Diapositiva 1 - I blog di Unica

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A

LCALOIDI

Soluzioni colorate con H 2 SO 4 conc

A

LCALOIDI GENERALITÀ

Il termine alcaloidi, che significa simile agli alcali, viene dato ai composti ad azoto basico che si trovano in natura. La maggior parte degli alcaloidi hanno l’atomo di azoto legato in struttura ciclica, sono otticamente attivi e dotati di forte attività fisiologica: alcune sostanze, classificate come tali, mancano però di una o più di queste caratteristiche.

A

LCALOIDI NOMENCLATURA

La nomenclatura degli alcaloidi non è stata sistematizzata, sia per ragioni storiche, sia per la complessità delle strutture di questi composti. Molti importantissimi alcaloidi hanno ricevuto nomi derivati da nomi di piante (papaverina); pochi ripetono il nome della rispettiva attività fisiologica (morfina); alcuni vengono denominati in base alle loro caratteristiche fisiche (porfirossina). Si usa spesso dare il nome dell’alcaloide principale, con un suffisso o un prefisso, agli alcaloidi minori trovati nella stessa pianta, come ad esempio nella serie della china. Basi che hanno rapporti tra di loro sono talvolta denominate con lo stesso nome anagrammato (narcotina, cotarnina, tarconina). Spesso le nuove basi isomere (prodotti di trasformazione dell’alcaloide naturale) vengono designate con i prefissi

iso

,

pseudo

,

allopseudo

,

neo

,

epi

, o con lettere greche.

A

LCALOIDI CARATTERI ORGANOLETTICI

Gli alcaloidi sono in generale sostanze cristalline incolori. Alcuni sono liquidi (sparteina) e gli alcaloidi liquidi sono generalmente privi di ossigeno. Gli alcaloidi colorati sono rari (berberina-gialla). Quasi tutti gli alcaloidi formano sali cristallini, proprietà questa che viene usata nell’estrazione e nella purificazione; gli acidi più usati sono il solforico, l’ossalico, il perclorico, il tartarico, il salicilico e gli alogenidrici. Sarebbe difficile citare anche una sola specie vegetale che contenga alcaloidi strutturalmente non collegati e raramente un dato alcaloide è presente in differenti famiglie vegetali. Il contenuto in alcaloidi può essere fortemente influenzato dalla selezione e dalla coltivazione.

     A

LCALOIDI

F

UNZIONE NELLA PIANTA

La funzione degli alcaloidi nella pianta è ancora oggetto di ipotesi: nei tessuti viventi gli alcaloidi sono generalmente concentrati nei punti di intensa attività cellulare, da dove vengono poi accantonati ed accumulati in strutture morte, quali gli involucri dei semi e la corteccia esterna. Secondo alcune teorie essi sono considerati come: prodotti secondari del metabolismo della pianta; materiale di riserva accumulato per la sintesi delle proteine; sostanze protettive contro gli attacchi degli animali e degli insetti; sostanze stimolanti o regolatrici analoghe agli ormoni; prodotti di disintossicazione, resi innocui, nei riguardi della pianta, mediante metilazione, condensazione, ciclizzazione o altri processi di sintesi.

A

LCALOIDI SEPARAZIONE DAI TESSUTI VEGETALI

Gli alcaloidi grezzi possono essere separati dai tessuti vegetali polverizzati in diversi modi: mediante estrazione con acqua alcol o acidi diluiti (cloridrico, solforico, acetico) oppure mediante estrazione con solventi organici, previo trattamento con alcali. Per gli alcaloidi volatili si può usare la distillazione in corrente di vapore (gruppi della nicotina e della coniina).

R

EATTIVI DEGLI ALCALOIDI

Gli alcaloidi precipitano dalle loro soluzioni per addizione di reattivi noti come: “reattivi degli alcaloidi”, dando dei precipitati di colore caratteristico. I reattivi degli alcaloidi più utilizzati sono:  Reattivo di Dragendorff: KBiI 4 sol. (tetraiodobismutato di K); precipitati (colore) arancio-rosso mattone.  Reattivo di Mayer: K 2 HgI 4 sol (tetraiodomercurato di K); precipitati di colore bianco o color crema.  Reattivo di Bouchardat: KI 3 sol (soluzione iodo-iodurata); precipitati rosso scuro di iodati.  Acido tannico: soluzione  Acido picrico: soluzione

C

HININA CLORIDRATO

Trattamento casi ceppi di gravi dei di malattia dovuti a

Plasmodium falciparum .

