Dal RAV alla realizzazione del Piano di miglioramento

Download Report

Transcript Dal RAV alla realizzazione del Piano di miglioramento

RICERCAZIONE
Dal RAV alla realizzazione
del Piano di miglioramento
RAPPORTO FINALE
a cura di Angelo Maraschiello
DESCRIZIONE DEL PROCESSO DI REALIZZAZIONE DEL PIANO DI MIGLIORAMENTO
IN ESITO ALLA RICERCAZIONE “DAL RAV AL PIANO DI MIGLIORAMENTO” REALIZZATA DALLA RETE DI TRADATE
Gruppo di progetto della Rete di Tradate
o Calogero Montagno (RESPONSABILE DEL PROGETTO)
o Angelo Maraschiello (COORDINATORE)
o Corinna Binda
o Gabriele Biucchi
o Lorella Branduardi
o Marisa Giurintano
o Donatella Iemmallo
o Angela Rosato
o Ileana Saporiti
o Roberto Valsecchi
1
Hanno partecipato alla RicercAzione “Dal RAV alla realizzazione del Piano di Miglioramento” i seguenti Istituti
1
scolastici :
IPC “P. Verri” - Busto Arsizio
ISIS “ C. Facchinetti” - Castellanza
ISIS “A. Ponti “ – Gallarate
ISIS “E. Stein” - Gavirate
ISIS “C. Volontè - Citta di Luino” - Luino
ITIS “G. Riva” - Saronno
Istituto Padre Monti - Saronno
Istituto Orsoline - Saronno
ISIS “C. A. Dalla Chiesa” - Sesto Calende
ISISS “Don Lorenzo Milani” – Tradate
ISIS “L. Geymonat” - Tradate
IIS “E. Montale” - Tradate
IIS “F. Daverio – N. Casula” - Varese
IPS “L. Einaudi” Varese
1
L’elenco è costruito in base a all’ordine alfabetico delle città dove ha sede l’istituto
2
INDICE
PREMESSA
pag.
5
CAPITOLO 1
IL MODELLO
pag.
7
CAPITOLO 2
IL PROCESSO
pag.
13
CAPITOLO 3
GLI STRUMENTI PER IL MIGLIORAMENTO
pag.
29
CAPITOLO 4
UN ESEMPIO
pag.
53
GLOSSARIO
pag.
69
ALLEGATO 1
OBIETTIVI L. 107/5 E AVANGUARDIE EDUCATIVE INDIRE
pag.
75
ALLEGATO 2.
GLI STRUMENTI PER SVOLGERE LA MICRO ANALISI
pag.
79
ALLEGATO 3
SELEZIONE DI PRODOTTI DELLE SCUOLE
pag.
99
3
PREMESSA
Il presente rapporto si prefigge di sistematizzare il lavoro svolto durante la RicercAzione “Dal RAV alla
realizzazione del Piano di Miglioramento” realizzata a seguito dell’approvazione del progetto da parte
dell’USR della Lombardia e svoltasi nel corso del 2016. Il documento rende ragione non solo dei risultati
ottenuti durante l’attuazione del progetto, ma cerca anche di modellizzare un possibile approccio per
condurre il processo di valutazione che va dall’autovalutazione fino alla rendicontazione sociale. Il Gruppo di
progetto che ha dato vita alla RicercAzione non si è limitato solo a predisporre gli strumenti necessari per
progettare il Piano di Miglioramento di un istituto scolastico, ma ha lavorato per renderlo coerente con le
fasi precedenti e quelle successive che sono nell’ordine: la predisposizione del Rapporto di autovalutazione
(che era già stata svolta) e la rendicontazione sociale (che si dovrà realizzare in futuro). Per questo motivo il
rapporto va letto in una duplice chiave:
• per avere una visione complessiva dell’intero processo per realizzare la valutazione di sistema dal punto
di vista di un istituto scolastico (come previsto dal DPR 80/13) e in questa logica sono stati scritti i
capitoli 1 e 2;
• per avere un’evidenza dei risultati realizzati dalle scuole mediante l’utilizzo degli strumenti predisposti e
in questa logica si possono leggere i capitoli 3, 4 e l’allegato 3.
L’introduzione del Sistema Nazionale di Valutazione (DPR 28 marzo 2013 n. 80) e l’approvazione della
Legge 107/15 hanno posto alle scuole la necessità di dotarsi di un progetto triennale (Piano dell’offerta
formativa triennale) che deve avere come punto di partenza il RAV (Rapporto di Autovalutazione che rende
conto delle risorse disponibili, dei risultati che la scuola ha ottenuto e degli obiettivi di miglioramento). Il
modello di valutazione introdotto in Italia nel 2013 prende in considerazione i processi chiave della scuola
rilevando, mediante un sistema articolato di misurazioni, le informazioni che permettono di tenere sotto
controllo il servizio erogato (processi educativi e organizzativi e il contesto di riferimento) e i risultati
raggiunti in relazione agli obiettivi che l’istituto scolastico si è dato. La condivisione del modello di
valutazione (fra tutte le scuole del sistema) permette di misurare la performance di ogni istituto scolastico
nella sua evoluzione temporale (valutazione diacronica) e nel confronto strutturato con altre scuole per
evitare l’autoreferenzialità (valutazione sincronica).
Il SNV pone al centro del processo il Rapporto di AutoValutazione (RAV) predisposto da un team interno
che prende in considerazione gli esiti scolastici (successo formativo, competenze di base, equità degli esiti e
risultati a distanza), il contesto e le risorse della scuola, i processi relativi alle pratiche educative (scelte
curricolari, progettazione della didattica e valutazione, sviluppo delle relazioni fra pari, inclusione,
integrazione e differenziazione continuità e orientamento) e l’ambiente organizzativo (specificità della
scuola, direzione; controllo strategico, gestione delle risorse strutturali e finanziarie e sviluppo
professionale).
Per ognuna di queste aree di analisi il SNV ha proposto alcuni strumenti di indagine (questionario scuola,
questionari rivolti a studenti, docenti e genitori) per selezionare un sistema articolato di indicatori che hanno
consentito ad ogni istituto di darsi una valutazione per ognuno degli elementi citati tali da permettere di
individuare gli obiettivi di miglioramento per il successivo triennio.
In ciascuna delle aree nelle quali sono stati suddivisi i principali processi della scuola (didattici e
organizzativi) è stata fatta una lettura interpretando i dati raccolti e i relativi benchmark per territorio e
tipologia di istituto. La lettura sinottica degli indicatori ha consentito ai DS di individuare i punti di forza e
debolezza e, a partire da questa analisi, sono stati scelti alcuni obiettivi di miglioramento. Questi, riesaminati
con l’ausilio dei valutatori esterni2, costituiscono il punto di partenza per definire un piano di miglioramento
2
Nel caso della ricerca azione la funzione di “valutatori esterni” è stata assunta dal Gruppo di progetto che ha simulato l’azione del nucleo esterno di
valutazione consentendo agli istituti partecipanti di rivedere le proprie scelte strategiche in base ad un confronto con il team e con le scelte degli
altri istituti.
4
triennale, coerente con il PTOF, al termine del quale si dovranno verificare i risultati raggiunti in relazione agli
obiettivi prefissati, per riprogettare il triennio successivo.
Questa lunga premessa serve a stabilire il punto di partenza comune delle scuole che hanno deciso di
svolgere una RicercAzione per condividere un approccio condiviso alla progettazione e attuazione del Piano
di miglioramento e, pur nella peculiarità degli obiettivi specifici di ciascuna, un monitoraggio dei percorsi
attivati e dei prodotti/risultati ottenuti.
L’esperienza dimostra che Il punto nevralgico dei progetti di miglioramento consiste nel passaggio
dall’analisi dello stato di fatto (“as is”) a quello auspicato (“to be”). Il progetto è una “scommessa” su quanto
di ciò che si è auspicato si pensa di raggiungere. E’ proprio il passaggio dall’analisi dei dati all’individuazione
dei problemi sui quali “centrare” il Piano di Miglioramento il punto più critico dell’intero processo. Su questo
nodo il documento cerca di fornire indicazioni e strumenti per realizzare (e controllare) l’intero processo.
Questa premessa dà ragione anche del titolo che è stato assegnato alla Ricercazione: “Dal RAV alla
realizzazione del Piano di Miglioramento3”.
3 Un’ampia letteratura (si pensi alla “Qualità”) suggerisce di prestare una particolare attenzione alla coerenza fra tutti gli snodi che delineano un
processo di miglioramento (analisi, individuazione dei punti di debolezza, definizione degli obiettivi, progettazione, realizzazione, controllo e
riprogettazione). Per questo motivo l’approccio deve basarsi sulla condivisione di procedure (adattabili ad ogni contesto) che prevedono fasi di
lavoro e un repertorio di strumenti operativi che consentano di realizzare un modus operandi comune.
5
CAPITOLO 1:
IL MODELLO
6
Nello schema seguente viene descritto graficamente il modello di riferimento utilizzato nella
RicercAzione: "Dal RAV alla realizzazione del Piano di miglioramento". Lo schema evidenzia il punto di
partenza imperniato sul Rapporto di Autovalutazione, una raccolta strutturata di dati relativi al contesto, ai
risultati e ai processi (un vero e proprio check-up di istituto), che consiste in un’ "ANALISI MACRO" del
servizio scolastico che restituisce una visione sistemica della scuola.4
Il modello proposto5 ha come punto di avvio l’analisi macro (FASE A) che produce in esito il “Rapporto di
autovalutazione” nel quale sono indicate (vedi punto 5 del RAV) le priorità strategiche e gli obiettivi di
processo che ogni scuola si prefigge di raggiungere in base alle conclusioni in esito all’autovalutazione.
Il passaggio alla definizione del Piano di Miglioramento non è “automatico”, richiede, anch’esso, un’analisi
approfondita delle criticità e delle cause che le hanno determinate che deve coinvolgere tutti i soggetti
responsabili della scuola. Pertanto prima di passare alla definizione del Piano di Miglioramento è necessario
condurre un' “analisi Micro"6 per far emergere i nodi problematici ed individuare possibili strategie
d’intervento e le azioni da realizzare. Il Piano di Miglioramento non è altro che la pianificazione delle azioni
progettuali che servono ad implementare le soluzioni individuate per risolvere i nodi problematici (criticità)
della scuola.
Come è noto il DPR 80/2013 ha istituito il Servizio Nazionale di Valutazione che coinvolge tutte le
scuole italiane ed è finalizzato al miglioramento della qualità dell'offerta formativa e degli apprendimenti,
promuovendo l'efficacia e l'efficienza del sistema educativo di istruzione e formazione in coerenza con
quanto previsto dall'articolo 1 del decreto legislativo 19 novembre 2004, n. 2867.
4
Per svolgere quest’analisi è necessario utilizzare gli strumenti proposti dal SNV, anche se nessuno vieta alle scuole di ricorrere anche ad altri
strumenti di rilevazione purché si tenga presente che permane il vincolo di riferirsi allo stesso set di indicatori individuato dal SNV. In ogni caso
l’adozione di strumenti di rilevazione condivisi dà il vantaggio di poter realizzare un confronto strutturato con parametri di riferimento
(benchmark) relativi alla propria tipologia di scuola e al proprio ambito territoriale e ad altri ancora.
5
Il modello fa riferimento all’art. 6 del Decreto Del Presidente Della Repubblica 28 Marzo 2013, N. 80.
6
Nell’allegato n. 2 svengono presentati alcuni strumenti utili per condurre l’analisi “micro” dei nodi problematici della scuola.
7
L’Art. 1 del Dlgs 19 novembre 2004, n. 286 istituisce il Servizio nazionale di valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione. Al comma
1 vengono definiti i fini: “… ai fini del progressivo miglioramento e dell'armonizzazione della qualità del sistema educativo definito a norma della
legge 28 marzo 2003, n. 53, è istituito il Servizio nazionale di valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione con l'obiettivo di
valutarne l'efficienza e l'efficacia, inquadrando la valutazione nel contesto internazionale. Per l'istruzione e la formazione professionale tale
7
Il processo della valutazione di sistema della scuola, come evidenzia il grafico, si articola in quattro fasi:
A. AUTOVALUTAZIONE. Il processo viene innescato da un’attività di autovalutazione della scuola che si
realizza in tre attività:
1. Analizzare e verificare il servizio scolastico sulla base dei dati e degli strumenti resi disponibili dal
MIUR8 all’INVALSI9 e/o reperiti dalla scuola stessa10;
2. Elaborare un rapporto di autovalutazione il cosiddetto RAV che viene prodotto sulla base di un
format predisposto dal MIUR;
3. Definire una prima ipotesi di obiettivi di miglioramento per confrontarsi con i vari portatori di
interesse e con il team di valutazione esterna per scegliere in quale direzione impegnarsi per
migliorare la qualità del servizio erogato.
B. VALUTAZIONE ESTERNA (DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI DI MIGLIORAMENTO)
Individuare, con l’assistenza del team di valutatori esterno, le situazioni da sottoporre a verifica,
l’analisi degli indicatori di efficacia e efficienza e degli eventuali gap rispetto ai benchmark di
riferimento per ridefinire in modo condiviso gli obiettivi di miglioramento da perseguire e sui quali
verrà valutata la scuola e il suo dirigente.
C. PIANO DI MIGLIORAMENTO (PROGETTAZIONE E REALIZZAZIONE DEL PIANO DI MIGLIORAMENTO
Progettare e realizzare gli interventi migliorativi anche con la collaborazione di INDIRE, Università,
esperti, associazioni professionali e culturali e monitorare le attività pianificate producendo un
report finale.
D. RENDICONTAZIONE SOCIALE
Progettare il documento per la rendicontazione sociale (Bilancio sociale) da pubblicare e diffondere
presso i portatori di interesse della comunità di riferimento per garantire trasparenza e
condivisione dell’impegno delle risorse e dei risultati ottenuti (accotability11).
La prima fase del processo (l’autovalutazione) è stata realizzata da tutte le scuole coinvolte seguendo il
protocollo proposto dallo stesso SNV con i relativi strumenti (questionario scuola, questionari studenti, ecc.).
Nell’esperienza realizzata dalla maggior parte delle scuole, nel momento attuale di passaggio dalla
sperimentazione al pieno funzionamento del sistema di valutazione nazionale, i tempi per la realizzazione
dell’intero processo possono essere stimati come indicato nella seguente tabella.
valutazione concerne esclusivamente i livelli essenziali di prestazione ed è effettuata tenuto conto degli altri soggetti istituzionali che già operano a
livello nazionale nel settore della valutazione delle politiche nazionali finalizzate allo sviluppo delle risorse umane …”
8
Gli istituti scolastici possono accedere ai dati del Sistema informativo Sidi che rende disponibili, oltre a molti altri, i dati sulle iscrizioni, sugli esiti
scolastici, sugli abbandoni, sulla composizione dell’organico, ecc. Inoltre il sito http://cercalatuascuola.istruzione.it/ consente di accedere ai
documenti significativi di ogni istituto scolastico (PTOF, RAV, ecc.). Il MIUR ha fornito anche il questionario scuola e i questionari di customer
satisfaction, per realizzare l’autovalutazione di istituto.
