Marchionne incassa 10,6 milioni

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Giovedì 2 Marzo 2017
MERCATI
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Italiana de
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FCA È IL COMPENSO COMPLESSIVO DELL’AMMINISTRATORE DELEGATO. A ELKANN 2,4 MILIONI
Marchionne incassa 10,6 milioni
Al compenso base di 3,6 mln vanno aggiunti bonus per 6,1 mln e altri benefit di poco inferiori al
milione. Dalla relazione di bilancio emergono le indagini della Sec e delle procure sul dieselgate
di Rosario Murgida
MF-DOWJONES
E il dividendo Ferrari sale a 0,635 euro
di Carlo Brustia
S
ergio Marchionne ha
ottenuto nel 2016 compensi totali in lieve crescita per il suo incarico
di amministratore delegato di
Fca. Il top manager, secondo
quanto emerge dalla relazione
di bilancio depositata presso
la Sec, ha percepito una retribuzione totale di 10.666.520
euro, composta da un salario
base di 3.613.369 euro, bonus
per 6.135.481 euro e altri benefit per 917.670. Il manager,
che alla data del 27 febbraio
risulta titolare di 14,62 milioni
di azioni Fca, pari all’1,13%
del capitale e allo 0,86% dei
diritti di voto, ha quindi visto la
remunerazione annuale salire,
seppur leggermente, rispetto ai
10.029.560 del 2015 per effetto soprattutto dell’aumento dei
benefit non monetari. Il salario
fisso del 2015 si era infatti attestato a 3.605.521, i bonus a
6.297.419 e gli altri compensi a
126.620. Tra gli altri membri del
cda il presidente John Elkann
ha ricevuto invece compensi
totali per 2.442.373 euro, di cui
635.688 euro di benefit vari, a
fronte della remunerazione di
1.931.069 ricevuta nel 2015
(128.309 gli altri compensi).
Quanto alla compagine aziona-
eri il consiglio di amministrazione della Ferrari ha approvato
Ieuro
la distribuzione agli azionisti di un dividendo pari a 0,635
per ogni azione ordinaria (in netto aumento rispetto ai 46
Sergio
Marchionne
FIAT CHRYSLER
11
quotazioni in euro
10
ria, Exor rimane ovviamente il
maggior azionista di Fca con il
29,41% del capitale. Tuttavia il
16 dicembre scorso la holding
della famiglia Agnelli ha ricevuto 73.606.222 azioni ordinarie
del gruppo automobilistico frutto dell’esercizio del convertendo
emesso due anni fa. Pertanto,
anche per effetto del meccanismo del voto maggiorato, i diritti di voto di Exor sono pari al
42,6%. Tra gli altri azionisti con
partecipazioni rilevanti, Harris
Associates detiene il 3,7% del
capitale, Baillie Gifford & Co
il 3,56% e Tiger Global Management il 3,45%. Infine, nella
relazione si fa presente come
alla data del 31 gennaio risulta
che circa 440 milioni di azioni,
pari al 29% del capitale, siano in
mano a investitori statunitensi.
Dalla relazione di bilancio emer-
9
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1 dic ’16
IERI
10,5 €
+1,65%
1 mar ’17
ge inoltre un evento ovvio se non
scontato. La Securities and Exchange Commission e diverse
procure statali degli Usa hanno
infatti avviato indagini su Fca
dopo le accuse mosse dall’Epa
su presunte manipolazioni delle
emissioni diesel. Fca sta «studiando questi problemi e ha intenzione di collaborare con tutte
le richieste governative valide»,
ribadisce il gruppo nella relazione, parlando anche di «un certo
numero di cause civili» avviate
negli Usa e confermando anche
l’indagine iniziata dal Diparti-
centesimi di euro pagati ai soci l’anno scorso) per un esborso
di 120 milioni di euro complessivi. La distribuzione della
cedola, informa una nota diramata dalla casa automobilistica
di Maranello controllata da Exor (la holding della famiglia
Agnelli-Elkann), sarà effettuata tramite l’utilizzo della riserva
sovrapprezzo azioni della società e sarà ovviamente subordinata all’approvazione del bilancio 2016 da parte dell’assemblea dei soci. La data di stacco della cedola è stata fissata nel
prossimo 24 aprile. La data di legittimazione italiana (italian
record date) è stata fissata nel 25 aprile, mentre negli Stati
Uniti la data di legittimazione sarà il 26 aprile e quella di
pagamento il 2 maggio. Da segnalare infine che ieri a Piazza
Affari il titolo Ferrari ha terminato le contrattazioni in rialzo
dell’1,79% a 62,6 euro per azione. (riproduzione riservata)
mento di Giustizia. Lo scorso
mese l’Epa ha accusato Fca di
utilizzare software illegali per alterare le emissioni di veicoli diesel come il Jeep Grand Cherokee
e i pickup Ram. Il gruppo, che ha
respinto immediatamente tutte le
accuse, è in particolare accusato di avere installato dispositivi
illegali in 104 mila veicoli per
alterare i dati di laboratorio e,
sulla base di quanto disposto
dalle normative statunitensi, rischia multe fino a 4,6 miliardi
di dollari. Tuttavia la stessa Epa
non ha ammesso esplicitamente
In Italia a febbraio immatricolazioni in crescita del 6,17%. Fca batte ancora il mercato con +6,9%
Auto, sale la polemica sulle chilometri zero
di Manuel Follis
B
icchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? Ieri sono stati comunicati i dati
sulle immatricolazioni di automobili
in Italia nel mese di febbraio; il ministero
dei Trasporti ha registrato 183.777 nuove
vetture con una crescita del 6,17% rispetto
allo stesso mese del 2016. Il primo bimestre si è chiuso così con un +8,12% a
355.656 auto vendute. Il dato è stato giudicato sostanzialmente in linea con le previsioni da parte dei primi analisti che hanno commentato a caldo i numeri; è stato
festeggiato come un risultato straordinario
da Aurelio Nervo, presidente dell’Anfia
(Associazione Nazionale Filiera Industria
Automobilistica), che ha parlato dei «volumi mensili più alti da febbraio 2010,
quando il mercato superò le 201.000
unità»; mentre è stato letto negativamente da chi ha notato che a gennaio 2017
la crescita è stata superiore (+10,28%) o
da chi (come Filippo Pavan Bernacchi,
presidente di Federauto) ha sottolineato
che il risultato è stato «macchiato» da un
utilizzo esagerato delle cosiddette «chilometri zero». La notizia vera, secondo
Bernacchi, è che a febbraio «è stato battuto un record: nell’ultimo giorno sono
state fatte quasi 50.000 immatricolazioni.
