1ª edizione del 2017 - Istituto San Francesco d`Assisi

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Transcript 1ª edizione del 2017 - Istituto San Francesco d`Assisi

Giornalino Scolastico
Il Crocifisso di San Damiano
Il
San
Crocifisso
di croce
Damiano è l’ un semplice velo, nità e l’abbraccio
immagine davanti con gli occhi aperti del Cristo al monalla
Istituto
San Francesco
d’Assisi
coperto da tare l’intera uma-
quale
Francesco
San ed uno sguardo a- do intero.
rice- morevole. Il Cristo
vette, nel 1205, la ha
Data : 31/012017
un’espressione
Notizie di rilievo:
chiamata a lavora- vittoriosa, non sofre per la chiesa ferente e, nel Crodel Signore.

Il Crocifisso
di San Damiano

Il Significato
del Tau

La Commemorazione dei
defunti

Il Fenomeno
del Bullismo

La Ricerca
sull’Olio di
Oliva

Le Nostre
Gite

L’angolo delle Ricette
In alto e ai lati, ci

Il Cruciverba
sono figure di san-

L’angolo delle poesie

L’angolo della favola
cifisso, ne è raffigurata, con dolcezza, la storia della
morte, risurrezione e ascensione al
cielo. Sulla croce,
che ha una forma
particolare, Maria
e Giovanni sono vicini a Gesù. Alla
E’ un dipinto molto antico, incollato
sul legno, realizzato da un pittore
Umbro
rimasto
ancora oggi sconosciuto.
Gesù
raffigurato
Pagine 13
è
sulla
Giornalino Scolastico
sua sinistra, ci sono Maria Maddale-
Quando le clarisse
lasciarono,
nel
1257, la Chiesa di
san
Damiano,
Crocifisso
venne
trasferito nel primo monastero di
Santa
Chiara
in
Assisi, dove si può
ammirare tuttora.
na, Maria di Cleo- La Classe V°A
fa e un centurione.
il
ti, evangelisti e angeli, a rappresen-
Edizione n. 1
Il Fenomeno del Bullismo
I primi studi sul bullismo
furono svolti solo a partire dalla seconda metà del
xx secolo e si svolsero nei
paesi scandinavi e, a partire dagli anni settanta e poco dopo, anche nei paesi
anglosassoni in particolare
in Gran Bretagna e Australia. Uno degli studi pioneristici si deve alle indagini di
Dau Olweos, a seguito di
una parte d’ audizione
dell’opinione pubblica norvegese, dopo che avvenne
il suicidio di due studenti
non più un grado di Tollerare le ripetute offese inflitte da alcuni compagni.
Con il termine bullismo si
mune per i ragazzi e adole- atti violenti. Per noi, i bulli
scenti per stare insieme e, sono ragazzi che hanno a-
tende ad indicare l’ insieme
porto, i figli hanno una
di violenza e di prepotenza
tendenza a crescere inca-
a livello fisico, verbale e
paci di relazionarsi civil-
psicologico, subìto da un
mente con le persone, di-
individuo da una persona
menticando, l’educazione e
coetanea. È un fenomeno
soprattutto
che
verso gli altri.
dall’attenzione cre-
scente, posta dall’opinione
pubblica, pare che sia in
aumento e si concentri soprattutto
negli
ambienti
scolastici; momento più co-
Pagina 2
quindi, più opportuno per vuto un’infanzia difficile,
operare atti di bullismo. Le quindi per dimenticare le
conseguenze per la vittima cose brutte si sfogano con
quali isolamento, sfiducia i bambini più piccoli di loro.
nei confronti del nuovo, auto protezione continua, sono davvero traumatici. Generalmente la prima causa
di ciò è la famiglia. E’ essa
che deve insegnare i principi di educazione e convivenza che deve essere tramite per i propri membri di
metodi e valori etici.
Il bambino schiavo di bullismo si può sentire a disagio o soffrire. Se capita di
essere vittima di bullismo
la cosa migliore è parlarne
ma non via internet o nascosti dietro un monitor,
ma parlarne con i genitori!!!
La Classe V°B
Quando manca questo rap-
il
rispetto
Cos’è per noi il Bullismo?