9
Ogni istituto può registrarsi nel sito https://invalsi-serviziostatistico.cineca.it/ per accedere ai dati statisti relativi alla valutazione degli
apprendimenti in esito alle prove INVALSI.
10
Ogni istituto può reperire, motu proprio, dati significativi per la propria autovalutazione cercando ovviamente di raccogliere le informazioni utili per
valutare aspetti significativi della propria mission. Per esempio se un punto importante del proprio PTOF è il coinvolgimento di studenti e famiglie
nella vita della scuola sarà necessario raccogliere i dati per avere indicatori quali: tasso di assenteismo degli studenti, il livello di partecipazione delle
famiglie nei consigli di classe, ecc.)
11
Il termine accountability in italiano viene spesso usato nei termini simili all’inglese responsibility, che spesso evoca la dimensione contabile ed
amministrativa, e quindi dovere, obbligo, rendicontazione. Per non rischiare di farsi travolgere dall’ampia varietà delle definizioni e degli utilizzi qui
lo si intende nel core sense del termine inglese e cioè: «A è accountable verso B quando A è obbligato a informare B circa le proprie azioni e le
proprie decisioni, a giustificarle/spiegarle e ad affrontarne le conseguenze nel caso di un’eventuale cattiva gestione». Dunque per accountability
intendiamo «quei meccanismi che regolano la relazione tra fornitori di servizi finanziati o partecipati da finanziamenti pubblici e fruitori degli stessi
servizi (nel nostro caso servizi di istruzione e formazione) che vincolano i primi a rendere i secondi edotti delle azioni intraprese per loro conto (nel
loro interesse) e consentono ai secondi di giudicare e, eventualmente, intraprendere azioni contro i primi, sulla base delle informazioni e delle giustificazioni ricevute».
8
TEMPI
FASE/ATTIVITA’
RESPONSABILE
ENTRO GENNAIO
COMPILAZIONE DEL QUESTIONARIO SCUOLA
DIRIGENTE SCOLASTICO
ENTRO FEBBRAIO
Compilazione questionario insegnanti, studenti e genitori
Restituzione indicatori Questionario Scuola
Dirigente scolastico
INVALSI
ENTRO MARZO
Restituzione indicatori questionari docenti, studenti, genitori
Consegna RAV in formato elettronico
INVALSI
Dirigente scolastico
APRILE – MAGGIO
Analisi del Rapporto di autovalutazione
Visite di valutazione
Team di val. interno
Contingente ispettivo
MIUR
ENTRO LUGLIO
Definizione del Piano di Miglioramento
Team di val. interno
Dirigente scolastico
GENNAIO –
DICEMBRE
RicercAzione:
“Dal RAV alla realizzazione del Piano di miglioramento”
Rete di Tradate
DA GENNAIO
A FINE TRIENNIO
Realizzazione del Piano di miglioramento
Team di val. interno
Gruppi di progetto
FINE TRIENNIO
Verifica degli esiti del piano di miglioramento
Contingente ispettivo
MIUR - USR
EX POST
Rendicontazione sociale
(pubblicazione e diffusione dei risultati raggiunti)
Team di val. interno
Dirigente scolastico
Il cronogramma descrive la distribuzione temporale di ciascuna fase e nella fascia evidenziata il punto in
cui si è realizzata la RicercAzione di cui si rende conto con questo rapporto finale.
E’ il caso di ricordare che la valutazione di sistema è un processo che, attraverso l’interpretazione del
valore assunto da un insieme di indicatori rappresentativi dei processi chiave mediante il confronto con un
insieme di criteri predefiniti, consente di prendere decisioni finalizzate a modificare il sistema stesso nella
direzione voluta. E’ necessario, perciò, dotarsi di un sistema informativo che consenta di raccogliere in modo
sistematico ed efficiente i dati che servono per tenere sotto controllo il “Sistema scuola”. Creare un sistema
informativo è un’operazione complessa e costosa, per questo è opportuno stimarne i costi ed evitare sprechi
di risorse. Si deve prestare attenzione a non raccogliere dati senza aver prima individuato quelli che servono
realmente evitando duplicazioni, recuperandoli da fonti esistenti (es. “Scuola in Chiaro” e SIDI o altre
ancora). Si dovranno realizzare raccolte di dati solo se questi non siano disponibili presso fonti accessibili.
Inoltre è utile tenere presenti queste indicazioni:
• coinvolgere la comunità scolastica e i principali portatori d’interesse (studenti, docenti, personale,
famiglie, istituzioni e associazioni locali, imprese, ecc.);
• comunicare degli esiti dell’autovalutazione (RAV) e del Piano di Miglioramento per favorire la
condivisione dell’informazione e delle decisioni da prendere con tutti i portatori di interesse;
• rendere trasparenti le scelte e le priorità in quanto ogni componente della scuola ha un «punto di
vista» legittimo su ciò che è prioritario e le decisioni devono essere il più possibile partecipate;
• allocare le risorse disponibili sui Progetti di miglioramento decisi e programmati dal Piano del
Miglioramento;
• definire le modalità di monitoraggio e valutazione del PdM predisponendo il sistema informativo atto
a gestire le informazioni necessarie per valutare l’efficacia e l’efficienza del servizio scolastico in
seguito alla realizzazione del Piano di miglioramento.
9
Nella tabella successiva si rappresenta la procedura dettagliata dell’intero percorso effettuato dalle
scuole coinvolte. Rispetto al modello delineato dal D.P.R. 80/2013 si sono introdotte alcune azioni specifiche
che si richiamano brevemente:
•
nella Fase B, che prevede, in base alla norma, il contributo del Team esterno di valutazione per
concordare gli obiettivi di miglioramento, si è enfatizzata l’attività di analisi e progettazione del
miglioramento attribuendo il ruolo di valutatore esterno al Gruppo di progetto della RicercAzione
(Rete di Tradate) includendo in questa fase la progettazione del Piano di Miglioramento;
•
nella Fase C si è posta maggiormente l’enfasi sulla realizzazione e monitoraggio del Piano di
Miglioramento che dovrebbe avere un respiro triennale ed includere la valutazione degli esiti in
funzione della riprogettazione del PTOF;
•
nella Fase D si è cercato di delineare come realizzare la rendicontazione sociale (documento di
Bilancio Sociale) al termine del periodo di osservazione del Piano di Miglioramento. In questo
modo si sono delineate le condizioni per poter proseguire il progetto negli anni successivi.
In tabella si sono riportate, perciò, tutte le fasi e attività previste dal sistema nazionale di valutazione,
anche se la ricerca azione ha lavorato in prevalenza sulla Fase B e in parte sulla Fase C. Nelle varie colonne si
sono inserite le attività svolte o da svolgere (COSA), il soggetto responsabile delle varie attività (CHI), i tempi
di realizzazione (QUANDO) e gli strumenti necessari per realizzarle (COME). Vista l’economia di questo
studio si è omesso la parte economica (QUANTO) altrettanto importante ai fini della fattibilità, ma che è
stata lasciata alle responsabilità delle singole scuole. Ci si è limitati solo a proporre fra gli strumenti anche
una scheda budget che può essere utile per realizzare una Scheda di progetto per il bilancio della scuola.
Come anticipato in precedenza la RicercAazione prende in considerazione le fasi successive
all’autovalutazione (FASE A) e cioè quelle relative alla progettazione del piano di Miglioramento (FASE B),
alla sua realizzazione (FASE C). Di quest’ultima fase si sono definiti gli strumenti e le modalità del loro
utilizzo. Ovviamente il processo è in itinere e non è possibile in questo rapporto dare ragione anche dei
risultati del quale si darà conto nel rapporto che verrà redatto al termine della prossima annualità.
Ovviamente la Fase D relativa alla rendicontazione sociale viene solo descritta e verrà realizzata al
termine della fase C.
10
DAL RAV ALLA REALIZZAZIONE DEL MIGLIORAMENTO: IL PROCESSO (FASI E ATTIVITÀ)
COSA
CHI
QUANDO
COME
A. AUTOVALUTAZIONE
Gen-feb
1. PIANIFICARE L’AUTOVALUTAZIONE
a. Condividere finalità e criteri dell’autovalutazione
b. Individuare le fonti dei dati
c. Definire gli strumenti per la raccolta dati
DS
Team Valut.
Team Valut.
Team Valut.
Team Valut.
Team Valut.
Team Valut.
Team Valut.
RAV – “Scuola in Chiaro”
Mag
4. COMUNICARE ESITI AI PORTATORI DI INTERESSE
a. Pubblicare il RAV
b. Diffondere il RAV fra gli stakeholder
Quest. MIUR – Schede dati
RAV (MIUR) – Sis. Inf. scuola
Apr
3. ANALIZZARE I RISULTATI
a. Confrontare gli esiti con parametri di riferimento
b. Individuare le criticità
c. Individuare prima ipotesi di obiettivi di processo
Quest. MIUR – Schede dati
Feb-mar
2. REALIZZARE LA RACCOLTA DATI
a. Raccogliere i dati
b. Elaborare le informazioni
Linee guida MIUR
DS
Team Valut.-DS
Pubbl. su sito scuola e MIUR
Piano di diffusione RAV
B. PROGETTARE IL PIANO DI MIGLIORAMENTO (DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI DI MIGLIORAMENTO)
1.
2.
3.
VERIFICA DI COERENZA DEGLI OBIETTIVI DI PROCESSO (*)
Team Valut.
a. Verifica di coerenza
Team Valut.
b. Analisi di fattibilità
INDIVIDUARE I GRUPPI DI PROGETTO
a. Scegliere gli obiettivi sui quali lavorare
b. Individuare i Progetti di miglioramento da
realizzare e i Gruppi di progetto responsabili
c. Analizzare le cause delle criticità
d. Progettare le azioni di miglioramento
Mag
Tabella 1 (Analisi coerenza)
Tabella 2 (Analisi fattibilità)
Mag
Team Valut. - DS
Tabella 2
Team Valut.-DS
Tabella 3 (Risultati attesi)
Gruppi di Progetto
Gruppi di Progetto
Strumenti produttività di gruppo
Tabella 4 (Obiettivi-Azioni))
Tabella 5 (Diagramma di GANTT)
e. Definire le risorse necessarie (Budget)
Gruppi di Progetto
Tabella 6 (Monitoraggio)
Tabella 7 (Budget )
APPROVARE IL PIANO DI MIGLIORAMENTO
DS - OO.CC.
giu-lug
Format Piano di Miglioramento
C. REALIZZARE IL PIANO DI MIGLIORAMENTO
1.
2.
3.
ATTUARE LE AZIONI PROGETTUALI
MONITORARE LE AZIONI PORGETTUALI
a. Raccogliere i dati per il monitoraggio
b. Realizzare gli incontri di verifica intermedi
Gruppi di progetto
Ott.-Giu
Team Valut.
Ott.-Giu
Team Valut.
Team Valut.
VALUTARE GLI ESITI E DIFFONDERE I RISULTATI DEL PdM
a. Elaborare dati monitoraggio
b. Redigere il Rapporto sugli esiti del PdM
c. Approvare il Rapporto sugli esiti del PdM
Tabelle 6 (Monitoraggio)
Termine PdM
Team Valut.
Tabella 8 (Valutazione miglior.)
Tabella 9 (Piano diffusione)
Schema di report
Delibera OO.CC.
Team Valut.
Collegio Docenti
D. RENDICONTAZIONE SOCIALE
1.
Progettare le modalità di diffusione dei risultati
2.
Predisporre il documento di rendicontazione
sociale (Bilancio sociale)
Presentare il Bilancio sociale alla comunità di
riferimento
3.
Team Valut.
Post PdM
Tabella 9 (Piano diffusione)
Team Valut.
Schema Bilancio sociale
Team Valut.- DS
Seminario-Convegno
(*) Questa fase viene svolta con la consulenza del Team di Valutazione esterno (contingente ispettivo MIUR) ed ha lo scopo di riesaminare quando è stato
proposto nel rapporto di autovalutazione con un soggetto esterno che passa garantire la coerenza degli obiettivi scelti con gli obiettivi generali di sistema.
11
CAPITOLO 2:
IL PROCESSO
12
Nelle pagine seguenti si descrive dettagliatamente il processo di lavoro rappresentato in forma
tabellare nella pagina precedente e realizzato durante la RicercaAzione. Si tenga in considerazione che la
FASE A (Autovalutazione) è stata realizzata in autonomia da ciascun istituto coinvolto secondo le
modalità previste dal protocollo MIUR; mentre la RicercAzione è partita con la FASE B (Progettare il
Piano di Miglioramento) ed è continuata con la FASE C (Realizzazione del Piano di Miglioramento). La
fase D (Rendicontazione sociale) verrà realizzata successivamente al termine del triennio nel quale si
sviluppa il Piano di Miglioramento e prevede la progettazione e stampa del documento di “Bilancio
sociale” e la sua diffusione fra i vari portatori di interesse.
Le fasi e le attività descritte sono state realizzate con diverse modalità e impegno di risorse da parte
dei soggetti coinvolti. La descrizione che segue non entra nel merito di queste ma evidenzia i passaggi
logici e necessari e per garantire una buona probabilità di successo della “buona pratica” qui descritta.
FASE A. AUTOVALUTAZIONE
Ogni scuola ha nominato un responsabile per la valutazione di sistema (affiancato da vari collaboratori)
che ha coordinato tutti i passaggi richiesti dall’autovalutazione (raccolta dati, incontri di sensibilizzazione,
imputazione dei dati sul portale) fino alla redazione del RAV.
Passo 1. Pianificare l’autovalutazione
La produzione del RAV richiede una pianificazione di una serie di operazioni necessarie per
responsabilizzare tutti i soggetti ce devono fornire i dati necessarie ai fini di una corretta lettura dei
punti di forza e debolezza della scuola. Le seguenti operazioni sono indispensabili.
a. Condividere finalità e criteri dell’autovalutazione.
