Ora comanda la politica fiscale

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Mercoledì 15 Febbraio 2017
PRIMO PIANO
APERTA A ROMA L’EDIZIONE 2017 DI CONSULENTIA, L’ASSISE ANASF DEI CONSULENTI FINANZIARI
Ora comanda la politica fiscale
A dettare i ritmi ai mercati non saranno più le banche centrali ma le azioni dei governi, dicono gli
operatori. I fondi flessibili sono la soluzione alla volatilità e sarà utile rivedere il concetto di rischio
di Andrea Pira
I
l 2017 sarà un anno in cui
l’azione delle banche centrali
sarà influenzata dalle politiche dei governi nazionali.
Più che di un’opinione si tratta
quasi di una constatazione, ripetuta da diversi relatori ieri nel
corso della giornata di apertura
di ConsulenTia, la tre giorni di
convegni e dibattiti organizzata
dall’Anasf, l’associazione dei
consulenti finanziari, giunta alla
sua quarta edizione romana. Ieri
le prime tre sessioni, cui hanno
partecipato circa 1.400 addetti ai
lavori, sono servite a inquadrare
le condizioni del mercato e gli
scenari nell’anno che si è aperto
all’insegna dell’insediamento di
Donald Trump alla Casa Bianca
e di una serie di appuntamenti
elettorali in Francia, Germania,
Paesi Bassi e, forse, in Italia, che
potrebbero influenzare l’andamento dei mercati.
«Siamo entrati in una nuova
epoca», ha spiegato alla platea
Carlo Benetti, head of market
research and business innovation
di Gam. «Ormai le banche centrali guardano a come si muove
la politica fiscale». Dello stesso
avviso è Lorenzo Codogno, già
capo economista al ministero del
Tesoro e oggi visiting professor
alla London School of Economics. Il banco di prova saranno le
mosse della Federal Reserve in
risposta alla politica economica
di Trump, con una probabile ac-
celerazione sul rialzo dei tassi,
che quest’anno potrebbero essere
non più tre ma quattro. Quanto
ai giudizi sugli impegni presi dal
presidente statunitense, Codogno
ha individuato quattro possibili
cause di danni all’economia nazionale e almeno un’iniziativa
che al contrario va nella giusta
direzione. Quest’ultima è l’enfasi
sugli investimenti pubblici. Nel
primo gruppo sono incluse inve-
Risparmio, masse da record per le reti
di Paola Valentini
assimo storico per le masse delle reti di consulenti finanziari.
M
A fine 2016, secondo i dati Assoreti, il patrimonio è salito a
471,1 miliardi, l’8,5% in più rispetto a dicembre 2015. In dettaglio,
il patrimonio complessivo dei prodotti del risparmio gestito si è
attestato a 341,9 miliardi (+7,6%), mentre la valorizzazione delle
posizioni in regime amministrato è stata 129,2 miliardi (+10,7%).
A fine anno il contributo delle reti al patrimonio investito in fondi
aperti, attraverso la distribuzione diretta e indiretta di quote, è risultato 271,4 miliardi, con un’incidenza del 30,1% sul patrimonio
totale investito in fondi che, secondo la mappa di Assogestioni,
è 900,3 miliardi. La quota restante quindi è appannaggio delle
masse riferite agli sportelli bancari. Nell’ambito del risparmio
amministrato il portafoglio titoli delle reti è ammontato a 62,4
miliardi, con un’incidenza sul patrimonio totale pari al 13,2% e
una contrazione del 4,8% da fine 2015, mentre la componente
mantenuta sotto forma di liquidità è stata pari a 66,9 miliardi, ovvero al 14,2% del patrimonio totale, con una crescita annuale del
30,5%. Quanto alle società di distribuzione, primo si è confermato
il gruppo Intesa Sanpaolo con masse per 80,1 miliardi (tra Fideuram e Intesa Sanpaolo Private Banking), seconda si è piazzata
Banca Mediolanum con 64,2 miliardi, terza Banca Generali con
47,5 miliardi. (riproduzione riservata)
ce le politiche sull’immigrazione, la politica estera, la strategia
industriale e le scelte protezionistiche. A questi elementi Alberto
Bisin, professore di Economia
alla New York University, ha aggiunto anche la revisione della riforma Dodd-Frank per allentare
la regolamentazione finanziaria.
Materia da maneggiare con cura,
dove saranno importanti i dettagli, per evitare che una misura
PESCATI NELLA RETE
Cassa Lombarda, Casolari
entra come vice-dg
In Cassa Lombarda è entrato
Filippo Casolari con il ruolo di vicedirettore generale.
