Non di Solo Pane

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Transcript Non di Solo Pane

Non di
solo
PANE
Sussidio di preghiera per la famiglia
Domenica 5 marzo 2017
I Settimana di Quaresima
Anno XIX -
Vittorioso nella fede
Settimanale di preghiera
n° 793
Offerta della giornata
“Pregare,
forse il
discorso
più urgente”
Sussidio
di preghiera
per la famiglia
Sito di Non di Solo Pane:
www.nondisolopane.it
Marzo 2017
Offerta quotidiana
Cuore divino di Gesù,
io ti offro per mezzo
del Cuore Immacolato di Maria,
Intenzioni mese di Marzo
Dio, nostro Padre, io ti offro tutta la mia giornata.
Ti offro le mie preghiere, i pensieri, le parole, le
azioni, le gioie e le sofferenze in unione con il cuore
del tuo Figlio Gesù Cristo, che continua a offrirsi
nell’Eucaristia per la salvezza del mondo.
Lo Spirito Santo che ha guidato Gesù sia la mia guida
e la mia forza oggi, affinché io possa essere testimone del tuo amore.
Con Maria, la madre del Signore e della Chiesa, prego
specialmente per le intenzioni che il Santo Padre
raccomanda alla preghiera di tutti i fedeli in questo
mese
Madre della Chiesa,
in unione al Sacrificio eucaristico,
le preghiere, le azioni,
le gioie e le sofferenze
Intenzione del Santo Padre
Per i cristiani perseguitati, perché sperimentino il
sostegno di tutta la Chiesa nella preghiera e attraverso l’aiuto materiale.
di questo giorno,
in riparazione dei peccati,
Intenzione dei vescovi
per la salvezza di tutti gli uomini,
Perché le comunità e le associazioni riscoprano la
gioia e la forza della testimonianza.
nella grazia dello Spirito Santo,
a gloria del divin Padre.
Non di solo pane ­ Numero 793 ­ Tempo di Quaresima ­ pagina 2
I Domenica di Quaresima
Ci vuole coraggio per riporre fede in qualcosa al di
fuori di se stessi; eppure chi si affida a Dio
può testimoniare che così facendo si acquista non
solo un coraggio più grande,
ma anche pace interiore.
Il santo del giorno:
San Foca
l'Ortolano
Era apprezzato e
benvoluto da tutti
per la sua generosità e la sua ospitalità e di queste sue
virtù diede una
commovente dimostrazione agli stessi
carnefici, incaricati
di eseguire la sen-
tenza capitale pronunciata contro di
lui. Evidentemente i
carnefici non lo conoscevano di persona, perché, entrati in casa sua per
avere delle indicazioni, furono generosamente invitati a
pranzo dall'ortolano. Mentre i due si
rifocillavano, Foca
Domenica
5
Marzo
I Settimana
andò nell'orto a
scavarsi la fossa;
quindi tornò in casa
e dichiarò la propria
identità ai carnefici,
pregandoli di non
porre indugi all'esecuzione della sentenza. Fu accontentato e pochi istanti
dopo il suo corpo
cadeva nella fossa
appena scavata.
Agisci
Brano Evangelico: Mt 4,1­11
La mia fede ha bisogno
di essere radicata nella
vita, e deve essere il
motore che mi fa agire
come se tutto dipendesse da me, ma con
l’umile consapevolezza
che Dio completa in me
l’opera delle sue mani.
Come gli apostoli, devo
chiedere spesso a Gesù:
“Signore aumenta la
mia fede!”
Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per esser tentato dal
diavolo. E dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, ebbe
fame. Il tentatore allora gli si accostò e gli disse: «Se sei Figlio di Dio,
dì che questi sassi diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: Non di
solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio».
Allora il diavolo lo condusse con sé nella città santa, lo depose sul pin­
nacolo del tempio e gli disse: «Se sei Figlio di Dio, gettati giù, poiché
sta scritto: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo, ed essi ti sorregge­
ranno con le loro mani, perché non abbia a urtare contro un sasso il tuo
piede». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: Non tentare il Signore Dio
tuo». Di nuovo il diavolo lo condusse con sé sopra un monte altissimo e
gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli disse: «Tutte
queste cose io ti darò, se, prostrandoti, mi adorerai». Ma Gesù gli rispo­
se: «Vattene, satana! Sta scritto: Adora il Signore Dio tuo e a lui solo
rendi culto». Allora il diavolo lo lasciò ed ecco angeli gli si accostarono
e lo servivano.
Adorerai il Signore, Dio tuo (cf MI 4,10)
Contemplo:
Gesù è condotto dallo Spirito nel
deserto, per essere messo alla pro­
va. Il diavolo gli propone la via
allettante del successo mondano,
della supremazia sugli altri. Gesù
non lo ascolta, e gli risponde che
la vera grandezza dell'uomo è di
adorare Dio, l'unico vero Bene,
l'Eterno che ci dà la vita in questo
mondo e la beatitudine nell'altro.
Non di solo pane ­ Numero 793 ­ Tempo di Quaresima ­ pagina 3
Me d it a l a
Vittorioso nella fede.
Meditazione si S.E. Mons. Luigi Negri
La liturgia della prima domenica di Quaresima incomin­
cia con l'evocazione potente
e drammatica della creazione e dell'ordine dell'universo
che ruota attorno all'uomo e
alla donna destinati a vivere
in questo mondo in dialogo
profondo, quotidiano e obbediente con il mistero di Dio.
Ma in questo quadro straordinario si inserisce un elemento nuovo: il peccato. Si
tratta del rifiuto di Dio come
condizione per la realizza-
zione piena dell'umanità. Questa tentazione, che si è compiuta nel cuore e nella libertà
di Adamo ed Eva, persegue la
storia dell'umanità di età in
età, rappresenta la grande
alternativa, che influisce sulla
mentalità. Il peccato originale
è la sostituzione alla menta­
lità della fede di una mentalità ateistica, o meglio, di una
mentalità in cui il dio è la propria istintività intellettuale,
morale, scientifica o tecnologica. Il Vangelo dà un tocco
Parol a
altamente drammatico. Nelle
tentazioni il demonio cerca
continuamente di scombinare
le carte della fede e della carità. Lo stesso Figlio di Dio vi è
sottoposto dal maligno, affinché anche Lui scardini la logica
della fede e la sostituisca con
la logica del potere, quindi con
la logica della soggezione al
potere: adorare il male nella
sua forma di società organizzata contro Dio e contro l'uomo.
La forza limpida del Figlio di
Dio risponde a queste tentazioni riaffermando la verità della
logica della fede, rifiutando di
riconoscere qualcun'altro come
Dio se non il Padre di cui egli è
Figlio. Questo ricordo delle
tentazioni del Signore, superate vittoriosamente dalla sua
fede e dalla sua dedizione al
Padre, rimangono per ciascuno
di noi un invito all'umiltà. Se il
demonio ha tentato il Figlio di
Dio non demorderà certo dal
tentarci quotidianamente, ma
il Figlio di Dio ci indica anche il
metodo per uscire dalla ten­
tazione e riconoscere la verità
di Dio nella nostra vita ed uniformarsi ad essa con vera e
profonda umiltà di cuore.