Sono gli atti che consistono a far male alla gente,
soprattutto alle persone
più deboli, usando parole e
Giornalino Scolastico
Il significato del Tau
Il TAU è una lettera degli alfabeti
greco ed ebraico corrispondente
alla nostra “T”. Fin dai primi tempi
della Chiesa cristiana il TAU venne
assunto come segno di particolare
devozione per divenire, con San
Francesco d’Assisi, supporto di una
vera e propria mistica. Il motivo
della importanza di questa lettera
si trova nel Vecchio Testamento, al
celebre testo del profeta Ezechiele(9,4):”Va attraverso la città, va
attraverso Gerusalemme e traccia
il segno Tau sulla fronte di quegli
uomini che sospirano e gemono a
causa delle abominazioni che ivi
si commettono “. Questo passo era
stato commentato da tutti i Padri
to di carità, inviava qualche suo spiritualità della Croce, cioè
scritto(3 Cel. 159, 980). Su se dell’amore di Cristo morto per noi
della Chiesa ed era frequentemente sviluppato nelle prediche del
medioevo, rendendo cosi il Tau ed
è il suo significato molto diffuso
tra il popolo.
nense. Il Papa, facendo propria la conversione permanente e di rinunparola di Dio al profeta Ezechiele, cia alla proprietà, convertirsi, è
Il fervore popolare vedeva in questo segno un mezzo miracoloso per
essere preservati dalle malattie.
Nel Nuovo Testamento, san Giovanni apostolo parla del Tau, senza
citarne
il
nome,
nel
libro
dell’Apocalisse (7,2-14, 1-7), presentando gli eletti come segnati
sulla fronte dal Sigillo dell’Agnello,
impresso
da
un
angelo
venuto
dall’Oriente. Con San Francesco
d’Assisi il Tau assume il significato
che oggi riconosciamo in questo
simbolo. Egli utilizzava con frequenza, a scopo di devozione, il
Tau: “Familiare gli era la lettera
Tau, con la quale firmava i biglietti
e decorava le pareti delle celle“(3
Cel.3,828) Con tale sigillo, France-
stesso,
infine,
san
Francesco sulla Croce.
tracciava il segno del Tau per
consacrare le sue azioni al Signore. Francesco adottò il Tau come
distintivo per se stesso per la
forma stessa di questa lettera la
cui grafia è quella di una Croce. Il
Tau che gli richiamava l’amore per
penitenza. Come Gesù aveva detto:
“chi vuole seguirmi deve portare la
croce” e così Francesco di a noi.”
Chi vuole seguirmi deve essere segnato con il Tau”.
il Crocifisso. Molto probabilmen- - Il Tau è segno di vita e vittoria.
te, Francesco fu influenzato nella Frequente, anche, a quel tempo,
sua attenzione verso il Tau da un era considerare il Tau come segno
discorso di Papa Innocenzo III, di vittoria.
tenuto l’11 Novembre del 1215, in
apertura del IV Concilio Latera- In definitiva, il Tau è simbolo di
si rivolse a ciascun membro del farsi poveri.
Concilio:” Segnate con il Tau
la
fronte degli uomini, segnateli con
La Classe V°A
la forma della Croce prima che
fosse posto il cartello di Pilato.
Uno porta sulla fronte il segno del
Tau se manifesta in tutta la sua
condotta lo splendore della Croce.
E’ probabile che Francesco, presente a quel Concilio, volle per
obbedienza al Papa segnare se
stesso con il Tau della penitenza
e, segnando i suoi frati, richiamare le esigenze della vocazione.
Nel contenuto spirituale distinguiamo quattro grandi temi essenziali per la fede francescana:
- il Tau è salvezza. Francesco vedeva in questo segno una certezza
di salvezza.
sco firmava le sue lettere ogni
- il Tau è salvezza attraverso la
qualvolta, per necessita o per spiri-
Croce. La spiritualità del Tau è la
Pagina 3
- Il Tau è salvezza attraverso la
Giornalino Scolastico
Commemorazione dei Defunti
Festa dei morti in Sicilia
La “Festa dei morti“ in Sicilia
è una ricorrenza molto sentita, risalente al X° secolo;
viene celebrata il 2 novembre per commemorare i defunti.
