Comunicato Stampa – 22 febbraio 2017 LAVORATORE DELLA

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Comunicato Stampa – 22 febbraio 2017
LAVORATORE DELLA SEVEL COSTRETTO A URINARSI ADDOSSO
IL MOVIMENTO CINQUE STELLE INTERROGA IL MINISTRO:
«INVIARE ISPETTORI IN TUTTE LE FABBRICHE FCA E DEL GRUPPO»
Roma, 23 febbraio 2017 – «Cose del genere probabilmente non succedevano nemmeno nel Medioevo».
Questo il laconico commento del deputato M5S Claudio Cominardi in merito all’incresciosa vicenda
accaduta lo scorso 7 febbraio alla Sevel di Atessa, azienda del gruppo Fiat-Chrysler che vende ogni
anno oltre 300.000 veicoli commerciali in 80 Paesi del mondo e che nelle vendite del suo segmento si
situa al primo posto in Europa.
«E’ successo che uno dei 6.500 dipendenti di quella che risulta essere la più grande fabbrica
metalmeccanica italiana abbia chiesto al suo responsabile della catena di montaggio di poter andare in
bagno, e che questo permesso, chiesto più volte, gli sia stato sempre negato. Ed è successo che
l’operaio, non riuscendo più a trattenersi, si sia urinato addosso».
«L’episodio lascia sgomenti e indignati e deve far aprire una profonda riflessione. E’ necessario
domandarsi a quale punto sia arrivato il mondo del lavoro e quali siano i diritti rimasti ai lavoratori »,
confessa Cominardi.
«Sappiamo da notizie pubblicate successivamente all’increscioso episodio accaduto che l’uomo, padre di
famiglia, stia vivendo una situazione di forte imbarazzo per l’umiliazione subita e che voglia il più
possibile mantenere l’anonimato. Come gruppo M5S siamo vicini a lui come, da sempre, a tutti quei
lavoratori che vedono calpestati i loro diritti e la loro dignità sul posto di lavoro».
«Sul caso specifico accaduto all’operaio di Atessa, come Commissione lavoro del M5S alla Camera
abbiamo presentato un’interrogazione a mia prima firma attraverso la quale chiediamo al Ministro
del Lavoro se non sia sua intenzione inviare l’Ispettorato del lavoro in tutte le fabbriche FCA e in
tutte quelle appartenenti al gruppo. A partire, ovviamente, dalla Sevel di Atessa, per verificare che vi
sia il rispetto delle condizioni minime di dignità dei lavoratori, pause fisiologiche comprese».
«Allargare la richiesta di controllo a tutto il gruppo FCA è assolutamente pertinente – spiega il deputato
M5S – visto che il caso della riduzione drastica dei diritti dei lavoratori non è un caso limite
riconducibile unicamente allo stabilimento di Atessa. In tutte le aziende del gruppo di Marchionne,
infatti, i lavoratori sono sempre più ridotti ad essere macchine e sempre più parti integranti delle
catene di montaggio da cui dipendono in tutto e per tutto».
«In passato – conclude Cominardi – ho personalmente seguito da vicino le vicende dei dipendenti della
Fiat-Chrysler di Pomigliano d’Arco e posso dire con tranquillità che per i responsabili e i dirigenti del
gruppo i diritti dei lavoratori non rappresentano per nulla una priorità. Per questo motivo il caso di
Atessa è solo la punta dell’iceberg di un sistema che, in nome del profitto, si dimentica
completamente della dignità dei lavoratori».