Non di solo pane ­ Numero 793 ­ Tempo di Quaresima ­ pagina 4
Me d it a l a
Meditazione del giorno
Penso di sì, era necessario!
di don Luciano Vitton Mea
Parol a
Preghiamo la
Parola
Ci affidiamo a te, Signore
Era proprio necessario che Gesù fosse sospinto dallo Spirito nel deserto per essere tentato? Perché incontrare
faccia a faccia il Male, subire il suo fascino, essere tentato da Satana in persona? Calpestare le sabbie roventi,
sedere nel silenzio dove il soffio del vento porta gli echi
di arcane paure?
Guardiamo il cielo e
ci affidiamo a te, Signore.
Contempliamo l’eterno
scorrere del tempo,
Penso di si, era necessario.
il sorgere del sole,
È la logica dell’Incarnazione che fa percorre al Dio mendicante le orme di Mosè e del suo popolo; non è la sua
forza che vaga nel deserto, ma la sua povertà, la legge
della stalla di Betlemme e della bottega del carpentiere. Mi piace questa povertà perché è la mia povertà,
sono gli abiti della fatica quotidiana che mi fanno percepire Dio come fratello, un uomo tra gli uomini. Lo incontri dovunque: tra i vagiti di un neonato, sporco di
trucioli odorosi di resina, ai crocicchi delle strade, seduto sulla scalinata del tempio, nei deserti dell’umana
solitudine. Ovunque la povertà si fa tunica, Dio ne porta
una tutta di un pezzo, senza cuciture.
il nascere di ogni creatura e
ci affidiamo a te,
Dio del cielo e della terra.
Sappiamo di essere nelle
tue mani come perla preziosa
che tu custodisci.
Siamo sul palmo della
tua mano, Signore,e nulla
ci spaventa: né il presente
né il futuro perché tu
Satana lo tenta, con lucidità, seguendo una logica che
tutti saremmo pronti a sottoscrivere: “Perché vivi come
un uomo tu che sei Dio? Perché non esibisci la tua Onnipotenza, Tu che hai ai tuoi ordini una schiera di Angeli?” Il Male teme la povertà, a maggior ragione un Dio
povero: ecco perché cerca vanamente di dissuaderlo.
Così tra le dune del deserto la povertà della natura umana di Gesù sfiora la finitudine di ogni uomo, la tentazione, cioè, di diventare come dei; Gesù sconfigge questa logica, perché la sua forza, quella che sconfiggerà
ogni male, è quella di diventare “l’uomo dei dolori” il
servo sofferente che redime i peccati del mondo.
sei con noi e ci ami.
Amen.
don Luciano
Non di solo pane ­ Numero 793 ­ Tempo di Quaresima ­ pagina 5
I Settimana di Quaresima
Ridi di te stesso ogni tanto. Ti farà bene.
Lunedì
6
Marzo
I Settimana
Il santo del giorno:
Beata Rosa
Viterbo
da
Nata da famiglia di mo­
deste condizioni, a 17
anni entrò nell’ordine
delle terziarie dopo a­
ver avuto una visione.
Agisci
Devo ricordarmi che
la mia fede è un dono di Dio che ho ricevuto anche grazie
alla buona parola, la
buona testimonianza
di qualcuno che si è
preso cura di me. Il
dono ricevuto diventa così responsabilità
da offrire e condividere con i fratelli.
In questo periodo fece
diversi pellegrinaggi e
soprattutto una dura
penitenza. Mentre si
faceva intensa la guerra
tra Guelfi e Ghibellini
insieme alla famiglia fu
esiliata: tornò in patria
dopo la morte di Fede­
rico II, ma la sua vita fu
assai breve. Sulla sua
morte non si sa pratica­
mente nulla solo che
alcuni anni più tardi il
suo corpo è stato ritro­
vato intatto.
Brano Evangelico Mt 25,31­46
Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si
siederà sul trono della sua gloria. E saranno riunite davanti a lui tutte le
genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore
dai capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. Allora il re
dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio,
ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mon­
do. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e
mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete
vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovar­
mi. Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo vedu­
to affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da
bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti
abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo
venuti a visitarti? Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta
che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'a­
vete fatto a me. Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, male­
detti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché
ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi a­
vete dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi a­
vete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. Anch'essi allora
risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o
forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? Ma egli
risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a
uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me. E se ne andran­
no, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna».
Contemplo: Perdonate e sa-
rete perdonati
(cf Mt 6,14)
«Rimetti a noi i nostri debiti, co­
me anche noi li rimettiamo ai no­
stri debitori» (Mt 6,12). Come o­
gni giorno abbiamo bisogno del
pane, e per questo lo chiediamo a
Dio, così ogni giorno abbiamo
bisogno di chiedere e dare il per­
dono. Gesù ci insegna a perdonare
con generosità, se vogliamo, a no­
stra volta, ricevere il perdono per
le nostre mancanze.
Non di solo pane ­ Numero 793 ­ Tempo di Quaresima ­ pagina 6
MeditazioneMeditazione
del giorno del giorno
Pane, tetto
un abbraccio
La cospirazione
di eDio
di Mendoca
conforto
di Jose Tolentino
di Fiorella Elmetti
Perché io ho avuto fame e mi avete
dato da mangiare
Con queste parole siamo messi di fronte
alla concretezza della fede cristiana. Non si
può fare teorie
sulla
fede
e
sull’amore davanti a milioni di bambini che
muoiono di fame. Bisogna dare pane, tetto
e un abbraccio di conforto. Non si può restare indifferenti alla miseria e alla paura
che costringe generazioni intere di uomini e
donne a lasciare la loro terra e preferiscono
morire in mare piuttosto che avere la certezza di essere torturati e uccisi in patria. Bisogna fare il possibile per costruire ponti di
pace, non mura di separazione. L’altro, chiunque esso sia, diventa il tuo completamento, il tuo specchio. L’altro ti spinge a guardare oltre di te. E accettare l’altro, o meglio,
accoglierlo è come riconoscere l’impronta di
Dio in ogni segno, come scrive la poetessa
Alda Merini: “E come si fa a conoscere il tuo
volto, te lo spiego io: basta vedere qualcosa
che reca la tua impronta. E noi siamo pieni
delle tue impronte, come se tu fossi passato
in ogni casa a lasciare segni invisibili”. Non
a caso il Vangelo sottolinea: “In verità io vi
dico: tutto quello che avete fatto a uno solo
di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto
a me”.
Preghiera
Grazie, Signore! Nelle «discese» di vita, che
avvertiamo in noi, negli inciampi, nelle prove
che sembrano abbatterci, fa' che portiamo sempre impressa nel cuore l'immagine dolce e fortissima di te, Gesù, che continui a salire a Gerusalemme, pronto a offrirti, sublime, in dono!
Segua i tuoi passi la nostra umile offerta.
Kyrie eleison!
Meditiamo la Parola
I tesori della chiesa.