L’ingresso di Casolari, che
riporterà a Paolo Vistalli, amministratore delegato e direttore generale, rappresenta la
prosecuzione del percorso di
sviluppo intrapreso dalla banca che ha visto negli ultimi
mesi l’ingresso di otto private
banker e l’apertura di una filiale di Como. Casolari proviene
da Euromobiliare Sgr (gruppo
Credem), dove svolgeva il ruolo di coordinatore degli investimenti e del business.
Nordea cresce in Italia
con l’ingresso di Pelosi
Nordea Asset Management
ha rafforzato il suo team di
OGGI SU MILANOFINANZA.IT
sales sul mercato italiano con
l’ingresso di Delia Pelosi, che
ha assunto il ruolo di sales director con focus sulla clientela
retail. Pelosi ha maturato una
lunga esperienza nell’asset
management e proviene da
M&G Investments, dove era
business development manager. Lo scorso anno Nordea ha
registrato una raccolta in Europa di oltre 12 miliardi.
Nuovo specialista
dei bond per Ethenea
Thomas Herbert entra a far
parte del portfolio management team di Ethenea Independent Investors. Con base
in Lussemburgo, il nuovo
gestore arriva da Meriten Investment Management GmbH, di cui era responsabile
degli investimenti.
IL SONDAGGIO
Alla domanda «Dopo il rally Ceeementir ha ancora fiato per correre?», i lettori hanno risposto così:
1 Sì, crescerà ancora
16,9%
2 No, si stabilizzerà
10,2%
3 No, ritraccerà
72,9%
Analisi Tecnica
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future: spunti operativi
1 FtseMib
per martedì 14 febbraio
Générale,
2 Société
5 buy e 5 sell in Europa
Telecom
3 Berenberg:
e quel muro da scalare
Partecipate al nuovo sondaggio proposto
da MilanoFinanza online: dopo le parole
di Yellen, quando avverrà il primo rialzo
dei tassi da parte delle Fed? Le vostre
risposte su www.milanofinanza.it
1 A marzo
2 A maggio
3 A giugno
vista con favore nel breve termine dal comparto possa tramutarsi
alla lunga in una catastrofe. Ciò
che colpisce Bisin è comunque
per il momento la poca volatilità
sui mercati, che
tuttavia potrebbe manifestarsi
sul medio periodo. D’altra
parte è un po’
ciò che accaduto con la Brexit;
nell’immediato l’economia britannica è cresciuta, manifestando segnali già percepibili prima del referendum per l’uscita
dall’Unione Europea, ma nei
prossimi cinque anni (questo
l’arco temporale per completare la separazione tra Londra e
Bruxelles, secondo Codogno),
la situazione potrebbe diventare
più fluida. «Il grosso deve ancora
arrivare», prevede l’ex capo economista del Tesoro e, aggiunge
Bisin, non è escluso che si tenti
di «annacquare la Brexit».
In questo scenario complicato
(forse anche più di quello del
2016, quando i punti di rottura e
incertezza sono coincisi con eventi precisi, come la Brexit, il voto
Usa, il referendum italiano) si sta
assistendo a quella che Antonio
Bottillo di Natixis definisce la
trasformazione del risparmiatore
in investitore. Il rendimento senza
rischio è diventato una chimera.
Anzi, il concetto di rischio dovrebbe essere rivisto togliendogli
l’accezione negativa. Per Lucio
De Gasperis di Mediolanum sarebbe utile «ripensarlo in chiave
temporale», in modo da impostare nel modo più appropriato gli
investimenti senza essere costretti
a impostare la strategia di investimento e gli obiettivi in un arco di
tempo troppo ristretto, ad esempio di un anno. «È fondamentale
costruire un portafoglio diversificato e sarà importante anche la
correlazione», indica Gianluca
Ungari di Vontobel Asset Managemet, cercando di rispondere alla domanda su come sia possibile
la ricerca del valore in un epoca
che vede il tramonto del risk free
e nel quale il ruolo delle obbligazioni non è più quello di un tempo. Altra risposta alle incertezze
politiche arriva dai fondi flessibili. A detta di Marco Piersimoni
di Pictet e di Michele Garau di
Pioneer Investment consentono
«sogni tranquilli», in particolare
sostituendoli a pezzi di portafogli
e «ampliando le strategia per coprire più approcci». L’importante anche in questo caso è l’orizzonte temporale, che «dipende
dagli obiettivi dell’investitore»,
aggiunge Andrea Iannelli di Fidelity, «ma non deve essere inferiore ai tre anni». (riproduzione
riservata)
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