Si narra che, anticamente
nella notte tra il 1 e il 2 novembre, i defunti visitassero
i cari ancora in vita portando
ai bambini dei doni.
Oggi questi doni vengono
acquistati dai genitori o dai
parenti nelle tradizionali
“fiere”, che si svolgono in
molte parti della Sicilia.
Qui vi si trovano bancarelle
di giocattoli e oggetti vari da
acquistare per donarli ai
bambini. I doni vengono nascosti in casa per farli cercare ai bambini al mattino
presto nella giornata del 2
novembre, con una sorta di
caccia al tesoro.
Civiltà antichissime già celebravano la festa dei defunti,
in un periodo che andava
proprio tra la fine di ottobre e i primi giorni di novembre. Questo periodo sembra
riferirsi a quello del grande
“Diluvio”, di cui si parla nella
“Genesi”, che è quello in cui
Noè costruì l’Arca e che, secondo quanto raccontato da
Mosè, cadde nel diciannovesimo giorno del mese, corriPagina 4
spondente al nostro mese di ralmente a forma di tibie unovembre.
mane;
La festa dei morti nacque
quindi in “onore” di persone
che Dio stesso aveva annientato, col fine di esorcizzare
la paura di nuovi eventi simili.
-” frutti di martorana “,fatti
col la pasta di mandorle.
In alcune parti della Sicilia
viene
preparata
la
“Muffoletta”, pagnottella
calda, sfornata la mattina del
2 novembre ,” cunzata“ ( condita) con olio, sale, pepe, origano, filetti d’acciuga
sott’olio e qualche fettina di
formaggio.
Da qui in poi la storia, che è
ovviamente sospesa tra religione e leggenda ,diventa più
chiara.
Il
rito
della
“Commemorazione dei defunti” sopravvive alle epoche e
ai culti: dall’ antica Roma, alle Le Tradizione
civiltà celtiche, fino al Mes- dell’Italia
sico e alla Cina, è un proliferare di riti, dove il comune
denominatore è << consolare
le anime dei defunti, perché
siano propizie per i vivi>>.
Oltre a giocattoli di ogni
sorta, esiste l’usanza di regalare dolci come: -”u pupu di
zuccaru” (bambole di zucchero), che si ispiravano generalmente ai paladini di Francia.
nel
resto
In alcune zone della Lombardia, la notte tra i giorni 1 e 2
novembre si suole ancora
mettere in cucina un vaso di
acqua fresca, perché i morti
possano dissetarsi.
In Friuli si lascia un lume acceso, un secchio d’acqua e un
po’ di pane.
Nel Veneto, per scongiurare
la tristezza, nel giorno dei
morti gli amanti offrono alle
Queste bambole, fatte intepromesse spose un sacchetto
ramente di zucchero, venivacon dentro fave in pasta
no completamente dipinte a
frolla colorata, i cosiddetti”
mano;
Ossi da Morti”.
-“ossa ri mortu”, dolci geneGiornalino Scolastico
Continuazione
In Trentino le campane suonano per molte ore a chiamare le anime che si dice si radunino intorno alle case a
spiare alle finestre. Per questo, anche qui, la tavola si lascia apparecchiata e il focolare resta acceso durante la
notte. Anche in Piemonte e
Val d’Aosta le famiglie lasciano la tavola imbandita e si
recano a far visita al cimitero. I valdostani credono che
dimenticare quest’ abitudine
significhi provocare tra le
anime un fragoroso tzarivàri
(baccano). Nelle campagne
cremonesi ci si alza presto la
mattina e si rassettano subito i letti affinché le anime
dei cari possano trovarvi riposo. Si va poi per le case a
raccogliere pane e farina con
cui si confezionano i tipici
dolci detti “ossa dei morti”.
In Liguria la tradizione vuole
che il giorno dei morti si preparino i “bacilli” (fave secche) e i “balletti” (castagne
bollite). Tanti anni fa, alla
vigilia del giorno dedicato ai
morti i bambini si recavano di
casa in casa per ricevere il
“ben dei morti” (fave, castagne e fichi secchi), poi dicevano le preghiere e i nonni
raccontavano storie e leggende paurose.
