Newsflash 09_02_2011

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Newsflash Europee 30/01/2017
- Sicurezza alimentare: pubblicato parere EFSA sugli antimicrobici. Martedì 24 gennaio,
l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e l’Agenzia europea per i medicinali (EMA)
hanno pubblicato un parere in cui sostengono la necessità di ridurre, sostituire e, dove possibile,
ripensare l’utilizzo degli antimicrobici nel sistema di produzione animale. Le agenzie ammettono che
non vi è una soluzione univoca al problema della resistenza agli antibiotici, ma diverse strategie di
successo che seguono un approccio integrato e poliedrico che tiene conto del sistema di produzione
locale del bestiame e che coinvolge tutti i soggetti interessati. Tra queste strategie vengono citate la
definizione di obiettivi nazionali per ridurre l’uso degli antibiotici, il divieto dell’utilizzo preventivo di
antibiotici (eccetto che per un numero di casi eccezionali), e l’utilizzo dei soli antibiotici che siano di
importanza fondamentale per la medicina veterinaria come ultima risorsa. Più in generale, le due
agenzie sostengono come vi sia la necessità di ripensare il sistema di allevamento mediante
l’attuazione di pratiche agricole che impediscano l’introduzione e la diffusione di malattie negli
allevamenti, supportando sistemi agricoli alternativi che non utilizzino un numero maggiore di
antimicrobici. A febbraio, l’EFSA ed il Centro europeo per il controllo delle malattie (ECDC)
pubblicheranno una relazione annuale sulla resistenza agli antibiotici negli alimenti, negli animali e
negli esseri umani. A luglio, EFSA, EMA ed ECDC pubblicheranno una relazione che valuta il legame
tra il consumo di antibiotici e la resistenza ai batteri negli esseri umani e negli animali. Il testo del
parere pubblicato è consultabile al LINK.
- Sociale: chiarimenti in merito alla retribuzione dei lavoratori distaccati. Martedì 24
gennaio, nel corso di una riunione informale del Consiglio Affari generali, gli Stati membri hanno
ripreso le discussioni sulla proposta legislativa in merito alla riforma della direttiva del 1996 sul
distacco dei lavoratori. In questa occasione, la Commissione europea ha fornito agli Stati membri un
chiarimento in merito all’effetto previsto della riforma legislativa proposta a marzo 2016 relativa alla
retribuzione dei lavoratori distaccati. Nel documento informale, la Commissione ha spiegato
l’assenza nella propria proposta di una definizione chiara del concetto di “retribuzione” o
un’indicazione su ciò che lo differenzia da “salario minimo”. Per la Commissione si tratta infatti di
una questione di competenza nazionale che produce risultati diversi in tutta l’Unione europea. Per
illustrare l’impatto della riforma, la Commissione ha preparato una tabella mostrante ulteriori
elementi che sarebbero inclusi nella retribuzione dei lavoratori distaccati in quattro paesi (Belgio,
Germania, Francia e Danimarca) che ospitano la maggior parte dei lavoratori distaccati. Dopo la
riforma, ci saranno due nuovi elementi della retribuzione per i lavoratori, “quote supplementari di
vacanza” ed “indennità giornaliere, ed indennità di vitto e alloggio”. Quattro ulteriori elementi –
bonus di anzianità, bonus legati alle specifiche condizioni di lavoro, indennità per il lavoro
domenicale o durante una vacanza, e bonus per lavori pericolosi, saranno aggiunti dalla riforma.
L’impatto non sarà uniforme in tutti gli Stato membri dell’Unione, con diversi tassi di retribuzione per
gli straordinari (ad esempio in Belgio i lavoratori distaccati verrebbero pagati un +20% per le ore di
straordinari, mentre in Germania la percentuale varia tra il 50% ed il 100%). La Presidenza maltese
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del Consiglio UE dovrebbe presentare un progetto di compromesso nel mese di febbraio, con
l’obiettivo di raggiungere un approccio generale in occasione del Consiglio del 15-16 giugno.
- Agroalimentare: supporto alla carne ovina e nuova indicazione geografica protetta.
Lunedì 23 gennaio, nel corso della riunione del Consiglio Agricoltura, il Commissario Phil Hogan ha
spiegato come potrebbero essere implementate le raccomandazioni pubblicate dal forum sulle carni
ovine nell’ottobre del 2016. Hogan ha ribadito l’intenzione di garantire un budget per specifiche
misure sulle carni ovine nel prossimo programma di lavoro della Commissione per il 2018. Prima di
quella data, già nel 2017 il settore potrebbe beneficiare di un valore pari a 133 milioni di euro da
parte dei programmi di promozione disponibili e, considerata l’importanza della gestione sostenibile
del territorio e la tutela della biodiversità, potrebbe ricevere un ulteriore supporto di 15 milioni di
euro per la sensibilizzazione verso un’agricoltura sostenibile. Nel frattempo, venerdì 27 gennaio, la
Commissione europea ha annunciato di aver accettato la richiesta di inclusione di un nuovo prodotto
francese nel registro delle indicazioni geografiche protette. Si tratta del “Raclette de Savoie”, un
formaggio prodotto in Savoia, Alta Savoia e in alcuni comuni nei dipartimenti di Ain e Isère. Si tratta
del 239esimo prodotto francese che si aggiunge agli oltre 1380 prodotti sotto protezione UE.
- Trasporti: difficoltà della Commissione in merito al settore dell’industria dei trasporti.
Venerdì 27 gennaio, diversi rappresentanti del settore dell’industria dei trasporti hanno riportato
come la Commissione europea stia incontrando diverse difficoltà a proporre una soluzione legislativa
funzionale in risposta alle tensioni sociali del settore e come potrebbe dunque decidere di non
rivelare alcuna nuova iniziativa durante la prima parte del 2017. Martedì 24 gennaio, a margine di
un incontro tra una delegazione del settore ed il Commissario ai trasporti, Violeta Bulc, per discutere
iniziative future, numerose dichiarazioni hanno fatto pensare ad una posizione di cautela da parte
delle istituzioni europee, costrette ad una scelta complicata tra il libero accesso al mercato e la
protezione dei lavoratori. Gli Stati membri sono infatti in disaccordo sul fenomeno del dumping
sociale nel settore. Mentre un gruppo di paesi dell’Europa occidentale spera di inserire misure a
protezione dei propri lavoratori prevenendo forme di concorrenza sleale dalla parte dei paesi dell’est
e del centro Europa, questi ultimi sostengono invece che proprio quelle misure contro il dumping
minano i principi di libera concorrenza del Mercato unico.
A cura dell’Ufficio CNA Bruxelles.
Per ulteriori approfondimenti contattare: [email protected]
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