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Venerdì 3 Febbraio 2017
11
Lo ha dichiarato il capo dell’esercito francese in una pubblica esposizione in Parlamento
Fuori uso il 66% dei blindati
Parigi dovrebbe investire di più ma non dispone di fondi
da Parigi
GIUSEPPE CORSENTINO
V
a bene fare la guerra
all’Isis sul terreno.
Nel deserto siriano
come nelle savane
infuocate del Sahel, tra il
Mali, il Ciad e la Nigeria,
in quel pezzo d’Africa subsahariana che un tempo era
colonia francese. Ma per
fare la guerra ci vogliono
mezzi sufficienti (blindati,
carri armati, cannoni) e
in perfetto stato. E l’Armée
de terre, l’esercito francese,
non he ha quasi più, distrutti dall’utilizzo in condizioni
estreme. Perché un conto è
combattere qualche battaglia simulata nei campi del
Loiret o tra le colline della
Marna, un altro percorrere centinaia di chilometri
al giorno lungo le piste del
deserto africano.
Il presidente della
Commissione Difesa
dell’Assemblea Nazionale,
il repubblicano FrançoisCornut Gentille, aveva
chiesto allo Stato Maggiore delle tre armi (esercito, marina e aeronautica)
di spiegare al Parlamento
qual era lo «stato di salute» tecnico e logistico del
dispositivo militare francese e, ieri, il capo di Stato
Maggiore, il generale Pier-
re de Villiers (che, detto
tra parentesi, è il fratello
di Philippe de Villiers, il
fondatore del partito di destra MpF, Mouvement pour
la France, e proprietario del
parco divertimenti Puy du
Fou, una Disneyland dedicata alla storia della Francia)
ha presentato un dossier
impressionante.
Qualche esempio. Di
blindati Vab, uno dei mezzi
più usati in Mali e nel Ciad,
ne sono rimasti 2.582 (dei
3.603 del 2011) e di questi il
66% è fuori uso o quasi. «Un
blindato Vab» ha spiegato il
generale «percorre in media
mille chilometri al giorno in
Mali mentre in Afghanistan,
quando l’armée
era
schierata
laggiù, ne
percorreva
mille alla
settimana.
C’è una bella
differenza».
I mezzi sono
ormai logorati dall’uso
massiccio in
condizioni
estreme e
Perché (ha
spiegato ancora il capo
di Stato Maggiore delle
tre armi ai
politici della
Commissione
Difesa) costa
di più riparare - 26 mila
euro è il costo
di gestione di
un blindato,
ha chiarito che ordinarne
di nuovi alle
aziende francesi che, diDue dei blindati utilizzati dall’esercito francese
ciamolo chiaramente, non
carri AMX10: ce ne sono aspettano altro.
ancora 248, lo stesso nuAlmeno altri 1.600 mezzi,
mero del 2011, ma più della tra blindati e carri armati,
metà (il 55%) è fuori uso. Il se si vuole assicurare il pieparco carri armati Leclerc no esercizio delle missioni
non solo si è ridotto (da 272 di guerra dell’esercito sul
a 241 unità) ma più del 35% terreno.
è ormai fuori uso e andrebC’è solo un problema,
be rimpiazzato. Lo stesso come si può immaginare:
discorso vale per i cannoni il vincolo di bilancio. Come
«Caesar» (33% fuori uso) e finanziare questi massicci
per il blindato da combat- investimenti in un momento
timento VBCI (quello che politicamente così delicato,
protegge le truppe quando alla vigilia delle presidenspesso vengono «cannibaliz- vanno all’assalto) che ha un ziali? E con Bruxelles che
zati», cioè a dire fermati in tasso di disponibilità - è que- comincia a inquietarsi per
officina e smontati per for- sto l’indice usato dai militari il debito pubblico di Parigi
nire i pezzi di ricambio non - non superiore al 70%.
arrivato al 100% del pil?
Che fare? Comprare
più disponibili sul mercato.
@pippocorsentino
Prendiamo il caso dei nuovi mezzi, semplice.
© Riproduzione riservata
L’OPERAZIONE, PER RIUSCIRE, DEVE ESSERE PRUDENTE E QUINDI LENTA
Anche Donald Trump finirà poi per essere normalizzato
e assorbito dal potente Partito repubblicano
DI
P
CARLO PELANDA
iovono richieste da sbalorditi attori politici e del
mercato di scenarizzare
le possibili conseguenze
dell’anomala conduzione politica
di Donald Trump. Per rispondere, manca un dato essenziale:
quando, e se, il manipolo di agitati consiglieri di Trump, e Trump
stesso, verranno domati dai leader del Partito repubblicano e dai
membri più esperti dell’Amministrazione, in particolare Tillerson
(Esteri) e Mattis (Difesa). Bisogna
considerare che Trump non pensava di vincere le elezioni e che si
è trovato del tutto impreparato a
gestire la vittoria.
All’inizio del periodo di transizione accettò di mettersi nelle
mani del vicepresidente Pence, un
solido e moderato conservatore, e
di Priebus presidente del Partito repubblicano, questo nominato
capo dello staff della Casa bianca. Ma, probabilmente, Trump si
sentì troppo condizionato e cercò
di riequilibrare le relazioni con il
partito creando un nucleo di fedelissimi che imponesse la propria
linea personale, enfatizzando la
diversità tra il «suo» movimento e
come elaborata dalla piattaforma
l’establishment repubblicano.
Quando e come il partito ini- politica di G.W. Bush (Cfr. C. Rice,
zierà il riassorbimento di Trump usando la
SCOVATI NELLA RETE
maggioranza nel Congresso?
Lo farà certamente, ma con prudenza e
tatticismo perché contrastare apertamente
un Trump che ha avuto
successo nel mobilitare
l’elettorato repubblicano
con lo slogan America
first potrebbe compromettere le elezioni di
medio termine (2018) e
il mantenimento della
maggioranza al Congresso o, perfino, convincere
Trump a fondare un suo
partito scissionista.
Per tale motivo la
tattica sarà di lasciare
che il «nucleo Trump» si
squalifichi da solo per
evidente inaffi dabilità,
costringendo Trump
stesso a modifi care (un
po’) lo stile e (tanto) la
linea, riportandola alla
meno protezionista, pur
americanista, Dottrina
dell’interesse nazionale
Foreign Affairs, aprile 2000) e rielaborata non troppo diversamente, nella sostanza, da
Barack Obama (dal
2013): riequilibrio commerciale via trattati di
reciprocità, ingaggio
globale solo selettivo,
ma con rilevanza degli
alleati.
Quando? Dipende
anche dalla coesione
del partito, non ancora
raggiunta, e, soprattutto, dalla formazione di un ticket con
forte leadership per le
elezioni presidenziali
del 2020, al momento
in corsa Pence e Ryan.
Pur scenario probabile,
è difficile prevederne i
tempi proprio a causa
del tatticismo necessario per il riassorbimento. È più facile suggerire
agli attori politici e del
mercato di non innervosirsi troppo nel frattempo, e ai primi di rinviare
contatti sostanziali con
Trump fino a che sarà
stato riassorbito.
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