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PRIMO PIANO
Venerdì 10 Marzo 2017
Perché, ovviamente, non è riuscito a cancellare l’impostazione nordistica della Lega
Salvini prende briciole al Sud
A fare il populista in Meridione è più ovvio de Magistris
DI
SERGIO LUCIANO
L’
opa della Lega
Nord di Matteo
Salvini sull’elettorato meridionale si è ufficialmente conclusa ieri, con un fallimento.
Conta poco che i contestatori napoletani schierati
contro il segretario leghista davanti alla sede del
quotidiano Il Mattino di
Napoli fossero pochi anziché tanti.
È oggettivo che la speranza della Lega di farsi votare
in maniera consistente anche dagli elettori meridionali non risulta pervenuta ai
sondaggi. Ma nel riscontrare
questo dato di fatto bisogna
dare atto a Salvini di aver comunque fatto un mezzo miracolo, rilevando dall’ultima
gestione del Bossi dimezzato
un partito in macerie, ridicolizzato dal Cerchio Magico,
dal Trota e dalle miserie di
una gestione familistica totalmente asservita al berlusconismo declinante.
Su quelle macerie il
nuovo segretario ha saputo costruire una ripresa
di consensi e di credibilità
proponendosi come l’interlocutore italiano di quel
vasto movimento di protesta europea contro l’euro e
contro l’Unione a guida tedesca che ha oggettivamente messo in ginocchio quasi
tutti gli Stati membri.
Dove ha esagerato, sbagliando per ambizione o
forse per disperazione, è
stato quando ha preteso di
proporsi come candidato
premier del centrodestra,
in alternativa a Berlusconi (ammesso che Strasburgo riqualifichi in Cavaliere
come eleggibile l’anno venturo) o al futuro designato
(?) del Cavaliere.
Chiunque abbia conosciuto un po’ da vicino
Salvini sa perfettamente
che non è razzista e non
è fascista. Un po’ gioca
a farlo, un po’ usa (alla
Trump, prima che Trump
si affermasse) un frasario
che colorisce di rosso-fuoco
concetti che poi la Lega,
nei tanti enti locali in cui
governa, declina con ben
maggior responsabilità.
Il guaio è anche che la
Lega conserva orgogliosamente, all’articolo 1 del
suo Statuto, il concetto
della «indipendenza della
Padania quale Repubblica
Federale indipendente e
sovrana».
Una cosa totalmente
strampalata e cervellotica anche rispetto alla ben
più concreta linea anti-euro, che è di Salvini come
della Le Pen, ed è stata
vittoriosamente dietro
la Brexit propugnata da
poli si deve a meccanismi
mentali e «narrativi» molto simili a quelli leghisti,
sia pure tradotti nel gergo
dialettale della pseudosinistra incarnata dal sindacoMasaniello.
È sempre colpa di qualcun
altro; noi napoletani siamo
«i meglio», sono i nordici
che non ci capiscono perché sono fessi; portateci il
lavoro, e non permettetevi
di darci dei fannulloni. Eccetera. Ma allora, se i meridionali hanno i populisti
a portata di mano, in formato domestico, perché mai
dovrebbero votare Salvini?
«Bossi mi dice: “che vai a
fare a Napoli?” Ma casa mia
è anche qui», ha spiegato il
E infine, vogliamo riandare con la memoria a
qualche anno fa? Per esempio al 2009, quando alla
festa di Pontida, Salvini
cantava: «Senti che puzza scappano anche i cani,
stanno arrivando i napoletani».
Oppure affermava che i
meridionali «sono troppo
distanti dalla nostra impostazione culturale, dallo
stile di vita e dalla mentalità del Nord. Non abbiamo
nessuna cosa in comune.
Siamo lontani anni luce».
E ancora quando rilevava
che «al di là di tutto, sono
bellissimi i paesaggi al
Sud, il problema è la genMatteo Salvini
te che ci abita. Sono così,
loro ce l’hanno
Nigel Farage. Come dire metrica del Nord:
proprio dentro
Nel
2009,
alla
festa
di
Pontida,
Salche quell’articolo statuta- la xenofobia. Gli
il culto di non
vini
cantava:
«Senti
che
puzza
scaprio è sbagliato per l’Italia estremisti leghisti
fare un cazzo
pano
anche
i
cani,
stanno
arrivando
i
ma anche per l’Europa. E del fora i nègher
dalla mattina
da quell’articolo deriva una non sono peggiori
alla sera, mennapoletani». Oppure affermava che i
linea politica fatalmente dei camorristi camtre noi siamo
meridionali «sono troppo distanti dalla
sgangherata, che a livel- pani che a Gomorra
abituati a lavonostra
impostazione
culturale,
dallo
lo locale viene facilmente e dintorni schiavizrare dalla matstile
di
vita
e
dalla
mentalità
del
Nord.
accantonata rispetto alla zano i nigeriani nei
tina alla sera e
Non abbiamo nessuna cosa in comune.
concretezza dell’ammini- campi di pomodori.
ci tira un po’ il
strazione territoriale (va- Ma non è sui matti,
culo».