Il DS ha proposto al Collegio Docenti la nomina di un nucleo interno per la valutazione di sistema
individuando al suo interno il docente responsabile. Questo passaggio ha consentito di formalizzare le
responsabilità di ciascuno (Responsabile, componenti del nucleo di valutazione e Collegio docenti)
legittimando il ruolo dei docenti incaricati. A seguito di quest’investitura ogni Nucleo di valutazione
interno ha realizzato incontri informativi rivolti alle varie componenti della comunità scolastica per
illustrare significati, conseguenze ed impegno che la redazione del Rapporto di Autovalutazione
comporta per la scuola.
b. Individuare le fonti dei dati
Il primo compito assolto dai nuclei di valutazione interni è stato quello di creare le condizioni per un
“sistema informativo” interno finalizzato alla redazione del RAV. E’ stato necessario individuare i dati
richiesti dal protocollo MIUR e soprattutto la fonte dove reperirli. La fonte informativa principale è
stata lo stesso sistema informativo del Ministero che per ogni istituto ha fornito una base informativa
fondamentale in merito agli organici e soprattutto agli esiti scolastici dell’ultimo quinquennio. Ma le
scuole sono state impegnate anche ad individuare altre fonti informative necessarie per avere un
quadro completo del contesto sul quale insiste la scuola. In questo senso si è fatto ricorso a tre fonti
principali:
• la segreteria didattica dell’istituto;
• i soggetti della comunità scolastica dai quali trarre informazioni sulle rispettive percezioni
(docenti, genitori e studenti);
• portali istituzionali per le informazioni relative al conteso socio-economico.
13
c. Definire gli strumenti per la raccolta dati
Il passo successivo è consistito nella predisposizione degli strumenti di rilevazione necessari per
raccogliere i dati. Quasi tutte le scuole sono ricorsi ai questionari di soddisfazione predisposti dal MIUR
per rilevare la percezione dei vari portatori di interesse, mentre per i dati strutturali o del contesto
sono state predisposte opportune schede affidate di volta in volta ad un membro del comitato per la
raccolta dati opportuna.
Passo 2. Realizzare la raccolta dati
La semplice raccolta dati non è stata sufficiente per poter compilare tutte le sezioni del Rapporto di
Autovalutazione in quanto spesso i dati elementari dovevano essere elaborati per ottenere gli indicatori
richiesti dal protocollo MIUR. Si è reso perciò necessario effettuare prima la raccolta dei dati e
successivamente farne un’elaborazione appropriata in base agli indicatori richiesti.
a. Raccogliere i dati
Il nucleo di valutazione ha provveduto a distribuire i questionari di percezione ai vari soggetti interessati
(il criteri di selezione dei soggetti intervistati sono stati molto vari: alcuni hanno realizzato la raccolta a
campione, altri su tutto l’universo, altri ancora con criteri casuali). I questionari sono stati raccolti a cura
del Nucleo di valutazione ed elaborati per ottenere gli indicatori richiesti. Analogamente si è proceduto
per i dati di contesto e sui risultati scolastici.
b. Elaborare le informazioni
La fase di elaborazione dei dati ai fini dell’immissione delle informazioni richieste è stata svolta dai nuclei
di valutazione interna senza particolari problematiche.
Passo 3. Analizzare i risultati
L’analisi dei risultati della raccolta dati che ha “fotografato” la scuola è stata condotta seguendo il
protocollo predisposto dal MIUR che è sintetizzabile nella seguente sequenza di attività.
a. Confrontare gli esiti con parametri di riferimento
I nuclei di valutazione hanno potuto svolgere un’analisi comparata dei molti indicatori con scuole simili
o di contesti territoriali comuni. Il confronto si è potuto fare, per molti indicatori, anche in modo
diacronico con se stesse rispetto al quinquennio precedente.
b. Individuare le criticità della scuola
In seguito alla lettura dell’insieme degli indicatori ogni scuola ha provveduto ad individuare le criticità
esistenti nei vari processi chiave in relazione alle priorità indicate nel RAV stesso.
c. Individuare prima ipotesi di obiettivi di processo
Infine si è provveduto ad individuare gli obiettivi di processo
considerazione dal Piano di miglioramento (vedi sezione 5 del RAV).
che dovranno essere presi in
Passo 4. Comunicare esiti ai portatori di interesse
Il RAV non è riservato ai soli soggetti che gestiscono la scuola. Non è un atto conclusivo ma un punto di
partenza, cioè uno strumento che, fotografando lo stato attuale del servizio scolastico in tutti i suoi
aspetti, consente di svolgere l’analisi “macro” della scuola per individuare i punti di forza (da mantenere)
e le criticità (sulle quali lavorare). Per la sua struttura e per le informazioni che contiene si rivolge ad una
pluralità di soggetti che devono essere informati del suo contenuto affinché ciascuno per le proprie
responsabilità si possa attivare per realizzare il proprio compito.
14
Proprio per questo i responsabili dei Nuclei di Valutazione interni (Team di Valutazione) si sono attivati
per diffondere il documento fra le varie componenti della comunità scolastica (studenti, docenti,
genitori e altri portatori di interesse) e successivamente12 per pubblicare formalmente il RAV sul sistema
informativo.
a. Pubblicare il RAV
La pubblicazione formale del RAV deve essere effettuata sul portale del Sistema Nazionale di
Valutazione (http://www.istruzione.it/snv/index.shtml) mediante le credenziali in possesso di ciascun
istituto. La pubblicazione del documento è aperta a tutti i cittadini interessanti che possono visionarlo
accedendo al portale “Scuola in chiaro”13. Il servizio è di particolare interesse perché consente di svolgere
le comparazioni fra istituti simili ed avere così un quadro non autoreferenziale della propria scuola.
Tutte le scuole coinvolte nella RicercAzione hanno realizzato nei tempi previsti il RAV e hanno pubblicato
il documento sul portale del SNV. Nella tabella seguente è interessante analizzare le priorità strategiche
scelte dalle scuole della rete.
TIPOLOGIA DI PRIORITA'
Risultati scolastici
Risultati nelle prove standardizzate nazionali
Risultati a distanza
Competenze chiave e di cittadinanza
TOTALE PRIORITA'
N
15
6
2
14
37
%
40,5
16,2
5,41
37,8
100,0
Come si può leggere le priorità più scelte riguardano gli esiti scolastici e le competenze chiave di
cittadinanza che sono state scelte da circa il 40% degli istituti. Molti di meno si sono interessati al
confronto strutturato degli esiti di apprendimento con le prove standardizzate nazionali e meno ancora
sui risultati a distanza ottenuti dagli studenti diplomati. Non si sono indagate le ragioni di queste scelte, si
può solo rilevare che le scuole si sono concentrate più sugli obiettivi interni di miglioramento che sul
confronto con l’esterno. Anche questa osservazione aiuta a riflettere sulla necessità di apertura alla
cultura della valutazione che deve essere fatta anche con parametri di riferimento di sistema
(benchmark) che consenta di superare l’autoreferenzialità degli istituti sui soli processi interni.
La formulazione degli obiettivi di processo, inevitabilmente, è stata influenzata dalla scelta delle priorità.
La tabella seguente mette in evidenza le aree di processo all’interno delle quali sono stati scelti gli
obiettivi di miglioramento da perseguire.
TIPOLOGIA DEGLI OBIETTIVI DI PROCESSO
Ambiente di apprendimento
Continuità e orientamento
Curricolo progettazione e valutazione
Inclusione e differenziazione
Integrazione con il territorio e rapporti con le famiglie
Orientamento strategico e organizzazione della scuola
Sviluppo e valorizzazione risorse umane
TOTALE
N
18
11
25
13
10
12
12
101
12
%
17,8
10,9
24,8
12,9
9,9
11,9
11,9
100,0
Non tutte le scuole sono riusicte a svolgere preliminarmente la condivisione degli esiti prima della pubblicazione, pressate da tempi effettivamente
ristretti in molti casi la pubblicazione è avvenuta prima della condivisione dei gli esiti del RAV.
13
Su “Scuola in chiaro (http://cercalatuascuola.istruzione.it/cercalatuascuola/) è possibile rintracciare i RAV di tutte le scuole italiane statali e paritarie
(oltre il 95% delle scuole ha pubblicato il documento).
15
Le aree di maggior interesse delle scuole riguardano prevalentemente gli aspetti interni: il curricolo di
studi (25%), l’ambiente di apprendimento (18%), la continuità e l’orientamento (11%) e l’inclusione e meno
quelli esterni: differenziazione (13%), aspetti esterni relativi all’integrazione con il territorio (9%) e agli
orientamenti strategici della scuola (12%). Anche in merito allo sviluppo del capitale umano si è dedicato
meno interesse (12%). Il quadro delle scelte fatte con l’analisi macro (il rapporto di autovalutazione) dà
pertanto un’immagine significativa del punto di partenza della RicercAazione.
Durante la prima giornata di start up è stato svolto un lavoro di mappatura degli obiettivi di processo per
rendere trasparente a tutti i partecipanti i punti di partenza di ciascuno e consentire eventuali “collaborazioni”
durante la fase di sviluppo della ricerca.
b. Diffondere il RAV fra i portatori di interesse.
La prima giornata di star up della ricerca è servita anche per mettere il focus su questo principio:
“la valutazione di sistema e il conseguente piano di miglioramento è un processo che deve coinvolgere
tutta la comunità scolastica e tutti gli organi decisionali che la governano. Per questo è necessario svolgere
un’azione informativa che permetta a tutti i soggetti attivi nella scuola di conoscere e condividere il punto di
partenza in modo di poter essere una risorsa responsabile nel momento in cui si definisce la direzione nel quale
lavorare per migliorare il servizio scolastico”.
L’azione di diffusione degli esiti dell’autovalutazione (RAV) è fondamentale per alimentare la
consapevolezza delle scelte che si vanno a fare successivamente. Questa consapevolezza aumenta il livello di
consenso sulle scelte che vengono fatte in modo partecipato e responsabile. Questo approccio, nelle
intenzioni, dovrebbe aumentare le probabilità di successo del Piano di miglioramento.
Nello specifico caso delle scuole delle Rete di Tradate si è convenuto, per chi ancora non lo avesse fatto
con sufficiente energia, di attuare azioni informative nei confronti delle varie componenti dell’istituto.
Quest’attività ha contribuito a far prendere piena coscienza del significato del RAV e della comprensione
delle suo impatto sulla vita della scuola.
Grazie a questa azione qualche istituto ha rivisto le proprie decisioni in merito agli stessi obiettivi di
processo individuati e formalizzati nel luglio 2015, riformulandoli in funzione di una più attenta lettura dei dati
raccolti e delle osservazioni mosse da Dipartimenti, Gruppo genitori e altre figure significative delle scuola.
Non ultimo ha avuto una certa influenza il confronto strutturato fra le scuole che ha offerto ad ogni
responsabile della valutazione d’istituto un punto di vista esterno utile per decidere. In un certo senso il
confronto fra le scuole durante le fasi di start up ha svolto la funzione del nucleo esterno di valutazione con i
quali le scuole dovranno abitarsi ad interagire in futuro. In effetti il lavoro svolto nella prima giornata di start
up è stato di tipo consulenziale, cioè orientato a far riflettere sulle scelte effettuate alla luce degli obiettivi
nazionali e regionali e dei dati oggettivi emersi dall’autovalutazione.
FASE B: PROGETTARE IL PIANO DI MIGLIORAMENTO14
La seconda giornata di start up è servita per innescare la FASE B finalizzata a redigere il Piano di
Miglioramento attraverso 5 passi successivi descritti di seguito.
Passo 1. Verifica di coerenza degli obiettivi di processo
a) Verifica di coerenza
La prima attività ha avuto lo scolpo di rispondere alle seguenti domande: "Ci sono nessi tra obiettivi e
priorità/traguardi ?”, “ Ci sono ridondanze tra obiettivi individuati?”, “Gli obiettivi coprono tutti gli aspetti
delle priorità dichiarate in modo efficace e completo?".
Si è verificato se la scelta degli obiettivi di processo fatta all'atto della chiusura del RAV era coerente
rispetto alle scelte strategiche della scuola. Si è proceduto in questo modo:
14
Le attività relative a questa fase sono state condotte ricorrendo a focus group partecipati dalle figure responsabili dei vari servizi scolastici di volta in
volta coinvolti (dipartimenti, consigli di classe, responsabile amministrativo, responsabile della sicurezza e altri ancora).
16
1. utilizzando la Tabella 1 (vedi capitolo 3) si sono Individuate le "Area di Processo" in base alle
tipologie indicate nel RAV (Curricolo, ambiente di apprendimento, ecc.) e si sono definiti gli “Obiettivi di
processo” specificati nel par. 5 del RAV;
2. si sono poi inseriti nelle colonne contrassegnate dal titolo "CONNESSIONE ALLE PRIORITA”, le priorità
indicate nel par. 5 del RAV;
3. nel caso in cui vi era coerenza tra obiettivi e priorità si è contrassegnata con una “X” la cella relativa, al
contrario le celle non coerenti sono state lasciate in bianco.
Ovviamente gli obiettivi senza "X", cioè che non impattano nessuna priorità, sono incoerenti e sono stati
"accantonati" a favore degli obiettivi di processo che al contrario erano coerenti rispetto alle priorità della
scuola.
b) Analisi di fattibilità
Il passo precedente ha permesso di individuare gli obiettivi di processo coerenti con le priorità strategiche,
ma questi potrebbero essere molto numerosi e non si può pensare di perseguirli tutti. E’ necessario perciò
individuare quali sono quelli più importanti che, se raggiunti, possono dare significativi miglioramenti al
servizio scolastico. In sostanza si è cercato di rispondere alle seguenti domande: “Quali sono gli obiettivi
più importanti?”, “Quali sono quelli che hanno maggior impatto sulla qualità del servizio scolastico”, “Su
quali obiettivi è opportuno concentrare le risorse a disposizione?". E' stata necessaria una riflessione sia
sul livello di importanza di ogni obiettivo sia sul grado di fattibilità (impatto). Si è proceduto così:
1. Utilizzando la Tabella 2 (vedi capitolo 3) si sono riprodotti nelle colonne A e C le "Aree di processo" e gli
"Obiettivi di processo" coerenti con le priorità strategiche della scuola (vedi tabella 1) indicando nelle
colonne D (Fattibilità) e E (Impatto) il rispettivo grado di rilevanza utilizzando la scala seguente:
1= nulla/o 2= poca/o 3= abbastanza 4= molta/o 5= moltissima/o.
2. Si è riportato nella colonna F (“Rilevanza dell’intervento”) il prodotto fra il grado di "Fattibilità"
(colonna D) e il livello di "importanza/IMPATTO". Esempio Fattibilità 3 ("abbastanza fattibile") impatto
4 ("molto impatto"), Prodotto = 12.