In Umbria si producono tipici
dolcetti devozionali a forma
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che, se sono stati buoni e
hanno pregato per le anime
care, i morti torneranno a
portar loro dei doni. Quando
i fanciulli sono a dormire, i
genitori preparano i tradizionali
“Pupi
di
Zuccaro” (bambole di zucchero),
con castagne, cioccolatini e
monetine e li nascondono. Al
mattino i bimbi iniziano la ricerca, convinti che durante
la notte i morti siano usciti
In Abruzzo, oltre all’usanza
dalle tombe per portare i redi lasciare il tavolo da prangali.
zo apparecchiato, si lasciano
dei lumini accesi alla fine- In Sardegna la mattina del 2
stra, tanti quante sono le Novembre i ragazzi si recano
anime care, e i bimbi si man- per le piazze e di porta in
dano a dormire con un car- porta per chiedere delle oftoccio di fave dolci e con- ferte e ricevono in dono pane
fetti come simbolo di lega- fatto in casa, fichi secchi,
me tra le generazioni passa- fave, melagrane, mandorle,
uva passa e dolci. La sera
te e quelle presenti.
della vigilia anche qui si acA Roma, la tradizione voleva
cendono i lumini e si lasciano
che, il giorno dei morti, si
la tavola apparecchiata e le
consumasse il pasto accanto
credenze aperte.
alla tomba di un parente per
tenergli compagnia. Altra La Classe IV°A
tradizione romana era una
suggestiva cerimonia di suffragio per le anime che avevano trovato la morte nel
Tevere. A calar della sera si
andava sulle sponde del fiume a luce delle torce e si
celebrava il rito.
di fave, detti “Stinchetti
dei Morti” che si consumano
da antichissimo tempo nella
ricorrenza dei defunti quasi
a voler mitigare il sentimento di tristezza e sostituire
le carezze dei cari che non
ci sono più. Sempre in Umbria si svolge ancora oggi la
Fiera dei Morti, una storta
di rituale che simboleggia i
cicli della vita.
In Sicilia il 2 Novembre è
una festa particolarmente
gioiosa per i bambini. Infatti vien fatto loro credere
Giornalino Scolastico
La Ricerca sull’Olio di Oliva
Com’è composta l’oliva
L’oliva è un frutto carnoso, esternamente vi è la
buccia, internamente c’è
la polpa dalla quale viene
estratto l’olio; nella parte centrale vi è in nocciolo.
Le olive da cui si estrae
l’olio non sono tutte uguali, in Italia si contano
circa 400 varietà diverse di olive e l’olio che si
produce è un immenso
tesoro.
Come
si
le olive
raccolgono
Ci sono molti modi per
raccogliere le olive: la
Bacchiatura dove un bastone deve scuotere i
rami dell’ ulivo facendo
cadere le olive. Un altro
modo è la brucatura
dove le olive si raccolgono con le mani.
tenuto viene lasciata a
riposare nei serbatoi, poi
filtrato ecco l’olio extra
vergine d’oliva: dopo la
prima spremuta la posta
viene spremuta ancora e
si ottiene un olio d’oliva
meno pregiato.
Un altro modo si chiama
Scrollatura ove un grosso macchinario scuote
l’albero facendo cadere
le olive.
ro ed etichettato.
Dall’olivo all’ olio
L’antico Frantoio
L’Olio viene fatto matuUn altro modo si chiama rare in cisterne di muraPettinatura dove un tura o di acciaio dai 3 ai
grosso rastrello passa 6 mesi.
attraverso i rami facen- Infine viene versato neldo cadere le olive.
le bottiglie di vetro scuQuindi viene portata nei
negozi nel caso possa essere perduto.