Don Luciano Vitton Mea
Parroco di Bovegno
“Creandomi Dio si è creato un giudice” afferma
don Primo Mazzolari. Perché ogni peccato, ogni
cattiveria è un giudizio che condanna Dio alla
passione e alla croce. E’ giusto, quindi, che,
all’inizio della santa Quaresima, la liturgia ci inviti a porci d’innanzi al giudizio di Dio, l’ultimo
e supremo giudizio. Di fronte al brano evangelico
di oggi cadono le nostre certezze, l’arroganza di
manipolare Dio e codificarlo in rigidi schemi. La
legge e le norme mi rassicurano, il volto nascosto
di Dio nell’uomo, nell’ultimo degli uomini, mi
inquieta, non mi lascia tranquillo. Quando entro
nel tempio sono avvolto da certezze, quando invece esco dal recinto del sacro per attraversare i
vari “Golgota” che mi circondano mi assale il
dubbio e il timore. Ogni volto può rappresentare
quel “ero e non mi avete dato”, ogni crocifisso,
anche quello del più infamante ladrone, può nascondere il Figliol di Dio.
E’ bene che la liturgia, all’inizio di questo tempo
santo, non ci offra vane illusioni, ci dica con
chiarezza che senza l’amore verso il prossimo
vano è il digiunare, inutili le preghiere. Con
l’Incarnazione ogni povero diventa sacro, ogni
disgraziato sacramento di una velata presenza. I
poveri ci annunciano che il regno di Dio è vicino,
che dobbiamo convertirci al mistero della debolezza e della piccolezza.
Infatti. “il povero ha un potere misterioso: nella
sua debolezza, egli diviene capace di toccare i
cuori induriti e di rivelare le loro fonti d’acqua
viva nascosta in loro. E’ la manina del bimbo di
cui non si ha paura, che scivola attraverso le
sbarre della nostra prigione ed egoismo. Egli arriva ad aprire la serratura. Egli libera. E Dio si cela
nel bambino. I poveri ci evangelizzano. E’ per
questo che sono i tesori della Chiesa. (J.Vanier)”.
Non di solo pane ­ Numero 793 ­ Tempo di Quaresima ­ pagina 7
I Settimana di Quaresima
La contentezza è quella sensazione
che pervade la tua vita
quando sei veramente grato di ciò che hai.
Il Santo del giorno:
Sante Perpetua e
Felicita
Chiusa in carcere
aspettando la morte, una giovane tiene una sorta di diario dei suoi ultimi
giorni, descrivendo
la prigione affollata,
il tormento della
calura; annota nomi
di visitatori, racconta sogni e visioni
degli ultimi giorni.
Agisci
Mi ricorderò in ogni
circostanza della responsabilità
della
preghiera per i fratelli, dell’impegno
di intercessione per
tutti.
Siamo a Cartagine,
Africa del Nord, anno 203: chi scrive è
la colta gentildonna
Tibia Perpetua, 22
anni, sposata e madre di un bambino.
Nella folla carcerata
sono accanto a lei
anche la più giovane Felicita, figlia di
suoi servi, e in gravidanza avanzata; e
tre uomini di nome
Saturnino, Revocato
e Secondulo. Tutti
Martedì
7
Marzo
I Settimana
del Salterio
condannati a morte
perché vogliono farsi cristiani e stanno
terminando il periodo di formazione; la
loro «professione di
fede» sarà il martirio nel nome di Cristo. Le annotazioni
di Perpetua verranno poi raccolte nella
«Passione di Perpetua e Felicita», opera forse di Tertulliano, testimone a
Cartagine.
Brano Evangelico: Mt 6,7­15
Pregando poi, non sprecate parole come i pagani, i quali credono
di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro,
perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima
che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei
nei cieli, sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno; sia fatta la
tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane
quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai
nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male.
Se voi infatti perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro
celeste perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli uo­
mini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe.
Contemplo: Venite, bene-
detti del Padre mio (Mt
25,34)
Sarà dolce e consolante sentirci
dire dal Signore: «Venite, be­
nedetti del Padre mio nel regno
dell'amore». Come poter esse­re
sicuri di sentire rivolta a noi una
tale parola? Con l'amare il nostro
prossimo. Accogliere gli altri, as­
sisterli, soccorrerli nelle loro ne­
cessità, significa accogliere e assi­
stere Dio stesso che ha voluto di­
morare nei nostri cuori.
Non di solo pane ­ Numero 793 ­ Tempo di Quaresima ­ pagina 8
MeditazioneMeditazione
del giorno del giorno
Meditiamo la Parola
Ero invidiosa
della
La cospirazione
di Dio
La preghiera più grande
sua
santità
di Jose Tolentino
Mendoca
di don Luciano Vitton Mea
Leggendo gli atti del processo
canonico a carico di Suor Virginia Maria de
Leyva (la monaca di Monza di manzoniana
memoria) mi ha colpito la testimonianza di
una sua compagna di noviziato: «ero invidiosa della sua santità». Approfondendo la
drammatica storia di questa infelice monaca
mi sono fatto un’idea ben precisa che penso
non sia molto lontana dalla verità. Quella di
suor Virginia era una religiosità imperniata su
di un pressoché totale formalismo esteriore
formato da un indefinito numero di pratiche
da compiere o di tradizioni da rispettare e da
una miriade di scrupoli di coscienza perennemente presenti. Di un rapporto personale con
Dio, sentito come Padre, neppure a parlarne.
La sua religiosità non riuscì, in una parola, a
farle comprendere che Dio la amava immensamente, le era accanto in ogni istante e che
poteva, quindi, affidarsi a Lui e contare sul
suo aiuto in ogni circostanza e situazione interiore si trovasse.
«Voi dunque pregate così ...». La preghiera
per Gesù non è una pratica o un pseudo
dovere ma una neccesità, una dimensione
costitutiva dell’essere umano, il tempo sacro
dove il contingente comunica con il
trascendente. Gesù non comanda di pregare
perché nella sua ottica il colloquio con il Padre è cosa scontata, un atto fondamentale
del suo essere “figlio dell’uomo”, un soffio
vitale che mai può venir meno. Il cuore
dell’uomo è spesso immerso in acque torbide, stagnanti; la preghiera rende trasparenti
le sorgenti interiori, donando rinnovata energia al nostro modo di fare e di agire ecco
perché David Maria Turoldo affermava.
“Pregare, forse il discorso più urgente”.
Fiorella Elmetti
Coordinatrice di “Non di solo Pane”
“Voi dunque pregate così…”.
È bello che i discepoli abbiano chiesto a Gesù di
imparare a pregare con i pensieri e le attese di
Dio Padre, e trovo che Egli non poteva consegnarci una preghiera più grande. Gesù, infatti, ci
insegna a dire: Padre nostro. Non Padre mio, perché tutti siamo incatenati l’uno all’altro, come
in una cordata, soprattutto quando preghiamo.
Non Padre mio, perché Dio è Padre per tutti e
noi, pur nella nostra fragilità, nella vita quotidiana siamo fratelli di tutti, anche di chi non conosciamo. Non Padre mio, perché tutti possiamo
imparare a lasciarci amare dalla Sua paternità,
che è bontà, misericordia, giustizia, santità. Può
essere difficile dire: “Padre nostro”, ma la Chiesa non può ammettere assenze attorno al suo focolare, che è l’amore di Dio portato i da Cristo.