Passo 2. Individuare i gruppi di progetto
Si prefigge di rispondere a queste domande: "Quali sono gli obiettivi che s'intendono raggiungere nel
prossimo triennio (anno) scolastico? Quali risultati ci si attende da ciascun obiettivo di processo scelto? Quali
indicatori dovranno essere utilizzati per capire se quella che si sta seguendo è la giusta direzione, al fine di
raggiungere gli obiettivi previsti? In che modo saranno misurati?". Si sono svolte due attività:
a. Scegliere gli obiettivi sulle quali lavorare
In base all’analisi di fattibilità si è scelta la soglia per selezionare gli obiettivi che si intende perseguire da
quelli che, per il momento, vengono posti in attesa per essere affrontati in futuro. Utilizzando la tabella 2
procedere si è proceduto nel seguente modo:
1. definizione della soglia per discriminare gli obiettivi rilevanti da quelli secondari (es. soglia = 20);
2. indicazione nella colonna "Obiettivi rilevanti" degli obiettivi che superano la soglia;
3. evidenziazione degli obiettivi rilevanti oggetto del Piano di miglioramento.
b. Individuare i Progetti di miglioramento da realizzare e i Gruppi di progetto responsabili
Si è proceduto in questo modo:
1. si sono riportati nelle prime colonne della Tabella 3 (vedi capitolo 3) gli obiettivi di Processo rilevanti
sui quali si intende lavorare;
2. definizione dei risultati attesi e i relativi indicatori di monitoraggio che si intendono utilizzare per
verificare il raggiungimento degli obiettivi prefigurati, individuando anche le modalità di rilevazione
di quest’ultimi ovvero i dati necessari per tenere sotto controllo gli obiettivi da perseguire;
17
3. indicazione nella colonna “Gruppi di progetto” dei gruppi di lavoro cui viene affidata la responsabilità
di elaborare un'analisi delle cause della “Criticità” connessa all'obiettivo di processo, le possibili
soluzioni e la pianificazione di un progetto di miglioramento.
N.B. I progetti di miglioramento elaborati dai vari Gruppi di progetto, costituiscono (di fatto) il Piano di
Miglioramento dell'istituzione scolastica.
c.
Analizzare le cause delle criticità
L’analisi delle cause che determinano la criticità è l’attività cruciale della FASE B perché essa deve
cercare di definire “cosa fare” per ridurne gli effetti negativi determinando il miglioramento
desiderato, cioè quali azioni mettere in campo? Il Gruppo di progetto della RicercAzione ha suggerito
un set di strumenti dia produttività dei gruppi di lavoro di progetto attivati nelle scuole (vedi allegato
2) che consentono di:
a) analizzare la criticità;
b) individuare quali sono le cause che le determinano;
c) valutare l’impatto di ciascuna causa sulla criticità;
d) selezionare le cause significative da quelle marginali;
e) valutare se le cause che hanno maggior effetto sulla criticità sono rimovibili,
f) elaborare un progetto (azione) orientata a ridurre gli effetti della causa individuata.
A titolo esemplificativo si può proporre questa sequenza di operazioni:
a. Analizzare la criticità.
Es.: bassi risultati nella prova INVALSI.
b. Individuare le cause della criticità.
Es: causa A: progettazione dei consigli di classe per contenuti e non per competenze, causa B: poca
disponibilità dei docenti a somministrare prove invalsi, causa C: scarsa motivazione degli studenti,
ecc..
c. Valutare l’impatto di ciascuna causa sulla criticità .
Es.: l’analisi individua la CAUSA A con maggiore impatto, seguita dalla causa C e dalla causa B).
d. Selezionare le cause significative da quelle marginali.
Es.: la Causa A viene ritenuta la più significativa.
e. Valutare se le cause che hanno maggior effetto sulla criticità sono rimovibili.
Es.: si valuta che la causa A è rimuovibile attraverso azioni progettuali di miglioramento della
progettazione didattica.
f. Elaborare un progetto (azione) orientata a ridurre gli effetti della causa individuata.
Es.: si dà mandato al gruppo di progetto denominato “Progettare per competenze” il mandato di
elaborare un Progetto di miglioramento che può essere costituito da una o più azioni.
d.
Progettare le azioni di miglioramento
Il lavoro svolto nei passi precedenti della Fase B (Progettazione del Miglioramento) ha trovato una
sintesi nella Tabella 4: Obiettivi-azioni (vedi capitolo 3). La tabella mostra in un quadro sinottico tutti
gli obiettivi rilevanti scelti in base alla priorità (Tabella 2) sui quali è stata svolta l’analisi delle cause ed
è necessaria per individuare quali azioni porre in essere per ridurre la criticità.
Nello scegliere le azioni da realizzare si è valutato preventivamente gli impatti (positivi e negativi) sul
servizio scolastico. In base all’importanza e complessità dell’obiettivo da raggiungere si sono previste
anche più di un’azione progettuale. Nella tabella 4 si è consigliato ai vari responsabili di riportare
anche il grado di innovatività delle varie azioni in relazione rispetto agli obiettivi strategici della
18
L.107/15 e/o alle avanguardie educative proposte da Indire15. Si è proceduto nel seguente modo:
1. Si sono riportate in tabella 4 le prime tre colonne della Tabella 3 che contengono le aree e gli
obiettivi di processo sui quali si è scelto di lavorare. Nelle colonne successive della Tabella 4 sono
stati indicate le connessioni con gli aspetti innovativi introdotti dalla legge 107/15 e le tematiche e
con le "avanguardie innovative” proposte da INIDRE (vedi appendici).
2. Per ogni obiettivo di processo sono state indicate (nella seconda parte della Tabella 4) le azioni
progettuali che si intende realizzare proponendo per ciascuna di esse gli effetti positivi o negativi
prevedibili a medio e lungo termine.
3. Le azioni previste sono state pianificate per renderne possibile la gestione e il monitoraggio. Ogni
istituto ha predisposto un diagramma di GANTT per avere una visione complessiva dello sviluppo
temporale di ogni attività. Si è proceduto in questo modo:
• Si sono elencate nella prima colonna della Tabella 5 le azioni così come sono state definite nella
sezione B della tabella 4 ricordando di evidenziare l'area di processo di ciascuna attività;
• Si è indicato con un "X" il mese di inizio e la durata di ogni azione, indicando nelle colonne
relative agli anni successivi se il progetto continua o meno;
• Si è compilare la scheda di monitoraggio (Tabella 6) per ciascuna delle azioni previste scrivendo:
gli indicatori di monitoraggio e gli strumenti di rilevazione. Nella Tabella 6 sono stati inclusi
anche gli spazi per indicare le criticità rilevate e le modifiche apportate al progetto, informazioni
che andranno compilate in corso d'opera a seguito degli incontri di monitoraggio svolti.
N.B. Si sono predisposte tante schede di monitoraggio quanti sono le azioni progettuali pianificate.
e. Definire le risorse necessarie (Budget)
Quali sono le risorse umane interne che la scuola ha a sua disposizione per raggiungere gli obiettivi di
miglioramento? Quali sono le risorse umane esterne necessarie ad attivare i processi in modo efficace?
Quali sono le fonti finanziarie da cui la scuola intende attingere per coprire le spese necessarie?
E' necessario redigere un progetto finanziario per sostenere i costi del Piano di Miglioramento per
impegnare il bilancio della scuola. Si può procedere nel seguente modo:
1. Quantificare l'impegno orario (N° ore o forfait) delle risorse interne (Tabella 7) definendo le ore di
impegno, il costo complessivo e la fonte di finanziamento (Fondo di istituto, fondi esterni, ecc.);
2. Quantificare il costo delle risorse umane esterne per formatori, consulenti, attrezzature, servizi o altro.
N.B. I budget formulati nelle esperienze hanno riguardato sostanzialmente le risorse interne (docenti e
personale coinvolto) e eventuali contribuiti di esperti esterni. Risulta altresì evidente che un Piano di
Miglioramento (si pensi ad un intervento sulle tecnologie ICT presenti nella scuola) possa comportare
anche un’attività di fundraising (partecipazione a bandi, ricerca di partener finanziatori, ecc.). In
questo caso il PdM potrebbe contenere un progetto di miglioramento che abbia al suo interno
l’azione di “Partecipazione ad un bando pubblico”, o la stipula di un accordo con un ente (azienda,
fondazione, ecc.) disposta a finanziare la scuola.
Passo 3. Approvare il Piano di Miglioramento
Il passo conclusivo della FASE B è l’approvazione formale del Piano di Miglioramento. Ovviamente le
modalità dipendono dalle decisioni che ogni istituto prenderà nel pieno rispetto dell’autonomia scolastica
cionondimeno si pensa sia opportuno effettuare un passaggio in Collegio docenti per gli aspetti di
contenuto e in Consiglio di Istituto per gli aspetti economici. A questo proposito si è proposto un format
standard che ogni istituto ha personalizzato in base alle proprie esigenze (vedi sezione strumenti).
15
Si ritiene opportuno invitare le scuole a contribuire al perseguimento degli obiettivi nazionali seguendo le indicazioni proposte dal Governo e da
Indire (si veda l’appendice 2.
19
FASE C: REALIZZARE IL PIANO DI MIGLIORAMENTO
La FASE C è finalizzata alla realizzazione delle azioni necessarie previste dal Piano di Miglioramento. La fase
si articola in due passi che si svolgono in parallelo: l’attuazione delle azioni progettuali pianificate e
formalizzate nel Diagramma di GANTT (vedi Fase B) e il monitoraggio delle stesse per registrare
puntualmente la conformità di tutte le attività previste e l’esito (il prodotto) di ciascuna azione.
Passo 1: Attuare le azioni progettuali
A seguito dell’approvazione del PdM ogni istituzione scolastica è passata alla fase operativa. Ogni gruppo ha
iniziato a realizzare le attività previste. Fermo restando l’autonomia organizzativa di ciascun istituto si può
rappresentare il modello organizzativo realizzato durante la RicercAzione con il seguente schema grafico.
In esso si distinguono vari ruoli e responsabilità:
• il Consiglio di Istituto formula gli indirizzi e approva la parte economica relativa il Piano di
miglioramento;
• il Collegio Docenti approva il Piano e le sua articolazione funzionale (fasi del processo) e i documenti
relativi alla valutazione di sistema (il RAV e il PdM);
• il Team di Valutazione realizza l’autovalutazione e redige il RAV;
• il Team di Miglioramento (costituito dal responsabile del miglioramento, dal responsabile del RAV e dai
responsabili dei progetti di miglioramento) svolge il monitoraggio delle azioni realizzate;
• i vari gruppi di progetto (con i docenti e il personale coinvolto) progettano e realizzano le azioni
previste dal Piano di miglioramento.
20
Il grafico mette in luce che il Piano di miglioramento altro non è che l’insieme dei progetti di miglioramento
che la scuola ha deciso di attivare per raggiungere gli obiettivi di processo prefissati.
Si noti che il ruolo di coordinamento e di monitoraggio viene svolto dal Team del Piano di miglioramento.
In particolare il Responsabile del miglioramento deve governare l’intero processo sia svolgendo una
puntuale azione di monitoraggio (vedi punto successivo) sia coordinando i vari Gruppi di progetto che a
mano a mano che si realizzano le varie attività producono risultati che vanno puntualmente valutati per
proseguire le attività programmate o per correggere alcune attività nel caso si verifichino non conformità,
esiti inaspettati o risultati insoddisfacenti.
Passo 2. Monitorare le azioni progettuali
La realizzazione delle azioni progettuali è orientata a raggiungere i risultati previsti, ma nel realizzare le
attività ogni gruppo di progetto è concentrato sul proprio agire e non sempre ha la percezione dei tempi e
degli esiti raggiunti complessivamente dai vari interventi programmati. Proprio per questo è necessario
avere un punto di vista esterno ai gruppi di progetto che, sulla base di dati rilevati in itinere (indicatori di
monitoraggio), possa fornire un feedback per valutare l’esito delle varie attività e permettere di correggere
o confermare le attività programmate per perseguire gli obiettivi prefissati.
Questo passo è di particolare importanza per la riuscita del progetto e si articola in due attività: la prima
consiste nella raccolta sistematica degli indicatori di monitoraggio, la seconda si realizza in incontri di
verifica in itinere per valutare lo stato dell’arte dei progetti e sulla base degli indicatori raccolti e della presa
di decisioni in merito alla direzione da prendere.
a. Raccogliere i dati per il monitoraggio
In questa attività acquistano senso le Schede di Monitoraggio predisposte in fase di progettazione (Fase
B) che vanno compilate, sotto l’impulso del Responsabile del Piano di Miglioramento, da parte dei
Gruppi di progetto (che a loro volta avranno un responsabile). Ogni scheda conterrà il valore
dell’indicatore preso come riferimento per valutare il raggiungimento o meno dell’obiettivo. Le Schede
di monitoraggio raccolte consentiranno di inserire in una sorta di “cruscotto del miglioramento”16 i dati
raccolti per avere una visione d’insieme e permettere di prendere decisioni in base al gap tra risultati
ottenuti e quelli attesi.
b. Realizzare gli incontri di verifica in itinere
La raccolta dati e la loro rappresentazione sinottica consente al Responsabile del Miglioramento e al
Dirigente scolastico di realizzare opportuni incontri di verifica dell’andamento dei progetti per valutare
in itinere lo stato dell’arte dei progetti e decidere quali modifiche apportare. Per questi incontri di
verifica in itinere sarà necessario redigere sintetici verbali per registrare le criticità rilevate e le decisioni
prese per allineare l’attività dei gruppi di progetto nella direzione dei risultati da raggiungere.
Passo 3: Valutare gli esiti e diffondere i risultati del PdM
Lo scopo di quest’ultimo passo della fase C (Realizzare il progetto di miglioramento) è di realizzare la
valutazione conclusiva per condividere i risultati ottenuti. In sostanza la fase è finalizzata alla redazione del
rapporto finale sul Piano di Miglioramento e alla comunicazione dello stesso ai vari portatori di interesse
della scuola.
16
Alcuni istituti della rete hanno realizzato con l’aiuto di strumenti informatici un “cruscotto di monitoraggio del miglioramento” (si veda l’allegato 3).
