Transcript RASSEGNA STAMPA QUOTIDIANA SU VINO, BIRRA ED
RASSEGNA STAMPA QUOTIDIANA SU VINO, BIRRA ED ALTRI ALCOLICI A cura di Alessandro Sbarbada, Guido Dellagiacoma, Roberto Argenta GRAZIA
Feste senza alcol: la nuova moda in arrivo dagli Stati Uniti (*)
Cresce il numero di iniziative e feste alcol free: ecco come non bere è diventato di moda 28 FEBBRAIO 2017 ‐ Essere sobri è di moda.
Una nuova tendenza sta prendendo piede negli Stati Uniti: gli eventi senza alcol.
Addio mal di testa del giorno dopo e rientri in casa di cui non si hanno memoria.
Con i Sober Social Events ci si diverte e si trascorre una serata in compagnia senza bere.
Se seguite una dieta o avete mai provato a fare un fioretto e rinunciare all'alcol saprete quanto è difficile ritrovarsi a cene, feste e uscite con gli amici e dire di no a un cocktail o un bicchiere di vino.
Per quella sensazione per cui bere qualcosa fa già compagnia e atmosfera.
Le cose, però, potrebbero presto cambiare.
In America sono sempre di più le iniziative in cui l'alcol non è il benvenuto e sempre con maggior successo.
Tanto che molti Pr ne hanno fatto un business.
Vi spieghiamo perché e cosa sta succedendo.
Perché è difficile non bere alle feste Bere un bicchiere di vino o una birra con gli amici non ha mai fatto male a nessuno.
L'idea, in questo caso, non è che l'alcol sia il male sempre e comunque, ma che sia possibile divertirsi e stare in compagnia anche senza un bicchiere in mano.
Molte persone, infatti, si sentono quasi costrette a dover bere per sentirsi più sciolti, disinibiti e dare un senso al loro weekend.
Quando si prova a dire di no, preferendo una bottiglietta d'acqua o qualcosa di non alcolico si ha paura di non essere su di giri al pari degli amici durante la serata e di non godersi allo stesso modo le feste o i momenti di ilarità.
La sobrietà che va di moda Avere una vita sociale attiva non vuol dire per forza dover bere.
Spesso non ci si rende conto di quanto l'alcol sia protagonista nelle nostre vite, pur senza essere degli alcolisti.
Provate a pensare come vi sentireste se durante il weekend diceste no al bicchiere di vino o alla birra con gli amici.
Probabilmente pensereste che non varrebbe neanche la pena uscire.
Sbagliato.
Oggi esistono diverse opzioni per chi vuole evitare il mal di testa del giorno dopo senza rinunciare al divertimento.
Dai mocktail alle serate (a volte anche giornate) a tema, negli Stati Uniti i Sober Social Events stanno prendendo sempre più piede.
Cosa sono i mocktail Il termine mocktail deriva dalla fusione delle parole «mock» e «cocktail» ed è l'espressione utilizzata negli Stati Uniti per definire tutte quelle bevande analcoliche che si possono bere dall'aperitivo in poi, per dissetarsi e restare in forma senza rinunciare al piacere di un cocktail da sorseggiare.
Non solo succhi di frutta, ma veri cocktail che sostituiscono la parte alcolica con altre bevande, rimanendo comunque dissetanti e saporiti.
Negli Stati Uniti sono tanti i locali che si sono convertiti all'ondata salutista e offrono le alternative analcoliche.
Alcune riviste hanno paragonato addirittura la rivoluzione mocktail a quella dei vegetariani, per far comprendere quanto il fenomeno sia ormai diffuso.
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Cosa sono i Daybreaker Il Daybreaker è un party che si tiene al mattino, una volta al mese.
Radha Agrawal è una delle fondatrici che ha avuto l'idea nel 2013, proponendola a New York e ora in altre 17 città degli Stati Uniti.
L'evento attrae persone di età compresa tra i 20 e i 30 anni, sia studenti che lavoratori.
I Daybreaker iniziano alle 6 del mattino.