Dentro possiamo starci tutti: dal buon ladrone
crocifisso insieme a Gesù al bambino non ancora
nato, che di Gesù non conosce neppure il nome.
Che bello quindi poter dire: “Padre nostro!”.
Preghiera
Ti ringraziamo, Signore Gesù, ci conduci un passo dopo l'altro - a maturare, nel cuore e nello spirito,la qualità delle nostre relazioni: fratelli, tutti figli di un unico Padre,
liberi dall'illusione di autosufficienza, docili
al dipanarsi della vita, alla luce della tua
Parola, pronti al servizio reciproco.
Kyrie eleison!
Non di solo pane ­ Numero 793 ­ Tempo di Quaresima ­ pagina 9
Pagine bibliche
Gli approfondimenti di Non di Solo Pane
Pilato:
un’occasione perduta
Meditazione di don Luciano Vitton Mea
Lettura biblica (Mt 27,26)
Pilato, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.
Pilato, dopo aver consegnato
Gesù ai giudei, ragionò tra se:
“Tipo strano questo Gesù di Galilea. Lo deridono, lo accusano, lo
vogliono morto e lui non dice
niente, non si difende. Dicono
che si proclama Figlio di Dio, ma
mi pare solo un poveraccio. Non
lo capisco proprio questo Gesù:
parla di una verità che solo lui
conosce, di un regno che si trova
chissà dove... Anche i suoi discepoli lo hanno abbandonato. Mi fa
pena, ma non ho scelta: lo condannerò a morte, perché così va
il mondo. I miseri e gli ultimi,
come questo galileo, fanno tutti
la stessa fine, tanto nessuno si
cura di loro”.
Hai ragione Pilato: nessuno si
prende cura dei poveracci come
Gesù, il mondo è pieno di straccioni che non contano nulla, che
danno fastidio, che vagano raminghi per le polverose strade
dell’indifferenza umana. Di una
cosa però non ti sei accorto, non
hai valutato, forse ti è addirittura sfuggita: era quel povero galileo che voleva prendersi cura di
te, voleva darti un’occasione
unica per riscattarti, per scrivere un nuovo capitolo della tua
misera esistenza. Il Dio dei Giudei poteva diventare il tuo salvatore, Colui che ha fatto passare
illeso il popolo eletto attraverso
le acque del Mar Rosso voleva
farti passare all’altra riva, farti
attraversare il non senso della
tua esistenza per darti in pegno
un’eredità che nessuno ti avrebbe mai tolto. Vedi, Pilato, la
Verità che tu hai incontrato, hai
giudicato e condannato era un
monito, una luce che ti avrebbe
illuminato. Era una voce che
voleva metterti in guardia: “I
regni di questo mondo passano,
il potere e il successo prima o
poi vengono meno; una sola cosa
rimane: un volto segnato dalla
sofferenza, un capo coronato di
spine, un crocefisso che paga per
tutti.”
Ti sei lasciato ingannare dalla
sua povertà, da quello sguardo
umile da un lato ma fiero
dall’altro, dalle sue labbra gonfie che non rispondevano agli
insulti e alle false e infamanti
a c cu se . Dio da a tu t ti
un’occasione, la possibilità di
cambiare, si accontenta di poco:
un gesto, un cenno di pietà, un
fremito di coraggio.
Ecco, Pilato, ti è mancato un
briciolo di coraggio; tu potente
non hai esercitato per una volta
il tuo potere con un gesto profetico, tu giudice non hai voluto
giudicare e te ne sei lavato le
mani. Ma in quello scroscio
d’acqua è scivolata lentamente
la tua stessa esistenza, il successo, il potere. Di li a pochi anni ti
sei trovato non a tra gli splendori di Roma ma nella periferica
Gallia e nell’anonimato di una
regione lontana ti sei tolto la
vita. Io non posso pensare che
Dio si “sia lavato le mani di te” e
negli spasimi dell’agonia, forse,
hai intravisto un Re coronato di
spine, quel poveraccio che hai
condannato. Sei i tuoi occhi velati di morte hanno incontrato lo
sguardo del crocefisso dentro di
te avrai sentito una voce arcana
che sussurrava: “oggi la salvezza
è entrata anche in questa misera
casa”.
Non di solo pane ­ Numero 793 ­ Tempo di Quaresima ­ pagina 10
I Settimana di Quaresima
Mercoledì
8
Marzo
Dio ama gli umili, gli scoraggiati e quelli
che lottano per tenere vivi i loro sogni.
Egli è vicino a coloro che hanno il cuore spezzato:
desidera confortarli e desidera guarire
Il Santo del giorno:
San Giovanni di
Dio
Nato a MontemoroNovo, poco lontano
da Lisbona, nel
1495, Giovanni di
Dio - allora Giovanni Ciudad - trasferitosi in Spagna, vive
una vita di avventure, passando dalla pericolosa carriera militare alla vendita di libri. Ricoverato nell'ospedale
Agisci
di Granada per presunti disturbi mentali legati alle manif e s t a z i o n i
"eccessive" di fede,
incontra la drammatica realtà dei
malati, abbandonati a se stessi ed emarginati e decide
così di consacrare
la sua vita al servizio degli infermi.
Fonda il suo primo
ospedale a Granada nel 1539. Muore
I Settimana
l'8 marzo del 1550.
Nel 1630 viene dichiarato Beato da
Papa Urbano VII,
nel 1690 è canonizzato da Papa Alessandro VIII. Tra la
fine del 1800 e gli
inizi del 1900 viene
proclamato Patrono
degli ammalati, degli ospedali, degli
infermieri e delle
loro associazioni e,
infine, patrono di
Granada
Brano Evangelico: Lc 11,29­32
Custodirò nel cuore
la meravigliosa notizia che Cristo è risorto e vive per
sempre. Solo così
sono in grado di discernere gli eventi,
annunciare la speranza e vivere nella
pace del cuore.
Mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa ge­
nerazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma
non le sarà dato nessun segno fuorché il segno di Giona. Poiché
come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio
dell'uomo lo sarà per questa generazione. La regina del sud sorge­
rà nel giudizio insieme con gli uomini di questa generazione e li
condannerà; perché essa venne dalle estremità della terra per a­
scoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, ben più di Salomone
c'è qui. Quelli di Nìnive sorgeranno nel giudizio insieme con que­
sta generazione e la condanneranno; perché essi alla predicazione
di Giona si convertirono. Ed ecco, ben più di Giona c'è qui.
Contemplo: Insegnami, o
Dio, la sapienza (cf Sai 50,8)
«Signore, tu gradisci la sin­
cerità nel mio intimo, nel se­
greto del cuore mi insegni la
sapienza» (Sal 50,8). Riflet­
tere sul nostro peccato è utile
per rendersi conto della pro­
pria fragilità. È una sapienza
preziosa per capire quanto
siamo bisognosi dell'aiuto di
Dio: occorre, per questo, es­
sere sinceri con se stessi e
riconoscere i propri errori.
