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Scrp, risposta ai 25 sindaci
I 25 sindaci-soci di Scrp che hanno firmato il documento, diffuso poi dai media locali sulle vicende
della società, vanno ringraziati. La loro presa di posizione spazza via ogni dubbio e conferma in
maniera inequivocabile quello che da tempo è chiaro ai più attenti osservatori: esiste una profonda
spaccatura tra i soci di Scrp. La società non costituisce l’organismo aggregante di tutti i comuni del
Cremasco. Crema, infatti, ha sottoscritto il testo. Questo atto certifica che non rappresenta l’intero
territorio. Adesso tutto è più chiaro. Grazie, quindi, ai 25 sindaci per questo contributo che
permette di uscire dall’equivoco. Ora anche i cittadini sanno dell’esistenza di un solco netto tra i
soci di Scrp: i buoni e i cattivi. Ai cittadini decidere chi inserire nelle due categorie.
Ma prima di entrare nel merito del documento sottoscritto dai 25 sindaci-soci sia concesso
esprimere un giudizio sulla precisazione che i firmatari premettono alla loro analisi. Disarmante e
ingenua, la puntualizzazione induce tenerezza. E’ una excusatio non petita. Se si hanno gli attributi
si dica senza tanti giri di parole quel che si pensa, ma non si imbastisca un castello di parole e di
concetti contraddittori, controproducente per il sostegno della propria tesi.
I 25 precisano: «Il nostro intervento non è finalizzato a creare contrapposizione tra soci/sindaci
facenti parte della stessa compagnia societaria, ma a difendere l’attività e l’operato del Presidente
e dei Consiglieri (con la P e la C maiuscola nel testo ufficiale, noblesse oblige, ndr) e della
struttura ai quali esprimiamo la massima solidarietà per questi continui ‘attacchi’ ringraziandoli
per il lavoro fino ad ora svolto ed esprimendo nei loro confronti fiducia per la loro professionalità
e serietà con la quale stanno svolgendo il loro mandato, questo non è da intendersi come acritica
delega in bianco, ma piuttosto consapevolezza della complessità insita nell’atto di indirizzo deciso
dai soci nel quale emerge chiaramente la necessità di un profondo mutamento che richiederà
tempo, costanza e un lavoro all’unisono tra soci, cda e management».
Scrivere tutto questo ambaradam per evidenziare che l’efficienza e la professionalità del consiglio
di amministrazione, del management e della struttura di Scrp non hanno nulla da invidiare a quelli
di una multinazionale e sono degni di un peana con annesso alleluia, non è funzionale ad una buona
comunicazione. Bastavano cinquanta battute. Ma è un consiglio gratuito e non richiesto, non
meritevole di attenzione. Per coerenza, i 25 sindaci avrebbero potuto proporre di premiare l’intero
apparato di Scrp con una stock option. Tutti insieme appassionatamente, soci e struttura. Anche se,
diciamolo, Scrp non è la Fca, non è amministrata da Sergio Marchionne e, nell’ultimo anno, non ha
prodotto un utile netto di 1,8 miliardi di euro.
Ora definire ‘attacchi’ alcune critiche basate su fatti reali è quanto meno eccessivo. E’ pure
esagerato appuntare medaglie a chi dopo circa tre anni non ha ancora concluso la gara d’appalto
dei rifiuti, ha permesso di prolungare per mesi un possibile conflitto d’interessi, ha proposto
delibere secretate con allegato bigino, ha trasformato il progetto dei varchi elettronici in una
telenovela. Vogliamo continuare? E’ efficienza chiedere 450 mila euro più iva per un servizio,
poi ridurli a 300 mila, infine ipotizzare una cifra ulteriormente inferiore. Un valzer durato un mese.
Forse meno. E’ successo questa estate. E’ la Scrp, signori. E’ la stessa Scrp che invia una mail e
il giorno successivo ne manda un’altra che smentisce la precedente. E’ accaduto in più di
un’occasione. Sempre questa estate. Non basta? Allora avanti. In una qualsiasi società cosa sarebbe
accaduto se all’assemblea dei soci non fosse stata comunicata l’esistenza di cinque sentenze del
Consiglio di Stato che indirettamente la riguardavano? Nel caso specifico di Scrp, le sentenze si
pronunciavano su gare di igiene ambientale che vedevano coinvolta Linea Gestione attuale gestore
del servizio nel Cremasco. E che dire la discriminante tra sindaci di serie A e di serie B? I primi
che disponevano di una documentazione completa della gara rifiuti, i secondi di una ridotta. E poi
ancora. Il 28 maggio 2015 riunione residenziale di Scrp a Crema sulla gara rifiuti, sempre lei.
