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I COMMENTI
Mercoledì 1 Marzo 2017
L’ANALISI
IMPROVE YOUR ENGLISH
Non saranno pubblicabili
né Marx né il Vangelo
Neither Marx nor the Gospel
can be published
P
ochi giorni
un sistema che preDI MARINO LONGONI
fa è iniziata
tendesse di stabilire
in senato la
cosa è vero e cosa è
discussione di un disegno falso è per definizione un regime
di legge per «prevenire la manipo- autoritario.
lazione dell’informazione online». Si
Probabilmente le strade da
prevedono sanzioni per chi pubbli- percorrere sono altre: in Francia
ca online «notizie false, esagerate o e Germania i governi hanno spinto
tendenziose, atte a turbare l’ordine perché i colossi di internet si impubblico». Chiaro esempio di ona- pegnino a contrastare il fenomeno
nismo legislativo. Il legislatore può sempre più diffuso delle fake news.
dettare le norme e trovare le risorse Google sta già studiando la modifiper costruire un’autostrada o devia- ca dei suoi algoritmi per dare meno
re il corso di un fiume, ma non potrà rilievo, nei risultati delle ricerche,
mai stabilire cosa sia vero e cosa sia alle notizie false.
falso, esagerato o tendenzioso. Se,
Un passo importante, ma
per uno strano scherzo del destino, il certamente non decisivo, perché
ddl antibufale divenla diffusione di false notizie risponde
tasse legge, il Capia interessi precisi,
tale di Karl Marx si
Entrambe le opere
di ordine politico (il
potrà ancora pubblihanno turbato
Cremlino, per esemcare online? E il Vanl’ordine pubblico
pio, avrebbe investito
gelo? Indubbiamente
più di un miliardo di
si tratta di testi che
hanno storicamente contribuito in euro per rafforzare la strategia di
più occasioni a turbare pesante- disinformazione a livello mondiale)
mente l’ordine pubblico. Inoltre c’è e commerciali: Filippo Menczer,
una parte consistente dell’umanità docente di informatica all’universiche ritiene che il primo contenga tà dell’Indiana, autore di una ricerinformazioni tendenziose e un’altra ca sulla diffusione delle fake news,
parte che ritiene il secondo sostan- sostiene che le notizie false hanno
zialmente falso.
una capacità di diffusione maggiore
L’unico pregio di questo ddl rispetto a quelle vere; quindi chi fa
è di segnalare l’esistenza di un informazione on line e guadagna in
problema, quello dell’attendibilità base al numero dei contatti tenderà
dell’informazione, diventato dram- a privilegiare le prime invece delle
matico con il diffondersi dei nuovi seconde.
strumenti di comunicazione. Ma
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A
few days ago, the Senate theless, a system that claimed
began to discuss a bill to determine what is true and
to «prevent the manipu- what is false is by definition an
lation of online informa- authoritarian regime.
tion». It provides for penalties
Probably the ways ahead
for those who publish online are others: French and German
«false, exaggerated or tenden- governments have urged Intertious news able to disturb public net giants to commit to counter
order». A clear example of legis- the growing phenomenon of fake
lative onanism. The lawmaker news. Google is already considcan dictate the rules and find ering changes to its algorithms
the resources to build a highway to give less emphasis to fake
or divert the course of a river, news in search results.
but it can never determine what
An important but certainly
is true and what is false, exag- not decisive step, because the
gerated or tendentious. If, in a spread of fake news responds to
strange twist of fate, the anti- specific political order interests
hoax bill becomes
(for example, the
Kremlin is said to
law, can Karl Marx’
Both works
have invested more
Capital still be pubthan a billion euro
lished online? What
have disturbed
to strengthen the
about the Gospel?
public order
disinformation
Undoubtedly, these
strategy globally)
texts have historically contributed several times and commercial interests. Into seriously disturb public order. deed, Philip Menczer, compuIn addition, there is a large part ter science professor at Indiana
of humanity that believes that University and author of a study
the former contains tendentious on the spread of fake news,
information and another part argues that false news has a
that believes that the latter is greater dissemination capacity
fundamentally false.
than real information; so those
The only merit of this bill is who spread online information
that it points out that there is a and earn based on the number
problem, that of the reliability of of contacts will tend to favor the
information, which has become former over the latter.
dramatic with the spread of new
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communication tools. NeverTraduzione di Silvia De Prisco
IL PUNTO
LA NOTA POLITICA
La trappola per gli scissionisti
è stata concepita da D’Alema
Maggioranza in bilico
ma reggerà lo stesso
DI
SERGIO SOAVE
G
li scissionisti del
Partito democratico
reagiscono in modo
nervoso all’accusa
di Matteo Renzi che imputa
a Massimo D’Alema la sceneggiatura dello strappo nel
partito. Hanno torto, anche
se forse sono in buona fede.
