Caro Presidente e carissimi con-soci, la nostra associazione

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Caro Presidente e carissimi con-soci,
la nostra associazione ha sempre avuto una grande attenzione per i valori etici. La
promozione e lo sviluppo della formazione, lo sforzo costante verso il miglioramento della
qualità del soccorso, dell’assistenza e delle cure, sono cresciuti di pari passo con
l’attenzione all’ “umano” che soffre. E se l’attenzione si è rivolta in prima battuta a chi
soffre “per la malattia e le sue conseguenze” (chi non ricorda le lezioni sulla gestione del
lutto?), è poi venuto il momento di allargare lo sguardo a chi soffre perché non ha
accesso all’assistenza, in aree del mondo dove non esistono i mezzi per sostenere
progetti per un futuro migliore.
La notte porta consiglio, e nelle lunghe notti trascorse a correggere e scambiarci i
capitoli del nuovo manuale PTC abbiamo cominciato a “covare” un progetto,
inizialmente confuso, poi sempre più definito. Promuovere attraverso IRC la formazione
degli operatori sanitari del domani, in Paesi afflitti da guerre e miserie. L’idea si è tradotta
nella proposta sottoposta al Direttivo dalla Commissione Trauma di destinare una quota
dei ricavi del PTC alla formazione di infermieri e medici di Haiti. La proposta è stata
approvata dal Direttivo anche grazie al forte supporto del Presidente……cioè tuo.
Perché Haiti? Haiti è oggi il Paese più povero del mondo. Un Paese a poche centinaia di
chilometri dalla Florida, del quale si parla pochissimo, ma tormentato da 20 anni da una
guerra civile quasi ininterrotta, che ha distrutto qualsiasi forma di economia riducendo
l’intera popolazione in condizioni inimmaginabili. L’ingombrante ingerenza degli Stati Uniti
non ha che aggravato una situazione di per sé già difficilissima. Chi ha potuto fuggire è
fuggito: tutti coloro che avevano qualche soldo o qualche competenza. Il Paese non ha
medici, ha pochissimi infermieri, non ha quasi ospedali. L’Università non è accessibile se
non ai pochissimi benestanti e non vi sono supporti per chi meriterebbe di studiare. Da
pochi mesi sta però maturando una pace fragile, ma che potrebbe consolidarsi. Ma il
Paese va ricostruito e la sanità pubblica dovrà rinascere dal nulla. Il nostro obiettivo è
allora quello di aiutare ragazzi e ragazze meritevoli che abbiano superato l’istruzione
secondaria, ad accedere ai percorsi formativi per divenire gli infermieri ed i medici del
domani. Perché l’idea possa essere tradotta in realtà e le risorse non vadano disperse,
serve qualcuno in loco di cui fidarsi.
In questa terra devastata opera da anni un’Associazione che si occupa di bambini e
bambine di strada: “Pane Condiviso”. E’ un’Associazione nata da un gruppo di famiglie
con l’obiettivo di offrire sostegno e permettere la scolarizzazione a bambini senza
prospettiva, vittime di guerra e miseria. L’anima dell’Associazione ad Haiti è una suora
friulana ormai ultra-settantenne, uno di quei personaggi dal coraggio e vigore sconfinato,
capaci di affrontare a mani nude le armi e il potere. Per quello che ha fatto in questi anni
con pochissime risorse, ha ricevuto un riconoscimento dal Presidente della Repubblica
Ciampi. Ho conosciuto Suor Anna ad Haiti, avendo adottato due delle “sue” bambine.
Ho visto di persona e con l’occhio del non credente, l’impegno, l’organizzazione ed i
risultati. Il modo con cui ogni centesimo raccolto arriva alla destinazione per cui è stato
offerto. Centinaia di bambini e bambine, tolti alla strada, possono mangiare e andare al
scuola grazie ai mille piccoli rivoli che arrivano da “Pane Condiviso”. Ma questo grande
sforzo si ferma purtroppo ad un certo punto. Quando i costi per continuare gli studi
diventerebbero troppo ingenti e le risorse destinate ad una persona finirebbero per
sottrarre possibilità di sopravvivenza a molti altri.
E’ ragionevole che sia così, ma senza formazione non c’è sviluppo. E allora il nostro
progetto è intervenire a quel punto. Aiutare i migliori studenti a diventare buoni
professionisti, sperando e credendo che possano fare della loro professione strumento di
sviluppo per un’intera popolazione.
Allego, per chi fosse interessato, il sito di “Pane Condiviso” e i suoi progetti. Da domani,
grazie a IRC, ce ne sarà uno nuovo.
Giuseppe Nardi