Siamo lontani anni luce». E ancora
lorosa, almeno in Veneto né sui gangster che
Ecco: con
quando rilevava che «al di là di tutto,
e Lombardia), ma a livello si può fondare una
simili presono bellissimi i paesaggi al Sud, il
nazionale non perdona.
messe, andare
raccolta di consenproblema è la gente che ci abita. Sono
Col coraggio dell’am- so, per fortuna. Di
a cercare voti
così, loro ce l’hanno proprio dentro il
bizione, o forse anche qui qui i fischi, ma soal Sud è stato
culto di non fare un cazzo dalla mattidella disperazione, Salvi- prattutto l’indiffeper Salvini sini ha cercato di acquisi- renza del Sud alla
curamente sena alla sera».
re consensi al Carroccio proposta politica
gno di coraggio,
(impensabile!) perfino al della Lega.
ma ancora una
Sud, pescando nel torbido
Anche perché, atten- segretario leghista ai colle- volta bisogna chiedersi: di
dell’unico punto di con- zione: a populista, popu- ghi giornalisti del Mattino. quale coraggio, se non di
tatto oggettivo che unisce lista e mezzo. L’inatteso, E invece l’interrogativo del quello della disperazione?
una certa fascia sociale crescente successo di de fondatore della Lega la sua
IlSussidiario.net
meridionale a quella sim- Magistris sindaco a Na- sostanza ce l’ha.
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UN PRIMO CITTADINO DELLA PROVINCIA DI BOLZANO HA INVITATO I CITTADINI AD AIUTARE I POVERI
Il sindaco che difende i mendicanti in strada
Nonostante diversi partiti abbiano invocato un’ordinanza anti-accattonaggio
DI
S
GAETANO COSTA
ì all’elemosina. Il sindaco civico
di Appiano, un comune di circa
15 mila abitanti nella provincia
autonoma di Bolzano, in Trentino, ha invitato i suoi concittadini ad
aiutare i mendicanti che chiedono spiccioli in strada, davanti alle chiese e nei
parcheggi dei supermercati. Nonostante alcuni partiti presenti in giunta, tra
cui la Südtiroler Volkspartei, avessero
chiesto un’ordinanza anti-accattonaggio, Wilfried Trettl ha approfittato
della Quaresima per intervenire a favore di poveri e migranti.
«All’inizio della Quaresima», ha
scritto il sindaco Trettl in una lettera
aperta pubblicata dall’AltoAdige, «desidero soffermarmi sull’incontro con le
persone e sul modo di relazionarsi con
esse. Uomini e donne sono arrivati qui
da paesi lontani. Non conosciamo i loro
nomi, la loro storia, il loro destino, ma
la vita sembra non essere stata troppo
buona con loro. Queste persone ci rivolgono la parola, ci chiedono l’elemosina
o vogliono venderci qualcosa».
«Ci sono concittadini che si sentono turbati da queste persone», ha
proseguito Trettl. «Ho assistito a una
scena in cui un mendicante si rivolgeva a una concittadina esclamando ciao
mamma, e lei s’è girata considerando
questa cosa assurda. Dove sarà la sua
mamma? Sarà ancora viva? Saprà se è
ancora viva? Spesso, mi pongo queste
domande».
La presa di posizione di Trettl
contrasta con quella assunta a Bolzano, dove, sino allo scorso novembre, la
polizia municipale ha comminato 570
multe per accattonaggio molesto. L’ordinanza anti-accattonaggio era stata
fortemente voluta dal commissario
straordinario Michele Penta, ed è
stata confermata dal sindaco Renzo
Caramaschi, eletto lo scorso maggio
in quota Pd.
Nella provincia autonoma di Bolzano, però, il sindaco Trettl non è stato
il solo a schierarsi dalla parte di chi
chiede soldi in strada. Pochi giorni
fa, il primo cittadino di Merano, Paul
Rösch, ha lustrato le scarpe a un immigrato senegalese. A Merano, la possibilità che i profughi svolgano, senza
retribuzione, lavori di pubblica utilità
è prevista da un protocollo d’intesa
sottoscritto, tra gli altri, dal Commissariato del governo e dalla Caritas
diocesana.
Ad Appiano, invece, i mendicanti potranno continuare a chiedere
soldi in strade e piazze. «Dovremmo
considerare le persone in quanto persone, non come mendicanti, intrusi,
rifugiati o come una categoria che
non ha niente a che fare con noi»,
ha sottolineato il sindaco Trettl. «E
in quanto persone hanno gli stessi
nostri bisogni, sentimenti e desideri.
«Non siamo superiori a loro e non siamo
neanche migliori: il destino è stato semplicemente più magnanimo con noi». Il
sì all’elemosina del primo cittadino è
netto. Ora resta da vedere se i partiti di
giunta che avevano invocato l’ordinanza
anti-accattonaggio staranno con Trettl
dalla parte dei mendicanti.
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