Tutto normale o la cartina di tornasole di
enormi forzature fatte a suon di autoimmatricolazioni e altro? Purtroppo la domanda appare retorica. Ma siamo sicuri
che queste forzature siano la strada giusta
per il comparto automotive in Italia? Noi
riteniamo di no. E, se non si pone particolare attenzione, il fenomeno così ampliato
potrebbe diventare, se già non lo è, una
patologia più che un’opportunità». Più ottimista il Centro Studi Promotor, secondo
cui la crescita del 6,2% rappresenta un
«risultato positivo» per due ragioni. «La
prima è data dal fatto che febbraio 2017
aveva un giorno lavorativo in meno, che
vale circa il 4,5% delle immatricolazioni.
La seconda dal fatto che il confronto si
fa con un febbraio 2016 particolarmente
positivo, in quanto fece registrare il tasso di crescita mensile più alto dell’anno
(+27,8%), cioè un valore superiore di oltre 11 punti percentuali rispetto al tasso
medio mensile di crescita del 2016». Per
quanto riguarda l’analisi della domanda,
le «chilometri zero» vanno considerate
perché si tratta di auto nuove che vengono acquistate da consumatori finali a
prezzi scontati nelle settimane successive
alla loro immatricolazione. In sostanza,
«il dato di febbraio, come già quello di
gennaio, conferma sostanzialmente il
buono stato di salute del mercato italiano», conclude il centro bolognese.
Il bicchiere è di sicuro pieno per il gruppo
Fca, che ha fatto meglio del mercato con
un incremento del 6,9% a 53.690 vetture
e con un aumento della quota di mercato
dello 0,2% al 29,2%. Ancora una volta la
Panda è stata la vettura più venduta del
mese con quasi 16 mila immatricolazioni
e una quota nel segmento A del 44,6%.
Con oltre 5.600 immatricolazioni la 500L
è terza assoluta e prima nel suo segmento
con una quota del 63,1%. Quarta nella
top-10 (e seconda nel segmento A) è
la 500, con oltre 5.100 registrazioni. Il
marchio Lancia ha immatricolato 7.200
vetture, il 5,9% in più rispetto all’anno
scorso per una quota stabile al 3,9%.
Alfa Romeo ha chiuso febbraio con
3.800 immatricolazioni, ha aumentato
i volumi di vendita del 22,9% rispetto
a un anno fa e ha ottenuto una quota del
2,1%, in crescita dello 0,3%.
Quanto alle altre principali case automobilistiche, le vendite di Volkswagen sono
salite del 5,68% a 13.432 unità, quelle di
Renault del 4,13% a 10.344. In crescita
anche Peugeot (+2,74% a 10.140), Ford
(+1,61% a 12.919) e Opel (+2,83% a
9.925). (riproduzione riservata)
di aver individuato dispositivi illegali come nel caso di Volkswagen da cui è scoppiato l’ormai
famoso scandalo del Dieselgate.
Nella relazione di bilancio di Fca
si afferma infatti come l’agenzia
federale e il Carb, l’autorità ambientale della California, stiano
ancora indagando per verificare
se i dispositivi di controllo delle
emissioni nelle centraline dei
veicoli siano «adeguatamente
giustificati» o rappresentino un
cosiddetto «defeat device». Il
caso si è finora rivelato ben diverso da quello di Volkswagen:
se il gruppo automobilistico tedesco ha ammesso quasi sin da
subito di aver deliberatamente
installato software illegali, la
reazione di Fca è stata non solo immediata ma anche piuttosto dura nei confronti dell’Epa
e del Carb. Nel corso di una
conference call l’amministratore delegato Sergio Marchionne aveva infatti utilizzato toni
duri per criticare la tempistica
degli annunci dell’agenzia e
la diversa visione di Fca e dei
funzionari governativi sulla
calibrazione dei dispositivi
di controllo delle emissioni.
Marchionne aveva bollato per
esempio come «pure fesserie»
le minacce dell’Epa in merito a
multe miliardarie. Sempre sul
fronte delle emissioni, nella
relazione si ricorda l’indagine
avviata in Francia e anche della controversia con le autorità
tedesche, che hanno accusato
alcuni veicoli di Fca come la
Fiat 500X di non rispettare i
parametri europei sulle emissioni. Al contrario di quanto
emerso negli ultimi giorni su
un caso in via di risoluzione, il
gruppo parla di un processo di
mediazione tra i ministeri dei
Trasporti tedesco e italiano.
(riproduzione riservata)
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