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Giovedì 2 Marzo 2017
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Il Pd trova l’intesa con M5S, Forza Italia e Lega, verso un testo unificato. Ap si sfila: un errore
Voucher, corsa a stoppare la Cgil
Vietati alle imprese. Il referendum? Parola alla Cassazione
DI ALESSANDRA
A
RICCIARDI
nche se la data del
referendum sul Jobs
act non è stata ancora
fissata dal governo, la
campagna della Cgil è partita.
«Con due sì, libera il lavoro» è il
motto adottato dal sindacato di
Susanna Camusso per attirare giovani, precari, disoccupati
alle urne e cancellare l’utilizzo
dei voucher, insieme alle nuove
norme sulla responsabilità negli appalti. Del resto, al massimo entro giugno il referendum
dovrà essere indetto. Salvo nel
frattempo non intervenga una
modifica legislativa tale che
renda impercorribile il voto o
comunque lo depotenzi. Ed è
questa la strada che sta provando a percorrere il Pd. Per
evitare che passi il messaggio
di una nuova bocciatura delle
politiche del governo Renzi, per
scongiurare l’ennesima spaccatura con il mondo del lavoro e
della sinistra che potrebbe, sulla falsariga di quanto avvenuto
con il referendum costituzionale, gettare un’ipoteca sulle
chance di vittoria alle prossime
elezioni politiche.
Ieri il Pd, nel comitato ristretto della commissione lavoro della camera, ha raggiunto
un’intesa di massima con Forza
Italia, Lega e Movimento5Stelle su un testo unificato affidato
alla relatrice, la dem Patrizia
Maestri. L’articolato, che prende spunto dalle proposte depositate dai singoli partiti in parlamento già nel 2015, di fatto
vieta i voucher alle imprese e li
consente alle famiglie. Una riforma che è contestata da Area
popolare: «Abolire i voucher è un
danno», dice Maurizio Lupi.
Spiega la Maestri, «noi
interveniamo sulle storture,
riportando la disciplina al lavoro esclusivamente occasionale
com’era nello spirito della legge
Biagi del 2003 ed eliminato
tutte le aperture che sono state
fatte poi dai governi Berlusconi e Monti». Le imprese, stanto
ai nuovi paletti, potrebbero utilizzare i voucher esclusivamente
avendo un solo dipendente, oppure per la raccolta della frutta
e la vendemmia e comunque
ricorrendo alla prestazione di
studenti, pensionati, persone
disagiate oppure con handicap.
Limiti anche alle pubbliche amministrazioni che potrebbero
utilizzarli per eventi eccezionali. «Non so se basterà ad evitare il referendum, lo valuterà
la Cgil e lo deciderà la Corte di
cassazione», dice la Maestri,
«noi abbiamo in discussione la
riforma dei voucher dal 2015. I
dati che adesso ci arrivano dal
monitoraggio hanno confermato la necessità di un intervento
correttivo».
A dire che è un errore il
blocco dei voucher per le imprese è Area popolare. Parla di
«soluzione aberrante», Maurizio Sacconi, presidente della
commissione lavoro del senato.
Una riforma ancora troppo debole invece per Sinistra italiana. Riforma che ha già avuto
intanto il placet del ministro
del lavoro, Giuliano Poletti:
«Nel 2016 abbiamo riscontrato 2.700 violazioni nell’uso dei
buoni, vanno limitati. Sì per le
famiglie no per le imprese».
«Per ora vediamo solo
molta confusione», ha commentato la segretaria della
Cgil che si è riservata un giu-
SCOVATI NELLA RETE
dizio più netto dopo la lettura
dell’articolato. La Camusso ha
però ricordato che la carta dei
diritti universali «che abbiamo
consegnato in Parlamento con
1.200.000 firme, dice che i voucher, il lavoro occasionale, deve
avere determinate caratteristiche, che non può mai essere sostitutivo del lavoro strutturato
e dipendente». Proposta che può
essere tradotta, per rendere più
facile il concetto, ha sottolineato la Camusso, in «un utilizzo
da parte delle famiglie, che ri-
guardi i pensionati, gli studenti e non comunque la fascia del
lavoro attivo... Quindi la nostra
proposta c’è e quella è per noi
il nostro punto di riferimento
anche del giudizio».
Il testo unificato è atteso
per il prossimo mercoledì. Se
il fronte parlamentare dovesse
confermarsi compatto anche al
momento del voto, il governo
avrebbe la strada spianata a
riprendere il testo in un decreto
legge così da avere tempi certi
per l’approvazione.