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giovedì 02 febbraio 2017, 11:00
Politica USA
Gorsuch, cosa c’è da attendersi da lui
Eutanasia, libertà religiosa: in cosa crede Neil, per il quale Trump è pronto all'opzione nucleare
di Sara Giannaccini
Con la nomina di Neil Gorsuch alla Corte Suprema, il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha fatto una scelta
logicamente inserita nella propria strategia politica, e ieri ha incoraggiato il leader della maggioranza repubblicana in
Senato, Mitch McConnell, a ricorrere alla cosiddetta 'opzione nucleare' -procedura parlamentare che consente di far
passare una nomina o un emendamento con solo 50 voti anziché i 60 richiesti normalmente- se i democratici faranno di
tutto per ostacolare la conferma della nomina di Gorsuch. Già partendo dalla campagna elettorale -The Donald sta
rispettando le promesse fatte, va detto, che poi non piacessero nemmeno in campagna elettorale è altra storia-, quando il
magnate ha conquistato una vasta porzione dell’ala conservatrice, proprio impegnandosi a rimpiazzare
Antonin Scalia con un giudice fatto di una pasta simile. E nonostante la segretezza che ha avvolto la scelta, 'Politico'
sostiene che Trump abbia deciso di optare per Gorsuch dopo un unico colloquio, che sarebbe avvenuto entro la
cornice doratissima della Trump Tower, il 14 gennaio. E come si conforma questa scelta al raggiungimento degli obiettivi del
miliardario? Come ha detto uno dei suoi consiglieri, Roger Stone, se l’idea di Trump è quella di essere un portatore di
novità, di riuscire a trasformare l’America, di essere una forza distruttrice che in qualche modo, però, possa riuscire a
creare sostanza, la Corte Suprema deve necessariamente essere un organo che possa supportarlo. Non troppo
conservatrice, non eccessivamente orientata a destra. Ma una Corte modellata sul profilo del tycoon. Una Corte in cui
spiri il vento populista di destra. Perché sarà una Corte che dovrà mettere alla prova la resistenza del Presidente
più e più volte. Gorsuch si presenta come la probabile spina dorsale del corpo conservatore della Corte. Sia perché ha
messo in dubbio un precedente legale vecchio di trent’anni che molti a destra credono abbia delocalizzato troppo il potere in
alcune controversie. Sia perché il giudice è anche un fiero sostenitore dei diritti e delle libertà religiose, oltre ad aver
scritto un libro contro le leggi circa il sucidio assistito, pratica legale in sei Stati e sul punto di essere diventarlo anche
a Washington. Gorsuch sostiene inoltre l’originalismo, cioè la convinzione che i giudici dovrebbero interpretare le
parole scritte nella Costituzione per il modo in cui esse venivano intese nel momento in cui sono state scritte,
Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e ufficiale, reperibile su http://www.lindro.it/gorsuch-cosa-ce-da-attendersi-da-lui/
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e non per adattarle al presente. Ma su quali temi Gorsuch potrebbe far sentire il proprio peso? Anche se Gorsuch non
avrà un gran impatto sulla linea della Corte nei confronti del matrimonio gay -Scalia era esponente della minoranza circa
tali decisioni- ad oggi il fatto che le unioni omosessuali e la comunità gay siano generalmente accettate, pone in essere
un’altra serie di problemi. Stanno diventando, infatti, sempre più frequenti dispute circa i diritti dei religiosi che
rifiutano di offrire servizi alle coppie gay proprio perché questi andrebbero a collidere con il loro credo religioso. E
Gorsuch ha dato prova di avere un forte orientamento alla libertà religiosa, soprattutto attraverso casi legati ad
Obamacare, e potrebbe convenire con altri repubblicani circa la possibilità che talvolta individui e lavoratori
possano farsi portatori di discriminazioni per motivi religiosi. Un tema che negli anni a venire è destinato ad
assumere un’importanza sempre maggiore. Altro tema destinato ad affollare le colonne dei giornali nei prossimi anni sarà
sicuramente quello dei diritti degli individui transgender, soprattutto a scuola e nei luoghi di lavoro. Resta invece un
mistero come Gorsuch si porrebbe di fronte alle quesitoni legali sollevate dal recente ban sull’immigrazione
imposto nelle scorse ore da Trump e che ha sollevato polemiche in ogni angolo del mondo. Si può provare a ipotizzare
che le forti preoccupazioni di Gorsuch circa la libertà religiosa possano portarlo a essere scettico riguardo regole che sono
verosimilmente disegnate per impattare una certa religione, ma di fatto non v’è niente di certo. Ma è sul suicidio assistito
che le posizioni di Gorsuch sono più note, e potrebbero pesare molto. Il giudice, infatti, nel 2006 ha firmato un libro
intitolato 'Il futuro del suicidio assistito e dell’eutanasia': un profondo, altamente cervellotico, panorama del dibattito etico e
legale che circonda tale pratica. Tra le sue pagine, Gorsuch rivela la sua totale opposizione al suicidio assistito e
all’eutanasia per ragioni profondamente radicate nella sua visione della vita umana come 'inviolabile': «Tutti gli
esseri umani sono intrinsecamente di valore”, scrive. “E prendere intenzionalmente una vita umana è sempre sbagliato». E
continua: «Cerchiamo di proteggere e preservare la vita per il bene della vita stessa in tutto, dalla legge fondamentale
sull’omicidio alle regolamentazioni del traffico fino al programma governativo su salute e sicurezza sociale. Siamo tutti stati
testimoni di famiglie, amici o operatori sanitari che hanno scelto di offrire anni di cure amorevoli a persone che soffrono, ad
esempio, di Alzheimer o altre patologie debilitanti, precisamente perché questi sono esseri umani, non perché fare questo
porti a raggiungere qualche fine secondario. Questo non significa che ogni persona farebbe sempre e comunque una scelta
simile, ma il fatto che alcune persone l’abbiano fatta in qualche modo evidenzia che la vita stessa è un bene fondamentale».
Nel corso delle successive 300 pagine, Gorsuch è in grado di offrire una dissertazione ben ponderata, rispettosa di
ciascun punto di vista. E spazia lungo un’ampia moltitudine di argomenti, dalle leggi dell’antica Grecia e di Roma fino alle
presenti legislazioni in materia di suicidio assistito. Ma sceglie di discutere scenari come la guerra o la pena capitale, in
quanto essi «pongono in essere questioni uniche». Quel che emerge, è la sua preoccupazione per la proliferazione di
richieste di legalizzazione di eutanasia e suicidio assistito, oltre al fiume di articoli, libri e difese spuntati dopo che il
dottor Jack Kevorkian fu sotto i riflettori nel 1990 per aver aiutato una paziente malata di Alzheimer a uccidersi. C’è quindi
di che attendere che simili scenari si ripetano, per vedere all’opera la competenza di Gorsuch circa questa materia. Un tema
che negli anni ha fatto molto discutere, ha diviso e continuerà a divedere. Un tema delicatissimo in cui progresso scientifico
e etica s’intrecciano, talvolta sconfinando e confondendosi l’uno nell’altra.
di Sara Giannaccini
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