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@ Comportamento
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Chl vl nce?
Salute, amore, lavoro: su questi
tre campi si gioca la nostra
partita per la felicità. Pensare
positivo aiutA ma non sempre.
arlo eAntonio hanno un esame
all'università. Mentre si lava i
denti Carlo pensa: "C'è il sole,
bene, così prendo l'autobus e
faccio colazione al bar. La camicia bianca? Non Ia trovo, ma è meglio azztsra, è
pitr bella. L'esame andrà alla grande, me
lo sento". Anche Antonio guarda fuori
dono genetico, ma un'attitudine plasma-
dalla finestra: "Strano, c'è il sole, prevedevano pioggia, sarà meglio non fidarsi,
prendo l'auto e mi porto lbmbrello. La
ta dall'esperienza, che si può apprendere. Insomma, è una scelta. Ed essere
ottimisti sarebbe la condizione giusta e
camicia bianca? E a lavare, ti pareva, mi
necessaria per raggiungere il benessere.
<Lbttimismo può essere coltivato e ac-
tocca mettere quella azzvrîa, che non
mi piace. L'esame tanto andrà male, quel
professore
è
una carogna".
E
2
Lbttimismo di Carlo e il pessimismo di
Antonio, due modi di pensare agli antipodi, sono oggi considerati non umori
ma categorie mentali in cui tutti ci rico-
ò
o
nosciamo: piena di entusiasmi la prima,
colma di spleenla seconda. Lo psicologo
.E
6
110
|
Marzo 2017
statunitense Martin Seligman, fondatore della psicologia positiva e del concetto
di ottimismo come imprescindibile spinta al successo, ha in qualche modo puntato il dito verso chi pensa sempre nero.
Seligman spiegava nel suo Learníng Optímism (1990) che lbttimismo non è un
cresciuto, non è un marcatore stabile
della mente>, dice Antonella Delle Fave,
docente di Psicologia generale all'Uni
versità Statale di Milano. <Alcuni studi
sui gemelli monozigoti hanno dimostrato che la genetica influisce per circa
il 30% sulla tendenza al pessimismo o
allbttimismo, una percentuale minima>.
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di aspettative positive, avevano ottenuto
i risultati peggiori: meno colloqui, meno
proposte e, quelli che avevano trovato
ìavoro, avevano una busta paga piu leggera rispetto a quella dei pessimisti. Insomma, sognare il successo li aveva in
qualche modo danneggiati. La Oettingen
teorizza che ci sia un legame tra eccessivo ottimismo e passività: se sono già sicuro che andràbene, se ho già ingannato
Ia mia mente immaginando i risultati e
tutto il piacere e la soddisfazione che ne
consegue, perché darmi da fare? Tanto
andràbene comunque.
In fondo, pur su barricate diverse, ottimista e pessimista finiscono per as-
somigliarsi. Nessuno dei due sembra
avere sufficiente motivazione ad agire,
il primo perché
crede che raggiungerà
comunque un buon risultato, il secondo
perché è convinto che nonlo raggiungerà
mai. Su ciuale fronte conviene schierarsi:
su quello di chi dice sempre "tutto ok" o
tra Ie fila dei pollici versi? Vediamo pro e
contro da tre punti di vista cardine: salute, lavoro e sentimenti.
SALUTE: CHI Sl (TRAS)CURA Dl PtÙ. Gli
ottimisti vivono di pirì e gli studi che so-
stengono questa teoria non si contano.
Optímism and Cause-Specific Mortalíty :
A Prospectíve Cohort Sfudy, svolto nel
2016 all'Università di Harvard, per citare uno dei pirì recenti, conferma che
chi pensa positivo si ammala meno. Lo
studio ha esaminato il livello di ottimismo e pessimismo di circa Tomila donne
e ha controllato il loro stato di salute a
distanza di anni: Ie ottimiste hanno stravinto, dimostrandosi meno soggette alle
malattie e pirì longeve. Un recente studio
finlandese ha esaminato Ia relazione che
c'è tra ottimismo/pessimismo e la possibilità di soffrire di disturbi cardiocircolatori. Risultato ambiguo: se il pessimismo
sembra essere un coefficiente di rischio
significativo per l'infarto nei maschi,
lbttimismo non pare però un fattore
protettivo.