Mondatura :eliminazione
Il funzionamento di un
delle foglie dei rametti,
antico frantoio con l'aiudei sassolini e il terricto degli animali, muli o
cio.
mucche, venivano fatte
Lavaggio: le olive vengo- ruotare le “molazze in
no lavate con l’ acqua.
pietra, per la preparaBollitura: le olive vengo- zione della “pasta delle
no schiacciate con due olive“.
grandi ruote che girano. Il composto ottenuto
Gramolatura: la poltiglia dalle olive e noccioli veviene passata nel torchio
niva depositato sulle
e spremuta, il liquido ot-
Pagina 6
Giornalino Scolastico
Continuazione
”bruscole” dei dischi fat- Infine, con l’aiuto della servivano per la cura del
ti di corda di cocco, que- “tazza o nappa”, un opera- corpo. Infatti, dopo il
ste poi venivano colloca- io esperto detto “ frantoi bagno, si ungevano il corte l’una sull’altra e pres- ano ” toglieva l’olio senza po con l’olio di oliva. Così
sate in una specie di tor- prendere l’acqua e lo de- come gli atleti romani,
che riprendendo il costuchio azionato dalla fatica positava nella ”giara”.
dell’ uomo.
Curiosità:
Uso
dell’olio
Dopo una prima pressio- nell’antichità
per
dei dischi che venivano
anche utilizzato per la
per far uscire ancora del
fabbricazione di alcuni
liquido, un misto di acqua
tessuti di lino, al fine di
e olio. Successivamente
ratura per qualche periodo, in modo che l’olio che
pesa
meno
dell’acqua
riaffiorasse in superficie.
che
su di loro. L’olio veniva
si continuava a pressare
riposare in vasche di mu-
evitare
l’avversario avesse presa
bagnati con acqua calda,
e lasciato depositare e
gevano anch’essi il corpo
d’olio prima delle gare
ne si invertiva l’ordine
il liquido veniva raccolto
me dei Greci, si cospar-
renderli più morbidi ed
Un tempo l’olio di oliva ve- assicurarne la durata nel
niva
usato
anche
per tempo e in alcune ceri-
l’illuminazione, per alimen- monie
religiose.
L’uso
tare lumi, lumini e lucerne dell’olio nelle cerimonie
che erano insieme alla sacre è continuata poi
torcia, il principale stru- nella religione cristiana
mento
di
illuminazione impiegandolo per impar-
dell’antichità. I Greci e i tire i sacramenti nonché
Romani facevano grande nella consacrazione delle
consumo di olio di oliva. chiese.
Oltre
che
l’alimentazione
per
e
La Classe IV°B
l’illuminazione, essi se ne
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Giornalino Scolastico
La Nostra Gita
Una Giornata particolare
Attraverso un itinerario artistico e culturale la Scuola
San Francesco d'Assisi, carica di entusiasmo, sceglie per
la prima gita scolastica
dell'anno i siti di Segesta e
Trapani.
Ottantanove alunni, classi
quarte e quinte, hanno trascorso una splendida giornata
tra arte, monumenti e natura.
Prima tappa: parco archeologico di Segesta; la maestra
di Arte e Immagine, Luisa
Fenoaltea, ha organizzato un
laboratorio artistico coadiuvata dalle maestre Antonella,
Fiorella, Gandolfa e Suor
Giovanna.
Respirando un'aria di immensità, immersi nel passato
dell'epoca greca-elima, di
fronte il grandioso tempio
dorico, gli alunni... come tanti
piccoli artisti hanno
“disegnato dal vero” districandosi tra colonne, capitelli
e trabeazioni fino alla meritata “sosta merenda” (!).
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Successiva tappa: le saline di
Trapani e i suggestivi mulini...
nella brezza del vento, il sole, il volo di uccelli migratori,
i piccoli visitatori hanno ammirato la bellezza e la particolarità del luogo, il fascino
delle vasche d'acqua... come
laghi di luce... e appreso la
tecnica utilizzata nei secoli
per l'estrazione del sale e la
sua conservazione.
Giunta l'ora del pranzo la
“spedizione dei piccoli itineranti” (affamata!) ha raggiunto l'istituto Sant'Antonio di Padova delle consorelle
suore francescane a Trapani;
i bambini, ospitati con amore
e cordialità all'ombra del
chiostro, hanno “riposato”
tra voci e corse, divertiti.
Infine, ultima tappa: il Santuario della Madonna di Trapani esempio di straordinaria
tecnica e creatività in stile
barocco. Coinvolti nel silenzio
mistico del luogo, gli alunni e
le maestre, hanno ammirato e
compreso il valore alto
dell'arte, espressione del
pensiero divino.