La prima ora è dedicata al fitness e allo yoga ed è aperta a un massimo di 200 persone.
Dalle 7 alle 9 del mattino si tiene la festa vera e propria, aperta a 600 invitati.
«Quando abbiamo lanciato i Daybreaker abbiamo pensato: "Ok, la gente deve dimenticarsi di essere sobria"», afferma la Agrawal.
Per questo si sono inventati delle sorprese che coinvolgessero i partecipanti: «Ogni 15 minuti introduciamo quello che noi chiamiamo un "momento wow", che può essere di tutto, da una community di breakdance a un concerto jazz o un'esibizione di danza».
Cos'è una Conscious Family Dinner Ben Rolnik ha dato vita alle Conscious Family Dinner con l'idea di aiutare le persone a conoscersi in modo più approfondito e intimo.
Si tratta di una cena in cui non sono né cibo né alcol i protagonisti, ma le persone e le loro connessioni.
A questo genere di feste vi capiterà di imbattervi in sedute di meditazione, canti di gruppo, chiacchiere in cerchio.
«La Conscious Family Dinner è come un piccolo festival.
Viviamo in un tempo in cui le persone sono più connesse che mai attraverso le chat e i social, ma pochi riescono a creare un rapporto duraturo, profondo, di appartenenza», spiega Rolnik, che sottolinea come l'alcol non sia minimamente presente alle sue feste: «Gli ospiti si sorprendono perché non sono mai stati in un posto in cui la gente si apre in modo onesto, si rende quasi vulnerabile.
Non sanno come farlo o non hanno mai avuto modo di farlo».
La sobrietà non è più isolata Le Conscious Family Dinner e i Daybreaker sono i casi di maggior successo, che da singole città si stanno espandendo in tutti gli Stati Uniti.
Ma non sono i soli.
Club Soda NYC, per esempio, ha un approccio simile: «La moderna cultura del bere rende facile, a volte fin troppo, scegliere l'alcol come metodo per sentirsi a proprio agio e più disinvolti», si legge sul sito, in cui l'evento si pone come esperimento sociale per dimostrare che se ne può fare a meno.
A New York e Los Angeles esiste anche The Shine, una serata alcol free, in cui protagonisti sono la musica, i racconti e la meditazione.
(**) (*) Nota: dagli USA abbiamo copiato molte mode in passato, vedremo se anche questa prenderà piede qui da noi.
(**) Nota: la forza di queste feste senza alcolici sembra non stia solamente nell’essere alternative, ma nel proporre un modo ancor più piacevole di stare assieme.
L’ADIGE
Stop alcol in Santa Maria Verso un divieto definitivo
L’ordinanza con cui il sindaco vietava la vendita di bevande alcoliche da asporto dalle 22 alle 7 del mattino in piazza Santa Maria Maggiore potrebbe fare scuola e da un lato diventare una regola stabile e
dall’altra essere allargata anche ad altre zone della città, in particolare quelle di interesse archeologico e monumentale.
La proposta viene dallo stesso Andreatta che si è presentato alla riunione dei capigruppo del consiglio comunale in compagnia del comandante della Polizia Locale, Lino Giacomoni, per spiegare i termini della questione.
L’ordinanza, emessa una prima volta nel corso del 2015, ha per sua natura una durata limitata, di tre mesi.
Riproposta una seconda volta all’inizio del 2016 era poi stata reiterata anche nel periodo estivo e riproposta in ottobre.
Il 6 gennaio scorso è scaduta nuovamente ma visti i buoni risultati ottenuti l’amministrazione comunale ha pensato bene di inserirla in pianta stabile nel Regolamento di Polizia Urbana, senza il bisogno di continui rinnovi.
E ha colto l’occasione per proporre un allargamento ad altre zone sensibili.
Proposte che i capigruppo sembrano aver accolto positivamente.
Ora l’idea verrà formalizzata in delibera e portata eventualmente l’approvazione.
prossimamente in consiglio comunale per la discussione ed Come l’ordinanza anche il Regolamento dovrebbe prevedere il divieto di vendita di alcolici da asporto solo nelle ore serali e notturne.
