resta argine alternativo a populismi...
Escludere alleanze con Fi è un
conto, ipotizzare alleanze con
Grillo è pericoloso».
Salvini vuole le primarie
di centrodestra
Matteo Salvini vuole le
primarie del centrodestra.
Altro che Berlusconi leader.
«Il candidato premier del
centrodestra? In base a cosa
Berlusconi dovrebbe imporsi,
autoproclamarsi così come
non lo faccio io? Mi auguro che
lui sia riabilitato, ma il leader
va scelto con le primarie, nelle
piazze, nei comuni, nei paesi,
nelle vie, città per città. E io
sono pronto a sfidare tutti».
Stretta sui voucher, evitare
il referendum Cgil
Studenti, pensionati, disoccupati, disabili e in situazioni
di disagio sociale, extracomunitari con permesso di soggiorno che siano disoccupati
da oltre sei mesi. Si potrebbe
restringere a queste categorie la possibilità di essere
utilizzati con voucher, nella
proposta di riforma di questo
strumento illustrata dalla relatrice in commissione lavoro
della camera, Patrizia Maestri. Questa platea di lavoratori, ha spiegato Maestri, vale
per le famiglie, per le imprese
(che dovranno essere però con
zero dipendenti e non appartenere a settori in cui c’è un
rischio sicurezza) e per la
pubblica amministrazione,
che tuttavia potrà farne ricorso solo in presenza di calamità naturali e manifestazioni
straordinarie o di carattere
solidaristico. Paletti, questi,
all’utilizzo dei voucher, che
dovrebbero disinnescare il
referendum promosso dalla
Cgil.
©Riproduzione riservata
PILLOLE
di Pierre de Nolac
Gentiloni: “Non siamo
primi della classe”.
Tutta colpa del voto in
condotta.
***
Emiliano: “Il Pd deve
cambiare capitano, non
il mare”.
Si sa, a lui piacciono le
cozze pelose.
***
La Cia usa le tv per
spiare.
E Berlusconi non c’entra.
***
L’Italia celebra la
giornata del paesaggio.
Il caro estinto.
***
Tv, record per il
commissario
Montalbano.
I carabinieri reclamano la
par condicio.
***
Ieri è stato festeggiato
il giorno della parità.
Se ne riparlerà tra un
anno.