Viene chiesto di introdurre un punteggio premiante per le società non proprietarie di inceneritore.
Risposta dei consulenti: impossibile perché discriminante, la legge lo vieta. Sette giorni dopo,
riunione residenziale di Pandino alla medesima richiesta, risposta antitetica: si può fare. Altri
esempi? No, i mantra possono annoiare. E poi non è necessario. I 25 soci li conoscono benissimo:
sono gli argomenti degli ‘attacchi’ a Scrp.
Attacchi? Sì, secondo i 25 sindaci, criticare Scrp per i motivi elencati sopra diventa un ‘attacco’.
Lesa maestà? Mah! Attacchi ancora più disdicevoli perché sferrati «con il continuo ricorso ai
comunicati stampa che, in più di un’occasione, hanno avuto anche contenuti denigratori dei vertici
societari». E qui i 25 sindaci dovrebbero indicare in quali circostanza e su quali organi di
informazione sono comparsi questi comunicati stampa con contenuti denigratori. In caso contrario,
diventa denigratoria la loro affermazione nei confronti degli autori degli ‘attacchi’ a Scrp.
La critica, se supportata dai fatti come è sempre avvenuto, continuerà. Se poi a qualcuno, abituato a
gestire le questioni pubbliche all’interno di enclavi di pochi privilegiati è infastidito se ne dovrà fare
una ragione. Vale il principio che i cittadini devono essere informati. Forse qualche socio ha
dimenticato che il Comitato centrale del Pci e il Politburo sovietico sono ferrivecchi.
Tra i firmatari compaiono alcuni membri del Comitato ristretto di Scrp, organismo che in quanto a
metodi assomiglia un po’, solo un po’, al Comitato centrale. Già, quel Comitato ristretto che
insieme al sindaco di Crema ha contribuito a fare approvare ai soci la costruzione della caserma dei
vigili del fuoco da pagare con i soldi dei cittadini cremaschi. Approvazione cassata poche settimane
dopo perché il finanziamento della struttura è di competenza del Ministero, come un socio in
assemblea aveva avvertito. La caserma non è ancora costruita. Sono trascorsi tre anni. Che sia una
costante? In matematica e in fisica ne esistono tante. Il Cremasco ha la propria. Ma noi siamo
speciali, siamo la Repubblica del Tortello.
Il resto del documento elenca i fiori all’occhiello di Scrp. Precisamente: ricollocazione del
teleriscaldamento, della gestione della piscina, dei parcheggi, dell’illuminazione pubblica. Guarda
caso (un tempo era di moda questa espressione) tutti servizi made in Crema. E gli interventi di Scrp
per i piccoli comuni? Niente: il mondo di Lilliput conta nulla. Una prova? Crema ha imposto che
nella gara dei rifiuti la spazzatura e la pulizia dei mercati venissero inserite tra i servizi base e non
in quelli facoltativi, come da proposta iniziale e da richiesta di alcuni piccoli comuni.
Vogliamo parlare dell’overdose di consulenze? Meglio di no, si rischierebbe l’accusa di overdose di
critiche.
Infine, Rossella Spada, con gesto encomiabile e per motivi che tutti conoscono ed è inutile ripetere,
si dimette dal consiglio di amministrazione di Scrp il 20 gennaio scorso, ma la comunicazione ai
soci è inviata alle 17,15 del 25 gennaio, quando la notizia era già uscita sui media online.
Il documento dei 25 prosegue con la Centrale di Committenza e qui il discorso diverrebbe troppo
lungo. E’ rimandato al prossimo articolo.
E per non essere bollati di criticare senza proporre, ecco l’idea per colmare la lacuna. Nei prossimi
mesi ci saranno le elezioni amministrative di Crema. Ebbene i candidati sindaci inseriscano nel loro
programma la ristrutturazione di Scrp. Solo in questo modo e con molta umiltà la città potrà
riconquistare la leadership sul territorio. Non con la firma di documenti contro i sindaci dei piccoli
comuni che dissentono. Piccoli sì, pecoroni no. Con buona pace di chi pensa il contrario. E di tutti
coloro che non apprezzano Vasco Rossi: «C’è chi dice no». Senza denigrare. Con i fatti.
Antonio Grassi
28 gennaio 2017