Andreatta ha spiegato di aver riscontrato nella zona attorno a Santa Maria nei periodi di vigenza una riduzione dei fenomeni di degrado, dei comportamenti incivili e delle situazioni di disturbo collegati all’abuso di sostanze alcoliche mentre dopo la scadenza si sono ripresentate in parte le criticità precedenti.
Le ordinanze, che erano state sollecitate dal Patt e avevano poi ottenuto l’appoggio di tutto il consiglio comunale, che aveva invitato l’amministrazione a reiterarle, riguardavano le bevande da asporto e così farà anche il Regolamento, mentre all’interno dei pubblici esercizi e nei relativi plateatici si potrà continuare a vendere e assumere alcolici e superalcolici.
LALEGGEPERTUTTI
Test dell’alcol: che rischio se mi rifiuto o non firmo il consenso?
Redazione Pubblicato il 1 marzo 2017 Cosa rischia un automobilista che rifiuta di sottoporsi all’alcoltest e quello che, invece, non vuole firmare il consenso informato relativo per le analisi del sangue in ospedale.
Il rifiuto di sottoporsi all’alcooltest è reato.
Lo stesso dicasi in caso di rifiuto a sottoscrivere il modulo del consenso informato all’accertamento del tasso alcoolemico mediante analisi del sangue in ospedale: si tratta, infatti, di un comportamento che, in modo implicito e indiretto, costituisce anch’esso rifiuto all’alcoltest.
È quanto chiarito dalla Cassazione con una recente sentenza.
Che rischio se rifiuto l’alcoltest?
L’automobilista che rifiuta di sottoporsi all’alcoltest compie reato: in particolare, egli si considera come se fosse stato trovato con il tasso di alcol più alto rispetto alle tre soglie previste dalla legge (v.
dopo).
Quindi, si applicano le medesime sanzioni penali previste per la guida in stato di ebbrezza sopra la soglia massima.
Ricordiamo a tal fine che: da 0,51 a 0,8 g/l (grammi di alcol per litro di sangue) non ci sono sanzioni penali.
Si tratta di un semplice illecito amministrativo punito con la sanzione pecuniaria di 531 euro oltre alla decurtazione di 10 punti dalla patente, e con sospensione della stessa patente da 3 a 6 mesi.
In tal caso non ci sono procedimenti penali e si riceve un semplice verbale a casa, al pari di una comune multa per eccesso di velocità; da 0,81 a 1,5 g/l si passa al penale, ma la sanzione è lieve: ammenda da 800 a 3.200
euro, decurtazione di 10 punti e sospensione della patente da 6 mesi a un anno; da 1,5 g/l in su scatta la sanzione penale più severa: ammenda da 1.500
a 6mila euro, decurtazione di 10 punti, sospensione della patente da 1 a 2 anni, confisca dell’auto.
Chi rifiuta di sottoporsi all’alcoltest dunque viene sanzionato allo stesso modo di chi viene trovato con un tasso di alcol superiore a 1,5 g/l e, pertanto, subisce una ammenda da 1.500
a 6mila euro, la decurtazione di 10 punti dalla patente, la sospensione della patente da 1 a 2 anni, la definitiva confisca dell’automobile (salvo che guidasse un’auto di proprietà altrui).
Tuttavia, secondo una recente sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione, in caso di rifiuto a sottoporsi al test dell’alcol è possibile ottenere l’archiviazione del procedimento penale e la non applicazione della pena per «tenuità del fatto».
Un beneficio di non poco conto.
Che rischio se non firmo il consenso informato all’alcoltest?
Non diverso è il trattamento sanzionatorio nei confronti di chi rifiuta di prestare consenso informato all’accertamento del tasso alcoolemico.
Secondo la Cassazione, tale condotta equivale al rifiuto di accertamento del tasso alcoolemico, essendo evidente che «attraverso la mancata sottoscrizione del consenso informato», necessario per effettuare le analisi del sangue in ospedale, «l’imputato impedisce deliberatamente l’accertamento etilometrico sulla sua persona, in tal modo opponendo rifiuto».