Non di solo pane ­ Numero 793 ­ Tempo di Quaresima ­ pagina 11
Meditazione del Meditazione
giorno
del giorno
Meditiamo la Parola
Con cristiano
La cospirazione
di Dio disordine
Ma a volte esageriamo
di Jose Tolentino Mendoca
di Jose Tolentino Mendoca
Fiorella Elmetti
Coordinatrice di “Non di solo Pane”
Mi torna spesso in mente
un passaggio del romanzo
di Georges Bernanos Diario di un curato di
campagna. Riguarda un soggetto forse inatteso, che possiamo esprimere con una domanda: i nostri templi devono essere puliti
o sporchi? È chiaramente un interrogativo
che va inteso in senso simbolico, ma i simboli funzionano veramente solo se ancorati
alla realtà che rispecchiano e che sfidano.
I templi devono essere puliti o sporchi?
Bernanos parte dall'esempio di una sacrestana così zelante della pulizia della chiesa
da guardare i fedeli che vi entravano come
una minaccia e un disturbo. Un fedele in
visita al tempio era, per lei, un'avversità. È
in tale contesto che lo scrittore sostiene:
«Una parrocchia è forzatamente sporca.
Una cristianità è ancora più sporca». Una
Chiesa
maniaca
dell'organizzazione
e
dell'ordine, ossessionata da un regime di
purità, tiene a distanza le persone. Diventa
un luogo di cerimonie, statico e ineccepibile come un museo, ma non è più un territorio di celebrazione della vita, esposto
alla quotidianità,Preghiera
alla sua turbolenza e alle
pedate lasciate in giro. Rimane sequestrata
Signore Gesù, attraversa ancora con misteriosa consapevolezza, con umile fierezza,
canale
di misericordia
di che
gioia.
Si conl'incredulità,
la paura, el'ira
ci impedicentra
naftalina
scono disull'odore
crederti e della
di accettarti
comequando
dono.
dovrebbe
contaminarsi,
come raccomanda
Grazia e benevolenza
rifulgono
in te e, se il
nostro
cuore ti segue,
tu illumini
anche noi
papa
Francesco,
dell'odore
delle pecore.
con la dignità dello Spirito che viene da
Dio e per il quale oggi e sempre ti rendiamo grazie.
dal formalismo e dallo zelo, invece di farsi
Cerchiamo sempre segni, e a mio modesto parere non è un male. Fino a
quando il nostro cuore è inquieto possiamo metterci in gioco, porre domande
e imparare ogni giorno a dar valore alla
vita. Ma a volte esageriamo, quando
non diamo fiducia alla Parola, quando
ci accontentiamo del cammino cristiano
iniziato a catechismo e mai più approfondito e vissuto. Paolo Curtaz commenta: “Ci è dato solo il segno di Giona: la predicazione che Gesù fa deve
essere sufficiente al popolo ebraico per
riconoscere in lui l'inviato di Dio. Ma così non accade: bisognosi di miracoli e
segni, gli uomini pongono continuamente delle condizioni a Dio. Sappiamo
sfruttare la Parola che abitualmente ascoltiamo, non poniamo sciocche condizioni a Dio e non lasciamoci passare
davanti da tutti coloro che - non avendo
un'esperienza di fede - con entusiasmo
si lasciano convertire dalla Parola. Ma,
ahimé, non c'è nessuno più difficile da
convertire di un presunto pio credente
che crede di credere. Monito bruciante
per noi a non abituarci mai al messaggio del Signore, invito pressante a lasciarci scuotere e convertire dai tanti
Giona che oggi incontreremo”.
Non di solo pane ­ Numero 793 ­ Tempo di Quaresima ­ pagina 12
I Settimana di Quaresima
Quando ti senti sopraffatto da tutto quel che
c’è da fare, rivaluta le tue priorità,
poi fai subito le cose più importanti
e lascia il resto per domani.
Il Santo del giorno:
San
Domenico
Savio
Nasce a Riva di
Chieri il 2 aprile
1842 e muore a
Mondonio il 9 marzo 1857.
Ancora
bambino
decise quale sarebbe stato il suo pro-
getto di vita: vivere
da vero cristiano.
Tale desiderio venne
a c ce n t u a t o
dall’ascolto di una
predica di don Bosco, dopo la quale
decise di divenire
santo. Da questo
momento, infatti la
sua esistenza fu
piena d’amore e ca-
Giovedì
9
Marzo
I Settimana
rità verso il prossimo, cercando in occasione di dare l'esempio. Nel 1856
fondò la Compagnia
dell'Immacolata e
poco più tardi morì,
lasciando un valido
e bel ricordo della
sua persona ai giovani cristiani.
Brano Evangelico: Mt 7,7­12
Agisci
Devo cercare sempre l’unione di
cuore con Gesù
per essere più libero della schiavitù delle cose,
dall’intolleranza e
dall’egoismo, dalla paura e dalla
sfiducia.
Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà
aperto; perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova e a
chi bussa sarà aperto. Chi tra di voi al figlio che gli chiede un
pane darà una pietra? O se gli chiede un pesce, darà una ser­
pe? Se voi dunque che siete cattivi sapete dare cose buone ai
vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose
buone a quelli che gliele domandano! Tutto quanto volete che
gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa in­
fatti è la Legge ed i Profeti.
Contemplo:
Chiedete e vi
sarà dato (Mt 7,7)
Il Signore Gesù ci invita ad
avere fiducia nella provvi­
denza del Padre, che non la­
scerà i suoi figli privi del ne­
cessario. Se noi, che siamo
cattivi, siamo capaci di senti­
menti buoni e di provvedere
ai bisogni degli altri, quanto
più il Padre sarà capace di
esaudire le giuste richieste
dei suoi figli! Non temiamo,
dunque, di chiedere al Signo­
re: egli ci ascolterà.
Non di solo pane ­ Numero 793 ­ Tempo di Quaresima ­ pagina 13
Meditazione del giorno
Meditazione del giorno
Il diavoloditeme
La cospirazione
Dio la povertà
di don Luciano Vitton Mea
di Jose Tolentino Mendoca
Il diavolo teme una sola cosa:
Meditiamo
MeditiamolalaParola
Parola
Grembo
della fede è il cuore
Disperazione
Meditazione
don Carlo
Moro
Meditazioneadicura
dondiLuciano
Vitton
Mea
Parroco
di
Gargnano
Parroco di Bovegno
la povertà e la debolezza umana. E’ una creatura astuta e sa perfettamente che un uomo, quando riconosce i
suoi limiti, la propria creaturalità diventa
tutto di Dio, si abbandona con fiducia alla
sua santa protezione. Satana vuole l’uomo
forte, tronfio di se, narcisisticamente innamorato della sua immagine; teme la logica
di un Dio che si è fatto compagno
dell’uomo, ha sposato il fango con cui
l’aveva creato. Lo spirito del male guarda
da lontano la greppia di Betlemme e trema
davanti a un Dio bambino; si spaventa
quando nel deserto Gesù ha fame e affronta la solitudine dei deserti umani. Un Dio
forte e chiuso nella trascendente lontananza del cielo o nel recinto sacro di un tempio è appannaggio di pochi, la sua salvezza
abbraccia un cerchio ristretto di eletti.