Oltre... giunge il tempo per
ritornare a casa. Una gita
entusiasmante, colma di sorprese ed esperienze, una
giornata particolare; così
pieni di gioia.
Le Classi IV° e V°.
Giornalino Scolastico
Angolo della Fiaba
La Leggenda dell’Ulivo seidone allora la sfidò
Nel regno degli Dei,
Poseidone,
a duello.
Dio
del Atena cercò di risolmare, abitava in un vere le questione pacipalazzo sull’isola di ficamente e fecero
Eubea. Tutte le crea- quindi a gara a chi porture del mare gli ob- tava il regalo più utile.
bedivano, quelle della Poseidone, sicuro di
terra lo temevano. vincere, portò un caPoco lontano dal suo vallo che simboleggiaregno c’era una città va la guerra, invece,
stupenda: Atene, de- Atena regalò l’ulivo
vota ad Atena, figlia che simboleggiava la
di Zeus. Il Dio del pace.
mare voleva diventare
Zeus convocò un asil signore di Atene e
semblea con tutti gli
un giorno andò nella
Dei affinché votassecittà e battendo il
ro. Vinsero le Dee e da
tridente sulla roccia
allora l’ulivo divenne il
fece sgorgare l’acqua
simbolo della pace.
marina e disse: ”Ecco
la prova della mia po- La Classe IV°B
tenza. Atene è mia!”
Atena protestò e Po-
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Giornalino Scolastico
Angolo delle Ricette
La Frutta Martorana
La Frutta Martorana è un
dolce tipico siciliano che si
prepara per le festività dei
defunti. Frutta, ortaggi e anche pesci, vengono riprodotti
in maniera artistica e golosa
con la pasta di mandorle.
Ingredienti:
-1 Kg di farina di mandorle
-1 KG di zucchero a velo
-1/2 bustina di vaniglia
Per la decorazione:
coloranti alimentari ( meglio
se in polvere)
foglioline varie
chiodi di garofano
Procedimento:
-preparare la frutta martorana è molto semplice, se utilizzerete le mandorle pelate
intere, dovrete tritarle molto finemente fino a ottenere
una farina.
-in un pentolino, versate
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l’acqua, i chiodi di garofano e
portate ad ebollizione. Non
appena l’acqua comincerà a
bollire, versate lo zucchero e
mescolate per qualche minuto per farlo sciogliere completamente. Togliete il pentolino dal fuoco, eliminate i
chiodi di garofano e aggiungete l’aroma alla vaniglia e
quello di mandorla amara.
-Mettete la farina di mandorle nel cestello di
un’impastatrice o di una planetaria, aggiungete l’acqua
insieme allo zucchero sciolto
e fate lavorare per 30 minuti, gli ingredienti dovranno
legare per bene.
-Una volta pronto il composto
della frutta martorana, formate dei salsicciotti di circa
500 g ed avvolgeteli con della pellicola trasparente, dovranno
riposare
per
un’oretta.
-trascorso il tempo potrete
realizzare la frutta martorana utilizzando le formine apposite, che generalmente sono realizzate in gesso, terracotta o silicone: prendete un
pezzettino di pasta di mandorle, inseritelo nello stampo, premete per imprimere la
forma ed estraete la frutta
martorana, facendo attenzione a non romperla. Per agevolarvi nell’operazione, potete
rivestire le formine della
frutta martorana con della
pellicola trasparente.
-non appena tutta la frutta
martorana sarà pronta, disponetela su un vassoio e lasciatela asciugare per un
giorno prima di colorarla. È
preferibile utilizzare coloranti alimentari in polvere,
da diluire con qualche goccia
di acqua.
-la frutta martorana colorata, dovrà asciugare per almeno un paio di ore prima di essere confezionata o mangiata.
La Classe IV°A
Giornalino Scolastico
Continuazione
-250 gr di zucchero a velo
I Tetù
rano solitamente con due
-2 albumi
glasse di colore diverso. Si
-2 cucchiai e mezzo di cacao possono così ottenere biamaro
scotti color cioccolato o
bianchi, a seconda della glassa utilizzata: o quella di zucProcedimento:
chero o quella al cacao.