D’Alema sapeva benissimo
che lanciando una campagna
per il no al referendum avrebbe messo i seguaci in una
condizione di isolamento dal
corpo del Pd, compreso il più
volte citato «popolo dei circoli»,
il che li avrebbe esposti, nelle
consultazioni interne successive a una dura punizione.
Da questa situazione potevano uscire solo con una secessione, ma molti non se ne
rendevano conto. Alcuni pensavano che la sconfitta referendaria avrebbe fatto scomparire Renzi come la carrozza
di Cenerentola a mezzanotte,
lasciando loro il campo di un
Pd disastrato, magari indotti
in errore dalla dichiarazione
di Renzi di lasciare la politica
in caso di sconfitta. Insomma,
paradossalmente, sono caduti
nella trappola di D’Alema perché, in fondo, si fidavano della
parola di Renzi.
Adesso che sono finiti,
senza sapere bene come, in
una formazione politica ultraminoritaria, spiegano che
lo hanno fatto per evitare una
Non si potrà
più ricostruire una
sinistra unitaria
vittoria della «destra», che
sarebbe la conseguenza inevitabile degli errori di Renzi.
La tesi è curiosa: per aiutare
la sinistra a reggere all’urto
dei suoi avversari si è deciso
di romperla. Naturalmente
anche questa scissione, come
tutte le altre della sinistra,
proclama di essere soltanto
temporanea e volta a ricostruire l’unità su basi più ampie e
più sicure.
Anche Giuseppe Saragat,
quando nel 1947 si separò dal
Psi frontista, sostenne che non
c’era stata nessuna scissione e
che ben presto tutti i socialisti si sarebbero ritrovati nel-
la «nuova casa». Si sa com’è
andata a finire: anche quando, vent’anni dopo, la scelta
occidentale e governativa di
Saragat era stata accettata
da (quasi) tutti i socialisti e
si procedette alla riunificazione, questa durò pochissimo
tempo.
D’Alema sa benissimo
che una frattura apre solchi irreparabili all’interno
di una famiglia politica, ma
lascia che gli scissionisti si
illudano di aver compiuto
solo un’operazione tattica e
intanto cerca di azzoppare,
sostenendolo dall’esterno, il
povero Andrea Orlando. Il
disegno di D’Alema, quello di
un’opposizione a una difficile
intesa di governo tra Pd e moderati di centrodestra, regge
solo se Renzi vince le primarie. Se, per ipotesi remota,
le perdesse, tutta la retorica
sulla leadership non contendibile crollerebbe e soprattutto
i seguaci inconsapevoli della
scissione capirebbero di essere stati indotti a una scelta
insensata (che resta insensata anche se non lo capiscono,
com’è più probabile).
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DI
MARCO BERTONCINI
Il problema del governo,
dopo la scissione dal Pd, è
così individuato da Luigi
Zanda: «L’incidente parlamentare». Il capogruppo dei
senatori democratici afferma
di non vedere, per il gabinetto, pericoli esterni alle camere: questo è ovvio, dovendo
egli asserire che Matteo
Renzi sosterrà l’esecutivo.
Semmai, Zanda si lamenta
perché «in senato per far ballare la maggioranza bastano
pochi voti».
In parte, è una scusa
preventiva, a scanso di
qualche teorica imboscata
che a palazzo Madama potrebbe preoccupare il governo e inguaiare il responsabile
del centinaio di senatori del
Pd. Non ci sono, infatti, episodi di incidenti parlamentari, mentre la legislatura è
giunta all’ultimo anno.
È vero che i senatori
verdiniani da un po’ sono
scarsamente propensi ad
agevolare il governo, come è
vero che potrebbe mancare
all’appello il plotone demoprogressista. Però il margine
di sicurezza non appare, per
adesso, in pericolo. Indubbiamente, il percorso del governo Gentiloni è meno agevole
rispetto al precedente esecutivo: non c’è più Renzi, mentre Renzi stesso, tornato alla
segreteria, potrebbe volerne
affrettare la caduta. I numerosi centristi governativi di
complemento potrebbero, in
qualche circostanza, non essere sufficienti a coprire l’assenza di sostegni bersaniani
e verdiniani.
Tutto, però, dovrebbe
ridursi all’episodio singolo,
a quello che correttamente
Zanda definisce un incidente. Di qui alla crisi, molto
corre. C’è da chiedersi chi
avrebbe interesse a provocare la fine della legislatura,
sia fra i dissidenti, sia fra i
centristi, sia fra i molti, di
qualsiasi settore (cominciando da quello presieduto da
Zanda), vogliosi di serbare l’incarico fino all’ultimo
giorno costituzionalmente
consentito.
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