Con la stessa sentenza in commento, la Suprema Corte aggiunge inoltre che l’aggravante di «aver provocato un incidente stradale», che si applica in caso di guida in stato di ebbrezza, non scatta invece relativamente al reato di rifiuto di sottoporsi all’accertamento per la verifica dello stato di ebbrezza, «stante la diversità ontologica di tale fattispecie incriminatrice rispetto a quella di guida in stato di ebbrezza» [2].
Il principio era stato già affermato in passato.
AREZZONOTIZIE
Gioco d’azzardo e alcol.
Le altre piaghe sociali secondo i dati del Ser.T
In tutto sono 301 gli alcolisti in cura al Ser.T.
di Arezzo, 214 uomini e 87 donne Enrica Chericii 1 marzo 2017 ‐ Se il fenomeno della tossicodipendenza è quello che maggiormente occupa le cronache, l’impegno del Ser.T.
di Arezzo è diretto a tutti i tipi di dipendenza, anche quelle recenti, come quella da internet, dai social network, dai videogiochi, o dallo shopping compulsivo.
I dati più alti però riguardano le ludopatie e l’alcolismo.
Gioco d’azzardo o ludopatia: Sono soprattutto uomini, sopra i 39 anni ad essere vittime della ludopatia, un fenomeno che colpisce molto meno le donne sempre nell’ultima fascia d’età presa in considerazione.
Lo confermano i dati di accesso al Ser.T.
sia se si conteggia il totale dei casi in cura che se si osservano le persone che sono approdate da poco al servizio che si occupa delle dipendenze ad Arezzo.
Sono tutte persone che non riescono più a smettere di giocare a slot machine oppure scommettere la fortuna anche con semplici gratta e vinci e di conseguenza hanno grossi problemi economici, disagi familiari e di relazioni sociali.
I dati: I nuovi casi sono 28, di cui 6 donne e 22 maschi, mentre in totale le persone in cura sono 123, di cui 27 donne e 96 maschi.
Per quanto riguarda il gentil sesso non ci sono casi segnalati fino ai 29 anni, mentre se ne riscontrano 2 tra i 30 e i 39 anni e 25 sopra i 39 anni.
Per gli uomini i numeri sono diversi, c’è già un ragazzo con meno di 19 anni in cura, 13 casi hanno invece un’età compresa tra i 20 e i 29 anni, 15 ragazzi hanno tra i 30 e i 39 anni, ma la casistica più alta c’è nell’ultima fascia d’età con 67 uomini vittime del gioco d’azzardo patologico sopra i 39 anni.
Alcolismo: Anche questo comportamento problematico tocca maggiormente uomini con più di 39 anni.
Sono loro quelli che più facilmente e con maggiore frequenza cadono vittime dell’alcolismo, si rifugiano nelle bevute per sopperire a disagio sociale, psicologico, economico, spesso anche per mancanza di lavoro.
I dati: In tutto sono 301 gli alcolisti in cura al Ser.T.
di Arezzo, 214 uomini e 87 donne.
Tra i più giovani ci sono 2 ragazzi arrivati al servizio di via Fonte Veneziana che hanno meno di 19 anni, un caso tra le ragazze che hanno tra i 20 e i 29 anni.
I numeri salgono con l’età: 9 casi tra i 30 e i 39 anni e 77 casi in rosa sopra i 39 anni.
Stessa tendenza, ma con numeri più alti per gli uomini, 13 casi tra i 20 e i 29 anni che salgono a 42 casi tra i 30 e 39 anni e arrivano a ben 157 sopra i 39 anni.
IL RESTO DEL CARLINO
Ancona, sviene per l'alcol a 15 anni
Il ragazzino era a Marina Dorica: ha finito la serata a Torrette L'alcol sempre più in voga tra i ragazzini Ancona, 1 marzo 2017 ‐ Ubriaco al punto da perdere i sensi mentre si trovava nel piazzale di Marina Dorica.
Ubriaco a 15 anni, e soccorso poco dopo le 2 della notte tra lunedì e ieri.