Un altro studio, condotto su 3Omila persone monitorate per anni dall'Università
di Norimberga, sostiene che I'ottimismo
può spingere all'impruden za: gli anziani
112 | Focus Maao2Ol7
pessimisti vivevano pirì a lungo e in salute dei coetanei ottimisti che, invece,
adottavano più spesso comportamenti
a rischio con il risultato di avere un'aspettativa di vita piu bassa. Potremmo
concludere che I'ottimismo fa bene alla
salute... ma da una certa età in poi è meglio adottare unpizzíco di pessimismo.
LAVORO: OPPORTUNITÀ
E
PERICOLI.
Gli ottimisti, sembra assodato, lavorano
meglio. Una nota ricerca di Seligman ha
indagato suun gruppo di agenti assicurativi. Aveva maggior successo chi, a fronte
di un rifiuto, attribuiva l'esito negativo
non a fattori stabili (come: "sono un fallimento") ma a elementi che potevano
essere modificati ("forse sto usando l'approccio sbagliato'). Fondamentale nel
gruppo di lavoro è poi la figura del leader:
<Se è ottimista, sostiene la squadra con
valutazioni positive che incoraggiano sia
a mettersi in gioco sia a migliorare la propria performance>, spiega Delle Fave.
D'altro canto, essere pessimisti in alcuni
lavori è un requisito necessario. Come i
controllori divolo che, in caso di problemi, devono sempre pensare all'eventuaIità peggiore. O i medici, che nel determinare Ia natura di una malattia vanno
per esclusione, partendo spesso dalla
diagnosi pirì infausta.
Ma cè anche chi sostiene che, in ogni
caso, a lavorare meglio siano i pessimisti.
Immaginare cosa potrebbe andar male
spesso li motiva a impegnarsi di piùr, proprio per scansare il peggior risultato possibile: è questa la teoria di Julie Norem,
docente di psicologia al Wellesley College (tlsa), in The positive power of negative thinking. <Se fossi un imprenditore>,
aggiunge Paola Locci, medico psicoterapeuta e autrice dí Elogío del pessimísmo
(Franco Angeli), <sceglierei come collaboratore un pessimista audace piuttosto
che unottimista, ebbro di entusiasmo ma
che se esagera tende a sottovalutare le in-
sidie>. Riassumendo, forse sipuò dire che
ilteam di lavoro perfetto dowebbe essere
composto da rappresentanti di entrambi
i gruppi, perché se ci vuole chi rischia,
è necessario anche chi prudentemente
vede il pericolo in ogni opportunità.
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SENTIMENTI: ROSE E SPINE. GIi
ottimi-
sti hanno relazioni pirì soddisfacenti?
<L'ottimista ha un atteggiamento di fiducia verso la realtà e quindi anche verso
Ie relazioni. Per lui è pirì facile costruire
rapporti significativi su cui investire le
proprie risorse>, dice Antonella Delle
Fave. Lbttimismo però, quando si tratta
di relazioni, non rende tutto rose e fiori.
guardare la cronaca>,
spiega Paola
"A
Locci, <nei casi di violenza sulle donne
Ie vittime sono spinte verso compagni
sbagliati proprio perché animate da un
ottimismo "alla Pollyanna" che fa loro
credere a un cambiamento impossibile".
Ma non cè bisogno di arrivare a casi così
estremi per sostenere che al cuore un
po'di pessimismo non guasta. Uno studio pubblicato sul Journal of Personality
and Socíal Psychology, che ha coinvolto
coppie appena sposate, ha constatato
che alcuni "pensatori positivi", quando
lo sono in modo così estremo da perdere di vista la realtà, possono essere letali
per Ia coppia, perché evitano di vedere e
quindi di risolvere i problemi.
Sempre per restare in ambito matrimoniale, nel suo talk al Ted 2Ol2 Tali Sharot
punzecchia lo slancio ottimistico: <Nel
mondo occidentale la percentuale di divorzi è di circa il 4OVo. Questo significa
che su 5 coppie sposate, 2 finiranno per
dividersi. Ma se chiedete ai novelli sposi
quante probabilità hanno di divorziare,
la loro stima è zero per cento>.
In quest'ottica, però gli ottimisti segnano
anche un punto a loro favore: se hanno Io
stesso coefficiente di rischio-divorzio
dei pessimisti, hanno pure, grazie al loro
sguardo fiducioso, piuprobabilità di sposarsi una secondavolta. 0
Camilla Ghirardato
PRIMA O POI PIOVERÀ.
È un dato di fatto. Perciò
i pessimisti si preoccupano, e
gli ottimisti si godono il sole,
114 | Focus Marzo2017