Ma un Dio che assume la debolezza e la
povertà della natura umana diventa il salvatore di tutti, abbraccia ogni singola esistenza, asciuga il volto di ogni umana debolezza. Un Dio forte e che fa della forza
la sua unica prerogativa lascia un campo
Preghiera
aperto all’azione del maligno, una mietitu-
Signore
Gesù, attraversa
con mistera
abbondante
nei desertiancora
dell’umana
soliriosa consapevolezza,
umile fierezza,
tudine.
Ma un Dio che sicon
è abbassato,
che è
l'incredulità,
la
paura,
l'ira
che
ci
impediuscito dal sacro per percorrere i polverosi
scono di crederti e di accettarti come dono.
sentieri della sofferenza, che strappa dalle
Grazia e benevolenza rifulgono in te e, se il
mani del maligno anche l’ultimo dei ladronostro cuore ti segue, tu illumini anche noi
nicon
fa lapaura
al principe
delleche
tenebre,
fa
dignità
dello Spirito
viene da
scappare
e ioggi
suoie diavoli.
diavolo
Dio e persatana
il quale
sempre Il
ti rendiateme
la povertà, ogni povertà.
mo grazie.
Gesù disse ai suoi discepoli: "Chiedete e vi sarà dato;
cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto".
Chiedete, cercate, bussate: Gesù scandisce così
il dinamismo interiore della preghiera di domanda che scaturisce fiduciosa dalla nostra relazione
filiale con il Padre sul fondamento di una fede
perseverante, tutta protesa ad accogliere la
provvida benevolenza di Dio. Il mistico russo Giovanni di Kronstadt, nel suo diario spirituale, annota: "Ricordati che, quando preghi, Dio aspetta
che tu risponda affermativamente alla domanda
che ti pone interiormente: "Credi tu che io possa
fare questo?" A questa domanda devi rispondere
dal profondo del cuore: "Sì, Signore!". Grembo
della fede è infatti il cuore. E' dalle sue profondità, come da sorgiva limpida, che matura e feconda la preghiera fiduciosa a misura della nostra
piena consegna a Lui nella quiete ordinaria dei
giorni, al di là di ogni legittima aspettativa, oltre
i nostri stessi desideri. Una certezza ci sostiene:
"il Padre vostro – dice Gesù - dà sempre cose buone a quelli che gliele domandano". Ecco perché
ciò che conta non è l'essere esauditi in quel che
chiediamo, ma il coltivare e il custodire occhi
limpidi che sappiano vedere tutte quelle cose
Preghiera
buone sparse a piene mani da Dio che opera meraviglie
le pieghe
nascoste
Signoretra
Gesù,
attraversa
ancoradell'ordinarietà,
con misteoltre
le
apparenze.
riosa consapevolezza, con umile fierezza,
l'incredulità, la paura,
l'ira che ci impediPreghiera
scono di crederti e di accettarti come dono.
Signore
anche noirifulgono
talora siamo
davanti
Grazia Gesù,
e benevolenza
in te e,
se il a te
come
orfani
ricercatudiillumini
un riparo,
di noi
un connostro
cuorealla
ti segue,
anche
forto,
di un'ispirazione
in mocon la
dignità dello capace
Spirito di
cherimettere
viene da
toDio
la vita
e di
preghiera
e per
il rinnovare
quale oggilae speranza.
sempre ti La
rendiache
rivolgiamo sia per noi un intimo laboratorio
motigrazie.
attraverso cui il nostro cuore divenga sempre di
più conte il tuo. Kyrie eleison!
Non di solo pane ­ Numero 793 ­ Tempo di Quaresima ­ pagina 14
I Settimana di Quaresima
Mira più in alto possibile, non permettere
a niente di limitare la tua fede.
Venerdì
10
Marzo
I Settimana
Il Santo del giorno:
San Simplicio
Nato a Tivoli, fu papa
in un periodo tormentato
della
storia
dell’Occidente
che
vide
la
ca d u ta
dell’Impero Romano
d’Occidente, quando il
barbaro Odoacre nel
476 depose l’ultimo
imperatore
Romolo
Agisci:
Alimenterò nel mio
cuore il sentimento di amicizia sincera con Gesù,
perché sul suo esempio io non sia
giudice dei miei
fratelli, ma strumento della Sua
misericordia
per
risollevare chi cade nel peccato.
Augustolo.
Contemporanemente
la Chiesa d’Oriente
era travagliata dalle
c o ns e g ue nz e
dell’eresia monofisita,
la quale sosteneva
che in Cristo ci fosse
unicamente la natura
divina. Si hanno poche informazioni su
Simplicio: prese netta
posiz io ne
con tro
l’eresia anche nei con-
fronti dell’imperatore
d’Oriente
Zenone,
stabilì turni di presbiteri nelle principali
basiliche cimiteriali e
non soltanto restaurò
e dedicò chiese a Roma ma, rispettoso
della vera arte, salvò
dalla distruzione i mosaici pagani della
Chiesa di S. Andrea.
Brano Evangelico: Mt 5,20­26
Poiché io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e
dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli
antichi: Non uccidere; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. Ma io vi
dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio.
Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice:
pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna. Se dunque presenti la tua
offerta sull'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di
te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare e và prima a riconciliarti con il
tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono. Mettiti presto d'accordo con
il tuo avversario mentre sei per via con lui, perché l'avversario non ti
consegni al giudice e il giudice alla guardia e tu venga gettato in prigio­
ne. In verità ti dico: non uscirai di là finché tu non abbia pagato fino
all'ultimo spicciolo!
Contemplo: Metti
in pratica
la Parola (cf Dt 26,17)
Dopo aver dato la sua legge di
amore e di rispetto per la vita e il
creato, il Signore ci esorta a met­
tere in pratica quanto abbiamo
udito. Non possiamo pensare che
sia sufficiente celebrare l'eucari­
stia, ascoltare la sua parola o se­
guire belle cerimonie in chiesa.
Occorre applicare la sua parola
nella vita quotidiana, in modo da
essere suoi veri figli, che seguono
la via della beatitudine.
Non di solo pane ­ Numero 793 ­ Tempo di Quaresima ­ pagina 15
Meditazione la Parola
Meditazione del giorno
Il significato più genuino
Meditazione
giorno
Meditiamo ladel
Parola
La cospirazione
di Dio
Meditazione a cura di don Carlo Moro
Tra
le sabbie e le dune ...
Disperazione
di Jose Tolentino
Mendoca
Parroco
di Gargnano
Meditazione
Meditazionedididon
donLuciano
LucianoVitton
VittonMea
Mea
Parroco
di
Bovegno
Parroco di Bovegno
Gesù riporta la legge mosaica al suo significato più genuino, ma
anche più esigente. Quello che è importante davanti a Dio non sono soltanto gli atti ed i gesti , ma anche le intenzioni che muovono le nostre azioni.
Per questo, ciò che ci spinge ad insultare un nostro fratello è la stessa molla
di quello che potrebbe, in altre circostanze, portare ad ucciderlo. Il Vangelo
ci rivela tutta la bellezza e la serietà
del cammino che facciamo dietro a Gesù: in questa
Quaresima abbiamo
l’impegno di riconciliarci anzitutto con
coloro che ci sono accanto, e con i quali magari non parliamo o non abbiamo
relazioni da molto tempo. Sarà la maniera migliore per vivere la nostra autentica amicizia con lui, ed a iniziare a
vivere da discepolo, con tutto ciò che
comporta.