21
a. Elaborare dati monitoraggio
Durante la realizzazione dei vari progetti di miglioramento si raccolgono i dati necessari per calcolare gli
indicatori individuati in fase di progetto per controllare l'esito di ogni azione. Utilizzando la Tabella 8 (vedi
capitolo 3) si possono rappresentare gli esiti ottenuti per ciascuna delle priorità scelte. Si devono inserire
nella prime colonne gli esiti attesi (e relativi traguardi individuati) e riportare nelle colonne predisposte i
risultati riscontrati. Nella penultima colonna della Tabella 8 si riporta la differenza tra risultato atteso e
quello ottenuto e in base al risultato si compilerà l'ultima colonna scrivendo le considerazioni critiche
emerse dal confronto con i responsabili del progetto di miglioramento e le proposte di modifica in funzione
della revisione del Piano Triennale dell'offerta formativa.
b. Redigere il Rapporto sugli esiti del PdM
Il Nucleo di valutazione interno nominato per la redazione del RAV può essere integrato in funzione della
valutazione del Piano di Miglioramento. Infatti il primo ha funzioni in merito all'autovalutazione di istituto e
al rapporto con i Nuclei di Valutazione Esterni, ma per quanto riguarda la valutazione del Piano di
Miglioramento è necessario coinvolgere, per l'attività di redazione del Rapporto sul Piano di Miglioramento,
i responsabili dei vari Gruppi di progetto che hanno condotto/coordinato le azioni previste, ciò allo scopo di
avere piena cognizione dei risultati ottenuti e soprattutto dei processi posti in essere per perseguire il
miglioramento.
c. Approvare il Rapporto sugli esiti del PdM
L’approvazione del rapporto sul Piano di Miglioramento è l’atto che conclude la Fase C. Il PdM è
opportuno che abbia una forma scritta e sia adottato con delibera del Collegio docenti. Nella sezione
strumenti viene riportato uno schema di riferimento per la stesura del rapporto che riprende tutti gli
strumenti utilizzati per svolgere la progettazione, la realizzazione e il monitoraggio.
Il Rapporto degli esiti del PdM avrà la struttura del format del Piano di Miglioramento (vedi capitolo 3
strumento 10) riportando a consultivo i risultati raggiunti a fronte della previsione fatta a suo tempo.
Questo passo formale chiude la Fase C.
A questo punto del percorso la scuola avrà formalizzato tre documenti: il RAV (che ha innescato l’intero
processo) che evidenzia I punti di forza e debolezza della scuola, il PIANO DI MIGLIORAMENTO che, a
partire dalla valutazione delle criticità riscontrate con il RAV, definisce le azione progettuali da svolgere per
ridurre le criticità e produrre i miglioramenti auspicati e il RAPPORTO SUL MIGLIORAMENTO che, grazie al
monitoraggio, presenta i risultati raggiunti rispetto agli obiettivi di processo indicati nel RAV e gli eventuali
gap non colmati.
Questo insieme di documenti fornisce il quadro informativo di riferimento per rielaborare
(riprogettare) il PTOF del triennio successivo.
Il processo di valutazione (di sistema) non si conclude con la fase C, necessità di un’ulteriore fase (la
Fase D) che ha la lo scopo di rendere conto alla comunità di riferimento di come si sono impiegate le risorse
disponibili e di quali risultati si sono ottenuti nel periodo di riferimento.
22
FASE D: RENDICONTAZIONE SOCIALE
La Fase D non è stata oggetto (per ovvie ragioni di sviluppo temporale) di sperimentazione nella
RicercAzione, ciononostante il gruppo di progetto ha formulato alcune riflessioni in prospettiva di realizzare
17
il Bilancio sociale nei prossimi anni.
La rendicontazione sociale per la scuola risponde alle esigenze dei diversi portatori di interesse
(stakeholder), siano essi singoli cittadini, famiglie, imprese, associazioni, altre istituzioni pubbliche o private,
di comprendere e valutare gli effetti del servizio scolastico. Essa è la risposta in termini di trasparenza
dell’azione svolta e di esplicitazione delle finalità, delle politiche, delle strategie, della valutazione dei
risultati.
Gli strumenti per effettuare la rendicontazione sociale possono essere molteplici, a seconda degli
ambiti e degli obiettivi. Tra essi, il bilancio sociale pubblico può essere considerato il principale, in quanto
rappresenta in un quadro unitario il rapporto tra visione politica, obiettivi, risorse e risultati.
Sinora la realizzazione del bilancio sociale nel settore pubblico è stato più l’esito di sperimentazioni
realizzate singolarmente dai singoli enti che il risultato di una politica nazionale; ora con l’introduzione del
SNV esso è parte integrante del sistema.
Attualmente non sono ancora state emesse indicazioni su come redigere il Bilancio sociale e sulle
modalità della sua divulgazione, ma la letteratura in merito consente di fare alcune considerazioni che sarà
utile tenere presente nella fase di sviluppo della RicevAzione attuata dalla Rete di Tradate.
In questo paragrafo si intende fornire alcuni principi che sicuramente sono alla base della
rendicomntazione sociale e che saranno tenuti presenti dalle scuole che seguono questa RicercAzione.
Sembra opportuno dare alcune indicazioni (recepite dalla letteratura sul tema) sulle condizioni per
l’adozione del bilancio sociale:
• il bilancio sociale è la logica conclusione del processo di valutazione di sistema e della conseguente
politica di miglioramento adottata da una scuola con il Piano di Miglioramento e con la sua
realizzazione e documenta al termine di un periodo come la scuola rende conto del servizio erogato e
di come ha impegnato le risorse disponibili e come ha misurato i risultati raggiunti;
• in relazione alla complessità del documento di rendicontazione (e del processo che essa implica) le
scuole possono avviare, sviluppare e consolidare la pratica del bilancio sociale in modo graduale con
una prima applicazione circoscritta ad uno o più ambiti di attività con una successiva estensione a
tutti gli altri;
• necessità di integrare progressivamente il bilancio sociale con i processi decisionali, gestionali e di
comunicazione della scuola;
• presenza di una chiara formulazione dei valori e delle finalità della scuola (mission) che presiedono
all’azione e l’identificazione dei programmi, dei piani e dei progetti in cui si articola;
• attribuzione delle responsabilità politiche e dirigenziali ben definite e rese note alla comunità di
riferimento;
• l’esistenza di un sistema informativo in grado di supportare efficacemente l’attività di
rendicontazione;
• coinvolgimento interno degli organi di governo e della struttura amministrativa;
• coinvolgimento della comunità nella valutazione degli esiti e nella individuazione degli obiettivi di
miglioramento;
17
Gli spunti per questa sezione del rapporto hanno come riferimento il seguente documento: “Bilancio sociale linee guida per le amministrazioni
pubbliche”, FORMEZ, Dipartimento della funzione pubblica marzo 2006.
23
• l’allineamento e l’integrazione degli strumenti di programmazione, controllo, valutazione e
rendicontazione adottati dalla scuola;
• la continuità nel tempo della presentazione del bilancio sociale.
Passo 1. Progettare le modalità di diffusione dei risultati
In base all'analisi dei risultati raggiunti e delle criticità emerse è necessario pianificare un'azione di
condivisione interna dei risultati ottenuti con il Piano di Miglioramento elencando le azioni "comunicative"
che si intendono realizzare, le persone coinvolte e gli strumenti utilizzati (sito web, stampe, circolari,
bacheca pubblica, incontri ad hoc, news interno, ecc.). La Tabella 8 consente di realizzare questa
pianificazione e di registrare (ultime colonna) quanto emerge dalla condivisione dei risultati. Per questo
motivo nella pianificazione delle attività di condivisione interna vi devono essere modalità interattive per
raccogliere le opinioni e considerazione delle figure e responsabilità significative della scuola. Si possono
utilizzare sia riunioni con verbalizzazione formale, sia questionari e strumenti di raccolta della percezione
dei vari portatori di interesse interni.
L'azione di condivisione interna consiste nel coinvolgere le principali figure e responsabilità della
scuola (dirigente, DSGA, coordinatori, RSU, ecc.) e ha lo scolpo di dare una lettura condivisa dei risultati
raggiunti in modo che non vi siano ambiguità e conflitti latenti sull'analisi degli esiti e sul rapporto di
valutazione finale del Piano di Miglioramento. L'azione di diffusione dei risultati ha invece il compito di
renderli trasparenti e noti a tutti i portatori di interesse. La Tabella 9 (vedi capitolo 3) descrive le azioni di
diffusione dei risultati all'interno della scuola e all'esterno indicando metodi/strumenti, destinatari e tempi.
Si comprende l’importanza di aver pianificato già nella Fase B le modalità di diffusione dei risultati fra
tutti i portatori di interesse. Avendo chiaro tempi e modi della divulgazione sarà più facile orientare l’azione
di ogni soggetto coinvolto nel raccogliere i dati necessari e nell’alimentare il sistema informativo che preside
alla rendicontazione sociale. Inoltre la comunicazione anche parziale degli esiti dei vari progetti di
miglioramento alle varie componenti della comunità educante renderà più comprensibile e coerente il
documento di Bilancio Sociale che verrà presentato in forma ufficiale nella fase conclusiva dell’intero
percorso di rendicontazione.
2.
Predisporre il documento di rendicontazione sociale (Bilancio sociale)
Il bilancio sociale serve a rendere conto ai cittadini in modo trasparente e chiaro di cosa la scuola fa
per loro. Rispetto al bilancio tradizionale, che riporta dati economico-finanziari difficilmente comprensibili
dal cittadino, il bilancio sociale deve perciò rendere trasparenti e comprensibili le priorità e gli obiettivi
strategici e di miglioramento, gli interventi realizzati e programmati, e i risultati raggiunti.
Gli elementi che caratterizzano il bilancio sociale sono:
• la responsabilità a tutti i livelli della scuola;
• la rendicontazione degli impegni, dei risultati e degli effetti sociali prodotti;
• l’individuazione e la costruzione di un dialogo con i portatori d’interesse.
Il documento di bilancio sociale può assumere varie forme espositive e diversificate forme grafiche ma
sicuramente deve contenere:
• una presentazione iniziale del documento ed una nota metodologica sul processo di
rendicontazione,
• valori di riferimento, visione e programma della scuola con l’ esplicitazione della propria identità
attraverso i valori, la missione, gli indirizzi che intende perseguire e le priorità di intervento (in
perfetta coerenza con il PTOF);
24
• la politica dei servizi resi rendendo conto del proprio operato nelle diverse aree di intervento e dei
risultati conseguiti in relazione agli obiettivi dichiarati;
• le risorse disponibili e utilizzate (risorse umane, strutturali e finanziarie);
• il rendiconto delle risorse utilizzate, delle azioni poste in essere e dei risultati conseguiti con la loro
gestione.
Il processo di realizzazione del bilancio sociale presuppone la preventiva definizione degli ambiti oggetto di
rendicontazione e si articola in quattro momenti:18
• definizione del sistema di rendicontazione, ovvero della sua struttura di base, in cui si esplicita la
visione e il PTOF definendo per ciascuna di esse gli elementi informativi e gli indicatori necessari;
• modalità di rilevazione delle informazioni che deve necessariamente essere integrata con il proprio
sistema di programmazione e controllo;
• redazione e l’approvazione del documento, ovvero la strutturazione delle informazioni qualitative e
quantitative in un documento dell’organo di governo della scuola
• comunicazione del bilancio sociale, ovvero la pianificazione e la realizzazione delle azioni di diffusione
e di partecipazione del bilancio sociale all’interno e all’esterno dell’amministrazione.
Nello svolgimento di ciascuna delle fasi del processo, è necessario garantire, da un lato, il coinvolgimento
della struttura interna, e dall’altro il raccordo e l’integrazione con i processi decisionali, gestionali e di
comunicazione dell’amministrazione, nonché con i sistemi di programmazione e controllo e con i sistemi
informativi.
Un possibile schema di bilancio sociale frutto dello studio di diversi modelli presentati in questi anno dalle
scuole19 è reperibile nel capito 3 (strumento 11).
3.
Presentare il Bilancio sociale alla comunità di riferimento
Lo scopo di questa attività è di promuovere, diffondere e sviluppare un orientamento teso a rendere
accessibile, trasparente e valutabile l’operato della scuola da parte dei portatori di interesse. Il bilancio sociale
è definibile come il documento, da realizzare con cadenza periodica, nel quale si riferisce, a beneficio degli
interlocutori privati e pubblici, le scelte operate, le attività svolte e i servizi resi, dando conto delle risorse a tal
fine utilizzate, descrivendo i suoi processi decisionali ed operativi.
Tale strumento può incidere positivamente sul sistema di relazioni in cui la scuola è inserita. In particolare,
esso può contribuire a migliorare:
• la dimensione contabile, in quanto può integrare e rivitalizzare il sistema di rendicontazione dell’uso
delle risorse economico-finanziarie già adottato secondo le diverse discipline normative vigenti;
• la dimensione comunicativa, ponendosi, per il suo contenuto, al centro delle relazioni con i portatori
di interesse;
• la dimensione della responsabilità politica, poiché si inserisce nel sistema della rappresentanza,
attraverso una maggiore trasparenza e visibilità delle scelte politiche e una possibilità di valutazione
della capacità di governo;
• la dimensione di funzionamento, in quanto responsabilizza le amministrazioni alla sostenibilità della
spesa pubblica, anche con riferimento ai nuovi vincoli posti dal patto di stabilità europeo e dalle
azioni di risanamento del deficit pubblico;
18
Se delineano qui gli aspetti che verranno sviluppati nel prosieguo della ricerca azione che verrà realizzata negli anni successivi.
Si fa riferimento al progetto “Bilancio sociale della Fondazione per la scuola della Compagnia di San Paolo svoltosi nel 2012/13 in diverse regioni
italiane che ha consentito a 20 scuole di produrre il documento di Bilancio sociale.
19
25
•
•
la dimensione strategico-organizzativa, come strumento efficace per riorientare, nell’ottica del
cittadino, i processi di pianificazione, programmazione e controllo e per ripensare l’assetto
organizzativo dell’ente;
la dimensione professionale, in quanto orienta l’organizzazione del lavoro alla consapevolezza e al
miglioramento dei risultati prodotti per i destinatari, valorizzando e sviluppando le competenze e le
professionalità e fornendo nuove occasioni di motivazione e di responsabilizzazione degli operatori.
Le modalità di presentazione del Bilancio sociale sono lasciate all’iniziativa di ogni scuola. Si deve ricordare
che la funzione informativa dei portatori di interesse non ha nel bilancio sociale la sua realizzazione in quanto
i momenti informativi dei vari soggetti interessati deve avvenire mentre si realizzano le attività di
autovalutazione, progettazione e realizzazione del Piano di Miglioramento e di valutazione dei risultati
prodotti al termine del triennio.
Piuttosto viene attribuita una certa importanza alla presentazione formale del “Bilancio sociale” in quanto
questo documento raccoglie in un unico quadro sinottico tutte le informazioni necessarie per consentire a
chiunque di valutare come la scuola si è organizzata e ha gestito le proprie risorse (umane, strutturali e
finanziarie) per erogare il servizio scolastico e per rendere conto della percezione (soddisfazione) dei propri
utenti (clienti).
