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Giovedì 2 Marzo 2017
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Il massimo di 240 mila euro l’anno rimette in discussione i criteri di gestione della Rai
Il tetto, occasione per cambiare
Ci sono, dentro la Rai, competenze che sono valorizzabili
DI
DOMENICO CACOPARDO
N
ei giorni scorsi, il consiglio di amministrazione della Rai, che è una
società di proprietà
dello Stato ha, finalmente, deciso che i limiti imposti per gli
alti dirigenti pubblici (appunto 240 mila euro l’anno) siano
applicati a tutte le retribuzioni
distribuite mensilmente ai collaboratori e agli artisti.
Il ministero dell’economia, sollecitato da Antonio
Campo Dall’Orto, sta cercando il modo di rimuovere
il limite, lasciando in essere
le retribuzioni attuali, tipo:
Antonella Clerici che,
per i due anni settembre
2016-settembre 2018 prende 3 milioni lordi; o il moralizzatore Massimo Giletti
(quello che la domenica pomeriggio, assistito da una
claque di abituali tricoteuse, se la prende con qualche
malcapitato privandolo di
un reale diritto di replica)
circa 500 mila; Flavio Insinna, conduttore della
più stupida trasmissione Rai (i
pacchi) circa 1 milione e mezzo.
Non parliamo di Carlo Conti
che, pur essendo molto bravo,
somma, alla normale ed imponente retribuzione, anche il
compenso di 650 mila euro per
il solo Festival di Sanremo.
Diciamolo chiaramente:
l’occasione era buona, ottima
per operare quel rinnovamento che la nuova gestione non è
ancora riuscita ad assicurare,
ricorrendo a tutto il vecchio
possibile del palinsesto e tra i
conduttori. Era ottima per una
buona pesca tra i giovani, nello
stile inimitato dimostrato da
Ettore Bernabei e Fabiano
Fabiani, che dettero a mamma
Rai il piglio, la freschezza e il
passo di una emittente capace
di interpretare lo «Zeitgeist», lo
spirito del tempo. Memorabili
alcune trasmissioni di intrattenimento culturale, di cui va
ricordata Odeon, l’attualità nel
mondo raccontata come un’avventura.
Ecco, questa occasione
non va perduta, sprecata
sull’altare di un mondo completamente autoreferenziale,
anchilosato in antichi rituali,
nella ripetizione inaccettabile
di tutto ciò che è stato e di cui
evidentemente Campo Dall’orto non è responsabile.
E, poi, c’è da formulare un’altra considerazione: chi va in
onda in Rai ha la medesima
fortuna che hanno avuto tanti
luminari della scienza medica.
Come l’ospedale dà un’esposizione unica, così la Rai è la
padrona, di suo, del successo
di tanti suoi uomini e donne in
video o in radio.
Certo al netto delle specifiche
capacità di ognuno. E l’esperienza ci dice che, quando questi presunti colossi, mobilitatori
di folle di utenti, lasciano la Rai
e se ne vanno in uno qualsiasi degli altri net-work, le loro
prestazioni sistematicamente
deludono, tanto che, la norma
è il ritorno con le pive nel sacco
–ma con le vecchie retribuzionidalla cara e prodiga mamma di
via Teulada.
Questa azienda è qualcosa di molto lontano da ciò
che l’esperienza ha insegnato
ad Antonio Campo Dall’Orto.
Antonio Campo Dall’Orto
È l’azienda che regala il successo ai suoi uomini e alle sue
donne, quelli bravi naturalmente, perché gli altri che ancora
rimangono in video o al microfono ad allietare (si fa per dire)
gli italiani rimangono a livello
di modesti mestieranti, incapaci di farsi venire una scintilla
che è una.
Faccio un solo altro nome:
Diego Armando Maradona. Sarà presente sabato a
«Ballando sotto le stelle» per
un compenso non dichiarato
(e perciò è giusto sospettarne
l’eccessività). Lo volete o non
lo volete capire che voi servizio
pubblico (compresa la congrega dei giornalisti sportivi proni alla Federazione e alla Lega
calcio) non potete indicare ai
giovani Maradona come uno
sportivo esemplare? Dov’è il
vostro senso di responsabilità e
il vostro civismo? Guardatevi i
giornali dei tempi in cui militava nel Calcio Napoli e leggetevi
quali erano le sue amicizie e i
suoi vizi. Informatevi del suo
debito con il fisco italiano. E
finitela di farne una specie di
santone da portare in giro in
processione per l’Italia.
Non scrivo di altri perché
non mi interessano le persone. Ciò che è indifferibile non è
la deroga alla legge 26 ottobre
2016, n. 198, che all’art. 9 prescrive, tra l’altro: «1-ter. Il limite massimo retributivo di 240
mila euro annui, di cui all’articolo 13, comma 1, del decretolegge 24 aprile 2014, n. 66, convertito, con modificazioni, dalla
legge 23 giugno 2014, n. 89, si
applica rispettivamente agli
amministratori, al personale
dipendente, ai collaboratori e
ai consulenti del soggetto affidatario della concessione del
servizio pubblico radiofonico,
televisivo e multimediale, la
cui prestazione professionale
non sia stabilita da tariffe regolamentate. 1-quater. Ai fini
del rispetto del limite di cui al
comma 1-ter non si applicano
le esclusioni di cui all’articolo
23-bis del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214».