C HININA CLORIDRATO P .

F . 158-160°C Poco solubile in acqua, sapore molto amaro. 1.

Una punta di spatola di sostanza si tratta con 1 ml di H 2 SO 4 conc: si ha la solubilizzazione della sostanza, con contemporaneo sviluppo di una colorazione gialla. 2.

La soluzione acquosa diluita*, addizionata di alcune gocce di acqua di bromo (sino a colorazione persistente) e successivamente di alcune gocce di NH colorazione verde-smeraldo (reazione della tallochina), che vira al rosso per trattamento con H precipitato verde. 2 SO 4 dil. 4 OH dil., sviluppa una *Se la soluzione non è sufficientemente diluita si ottiene un OH CH 2 H O Br H 3 CO N Br 2 NH 4 OH O O H O N N N tallochina

C

HININA CLORIDRATO

3.

La soluzione acquosa, estremamente diluita, addizionata di alcune gocce di H 2 SO 4 conc. sviluppa una caratteristica colorazione azzurrognola. In pratica si opera come segue: si discioglie una punta di spatola di sostanza in 1 ml di acqua, si prelevano 3-5 gocce di tale soluzione e si diluiscono con 10-15 ml di acqua. La soluzione che si ottiene viene addizionata di alcune gocce di H 2 SO 4 conc. 4.

La soluzione acquosa addizionata di alcune gocce di HNO 3 dil., per successiva aggiunta di una soluzione di AgNO 3 dà un precipitato bianco caseoso di AgCl.

A

TROPINA SOLFATO

Può essere utilizzato come spasmolitico: Asma, coliche epilessia Midriatico in oftalmologia Come antidoto per avvelenamenti da muscarina, ecc.

Atropa belladonna

A

TROPINA SOLFATO

( P .

F . 190 DEC ) 1.

2.

Trattando la sostanza con 1 ml di H giallo-arancio. 2 SO 4 conc. si ha lo sviluppo per riscaldamento a bagno maria di una colorazione Si pone la sostanza in capsula e si tratta con alcune gocce di HNO 3 conc. Riscaldando a secchezza si ottiene un residuo giallo-bruno, che ripreso dopo raffreddamento con 1-2 ml di acetone, per successiva addizione di alcune gocce di KOH alcolica (ottenuta disciogliendo 1 pastiglia di KOH in 3-4 ml di etanolo) sviluppa una colorazione viola (reazione di Vitali Morin).

A

TROPINA SOLFATO

RO H O O RO O C H O O HNO 3 RO N O O O NO 2 RO O C H O NO 2 OH N O O R= N CH 3 CH 3 3.

La soluzione acquosa, addizionata di alcune gocce di HCl dil., per addizione di BaCl 2 , dà origine al precipitato bianco di BaSO 4 .

P

APAVERINA CLORIDRATO

( P .

F . 215-220°C ) H 3 CO H 3 CO Moderatamente solubile in acqua. 1.

Un po’ di sostanza addizionata a 1 ml di H 2 SO 4 conc., 2.

riscaldamento a bagnomaria una colorazione viola. Solubilizzando un piccolo quantitativo di sostanza un alcuni ml di anidride acetica e aggiungendo alcune gocce di H 2 SO 4 conc., per blando riscaldamento (alcuni fluorescenza verde. H 3 CO H 3 CO N (CH 3 CO) 2 O H 2 SO 4 OCH 3 OCH 3 H 3 CO H 3 CO H 3 CO H 3 CO N + N O CH 3 OCH 3 OCH 3 CH 3 COO Acetato di coralina OCH 3 OCH 3 -H 2 O N

.

HCl OCH 3 OCH 3

P

APAVERINA CLORIDRATO

3.

4.

5.

6.

Si addiziona 1 ml del reattivo di Marquis ad un piccolo quantitativo di sostanza: si sviluppa una colorazione rosa che vira lentamente al rosso-carminio. La soluzione acquosa della sostanza, addizionata di 3 gocce di HCl dil. e 5 gocce di una soluzione di ferricianuro di potassio {K 3 [Fe(CN) 6 ]}, dà un precipitato giallo-limone. Un po’ di sostanza, addizionata ad 1 ml di reattivo di Fhrode, sviluppa una colorazione verde che vira lentamente al blu per successivo blando riscaldamento. La soluzione acquosa della sostanza, addizionata di alcune gocce di HNO 3 dil., per successiva addizione di AgNO 3 dà un precipitato bianco caseoso di AgCl.