26
CAPITOLO 3
GLI STRUMENTI PER IL MIGLIORAMENTO 20
20 In questo capitolo vengono presentati tutti gli strumenti utilizzati per la progettazione e realizzazione del Piano di Miglioramento. Per ogni
strumento vengono indicati: una breve descrizione delle sue caratteristiche; Il punto della procedura che specifica quando utilizzarlo; le domande
a cui cerca di rispondere, alcune indicazioni su come utilizzarlo; una copia non compilata dello strumento.
27
STRUMENTO 1
TABELLA 1. RELAZIONE TRA OBIETTIVI DI PROCESSO E PRIORITÀ
DESCRIZIONE
Nella Tabella vengono scritte in riga le aree di processo e i relativi obiettivi mentre in colonna si inseriscono le priorità
strategiche che la scuola si è data (vedi par. 5 del RAV). Le priorità dovrebbero essere coerenti con le indicazioni
proposte dalla Legge 107/15 e/o le avanguardie educative proposte da INDIRE.
QUANDO UTILIZZARLO
FASE B: PROGETTARE IL PIANO DI MIGLIORAMENTO
Passo 1: Verificare di coerenza DEGLI obiettivi di processo
a) verifica di coerenza
DOMANDE A CUI RISPONDE
Ci sono nessi tra obiettivi e traguardi (Se si quali?) Ci sono ridondanze tra obiettivi individuati? Gli obiettivi coprono tutti
gli aspetti delle priorità dichiarate in modo efficace e completo?
COME UTILIZZARLO
1.
2.
3.
4.
Elencare le aree di processo nella prima colonna;
Indicare gli obiettivi di processo individuati nel RAV e numerarli in modo sequenziale (1, 2, 3, …);
Indicare nelle colonne denominate “Connessione alle priorità” le priorità indicate nel RAV;
Indicare con una “X” la connessione di ogni obiettivo di processa alle priorità strategiche della scuola;
5. Escludere gli obiettivi che non hanno nessuna corrispondenza con una o più priorità della scuola.
Indicazioni operative
Si suggerisce di svolgere l’analisi di coerenza all’interno del Gruppo preposto al coordinamento del Piano di
Miglioramento e di comunicare l’esito dell’analisi allo staff di direzione della scuola.
Tabella 1. Relazione tra obiettivi di processo e priorità strategiche
Passo 1: Verificare la coerenza tra obiettivi di processo e priorità/traguardi
AREA DI
OBIETTIVI DI
CONNESSIONE ALLE PRIORITA' (Legge 107/15)
N
PROCESSO
PROCESSO
Curricolo progett. e
valutazione
Ambiente di
apprendimento
Inclusione e
differenziazione
Continuità e
orientamento
Orient. o strategico e
organizz. della scuola
Sviluppo e valorizz.
delle risorse umane
Integr. con territorio
e rapp. con famiglie
28
STRUMENTO 2.
TABELLA 2: ANALISI DI FATTIBILITÀ ED IMPATTO
DESCRIZIONE
La Tabella ha lo scopo di aiutare a compiere una scelta adeguata fra gli obiettivi di processo individuati svolgendo
un’analisi di fattibilità e impatto dell’obiettivo. Grazie a questa analisi è possibile fornire un quadro delle priorità
gerarchizzato per consentire di scegliere gli obiettivi possibili senza perdere di vista l’intera problematicità della scuola.
In questo modo sarà possibile non perdere di vista i problemi che per esigenze di priorità non vengono ancora affrontati.
QUANDO UTILIZZARLO
FASE B: PROGETTARE IL PIANO DI MIGLIORAMENTO
Passo 1: Verificare di coerenza DEGLI obiettivi di processo
b) Calcolo della necessità dell'intervento sulla base di fattibilità ed importanza/impatto
DOMANDE A CUI RISPONDE
“Quali sono gli obiettivi più importanti?” “Quali sono quelli che hanno maggior impatto sulla qualità del servizio
scolastico” “Su quali obiettivi è opportuno concentrare le risorse a disposizione?"
COME UTILIZZARLO
1.
2.
3.
4.
5.
6.
Elencare in colonna A le aree di processo;
Riportare in colonna C gli obiettivi di processo individuati nel RAV e numerarli in modo sequenziale (1, 2, 3, …);
Scrivere nelle colonne D ed E la valutazione che il Focus group dà della fattibilità e all’ importanza dell’obiettivo;
Scrivere nella colonna F (Rilevanza dell’obiettivo) il prodotto delle colonne D ed E;
Definire la soglia di rilevanza degli obiettivi (es. 20)
Scrivere in colonna “OBIETTIVI RILEVANTI” gli obiettivi che superano al soglia stabilità.
Indicazioni operative
Si suggerisce di svolgere l’analisi di necessità dell’intervento allargando il più possibile il coinvolgimento di portatori di
interesse della scuola. Si suggeriscono alcune modalità:
• Focus group rappresentativo dei servizi scolastici (dipartimenti, laboratori, logistica, segretaria , ecc);
• Questionario diretto agli operatori della scuola cercando di garantire la rappresentatività dei soggetti intervistati e
garantendo un’informazione adeguata per garantire la comprensione dello strumento e la sua finalità
TABELLA 2: ANALISI DI FATTIBILITÀ ED IMPATTO
Scala di misura della fattibilità e importanza
2= poco
3=abbastanza
4=molto
1=nullo
AREA DI PROCESSO
A
N
OBIETTIVI DI PROCESSO
C
FATTIBILITA'
(da 1 a 5)
D
Curricolo progettaz. e
valutazione
Ambiente di
apprendimento
Inclusione e
differenziazione
Continuità e
orientamento
Orientam. strategico e
organizz. della scuola
Sviluppo e valorizzaz.
delle risorse umane
Integr. Con territorio e
rapporti con famiglie
29
IMPORT./IMPATTO
(da 1 a 5)
E
RILEVANZA
DELL'OBIETTIVO
F = D*E
5=moltissimo
OBIETTIVI
RILEVANTI
F > 15
STRUMENTO 3
TABELLA 3. RISULTATI ATTESI E MONITORAGGIO
DESCRIZIONE
Dopo l’analisi di importanza e di impatto è necessario definire, per ogni obiettivo selezionato, quali sono i risultati attesi
e come si intende misurarli. La scheda consente di individuare un set di indicatori per tenere sotto controllo gli obiettivi
di processo. Per questo nella colonna specificata si dovranno definire gli indicatori che si intente utilizzare per valutare il
raggiungimento degli obiettivi.
QUANDO UTILIZZARLO
FASE B: PROGETTARE IL PAINO DI MIGLIORAMENTO
Passo 2: Individuare i gruppi di progetto
DOMANDE A CUI RISPONDE
Quali sono gli obiettivi che s'intendono raggiungere nel prossimo anno scolastico? Quali risultati ci si attende da ciascun
obiettivo di processo scelto? Quali indicatori dovranno essere utilizzati per capire se quella che si sta seguendo è la giusta
direzione, al fine di raggiungere gli obiettivi previsti? In che modo saranno misurati?
COME UTILIZZARLO
1.
2.
3.
4.
Riportare dalla tabella 2 nella colonna relativa gli obiettivi di processo scelti
Per ogni obiettivo di processo indicare uno o più indicatori di monitoraggio
Specificare le modalità di rilevazione degli indicatori e eventuali strumenti
Inserire nell’ultima colonna il Gruppo di progetto al quale viene affidato il compito di progettare il miglioramento
Indicazioni operative
E’ necessario svolgere un’analisi attenta del costo di ogni indicatore cioè valutare se è sostenibile da parte del sistema
informativo della scuola la rilevazione dei dati e la loro elaborazione per fornire misure certe ed attendibili.
E’ meglio rinunciare ad un indicatore se l’analisi di fattibilità non dà la certezza della sua gestione.
Nell’individuazione dei gruppi responsabili di progetto si valuti se esistono già gruppi istituzionali in grado di sostenere il
progetto e nominare gruppi nuovi solo nel caso l’obiettivo di processo in questione lo richieda.
TABELLA 3. RISULTATI ATTESI E MONITORAGGIO
AREA DI
PROCESSO
N
OBIETTIVI DI
PROCESSO RILEVANTI
Risultati attesi
Indicatori di
monitoraggio
Modalità di
rilevazione
GRUPPO DI
PROGETTO
Curricolo progett.
e valutazione
Ambiente di
apprendimento
Inclusione e
differenziazione
Continuità e
orientamento
Orientam. strategico
e organ. della scuola
Sviluppo e valorizz.
delle risorse umane
Integr. con territorio
e rapporti famiglie
N.B. Nella colonna "Indicatori di monitoraggio" esprimere un elemento su cui basare il controllo periodico del processo in atto.
L'indicatore dovrebbe essere un valore misurabile o comunque accertabile in modo univoco.
30
STRUMENTO
TABELLA 4. OBIETTIVI-AZIONI
DESCRIZIONE
La tabella 4 ha lo scolo di evidenziare le scelte strategiche della scuola mettendo in relazione gli obiettivi di processo
scelti con le innovazioni introdotte dalla legge 107/15 e dalla proposta delle avanguardie educative di INDIRE, e nello
stesso tempo evidenziando i prevedibili effetti (positivi o negativi) che essi possono determinare nel medio e lungo
periodo. Per questo la tabella è divisa in due sezione che consentendo di rendere conto delle due analisi realizzate
consentendo anche una visione sinottica.
QUANDO UTILIZZARLO
FASE B: PROGETTARE IL PIANO DI MIGLIORAMENTO
Passo 2 : Individuare i gruppi di progetto
c) analizzare le cause delle criticità
d) progettar le azioni di miglioramento
DOMANDE A CUI RISPONDE
Le azioni possono essere connesse a qualcuno degli obiettivi previsti dalla legge 107/2015? Le azioni prevedono
modifiche agli ambienti di apprendimento e/o all'organizzazione scolastica? Nelle azioni descritte si può riconoscere una
linea di tendenza che porta verso l'innovazione? Quali sono gli effetti positivi che un'azione può produrre all'interno della
scuola? Quali sono invece gli aspetti negativi che la stessa azione può produrre innescando meccanismi non virtuosi?
Quali azioni produrranno effetti anche nei prossimi anni.
COME UTILIZZARLO
1. Riportare dalla Tabella 3 nell’apposita colonna gli obiettivi di processo selezionati
2. Indicare nella colonna successiva i caratteri innovativi che la scuola intende perseguire raggiungendo gli obiettivi
3. Verificare che essi siano coerenti con gli obiettivi della L. 107/15 o con le avanguardie educative di INDIRE
posizionando una X nella casella opportuna
4. Svolgere l’analisi micro servendosi degli strumenti per la produttività di gruppo proposti nell’allegato 3) per
individuare le cause delle criticità e le azioni idonee a rimuoverle (azioni progettuali)
5. Nella seconda sezione della tabella si inseriscano le azioni progettuali che si intendono realizzare e per ognuna di
queste indicare l’impatto (positivo e/o negativo) a medio e lungo termine.
Indicazioni operative
La tabella offre un quadro sinottico della progettualità della scuola nel medio e lungo periodo, per questo è necessario
prestare la massima attenzione a questo strumento. L’indicazione principale è di coinvolgere tutte le figure responsabili
della scuola che siano in grado di fornire il punto di vista dei vari servizi (reparti) della scuola e contribuire ad avere una
visione d’insieme.
Per questo si avrà cura di organizzare alcuni focus group pe mettere a fuoco le criticità connesse agli obiettivi di
processo scelti ed individuare le azioni da realizzare per perseguire gli obiettivi di miglioramento.
L’approvazione di questa scheda condiziona i passi successivi perché su ogni azione prevista per raggiungere gli obiettivi
ogni gruppo di dovrà predisporre un progetto ad hoc per ogni azione prevista.
31
TABELLA 4. OBIETTIVI-AZIONI
AREA DI
PROCESSO
N
OBIETTIVI DI
PROCESSO
SELEZIONATI
Caratteri innovativi
dell'obiettivo
Caratteri innovativi
APPENDICE A:
APPENDICE B:
connessione con INDIRE Innovaz.
obiett. comma 7 Avanguardie
L. 107/15
educative
(lettera a. - q.)
da 1 a 7)
32
Valutazione degli effetti positivi e negativi delle azioni
AZIONI PREVISTE
EFFETTI POSITIVI
all'interno della
scuola a MEDIO
termine
EFFETTI NEGATIVI EFFETTI POSITIVI EFFETTI NEGATIVI
all'interno
all'interno della all'interno della
della scuola a
scuola a LUNGO scuola a LUNGO
MEDIO termine
termine
termine
STRUMENTO 5
TABELLA 5: DIAGRAMMA DI GANTT DESCRIZIONE
DESCRIZIONE
La Tabella 4 consente di individuare le azioni progettuali da realizzare per perseguire gli obiettivi di miglioramento
selezionati. Ogni azione progettuali deve essere articolata in attività dettagliate atte a perseguire l’obiettivo. La Tabella 5 è
un Diagramma di GANTT che consente di pianificare le azioni con le relative attività in cui esse si articolano.
Il cronogramma è pensato in chiave triennale con verifiche annuali degli esiti che devono essere inserite nel cronogramma
stesso.
QUANDO UTILIZZARLO
FASE B: PROGETTARE IL PIANO DI MIGLIORAMENTO
Passo 2 : Individuare i gruppi di progetto
d) progettare le azioni di miglioramento
DOMANDE A CUI RISPONDE
E' possibile fare una progettazione precisa delle azioni scandite nel corso dell'anno? Come si articolano le varie azioni?
Quali attività vanno tenute sotto controllo per garantire il successo ? Qual è la sequenza temporale di ogni azione. Quali
sono sequenziali e quali sincroniche?
COME UTILIZZARLO
1. Riprendere dalla Tabella 4 le azioni e attività previste in relazione alle varie Aree di processo ed elencarle nella prima
colonna della Tabella 5 (cronogramma) utilizzando un’adeguata punteggiatura, per esempio:
1. Azione 1
1.1 attività 1
1.2 attività 2
….
2. Azione 2
2.1 attività 1
2.2 Attività 2
…
3. Inserire una “X” nelle colonna del mese in cui inizia l’attività fino alla colonna nella quale finisce
4. Indicare se l’attività prosegue anche negli anni successivi
5. Aggiungere eventuali note esplicative
Indicazioni operative
La compilazione del cronogramma conclude il lavoro di progettazione dell’intervento di miglioramento. In precedenza
ogni gruppo di progetto dovrà svolgere un’analisi dettagliata delle attività da svolgere e dei tempi di realizzazione. Per
questo essi dovranno svolgere un serio lavoro analitico delle problematiche emerse per trovare strategie risolutive. In
allegato vengono proposte alcune schede descrittive di possibili strumenti per condurre l’analisi delle cause (analisi
micro) dei problemi e le tecniche per la produttività del gruppo di lavoro.