Il che, in soldoni, vuol
dire che non c’è possibilità
di derogare alle norme, la
cui cogenza non può essere messa in discussione né
a via Mazzini né a via XX
Settembre (Tesoro). Discutiamo di tutto ciò, mentre la
situazione del Paese sotto il
profilo della crescita della
povertà e della disoccupazione rimane drammatica,
nonostante qualche flebile segnale di inversione
di tendenza. Pier Carlo
Padoan, persona seria e
responsabile, ha ben altre
cose, di interesse generale,
a cui pensare. Non può e
non deve occuparsi degli
stipendi esorbitanti del
personale Rai, sia esso
addetto all’amministrazione,
alle notizie o allo spettacolo.
Il mondo è cambiato, se ne
facciano una ragione.
www.cacopardo.it
CARTA CANTA
Il Cav ha incassato
65 mln di dividendo
DI
ANDREA GIACOBINO
Q
uasi 65 milioni di euro è il maxidividendo che Silvio
Berlusconi ha incassato qualche giorno fa a valere
sul controllo delle sue Holding Italiana Prima, Seconda, Terza e Ottava che detengono rispettivamente il
17,15%, 15,75%, 7,83% e 20,48% di Fininvest. C’è da dire che,
pur in presenza di utili significativi delle quattro casseforti,
la distribuzione dei rispettivi cedoloni e l’accantonamento dei
restanti profitti a riserva è stata facilitata dalla distribuzione
di riserve a favore di esse erogato dalla stessa holding del
Biscione presieduta da Marina Berlusconi. Nel dettaglio
la Holding Italiana Prima ha staccato un dividendo di 17,9
milioni a valere sull’utile allo scorso settembre di 34,8 milioni,
raddoppiato rispetto ai 16,1 milioni dell’esercizio precedente
e il verbale d’assemblea riporta che lo scorso 30 gennaio la
società ha incassato 16 milioni da Fininvest.
La cedola erogata all’ex premier dalla Holding Italiana
Seconda è stata di altri 17,9 milioni attinti in parte dai 28,9
milioni del profitto (12,6 milioni l’utile dell’esercizio precedente) dopo aver ricevuto 14,7 milioni da Fininvest. Holding
Italiana Terza ha erogato a Berlusconi una cedola di 10,5
milioni attinta dai 14,3 milioni di utile (6,3 milioni il profitto
a settembre del 2015) dopo aver incassato 7,3 milioni dalla
partecipata. Infine Holding Italiana Ottava ha assicurato un
dividendo di 18,6 milioni a valere sull’utile di 39,1 milioni
(17,6 milioni il profitto del precedente esercizio) ed anche in
questo caso dopo la chiusura del bilancio da Fininvest sono
arrivati 19,1 milioni.
© Riproduzione riservata
INDISCREZIONARIO
DI
PUCCIO D’ANIELLO
È un allenatore che nella capitale ha sempre tanti fan, compreso l’assessore allo
sport Daniele Frongia: e così, dal comune, ecco l’annuncio dell’invito a “Claudio
Ranieri in Campidoglio per conferirgli un
riconoscimento a nome della sindaca di
Roma Virginia Raggi e dell’amministrazione capitolina per il lavoro svolto al Leicester, culminato con la storica vittoria della
Premier e il passaggio della fase a gironi
della Champions. Ranieri, romano nato e cresciuto tra San
Saba e Testaccio, ha riscritto
la storia di una squadra che
ha appassionato e inorgoglito
tifosi inglesi, italiani e romani
di tutto il mondo».
***
ge di riordino delle professioni turistiche.
Presidente di Federagit Confesercenti, Valentina Grandi sottolinea “l’aggravamento
della situazione dopo la pubblicazione della sentenza del Tar del Lazio che annulla i
decreti Mibact”. Dopo tre anni di riunioni
si era arrivati ai decreti che, “seppur non
perfetti, permettevano alle guide già abilitate in un territorio, di vedere riconosciute
le competenze specifiche professionali. E
per questo motivo, Federagit Confesercenti
si era presentata in opposizione al ricorso
e quindi a favore dei decreti. Per Grandi
“a questo punto, con un tale
caos normativo, è sempre
più urgente sapere che cosa
vuole fare il ministero, se ricorrere al Consiglio di stato,
se accelerare sulla legge di
riordino oppure entrambi”.
***
Emma Bonino non può fare
Come percepiscono gli itaClaudio Ranieri
a meno della politica. Marliani dal punto di vista metedì prossimo presso la sede
diatico il tema dell’energia
dell’associazione Stampa Estera a Roma, e delle rinnovabili? Esistono fake news
Radicali Italiani promuove un incontro con riguardanti anche l’eolico? A questi interBonino dal titolo «Donne anche noi. Storie rogativi cercheranno di dare una risposta
di fuga e riscatto». Un appuntamento per gli animatori del premio giornalistico enercelebrare in modo diverso la giornata de- gia del vento ideato e realizzato da Anev,
dicata alle donne, dando spazio alle storie l’associazione italiana che raggruppa le
di immigrate e rifugiate che hanno lottato imprese dell’industria eolica, presieduta
per affermarsi in Italia.
da Simone Togni. I vincitori selezionati
dalla giuria quest’anno sono Igor Staglianò
***
di Rai1, Luca Pagni di Repubblica, Lucas
Duran di Radio Vaticana, Sergio Ferraris
Le guide turistiche hanno scritto al mini- di QualEnergia. Prima della premiazione
stro per i Beni e le attività culturali Da- spazio ad un’intervista a Michele Guerrio Franceschini annunciando lo stato di riero, editore de Il Pianeta Terra, relativa
agitazione della categoria e chiedendo una all’energia e al mondo dell’informazione e
rapida convocazione del tavolo per la leg- della comunicazione.