La Memoria a Scuola

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La Memoria a Scuola:
ricordare per convivere e accogliere
Nella foto, Liliana Segre
Le preziosissime parole di Liliana Segre, l'infaticabile testimone della
Shoah e oggi unica superstite a Milano, suscitano spesso grande
commozione, ma, ai ragazzi che le confidano di aver pianto tanto,
ascoltandola, lei è solita rispondere che il suo primo intento è quello di
portarli a pensare, piuttosto che a piangere. Le sta infatti a cuore, a 87
anni di cui uno trascorso ad Auschwitz, che i giovani comprendano il
progressivo accanimento razzista contro il popolo di cui fa parte, e
l'indifferenza di tanti italiani nei suoi confronti allora, per non essere
condannati oggi a ripetere quel passato.
E' stata proprio questa eredità, lasciata ad ognuno di noi, a
riempire il 17 Gennaio l'Auditorim della nostra Scuola: è stata
per tutti, studenti e insegnanti, una sosta utile dai piccoli affanni
della ripresa scolastica di Gennaio, per raccogliersi in ascolto della
testimonianza dei due ospiti, Roberto Jarach, Vicepresidente
della Fondazione Memoriale della Shoah, già Presidente della
Comunità Ebraica di Milano, e Giorgio Del Zanna, storico e
Presidente della Comunità di Sant'Egidio di Milano.
Roberto Jarach, Giorgio del Zanna e i proff.
Ghidotti e Mastorgio, organizzatori dell’evento
I loro interventi ci hanno aiutato a vivere la memoria nella nostra Milano del 2017, e ad
evitare due grandi rischi legati alla ricorrenza oggi: da una parte la fiacca consuetudine, e
dall'altra la rassegnazione che l'odio nella storia
sia sempre inevitabilmente vincitore. In questo ci
ha guidati l'immagine del muro che accoglie i
visitatori all'ingresso del Memoriale a Milano,
dal quale sporge la parola “Indifferenza”, e
accanto a questo diversi profughi accolti, proprio
in quegli spazi, dalle due realtà rappresentate
dagli ospiti del Liceo Cardano.
Roberto Jarach, che nei giorni vicini alla
memoria, per lui densissimi di impegni, ha dato
priorità all’incontro con i giovani della nostra
scuola, ha raccontato con gioia e orgoglio proprio lo stretto legame per la sua Comunità tra
memoria e accoglienza, reso possibile dall’attenzione a chi oggi vive nell’indifferenza. Un
particolare su tutti, a conferma di quanto sia importante per ognuno essere condotti nel vivo
in questa storia, per sentirla e viverla personalmente: forse il silenzio più denso e vero si è
raggiunto quando Jarach ha riportato, all’inizio, il particolare della piombatura effettuata
sulle aperture dei treni bestiame diretti ai campi di sterminio.
La condivisione di questa esperienza ha suscitato le più diverse reazioni,
dall’ammirazione alla perplessità, certo è che la Milano di Liliana Segre, questa amata città
che all’improvviso ti è incomprensibilmente ostile e indifferente solo perché sei una bambina
ebrea, ha senz’altro ancora bisogno di continuare a ricordare che è l’unica città in Europa, e
quindi anche nel mondo, ad avere un luogo che commemora la deportazione nell’esatto
luogo in cui è stata materialmente realizzata, come
ha ancora tanto bisogno di giovani che si inquietino
a scoprire che Auschwitz è stato il culmine di un
odio che è progressivamente cresciuto,
incominciando anzitutto con l’arma della parola.
Questo ci aiuterà senz’altro a temere di più
qualsiasi forma di discriminazione e intolleranza
oggi, tanto più che da varie parti d’Europa si registra
oggi una robusta ripresa di fenomeni antisemiti e,
La nostra violinista, Federica di 3DLSU, mentre
forse, a riscoprire anche il grande male
esegue musiche in tema
dell’indifferenza, nella sua banale attualità.
La nostra città può essere lo spazio in cui vivere questa sfida alla vigilanza che, penso,
anche la nostra comunità scolastica ha cominciato ad assumersi accogliendo l’invito dei due
ospiti di questa importante giornata.
Prof. Matteo Ghidotti