33
TABELLA 5. DIAGRAMMA DI GANTT (*)
AZIONE/ATTIVITA'
PIANIFICAZIONE DELLE ATTIVITA' 2016/17
set ott
nov
dic gen
feb
mar
apr
mag
giu lug
2017/18 2018/19
CURRICOLO - PROGETTAZIONE E VALUTAZIONE
AMBIENTE DI APPRENDIMENTO
INCLUSIONE E DIFFERENZIAZIONE
CONTINUITA' E ORIENTAMENTO
ORIENTAMENTO STRATEGICO E ORGANIZZAZIONE DELLA SCUOLA
SVILUPPO E VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE UMANE
INTEGRAZIONE CON IL TERRIOTRIO E RAPPORTI CON LE FAMIGLIE
(*) RICORDARSI DI INCLUDERE ANCHE LE ATTIVITÀ DI MONITORAGGIO)
34
NOTE
STRUMENTO 6
TABELLA 6. MONITORAGGIO DELLE AZIONI PROGETTUALI
DESCRIZIONE
Quando si progettano le azioni finalizzate a migliorare la scuole è necessario prevedere le attività di
monitoraggio che devono accompagnare la fase di realizzazione (FASE C). E’ necessario prevedere le
attività da realizzare e i punti strategici nei quali prevedere incontri di verifica dello stato di avanzamento
del progetto per verificare se tutte le attività si sono realizzate in modo conforme al progetto e se i prodotti
previsti sono effettivamente presenti (non si dimentichi che in un progetto la non conformità di un prodotto
previsto al termine di un0attività può creare problemi all’attività successiva ed inficiare anche l’esito
dell’intero progetto.
QUANDO UTILIZZARLO
In fase progettuale
FASE B: PROGETTARE IL PIANO DI MIGLIORAMENTO
Passo 2 : Individuare i gruppi di progetto
d) progettare le azioni di miglioramento
In fase di realizzazione
FASE C: REALIZZARE IL PIANO DI MIGLIORAMENTO
Passo 2 : Monitorare le azioni progettuali
a) raccogliere i dati per il monitoraggio
DOMANDE
Quando è opportuno svolgere incontri di verifica dell’andamento dell’azione progettuale ? Quali indicatori osservare? Quale
strumento utilizzare per la rilevazione dei dati? Quali criticità riscontrate? Cosa si è deciso di fare per garantire il successo
dell’azione progettuale?
COME UTILIZZARLO
In fase progettuale
1. Indicare il gruppo di progetto responsabile dell’azione progettuale
2. Inserire l’azione che si intende monitorare
3. Elencare gli indicatori di monitoraggio e lo strumento di rilevazione
4. Indicare la data prevista di rilevazione degli indicatori (scheda di rilevazione) e/o la data dell’incontro di verifica
dello stato di avanzamento del progetto
In fase di realizzazione
1. Indicare la data effettiva di rilevazione degli indicatori (scheda di rilevazione) e/o la data dell’incontro di verifica
dello stato di avanzamento del progetto
2. Registrare il valore degli indicatori di monitoraggio rilevati
3. Indicare le decisioni prese e le modifiche apportate al progetto in seguito alla verifica effettuata
Indicazioni operative
Il monitoraggio ha un duplice scopo: consentire di rilevare come sta procedendo il progetto e permettere la
correzione in itinere del modo di operare per permettere di raggiungere l’obiettivo previsto nel caso di
scostamento eccessivo; raccogliere dati per permettere al termine del progetto di valutare cosa è accaduto e
trarne le conseguenze ai fini della riprogettazione.
Per questo il Responsabile del Miglioramento dovrà aver cura di raccogliere le tabelle di monitoraggio per
utilizzarle nella fase successiva quando si dovrà valutare il Piano di miglioramento (Fase C3).
35
Tabella 6. Monitoraggio delle Azioni (da riprendere dal digramma di GANTT)
GRUPPO DI PROGETTO: __________________________________________________________
AZIONE
DATA/PERIODO DI RILEVAZIONE
<INSERIRE AZONE>
STRUMENTI DI RILEVAZIONE
Inserire la data di rilevazione
Inserire la data di rilevazione
Specificare lo strumento di
rilevazione che si intende
usare/usato
Specificare lo strumento di
rilevazione che si intende
usare/usato
INDICATORI DI MONITORAGGIO 1
Inserire il valore Inserire il valore Inserire il valore Inserire il valore
previsto
rilevato
previsto
rilevato
INDICATORI DI MONITORAGGIO 2
Inserire il valore Inserire il valore Inserire il valore Inserire il valore
previsto
rilevato
previsto
rilevato
INDICATORI DI MONITORAGGIO N
Inserire il valore Inserire il valore Inserire il valore Inserire il valore
previsto
rilevato
previsto
rilevato
da compilare al termine
dell'incontro di monitoraggio
da compilare al termine
dell'incontro di monitoraggio
da compilare in funzione delle
decisioni prese
da compilare in funzione delle
decisioni prese
CRITICITA' RLEVATE
MODIFICHE APPORTATE AL PROGETTO
N.B. Predisporre una scheda di monitoraggio per ogni azione progettuale che si intende realizzare.
36
STRUMENTO 7
Tabella 7. Scheda budget
DESCRIZIONE
Senza Il regolamento che introduce il SNV prevede che la definizione del Piano di Miglioramento sia realizzato dalle
scuole senza maggiori oneri per lo stato. Ciò non significa che il Piano di miglioramento non ha costi, ma che è necessario
trovare le risorse necessarie o utilizzando i fondi disponibile (FIS) facendo opportune scelte o cercando fondi da altri
finanziatori (partner, sponsor locali, partecipazione a bandi, ecc.), in sostanza facendo fundriaising.
Lo strumento è una semplice scheda budget che consente di definire il costo del Piano di miglioramento in modo che il
DS, insieme agli organi preposti (CdI e Giunta) provveda a sostenerlo impegnando (o trovando) le risorse necessarie
QUANDO UTILIZZARLO
FASE B: PROGETTARE IL PIANO DI MIGLIORAMENTO
Passo 2 : Individuare i gruppi di progetto
e) definire le risorse necessarie (Budget)
DOMANDE
Quali sono le risorse umane interne che la scuola ha a sua disposizione per raggiungere gli obiettivi di processo? Quali
sono le risorse umane esterne necessarie ad attivare i processi in modo efficace? Quali sono le fonti finanziarie da cui la
scuola intende attingere per coprire le spese necessarie?
COME UTILIZZARLO
1. A partire dalla tabella 4 (Scheda Obiettivi-Azioni) e dalla scheda 5 e dalla Tabella 7 (Monitoraggio) individuare tutte le
attività da svolgere quantificando le ore per ciascun docente coinvolto e per il personale ATA, oltre alla necessità di
acquisto di attrezzature o materiale;
2. Individuare fra le risorse quelle che vanno acquisite all’esterno (formatori, consulenti ed esperti);
3. Quantificare le ore e il relativo costo per ciascuna risorsa e compilare le sezioni A. e B. della scheda
4. Quantificare il costo delle attrezzature e/o servizi necessari
5. Inserire il costo previsto per ogni voce e la fonte finanziaria cui si intente accedere
6. Riportar ei totali delle risorse interne e esterne nelle rispettive righe
7. Calcolare il totale dell’azione
Indicazioni operative
E’ opportuno predisporre un progetto per ogni azione che si intende realizzare in modo da essere analitici ed agevolare
il controllo di gestione della scuola. Infatti ogni scheda budget costituisce un progetto che deve trovare riconoscimento
nella gestione economica della scuola.
Ovviamente ogni scuola può adattare ola scheda budget alle modalità della propria contabilità.
Può essere utile, per il Responsabile del miglioramento predisporre una scheda riassuntiva del piano di miglioramento
con i costi di ogni azione progettuale prevista.
37
TABELLA 7. SCHEDA BUDGET
TITOLO DELL’AZIONE PROGETTUALE ________________________________________________________
A. RISORSE INTERNE
VOCE DI COSTO
ATTIVITÀ DA SVOLGERE/
FUNZIONE
ORE
AGGIUNTIVE
PRESUNTE
COSTO
FONTE FINANZIARIA
ATTIVITÀ DA SVOLGERE/
FUNZIONE
ORE
AGGIUNTIVE
PRESUNTE
COSTO
FONTE FINANZIARIA
DIREZIONE E
COORDINAMENTO
PROGETTAZIONE
REALIZZAZIONE DOCENTI
(INTERNI)
REALIZZAZIONE
(PERSONALE ATA )
ATTREZZATURE
ALTRO
TOTALE A
B. RISORSE INTERNE
IMPEGNI FINANZIARI PER
TIPOLOGIA
FORMATORI
(ESTERNI)
ESPERTI
(ESTERNI)
CONSULENTI
(ESTERNI)
SERVIZI
ALTRO
TOTALE B
TOTALE AZIONE (A+B)
Da compilare per ogni azione/progetto di miglioramento
38
STRUMENTO 8
TABELLA 8. LA VALUTAZIONE DEL MIGLIORAMENTO
DESCRIZIONE
Lo strumento può essere pensato come un “cruscotto del miglioramento” cioè un quadro sinottico
dell’andamento del paino di miglioramento al termine del periodo preso in esame.
Grazie alle schede di monitoraggio si potranno riportare tutti i dati rilevati relativi agli indicatori sottoposti ad
osservazione. L’analisi tra risultati attesi ed ottenuti fornirà valide indicazioni per la redazione del “Rapporto sul
Piano di miglioramento” che sarà sottoposto agli organi collegiali.
QUANDO UTILIZZARLO
FASE C: REALIZZARE IL PIANO DI MIGLIORAMENTO
Passo 3 : VALUTARE GLI ESITI E DIFFONDERE I RISULTATI
a) elaborare i dati del monitoraggio
b) redigere il rapporto sugli esiti del PdM
DOMANDE
Rispetto ai traguardi descritti nel RAV, ci sono stati degli scostamenti alla fine del primo anno di progettazione? Quali
indicatori erano stati scelti per valutare il raggiungimento dei traguardi? E' necessario ridimensionare o cambiare qualcosa
nella progettazione prevista?
COME UTILIZZARLO
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
Riportare in colonna A le aree di processo
Riportare in colonna B gli obiettivi di Processo oggetto del Piano di miglioramento
Indicare la data di rilevazione degli indicatori in colonna C
Riportar in colonna D gli indicatori di monitoraggio presi in considerazione
Indicare in colonna F i risultati attesi previsti dal progetto valore dell’indicatore previsto)
Indicare in colonna F i risultati riscontrati (valore dell’indicatore ottenuto)
Scrivere in colonna G la differenza ra i valori previsti e quelli ottenuto (F-G)
Commentare in colonna H il risultato ottenuto e indicare eventuali proposte per il prossimo PTOF
Indicazioni operative
La scheda no richiede particolari indicazioni essendo uno strumento riassuntivo che raccoglie gli esiti di tutto il processo.
Ovviamente sarà tanto più semplice la sua compilazione quanto più si è stati scrupolosi durante le fasi precedenti.
N.B. La scheda verrà compilata per ogni priorità indicata nel RAV.
39
Tabella 8. La valutazione in itinere dei traguardi legati agli esiti
Priorità:
Area di processo
(ex sez. 5 del RAV)
Obiettivi di
processo
Data di
rilevazione
Indicatori di
monitoraggio
Risultati attesi
Risultati
riscontrati
Differenza
Considerazioni
e proposte
A
B
C
D
E
F
G
H
Curricolo
Ambiente di
apprendimento
Inclusione e
differenziazione
Continuità e
orientamento
Sviluppo e
valorizzazione
risorse umane
N.B. Compilare per ciascuna priorità scelta
40
STRUMENTO 9
TABELLA 9. IL PIANO DI DIFFUSIONE
DESCRIZIONE
La raccolta sistematica dei dati relativi alla realizzazione del Piano di miglioramento consente di avere un
quadro di riferimento complessivo (Tabella 8) che permette la valutazione dei risultati ottenuti. Come
accennato nel capitolo 1 la valutazione del Piano unitamente alle informazioni raccolte nel RAV permettono di
predisporre le condizioni per la rendicontazione sociale (FASE D). LA diffusione dei risultati però non deve
essere rinviata alla fase successiva ma deve essere predisposta a mano a mano che i risultati dei vari progetti di
miglioramento pervengono al Responsabile del Piano di miglioramento. Si potranno organizzare incontri di
informazione/diffusione dei risultati sia all’interno della scuola sia all’esterno.
QUANDO UTILIZZARLO
FASE C: REALIZZARE IL PIANO DI MIGLIORAMENTO
Passo 3 : VALUTARE GLI ESITI E DIFFONDERE I RISULTATI
a) elaborare i dati del monitoraggio
b) redigere il rapporto sugli esiti del PdM
DOMANDE
Quali sono gli attori interni ed esterni alla scuola da coinvolgere per la condivisione dei risultati del PdM? Quali sono le
aziono interne che possono essere messe in atto per condividere quanto è stato fatto? Possono essere svolte azioni di
diffusione dei risultati indirizzate anche agli stakehoder esterni?
COME UTILIZZARLO
1. Inserire la data dell’evento di diffusione (o il periodo previsto)
2. Specificare nella colonna successiva le attività (riunione, assemblea, incontro pubblico, diffusione web) che si vogliono
realizzare o gli strumenti (circolare, brochure, volantino, manifesto, video , ecc.) che si intende utilizzare
3. Specificare nella terza colonna il responsabile dell’attività (o dello strumento) in modo che vi sia chi ne presidia la
realizzazione e il risultato
4. Definire chi sono i soggetti cui l’attività è rivolta in modo che la si possa adattare ai bisogni informativi del destinatario
5. Utilizzare l’ultima colonna in fase esecutiva per registrare considerazioni e proposte emerse dall’attività.
Indicazioni operative
Non vi è un modo unico per presentare i risultati si può ricorrere ad incontri istituzionali (per es. riunione dei
dipartimenti o del Collegio docenti) nei quali fornire i dati (anche in forma provvisoria se si ritiene utile ai fini
del progetto stesso), si può adottare la forma scritta predisponendo brevi articoli o comunicazioni rivolte a vari
soggetti, si può utilizzare la forma grafica per descrivere statistiche di interesse per i vari portatori di interesse.
Questo lavoro consente di preparare le condizioni per la predisposizione del Bilancio sociale e la sua
presentazione formale.
