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ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA
Mercoledì 1 Marzo 2017
Il presidente cubano, che ha 85 anni, dovrebbe lasciare la guida del paese fra un anno
Cuba, il dopo Castro con Castro
Restando segretario del Pcc avrebbe in mano tutto il potere
I
DI
ANGELICA RATTI
l 24 febbraio 2018 il presidente cubano Raul Castro, 85 anni, concluderà
il suo mandato e si ritirerà, come ha annunciato lui
stesso nel novembre 2015. Per
la prima volta da quarant’anni a questa parte Cuba avrà
un capo di Stato che non si
chiamerà Castro. Il predestinato è già stato scelto: è l’attuale numero due del regime:
Miguel Diaz-Canel Bermudez, 56 anni, ingegnere elettrico, che in maniera discreta
si muove dietro le quinte ed
è sempre un passo indietro
nelle grandi negoziazioni
internazionali. Nel 2013 fu
nominato vicepresidente del
consiglio di Stato e aveva già
marcato la sua differenza con
la vecchia guardia, anche se
la sua carriera politica è passata attraverso le vie obbligate del regime: l’Unione dei
giovani comunisti e una missione in Nicaragua alla fine
degli anni Ottanta, prima di
diventare il primo segretario
del partito comunista cubano
(Pcc) della provincia di
Villa Clara, nel centro
del paese. Un tempo,
ministro dell’educazione superiore, rappresenta la faccia giovane
del regime castrista insieme a dei riformatori
come Marino Murillo
incaricato un tempo da
Raul Castro di gestire le
riforme economiche del
paese.
Burocrate, elegante,
anche se ha guadagnato
un po’ di popolarità da
quando è diventato il
numero due dopo Raul
Castro, non è ancora
molto conosciuto dai
cubani.
Per l’apparato del Pcc
l’ingegnere non diventerà il capo di Stato perché agli
occhi della vecchia guardia
ha due grossi difetti: non ha
partecipato alla Rivoluzione
e, poi, invece di indossare la
divisa militare verde oliva che
caratterizza tutti gli altri alti
dirigenti del paese preferisce
la camicia bianca.
nazionale. Un posto discreto per
non far vedere
un’inclinazione
dinastica troppo
imbarazzante. Il
colonnello Alejandro Castro avrà
comunque di fatto
ascendente sulle
forze armate rivoluzionarie (Far).
Questo alto ufficiale di 51 anni,
anche lui ingegnere, è sconosciuto ai cubani,
diversamente da
Raul Castro con l’attuale numero due
sua sorella Mariedel regime, Miguel Diaz-Canel Bermudez
la. Ha partecipato
però alle negoziaComunque sia, Raul Castro zioni segrete tra Washington
dovrà passare la mano, ma e L’Avana per ristabilire le
dopo le sue dimissioni da capo relazioni diplomatiche fra i
di Stato, previste a febbraio due paesi.
prossimo, resterà comunque
Dunque, fra i due Caprimo segretario del Pcc per
stro, Raul e suo figlio Alejanqualche anno ancora.
dro, Miguel Diaz-Canel non
Raul Castro ha creato avrebbe che un ruolo di preper il proprio figlio Alejan- sidente d’operetta. La situadro un posto su misura come zione non è inedita nell’isola.
consigliere per la sicurezza Era già successo fra il 1959 e
SENATORE USA RUBIO VUOLE INTITOLARE UNA VIA A BORIS NEMTSOV
il 1976, quando il presidente
cubano era Osvaldo Dorticos, avvocato comunista,
richiamato dal suo esilio da
Fidel Castro che era di fatto il principale dirigente di
Cuba. E con il cambiamento
della Costituzione cubana
nel 1976, Dorticos ha dovuto cedere il proprio posto al
leader Maximo. Conservò il
titolo di vicepresidente fino
al suo suicidio nel 1983. Lo
scenario Dorticos-Castro potrebbe dunque ripetersi. Tuttavia, una figura come quella
di Miguel Diaz-Canel avrebbe
il merito di essere il rinnovamento agli occhi dei cubani che
detestano Raul Castro, mentre
hanno amato suo fratello Fidel.
Sempre se Miguel Diaz-Canel
riuscirà a conquistarsi il diritto
alla parola nella triangolazione fra Raul Castro e suo figlio
Alejandro Castro. Anche perché
il numero uno di Cuba ha già
fatto sapere che quando lascerà il governo di Cuba manterrà
il proprio potere attraverso la
gestione del partito comunista
ancora per diversi anni.