Preghiera
Preghiera
Signore Gesù, attraversa ancora con misteGrazie, Signore Gesù! Riceviamo da te, oriosa
consapevolezza,
con umile della
fierezza,
gni
giorno,
il dono inestimabile
tua
l'incredulità,
la
paura,
l'ira
che
ci
impedimisericordia, che ci rende creature nuove:
scono
di crederti
e di accettarti
come dono.
più
profondo
lo sguardo,
più accogliente
il
cuore,
sicuro il passo.
Comeinpossiamo,
Graziapiù
e benevolenza
rifulgono
te e, se il
salvati
dalla
forza
del
tuo
amore,
negare
ai
nostro cuore ti segue, tu illumini anche noi
fratelli «lo spicciolo» della nostra fiducia,
con la dignità dello Spirito che viene da
del perdono, di una mano tesa, di una paroe per il quale
oggi
e sempre ti rendialaDio
di speranza?
Kyrie
eleison!
mo grazie.
La quaresima è un tempo di grazia dove il Signore
vuole attiraci a se, condurci nel deserto e parlare
al nostro cuore. Tra la sabbia e le dune riarse dal
sole siamo chiamati a fare un’esperienza di verità,
una verità sulla nostra vita e per incontrare Lui che
è Verità. E’ necessario inoltrarci nel deserto, perché nel deserto cadono le nostre false sicurezze,
quei sostegni che spesso mettiamo alla nostra
vita, quelle sicurezze fondate esclusivamente sulle
nostre forze. Nel deserto non riusciamo più ad andare sulle alture per servire gli idoli falsi fabbricati
da mano d’uomo; nel deserto siamo soli con la
nostra verità, con la verità della nostra povera vita,
con i nostri difetti, mancanze e, perché no, anche
con il nostro peccato. E’ come uno specchio dove
vediamo il nostro volto ma senza trucco, senza
creme, lo vediamo con le rughe, le rughe di
un’esistenza che spesso è segnata da una lontananza. E allora prendiamo un poco paura, ma in
questo cammino di conoscenza vera di noi stessi
incontriamo anche, e questa volta è una luce vera,
la presenza di Dio, la sua voce che nel deserto ci
dice: “ Non spaventarti dei tuoi limiti, dei tuoi errori, io sono Colui che vuole fidanzarsi con te, Colui
che ti vuole sposare così come sei e farti camminare su una stradaPreghiera
di libertà. Infatti anche Israele,
per ritrovare la libertà ha dovuto camminare per
Signore Gesù, attraversa ancora con mistequarant’anni nel deserto”. E’ un’esperienza bellisriosa consapevolezza, con umile fierezza,
sima, quindi, quella della Quaresima, dove, prenl'incredulità, la paura, l'ira che ci impedidendo conoscenza dei nostri limiti, nell’ascolto
scono di crederti e di accettarti come dono.
attento della Parola di Dio, frequentato più assiGrazia e benevolenza rifulgono in te e, se il
duamente la Santa Messa festiva e praticando
nostro cuore ti segue, tu illumini anche noi
opere buone di carità, possiamo intraprendere il
con la dignità dello Spirito che viene da
nostro esodo, un cammino di liberazione verso la
Dio e per il quale oggi e sempre ti rendiaPasqua, verso la resurrezione interiore di un uomo
mo grazie.
nuovo,
un uomo per sempre riconciliato con Dio e
con i fratelli.
Non di solo pane ­ Numero 793 ­ Tempo di Quaresima ­ pagina 16
spiritualità
Gli approfondimenti di Non di Solo Pane
Affascina e spaventa
Meditazione di un Monaco
Il deserto affascina e nel medesimo tempo spaventa. È la
terra della grande solitudine
e l'uomo, istintivamente, ha
paura di trovarsi faccia a faccia con se stesso. L'essenza
del deserto è l'assenza
dell'uomo; il deserto puro non
sopporta neppure la vita. Il
mare di sabbia come la cima
ghiacciata delle montagne, è
la natura allo stato vergine,
come è uscita dalle mani del
Creatore, sulla quale sembra
riposi ancora lo spirito di Dio
che si muoveva sulle acque
all'origine del mondo. Le anime profonde sono tentate da
questa verginità del luogo. Il
deserto è puro e purificato:
dove non c'è l'uomo, non c'è
più né il peccato né il rumore
delle preoccupazioni terrestri.
Tu troverai cara la solitudine,
ma ne affronterai l'austerità.
Dio stesso definisce il deserto
una «terra desolata e piena di
fosse, una terra arida e tenebrosa, una terra che nessuno
attraversa e nessuno abita» (Ger 2,6). Chiuso in te
stesso, in alcuni momenti,
risentirai la nostalgia degli
scambi umani e il deserto ti
sembrerà terribilmente vuoto
e assurdo. Non sei un turista,
ma ti accampi come nomade
senza sperare il ritorno. In
questa «lotta del deserto» di
cui parla san Benedetto non
avrai nessun valido appoggio,
se non in Dio, anche se egli
stesso apparentemente si nasconde.
È stato scritto: «Il deserto
non sostiene l'uomo debole,
lo schiaccia. Chi vuole lo sforzo e la lotta sa sopravvivere».
Amerai la solitudine come
distensione per riprendere
fiato in mezzo alle occupazioni che mantengono il desiderio di vivere e stimolano il
bisogno di produrre. La solitudine è ormai il tuo luogo vitale e nessuno attende il frutto
della tua attività. Tu non hai
che una risorsa: spargere, apparentemente senza motivo,
sui piedi di Gesù, il profumo
prezioso delle tue capacità
umane. (...)
Il deserto, per te, non è una
cornice, è uno stato d'animo.
E qui sta la difficoltà. Il centro della solitudine sei tu, in
cui questa assenza dell'uomo
e delle sue vanità crea una
prima zona di silenzio. Sulla
steppa non vi è che un rumore: il gemito del vento: questo è, dice un proverbio arabo, il deserto che piange perché vorrebbe essere prateria!
Così è di te, terra arida e
senz'acqua, che supplica il
Signore di farvi fluire la sua
rugiada. (...)
Sei un pellegrino senza «una
tua casa», senza bagagli, senza sicurezza del domani. Il
deserto, per l'uomo che vi si
avvent ura, non è una
«dimora» ma una «traccia»
sulla quale cammina in fretta
per attendere, secondo un
bel simbolo, «un paesaggio da
cui non si ritorna indietro».
Questo paesaggio è Dio stesso
visto allo scoperto, e solo la
morte ce lo mostra così; (...)
Lui solo sa il momento e la
strada. Non avere piani di vita, mantieniti soltanto libero
da tutto ciò che potrebbe impedire a Dio di muoverti secondo la sua volontà. (...)
Ti è chiesto questo abbandono basato solo sulla fede nella
saggezza, potenza e amore
del Padre che è nei cieli.
«Egli sa tutto, può tutto, e mi
ama», imprimiti questo nel
cuore e sul palmo delle tue
mani.