Il ragazzino si trovava nella zona del porticciolo dove probabilmente era arrivato insieme a degli amici dato che in un vicino locale si teneva una festa organizzata da un istituto superiore della città.
Probabilmente era anche entrato per ballare insieme agli amici ma, non avendogli servito alcolici al bancone poiché minorenni, come alcuni amici era tornato al parcheggio per bere l’alcol che altri avevano portato da casa, nascondendolo poi nelle auto.
Diverse, infatti, le bottiglie vuote abbandonate e sparpagliate, trovate sul piazzale.
Quando il minorenne ha perso i sensi, gli amici si sono però subito impauriti e qualcuno ha chiamato il 118.
Sul posto è
intervenuta un’ambulanza della Croce Gialla.
Il ragazzino è stato soccorso sul posto e, non appena ripresosi in parte dalla sbornia, è stato trasportato d’urgenza al pronto soccorso dell’ospedale regionale di Torrette per essere sottoposto alla lavanda gastrica e a una terapia di soluzioni fisiologiche per essere poi dimesso poco dopo l’alba di ieri.
Il minorenne, un anconetano residente in città, è stato poi raggiunto al nosocomio dai genitori, allertati nel cuore della notte.
Il ragazzino è stato comunque giudicato fuori pericolo nonostante sia stata tanta l’apprensione che ha procurato alla famiglia e agli amici che erano con lui.
Un fenomeno, quello delle ubriacature tra minorenni, che non è affatto nuovo.
Diversi i casi di abuso d’alcol tra minorenni, registrati in città negli ultimi tempi.
Se infatti non sono i locali a somministrare l’alcol a chi non ha compiuto i 18 anni, sono i maggiorenni ad acquistarlo per loro, spesso anche nei supermercati.
Pagandolo a prezzo di mercato, portano poi le bottiglie nascondendole in auto per berle prima di entrare nei locali o, addirittura, finendo la serata direttamente senza mai essere entrati.
Un fenomeno per il quale molte operazioni, con agenti in borghese, sono state effettuate soprattutto dagli uomini della Squadra Mobile impegnati sul territorio per arginare il problema non solo dell’abuso etilico ma anche dell’uso di sostanze stupefacenti come hashish e marijuana che sono sempre più in voga tra i giovanissimi.
al.
big.
LIGURIA OGGI
Parroco ubriaco al volante inseguito e denunciato a Genova (*)
Genova, 01 marzo 2017 – Ha cercato di sfuggire alle auto della polizia che lo stavano inseguendo guidando a tutta velocità per diversi chilometri ma poi è stato raggiunto e bloccato.
Grande sorpresa per gli uomini di due volanti della polizia che, domenica notte, intorno alle due, hanno fermato in via Fillak, a Rivarolo, la Panda grigia che fuggiva all’alt viaggiando a velocità molto sostenuta.
A bordo, decisamente ubriaco, c’era un parroco che dopo essersi scusato ha spiegato di essere “caduto in tentazione” bevendo qualche bicchiere di troppo.
Agli esami medici sarebbe risultato positivo all’alcol con un tasso 4 volte superiore al massimo consentito e quindi decisamente non in grado di mettersi alla guida.
Per diverse decine di minuti il parroco ha cercato di seminare le auto che lo inseguivano a tutta velocità e si è reso protagonista di scene da film per le strade cittadine.
Un “errore” che gli costerà decisamente caro visto che per lui è scattata l’accusa di guida in stato di ebbrezza, guida pericolosa e resistenza a pubblico ufficiale.
Il parroco risiede in un comune della diocesi di Acqui Terme e guidava un’auto della Curia.
Avrebbe anche sostenuto di essere l’autista del vescovo, ma sono in corso accertamenti per verificare le sue dichiarazioni.
Di certo non potrà guidare per diverso tempo visto che la patente gli verrà quasi certamente ritirata.
(*) Nota: un parroco ubriaco inseguito dalla polizia.
La versione stradale dell’adagio “trova Dio prima che lui trovi te”.