Buon giorno a tutti. Una riflessione sulla politica sanitaria al giorno d

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Buon giorno a tutti. Una riflessione sulla politica sanitaria al giorno d’oggi. La situazione sanitaria attuale merita una riflessione molto approfondita che va al di là delle conseguenze che si avranno sul territorio. Direi che… ci risiamo perché purtroppo abbiamo a che fare con governi regionali e nazionali capaci solo di imporre tagli e tasse, e ancora tagli e ancora tasse, facendoci credere di abbassare così il debito pubblico,

eppure ogni giorno, dico ogni giorno lasciamo alle nostre spalle un debito pubblico da record.

Non è con i tagli e non è con le tasse che abbasseremo il nostro debito, ma con un piano di investimenti pubblici e privati, coraggiosi e lungimiranti.

“Chi non ha una visione lungimirante si esporrà a rischi ravvicinati”

. Il rischio che incorriamo è di non farci crescere più, e di rimanere in una condizione di indebitamento perenne e strumentalizzarlo per attuare delle riforme impopolari ma comode per qualcun’altro. Sostengo questo in quanto anche il ridimensionamento degli ospedali è l’effetto di strategie economiche sbagliate: Non dobbiamo dimenticarci che il benessere che avevamo nei decenni passati non erano garantiti per sempre, ma era legato alla crescita del Paese. Senza alcun dubbio non possiamo permetterci che un ospedale del litorale venga bersagliato da politicanti così miopi, perché sicuramente avremmo delle ripercussioni anche sul piano turistico ed attrattivo. Devono capire che le

3 esse pubbliche e cioè: scuola, sanità, e sicurezza

non si devono tagliare. Questa abitudine di tagli e di gestione della miseria sta calando in tutte le istituzioni pubbliche, negli enti territoriali nelle scuole, nelle università e nella sicurezza. Dobbiamo chiedere a chi si propone alla guida di un paese quali siano gli investimenti prioritari, su cosa il nostro Paese debba puntare e per cosa si debba lottare. In mancanza di questi punti di riferimento le persone vivono in uno stato di disorientamento e credono più ai gratta e vinci che alle promesse di un qualche futuro. Se non si interviene al più presto, non saremo certi su quali studi far intraprendere ai nostri figli dopo la terza media perché non conosciamo nemmeno la domanda di mercato futura. Se la politica attuale crede di uscire dalla crisi solo con tagli e tasse, i nostri politici versano in uno stato allucinatorio. “

Se non torniamo a crescere non ci sarà futuro. Badate che, neanche la sanità ce la possiamo permettere. Ce la permettevamo quando il Pil era tra il 2 e il 3% l’anno come negli anni 80’ e 90’. La politica è diventata la gestione dell’impoverimento. Non solo non avremmo futuro ma non possiamo permetterci neanche il passato.”

(prof. Giacomo Vaciago Università Cattolica Milano)

Per quanto io possa disdegnare il Pil come misuratore del benessere di un paese, quello che grava sulla nazione è il rapporto Deficit/Pil. ( < 3%) Bisogna comprendere che non è il deficit come valore assoluto la causa di tutti i problemi, in quanto esso possiamo ridurlo quanto di più ma è l’assenza di interventi sul Pil, quindi sulla crescita che generano i tagli. Potremmo avere anche un deficit più alto ma con un Pil in crescita il rapporto sul debito si ridurrebbe. Anche uno studente di terza media sa che se si taglia al denominatore il rapporto non può che aumentare e il rapporto Deficit/Pil continuerà a crescere. Di questo passo il debito sarà insostenibile. E inoltre si deve sapere, che un piano di investimenti generano domanda di mercato dopo 3 anni e un piano di investimenti in ricerca generano una domanda di mercato dopo 10 anni. Non abbiamo più tempo da perdere. Diversamente, la spesa sarà insostenibile e le speculazioni internazionali hanno tutto l’interesse a far fallire un paese pieno di risorse come lo è l’Italia.

Con amicizia – Andrea Mauro