Non di solo pane ­ Numero 793 ­ Tempo di Quaresima ­ pagina 17
I Settimana di Quaresima
Prima di discutere un problema
o presentare un reclamo,
esprimi sempre il tuo apprezzamento.
Il santo del giorno:
San Costantino
Vissuto nel VI secolo, fu re dell’attuale
Cornovaglia. Il primo periodo della
sua vita fu a quanto
si
racconta
“scellerato”. Sacrilego e pluriassassino, si sarebbe separato dalla moglie,
figlia del re di Bretagna Armoricana,
Agisci
Proverò a vivere il
tempo della mia preghiera in ascolto lasciando parlare la
Parola, nel silenzio
delle mie parole dopo aver invocato il
dono dello Spirito
Santo.
per essere più libero. Convertitosi al
cristianesimo, cambiò
radicalmente
vita, abbandonò il
trono e si ritirò in
un monastero irlandese. Dopo sette di
vita vissuta in austerità e penitenza,
studiando le scritture, fu consacrato
sacerdote e invitato
in Scozia sotto la
direzione di San
Sabato
11
Marzo
I Settimana
Columba, per
evangelizzare le popolazioni indigene.
Lì fu martirizzato
da fanatici pagani.
La sua vita ci testimonia quale sia la
potenza del Vangelo di Cristo che può
portare
cambiamenti radicali nella
vita dell’uomo.
Brano Evangelico: Mt 5,43­48
Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo
nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri
persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sor­
gere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere so­
pra i giusti e sopra gli ingiusti. Infatti se amate quelli che vi ama­
no, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E
se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straor­
dinario? Non fanno così anche i pagani? Siate voi dunque perfet­
ti come è perfetto il Padre vostro celeste.
Contemplo : Fai la pace con il
fratello
(cf Mt 5,24)
Offrire doni a Dio rimanendo in
lite con i fratelli ­ ci insegna il
Signore Gesù ­ non serve a nul­
la. Occorre prima di tutto ricon­
ciliarci con gli altri, ritrovare
cioè la pace perduta, e solo dopo
presentare le nostre offerte a Di­
o. La nostra preghiera si eleverà
più pura se sgorgherà da un cuo­
re in pace, in sintonia con l'amo­
re di Dio per tutte le sue creatu­
re.
Non di solo pane ­ Numero 793 ­ Tempo di Quaresima ­ pagina 18
MeditazioneMeditazione
del giorno del giorno
Una travedi
daDio
amare.
La cospirazione
di don Luciano Vitton Mea
di Jose Tolentino Mendoca
Facile a vedersi è l’errore altrui,
difficile a vedersi, invece, il proprio:
si vagliano gli errori altrui
come la pula del grano,
ma si nascondono i propri
come il baro nasconde il tiro perdente dei dadi.
Di colui che ravvisa gli errori altrui,
che nutre sempre sentimenti di disprezzo,
di costui crescono le contaminazioni,
anzi, egli è ben lontano dalla loro eliminazione.
Questi detti tratti dalla saggezza buddista
sembrano essere un eco lontano del monito
evangelico «Come puoi dire al tuo fratello:
“Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che
è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non
vedi la trave che è nel tuo occhio?» Partire
dalla nostra “trave” diventa la strada maestra per raggiungere la pace del cuore, la
serenità interiore che ci permette di coltivare relazioni limpide e trasparenti con
tutti. Colui che impara a guardare se stesso, il proprio cuore, a vagliare la pula del
proprio grano non avrà mai sentimenti di
disprezzo nei confronti degli altri. Il vero
nemico non abita nella casa accanto ma
nelle quattro mura della nostra esistenza.
E’ la trave, appunto, che si trova nel nostro occhio e che deve essere rimossa con
pazienza e nella carità. Dobbiamo amare il
nostro nemico, cioè il peggio che abita in
noi, guardarlo con gli occhi innocenti di
Cristo. La carità è un fuoco che brucia le
gramigne interiori, che riduce in cenere la
trave che portiamo dentro di noi. Il nostro
primo nemico lo troviamo in noi, non nel
volto di chi ci sta accanto. Amando la nostra vita in un cammino di vera e autentica
conversione amiamo tutto ciò che ci circonda, i volti più o meno luminosi di coloro
che incontriamo sui polverosi sentieri della
nostra esistenza.
Meditiamo la Parola
Il segno distintivo del cristiano
a cura di Don Carlo Moro
Parroco di Gargnano
Non è sempre facile per noi accettare il modo di
essere di Dio, perché sappiamo che se lo accettassimo, di conseguenza dovremmo cambiare il nostro
modo di pensare ed agire. Nel Vangelo, Cristo mostra il volto di un Dio che non fa preferenze, che
ama chi non lo ama. Un Dio, quindi, che chiama chi
lo segue a far suo lo stesso atteggiamento interiore.
E questo ci mette in crisi. Di per sé, il discepolo di
Gesù non dovrebbe vedere nessun uomo come suo
nemico, anche se, quando realizza il suo essere segno di contraddizione tra gli uomini, troverà delle
persone che lo vedranno come loro nemico. Vedere
qualcuno come nemico significa iniziare a non guardarlo con gli occhi di Cristo. Gesù non ha guardato
chi l'ha crocifisso come un nemico, e il suo sguardo
di perdono ha fatto poi gridare al centurione:
"Costui era veramente il Figlio di Dio". L'amore del
Signore si è rivelato in tutta la sua grandezza proprio quando si è mostrato universale non solo nella
quantità, ma nella qualità: si è rivolto a tutti, buoni e cattivi, giusti ed ingiusti. Questo è il segno distintivo del cristiano. Eppure, anche come comunità ecclesiale, troppo spesso ci incagliamo su questo: preghiamo per le vittime della violenza e non
per chi l'ha provocata, chiediamo la guarigione per
tanti malati, ma non per chi è malato nell'intimo,
perché non ha conosciuto e non vive l'amore. Difficilmente preghiamo per chi ci ha fatto soffrire. Ecco uno dei motivi per cui non riusciamo a perdonare. Chi vive "da cattivo" (e nessuno può dirsi
"buono" al cento per cento), soffre, perché è lon­
tano dall'amore. Prendiamoci a cuore anche questa
sofferenza.
Preghiera
Signore Gesù, noi non sappiamo se siamo giusti o ingiusti...
non lo sappiamo di noi stessi e come potremmo mai saperlo
degli altri? Aiutaci ogni giorno a rifuggire dalla ricerca dello straordinario e insegnaci le vie ordinarie di un amore che
è sempre unico.
Non di solo pane ­ Numero 793 ­ Tempo di Quaresima ­ pagina 19
Sussidio di preghiera per la famiglia
Coordinatrice
Fiorella Elmetti
Anno XIX - n. 793
Domenica 5 Marzo 2017
Redazione
don Luciano Vitton Mea,
don Carlo Moro, don Fabio Marini,
don Diego Facchetti, Fiorella Elmetti,
Tiziana Guerini e Cristina Sabatti
Chiuso il 23/02/2017
Numero copie 1350
Stampato in proprio
Grafica e stampa
don Luciano Vitton Mea
333/3390059
don Luciano
Ideato da
don Luciano Vitton Mea
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