Dopo aver setacciato la farina La Classe IV°A
con un pizzico di bicarbonato,
I Tetù o Tatù sono dei biscotti tipici Siciliani, altrimenti detti anche Catalani. A
Palermo è il tipico biscotto
che caratterizza la “Festa
dei morti”.
unire gli altri ingredienti e amalgamarli incorporando, poco
per volta il latte necessario
per
ottenere
un
composto
morbido. A questo punto ricavare delle palline e posizionarle su una teglia imburrata o
-Ingredienti per la pasta:
foderata di carta
da forno.
-500 gr di farina 00
to a 170° per circa 30 minuti.
Mettere in forno preriscalda-
-Un pizzico di bicarbonato
Per la glassa: in una ciotola
-Un uovo
zucchero a velo setacciandolo.
-Un pizzico di sale
battere gli albumi e unirli allo
Mescolare energicamente con
una frusta per una decina di
-150 gr di zucchero semolato minuti finché si otterrà una
-Semi di un baccello di vani- crema densa e senza grumi. A
piacimento è possibile unire il
glia
-150 gr di strutto
-150gr di mandorle pelate e
tritate finemente
-Latte q.b.
Ingredienti per la glassa:
Pagina 11
cacao e amalgamare ancora
per qualche minuto. Sfornare i
biscotti,
farli
intiepidire,
spennellarli con la glassa preparata in precedenza e rimettere in forno a 150° per altri
cinque minuti. I Tetù si prepaGiornalino Scolastico
Angolo delle Poesie
“Indovinami, Indovino
tu che leggi nel destino:
l’anno nuovo come sarà?
Di più per ora scritto non
trovo
nel destino dell’anno nuovo:
Bello, brutto o metà e
per il resto anche
metà?”
quest’anno
“Trovo stampato nei miei
sarà come gli uomini lo
libroni
faranno!”
che avrà di certo quattro
La Classe V°B
stagioni,
dodici mesi, ciascuno al
suo posto,
un Carnevale e un Ferragosto
e il giorno dopo del lunedì
sarà sempre un martedì.
L’albero magico
nei loro pacchetti,
Non cercarlo nel libro
di scienza naturale:
mentre tu aspetti a letto,
l’albero di Natale
fingendo di dormire,
è l’albero della magia.
che ti vengano a chiamare
Vi crescono in compagnia
arance, mandarini,
caramelle, cioccolatini,
per farteli scoprire.
La Classe V°B
torroni, lumini…
Ma i frutti più buoni
sono i frutti a sorpresa
che maturano a mezzanotte
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Giornalino Scolastico
Unisci i puntini
Soluzione
Pagine 13
Giornalino Scolastico
L’angolo del Cruciverba
Pagina 14
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Istituto San Francesco d’Assisi
Viale Regione Siciliana n° 4550
90145 Palermo
Come contattarci:
Telefono
091/ 204119
Fax
091/ 229608
Posta elettronica
Informazioni generali:
[email protected]
[email protected]
Sito Internet:
http://www.scuolasanfrancescodassisi.it/
Pagina 15
L'Istituto San Francesco d'Assisi è una scuola primaria e
dell'infanzia, fondata a Palermo negli anni 50. L'istruzione della scuola offre a genitori ed alunni un'azione educativa che valorizza le potenzialità di ciascuno seguendo
itinerari didattici d'avanguardia , capaci di preparare gli
alunni ad affrontare una realtà sociale in continua evoluzione. La scuola nasce così con la precisa volontà di realizzare un progetto educativo che tende a coniugare il
binomio difficile di promuovere l'Uomo e il Cristiano , in
modo da realizzare evangelizzazione e promozione
dell'uomo , secondo la scelta pedagogica voluta da Madre Florenzia Profilio e della Congregazione da Lei fondata , le Suore Francescane dell'Immacolata Concezione
di Lipari.
Tre sono state le sedi della scuola nella città di Palermo :
negli anni '50 in Via G.Cusmano , nel centro della città
antica, negli anni 60 in Via V.zo Di Marco , ed infine nel
1966 in Viale Regione Siciliana , nella zona nord della
città , in un edificio di proprietà dell'Istituto dove a
tutt'oggi si svolge l'attività didattica con immutata attenzione e sensibilità verso ogni aspetto della realtà sociale , culturale ed economica.
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