© Riproduzione riservata
GIAPPONE: CAMPAGNA CONTRO IL SUPERLAVORO
Lo sfidante di Trump provoca Putin Ultimo venerdì del mese
celebrando dissidente ucciso a Mosca sempre liberi dopo le 15
DI
MAICOL MERCURIALI
S
ono quelle provocazioni che a Vladimir Putin non piacciono per
niente. Sono quelle frecciatine che si sarebbe aspettato
da Barack Obama, ma che ora con
Donald Trump alla guida degli Stati
Uniti d’America non aveva messo in
conto. Il percorso di riavvicinamento
tra Mosca e Washington pare accidentato, sicuramente più lento di quanto
si potesse ipotizzare non appena il magnate americano aveva messo piede
alla Casa Bianca. Anche perché proposte come quella di Marco Rubio,
senatore repubblicano della Florida,
rischiano di far arrabbiare il capo del
Cremlino.
L’ex candidato alle presidenziali del Grand Old Party ha infatti presentato
un disegno di legge per rinominare la strada
dove ha sede l’ambasciata russa nella capitale degli Usa, proponendo di intitolare
l’area dove opera il corpo diplomatico russo a Boris Nemtsov, il politico assassinato due anni fa a colpi di pistola sul ponte
Bolshoi Moskovoretsky, nel cuore di Mosca.
Nemtsov, che nella sua carriera era andato
vicino a prendere il posto di Boris Yeltsin,
di cui è stato vice premier, è poi diventato
uno degli oppositori di Putin, criticando «la
deriva autoritaria della Russia» e lavorando
alla costituzione di una formazione politica
di stampo liberale.
Lunedì scorso, il 27 febbraio, ricorreva il secondo anniversario della morte
di Nemtsov. A Mosca c’è stata una marcia
pacifica in ricordo del politico alla quale
hanno preso parte tante persone, 15 mila
secondo gli organizzatori, 5 mila per le forze
dell’ordine. Un’iniziativa che, tuttavia, sulla
tv di Stato non ha trovato spazio.
D
opo le 15, liberi tutti. Ma soltanto l’ultimo venerdì del mese. Potrebbe essere questo lo slogan della campagna Premium Friday, lanciata
nei giorni scorsi in Giappone. Per combattere il
flagello dell’eccessivo lavoro e spingere la popolazione a
consumare di più, il ministero dell’industria ha deciso di
incoraggiare le associazioni professionali e i servizi pubblici a permettere ai propri impiegati di uscire dagli uffici
alle ore 15 l’ultimo venerdì del mese. Un’iniziativa che si
ispira al Black Friday americano e che è stata lanciata
proprio mentre il parlamento nipponico sta discutendo
Il repubblicano Marco Rubio durante
la campagna per le presidenziali
«L’istituzione di piazza Boris Nemtsov, ha commentato il senatore Rubio,
ricorderà permanentemente il regime di
Putin e le voci dei dissidenti: i difensori
della libertà non saranno messi a tacere.
Putin può sperare che questo omicidio scoraggi il dissenso, ma noi dobbiamo continuare a sostenere il movimento democratico
della Russia, in modo che ciò non accada
più. Piazza Boris Nemtsov, ha aggiunto il
repubblicano, contribuirà ad aumentare la
consapevolezza, tra il popolo americano, sugli abusi in corso nella Russia di Putin».
Perché il disegno di legge venga approvato, sia la camera che il senato lo dovranno
votare e poi dovrà essere firmato dal presidente Trump.
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sull’imposizione di un tetto al numero di ore lavorative
supplementari. Nella terza economia mondiale la religione
del superlavoro trova ancora numerosi adepti. Oltretutto
ancora oggi in Giappone andare in ferie è ritenuto disdicevole. «In vacanza sto ben attento a non abbronzarmi, per
non scatenare gelosie e pettegolezzi», confida a Le Figaro
un avvocato nipponico di ritorno da un soggiorno di cinque
giorni in Turchia… bianco come il latte. Una cultura del
lavoro tanto più assurda in quanto si accompagna a un
crollo della produttività dei lavoratori giapponesi.
Premium Friday ricorda un’altra campagna nipponica
di successo, Cool Biz, lanciata dal ministro dell’ambiente:
quest’ultimo aveva chiesto ai lavoratori di non indossare
la cravatta per abbassare la temperatura corporea e, di
conseguenza, le spese per la climatizzazione.
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