Continua la lettura - Parrocchia San Francesco

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VII Domenica Tempo Ordinario - Anno A
“Fino in fondo”
Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente. Ma io vi dico
di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia
destra, tu porgigli anche l'altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la
tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo
per un miglio, tu con lui fanne due. Da' a chi ti chiede, e a chi desidera da te
un prestito non voltare le spalle.
Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. Ma io
vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché
siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi
e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che
vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E
se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non
fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre
vostro celeste. (Matteo 5,38 - 48).
Il brano di oggi fa tutt’uno con quello di domenica scorsa e il linguaggio, come
già detto, non presenta alcuna contrapposizione, ma evidenzia lo sforzo della
continua ricerca della volontà di Dio dentro il trascorrere del tempo. Per
ascoltare ciò che Dio ha da dirci nel nostro oggi, occorre nello stesso tempo
essere ancorati nel passato e superarlo continuamente.
“Avete inteso che fu detto… ma io vi dico”. La Scrittura non è un monumento
di pietra, ma un albero di parole che rifioriscono ad ogni oggi.
Gesù crebbe alla sinagoga del suo villaggio e nella sua famiglia,
successivamente alla scuola del Battista, alimentando come un fuoco la
passione per l’ascolto delle Scritture. Se c’è una piaga che affligge oggi la
nostra Chiesa è nel fatto che attorno alla Scrittura c’è tanta sonnolenza, tanto
disinteresse, tanta superficialità, ma anche tanto sforzo di fare della “Parola”
un punto di riferimento: una Parola letta, studiata, pregata, celebrata. Ma
tanta strada c’è ancora da fare per superare l’ancoraggio ad una religiosità
spesso basata sul devozionalismo e l’apparizione.
Quanti sono i preti, gli animatori, i catechisti, i cristiani praticanti, che davvero
vivono un corpo a corpo appassionato con la Scrittura? Quanti dedicano
tempo e cuore per studiare e tenersi aggiornati sugli strumenti che le scienze
bibliche ci mettono a disposizione oggi con tanta abbondanza? Diciamolo
pure: abbiamo bisogno di appassionarci! La Parola di Dio: un contatto
bruciante che non ci mette sul piatto risposte pronte all’uso, ma ci sollecita e
ci “costringe” a cercarle.
I versetti di questa domenica, con immagini vivide e suggestive, ci
propongono provocatoriamente uno stile di vita sovversivo, impostato sulla
gratuità, sul rifiuto del tornaconto.
Il messaggio di Gesù entra proprio nel nostro quotidiano e ci obbliga ad una
verifica impietosa. La gratuità di Dio “che fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui
buoni e fa piovere per quelli che fanno il bene e per quelli che agiscono male”
è per noi una sfida che ci mette al tappeto. Eppure questa è la proposta più
trasformatrice per la nostra società, per le nostre comunità e per le nostre vite
personali. Non è vero che le cose non possano cambiare nella società e nella
Chiesa. Gesù, senza volerci distribuire delle ricette, ci propone una strada
che è percorribile a livello personale e collettivo.
“Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente. Ma io vi dico
di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia
destra, tu porgigli anche l’altra”. Un inciso, quello di Gesù, che ci basta per
riflettere sufficientemente e seriamente. Non andare incontro armato, sii
disarmato, non andare incontro incutendo paura, “riallaccia tu la relazione, fa’
tu il primo passo, perdonando, ricominciando, rattoppando coraggiosamente
il tessuto della vita, continuamente lacerato dalla violenza” (E. Ronchi).
Essere discepoli di Gesù non significa essere tonti, ma buoni fino in fondo:
disinnesca la rabbia, disinnesca l'aggressività dell'altro, con la tua bontà, si
tratta di disarmare l’altro, di essere “totalmente liberi, padroni delle proprie
scelte anche davanti al male, capaci di disinnescare la spirale della violenza
e di inventare reazione nuove attraverso la creatività dell’amore” (E. Ronchi).
Ti prego o Dio, non lasciarmi accomodare nelle prigioni dell’io. Sono sicuro
che, qualora non cercassi più i miei fratelli e le mie sorelle, non cercherei
nemmeno più il Tuo volto. Insegnami a uscire dalla logica del mercato e del
tornaconto per percorrere nella mia vita quotidiana il sentiero della gratuità.
Buona e felice domenica a tutti.