41
TABELLA 9. PIANO DELLA DIFFUSIONE
AZIONI DI DIFFUSIONE DEI RISULTATI DEL PDM ALL'INTERNO DELLA SCUOLA
Data/
Periodo
Descrizione dell’attività/strumenti
di diffusione interna
Responsabile
dell’attività
Destinatari
delle azioni
Considerazioni
e proposte
AZIONI DI DIFFUSIONE DEI RISULTATI DEL PDM ALL'ESTERNO DELLA SCUOLA
Data
Descrizione dell’attività/ strumenti
di diffusione interna
Responsabile
dell’attività
42
Destinatari delle Considerazioni
azioni
e proposte
STRUMENTO 10
FORMAT PER LA PRESENTAZIONE DEL PIANO DI MIGLIORAMENTO
DESCRIZIONE
La forma tabellare dei dati si presta molto nella fase operativa dove la comunicazione deve essere sintetica e
rapida. Nella fase di diffusione è invece importante mettere tutti in condizioni di leggere le informazioni
contenute nel PdM e soprattutto i risultati ottenuti. Per questo si suggerisce di redigere in forma testuale, al
termine del periodo di attuazione del PdM, un report di valutazione degli esiti. E’ stato proposto un format che
consente il PdM sia in fase progettuale (Fase B) sia in fase di valutazione dei risultati (Fase C). Il format proposto
richiama puntualmente il processo realizzato dando ragione dei risultati ottenuti.
DOMANDE
In che modo è possibile coinvolgere tutti i docenti della scuola nello sviluppo del PdM? Quali contenuti inserire nella
comunicazione in merito al Piano di miglioramento? Quale forma dare alla comunicazione?
QUANDO UTILIZZARLO
FASE B: PROGETTAZIONE DEL PIANO DI MIGLIORAMENTO
Passo 3 : APPROVARE IL PIANO DI MIGLIORAMENTO
FASE C: REALIZZARE IL PIANO DI MIGLIORAMENTO
Passo 3 : VALUTARE GLI ESITI E DIFFONDERE I RISULTATI
a) redigere il rapporto sugli esiti del PdM
COME UTILIZZARLO
Il documento denominato « Piano di miglioramento » potrebbe avere la seguente struttura :
PREMESSA
Nella quale si descrivono gli elementi normatiiv e di processo necessari per consentire la comprensione a tutti i soggetti
interessati che non hanno aprtecipato diretrtamente alla stesura del documento
Un articolazione in 3 punti :
A. OBIETTIVI DI PROCESSO E PRIORITA’
Dove si esplicitano le scelte strategiche della scuola
B. AZIONI PREVISTE
Dove di descrivono tutte le azioni che si intende realizzare per ragiungere gli obiettivi di miglioramento prefissati.
La pianificazione deve prevedere per ciascun Progetto di miglioramneto:
1. Descrizione della strategia di intervento
2. Risultati attesi
3. Indicatrori di risultato
4. Modalità di rilevazione
5. Monitoraggio
6. Tempi di attuazione
7. Impegno di risorse (budget)
8. Strategie di diffusione
C. PIANIFICAZIONE GENERALE DELLE AZIONI PREVISTE
Per fornire un quadro complessivo dei tempi di realizzazione del Piano di miglioramento e degli strumenti per il
suo monitoraggio oltre che al quadro economico di previsione (budget)
Indicazioni operative
Il Rapporto finale deve contenere parti testuali utili per la lettura dei dati quantitativi ma soprattutto gli
strumenti (Tabelle) contenti il valore degli indicatori sia in chiave previsionale che consuntiva.
43
IL PIANO DI MIGLIORAMENTO
PREMESSA
Inserire una breve descrizione dello scopo del documento con un richiamo agli aspetti normativi e alla
metodologia adottata.
A. OBIETTIVI DI PROCESSO E PRIORITA’
In seguito all’analisi dei punti di criticità emersi dal RAV e alle PRIORITÀ che il nostro istituto si è dato e che
vengono di seguito riportate:
N
1
2
3
4
AMBITI DI PRIORITA’
PRIORITA' INDIVIDUTE
TRAGUARDI INDIVIDUTI
Risultati scolastici
Risultati nelle prove
standardizzate nazionali
Competenze chiave e di
cittadinanza
Risultati a distanza
Si sono individuate, per ciascuno dei PROCESSI CHIAVE del servizio scolastico, i seguenti obiettivi di processo
che vengono rapportati alle priorità citate evidenziando così le scelte strategiche del il nostro istituto:
AREA DI PROCESSO
OBIETTIVI DI PROCESSO
Curricolo, progettazione e valutazione
Ambiente di apprendimento
Sviluppo e valorizzazione delle risorse umane
Integrazione con il territorio e rapporti con le famiglie
Obiettivo 1
Obiettivo 2
Obiettivo 3
Obiettivo 4
…
…
Nella tabella sottostante mostra la verifica di COERENZA fra obiettivi di processo e priorità dell’istituto.
AREA DI PROCESSO
OBIETTIVI
1^ PRIORITA’
2^ PRIORITA’
Curricolo, progettazione e
valutazione
Ambiente di
apprendimento
Sviluppo e valorizzazione delle
risorse umane
Integrazione con il territorio e
rapporti con le famiglie
Obiettivo 1
Obiettivo 2
Obiettivo 3
Obiettivo 4
In seguito all’analisi di fattibilità sono stati individuati i seguenti obiettivi di processo.
AREA DI
PROCESSO
Curricolo, progett. e
valutazione
Ambiente di
apprendimento
Sviluppo e valorizz.
delle risorse umane
Integr. con il territorio e
rapporti con le famiglie
OBIETTIVI DI
PROCESSO
FATTIBILITA’
Obiettivo 1
Obiettivo 2
Obiettivo 3
Obiettivo 4
44
IMPORTANZA/
IMPATTO
RILEVANZA
DELL’OBIETTIVO
B. AZIONI PREVISTE
N.B. OGNI SCHEDA DESCRIVE LE AZIONI DA REALIZZARE E IL MONITORAGGIO DELLE STESSE PER OGNI
OBIETTIVO DI PROCESSO SUL QUALE SI E’ DECISO DI LAVORARE. OGNI GRUPPO DI PROGETTO INDIVIDUATO
DOVRA’ PREDISPORRE UNA SCHEDA DI PROGETTO ARTICOLATA NEGLI 8 PUNTI DI SEGUITO DESCRITTI OGNI
OBIETTIVO DI PROCESSO INDIVIDUATO
AREA DI PROCESSO: CURRICOLO, PROGETTAZIONE E VALUTAZIONE
OBIETTIVO 1°: riportare l’obiettivo
1. DESCRIZIONE DELLA STRATEGIA DI INTERVENTO
Descrivere in dettaglio l’obiettivo e come si intende operare per raggiungerlo, cioè le azioni progettuali che si
intendono attivare
Azioni che si intende realizzare per raggiungere l’obiettivo
1. Azione 1. – Descrivere l’azione
2. Azione 2. – Descrivere l’azione
3. Azione ... – Descrivere l’azione
4. Azione n – Descrivere l’azione
2. RISULTATI ATTESI
Descrizione dei risultati attesi al termine delle azioni previste
• Risultato 1
• Risultato 2
• …..
3. INDICATORI DI RISULTATO
Definire come si intende misurare il raggiungimento dell’obiettivo cioè gli indicatori da utilizzare per rilevare i
dati necessari.
• Indicatore 1
• Indicatore 2
• …..
4. MODALITÀ DI RILEVAZIONE
Descrivere con quali strumenti e modalità si intendono rilevare i dati necessari per misurare il valore degli
indicatori scelti
• Strumento 1
• Strumento 2
5. MONITORAGGIO
Le attività relative alle azioni pianificate verranno monitorate con le seguenti modalità (si pianificano momenti di
verifica/monitoraggio in itinere):
Data di
rilevazione
Indicatori di
monitoraggio
Strumenti di
misurazione
45
Criticità rilevate
Modifiche/
aggiustamenti
Da compilare in fase
di realizzazione
Da compilare in fase
di realizzazione
Da compilare in fase
di realizzazione
Da compilare in fase
di realizzazione
Da compilare in fase
di realizzazione
Da compilare in fase
di realizzazione
Da compilare in fase
di realizzazione
Da compilare in fase
di realizzazione
6. TEMPI DI ATTUAZIONE
Definire i tempi di ogni azione progettuale
Data prevista di inizio azione:
AZIONI
Data prevista di fine azione:
PIANIFICAZIONE DELLE ATTIVITÀ RELATIVE ALL’AZIONE:
______________________________________
CHI
Primo anno
Secondo anno
Terzo anno
Attività 1
…
…
Attività n
7. IMPEGNO DI RISORSE (BUDGET)
quantificare il costo di ogni azione in termini di risorse umane, strumentali e finanziarie
TIPOLOGIA DI RISORSE
AZIONE
RICORSE
(U=umane, F= finanz.,
S=strumentali)
ORE
(per le risorse
umane interne)
COSTO
PREVISTO
FONTE
F INANZIARIA
8. STRATEGIE DI DIFFUSIONE
Nella tabella seguente vengono specificate le modalità con le quali si intende diffondere i risultati dell’azione
progettuale.
Azioni di diffusione dei risultati del PdM all'INTERNO della scuola
Data/
Periodo
Descrizione dell’attività/strumenti di
diffusione interna
Data/
Periodo
Descrizione dell’attività/strumenti di
diffusione interna
Responsabile
dell’attività
Destinatari
delle azioni
Considerazioni
e proposte
Azioni di diffusione dei risultati del PdM all'ESTERNO della scuola
Responsabile
dell’attività
46
Destinatari
delle azioni
Considerazioni
e proposte
C. PIANIFICAZIONE GENERALE DELLE AZIONI PREVISTE
DOPO AVER DESCRITTO IL PAINO DI ATTIVITA DI CIASCUN OBIETTIVO DI PROCESSO SI PUO DESRIVERE LA
PIANIFICAZIONE GENERALE DELL’INTERO PIANO DI MIGLIORAMENTO UTILIZZANDO LE SCHEDE PREDISPOSTE
AL PUNTO B. SI DESCRIVERANNO IN PARTICOLARE : 1) I TEMPI DI ATTUAZIONE DEL PDM (DIAGRAMMA DI
GANTT COMPLESSIVO; 2) ILI MONITORAGGIO DEL PDM; 3) IL BUDGET DEL PDM E 4) IL PIANO DELLA
DIFFUSIONE DEI RISULTATI.
1. Tempi di attuazione del Piano di miglioramento
Riportare nel quadro sinottico complessivo delle azioni progettuali che costituiscono il Piano di Miglioramento
Data prevista di inizio azione:
AZIONI
Data prevista di fine azione:
Primo anno
CHI
Secondo anno
Terzo anno
OBIETTIVO DI PROCESSO 1:
Attività 1
…
Attività n
OBIETTIVO DI PROCESSO 2:
Attività 1
…
Attività n
2. Monitoraggio del Piano di Miglioramento
Data di
rilevazione
Strumenti di
misurazione
Indicatori di
monitoraggio
Valore
previsto
Valore
rilevato
Criticità
rilevate
Modifiche
apportate
Da compilare
in fase realizzaz.
Da compilare
in fase realizzaz.
Da compilare
in fase realizzaz.
Da compilare
in fase realizzaz.
Da compilare
in fase realizzaz.
Da compilare
in fase realizzaz.
Da compilare
in fase realizzaz.
Da compilare
in fase realizzaz.
Da compilare
in fase realizzaz.
Da compilare
in fase realizzaz.
Da compilare
in fase realizzaz.
Da compilare
in fase realizzaz.
Da compilare
in fase realizzaz.
Da compilare
in fase realizzaz.
Da compilare
in fase realizzaz.
Da compilare
in fase realizzaz.
Da compilare
in fase realizzaz.
Da compilare
in fase realizzaz.
Da compilare
in fase realizzaz.
Da compilare
in fase realizzaz.
OBIETTIVO DI PROCESSO 1:
OBIETTIVO DI PROCESSO 2:
47
3. Budget complessivo del Piano di Miglioramento
Definire il quadro complessivo delle risorse impegnate per gli obiettivi di processo descritti al punto B
(budget del piano di miglioramento)
ORE ( p e r l e r i s o r s e
VOCE DI COSTO
umane INTE RNE)
COSTO PREVISTO
FONTE FINANZIARIA
DIREZ. E COORD.
PROGETTAZIONE
REALIZZAZIONE DOCENTI
(INTERNI)
REALIZZAZIONE
ATTREZZATURE
ALTRO
FORMATORI
(ESTERNI)
ESPERTI
(ESTERNI)
CONSULENTI
(ESTERNI)
SERVIZI
ALTRO
TOTALE GENERALE
4. Piano della diffusione dei risultati
Descrivere il quadro sinottico delle azioni di diffusione previste da ciascuno dei Progetti di Miglioramento
che si intende realizzare
Azioni di diffusione dei risultati del PdM all'INTERNO della scuola
Data/
Periodo
Descrizione dell’attività/strumenti di
diffusione interna
Responsabile
dell’attività
Destinatari
delle azioni
Considerazioni
e proposte
Azioni di diffusione dei risultati del PdM all'ESTERNO della scuola
Data/
Periodo
Descrizione dell’attività/strumenti di
diffusione interna
Responsabile
dell’attività
48
Destinatari
delle azioni
Considerazioni
e proposte
STRUMENTO 11
SCHEMA PER LA REDAZIONE DEL BILANCIO SOCIALE
DESCRIZIONE
Il bilancio sociale è l'esito finale della valutazione di sistema di un istituto scolastico in base al DPR 80/13. Con esso la
scuola rende conto delle scelte, delle attività, dei risultati e dell'impiego di risorse in un dato periodo, in modo da
consentire ai cittadini e ai diversi portatori di interesse di conoscere e formulare un proprio giudizio su come la scuola
interpreta e realizza la sua missione istituzionale. Basandosi sui seguenti documenti: PTOF, RAV e Rapporto sul
migloramento (in esito alla fase c del processo di valutazione) la scuola deve predisporre un docuemento (strutturato e
ben presentato graficamente) da diffondere fra i propri portatori di interesse e nella comunità sulla quale insiste l’istituto
scoalstico.
Lo strumento propone uno schema per redigere il Bilancio Sociale frutto di un’indagine desk su docuemnti di bilanci sociali
pubblicati da scuole di diverse regioni d’Italia.
QUANDO UTILIZZARLO
FASE D: Rendicontazione sociale
Passo 1: Progettare le modalità di diffusione dei risultati
Passo 2: Predisporre il documento di rendicontazione sociale (Bilancio sociale)
Passo 3: Presentare il Bilancio sociale alla comunità di riferimento
COME UTILIZZARLO
Lo strumento è uno schema guida che consente di presentare i dati relativi alla storia, all’offerta formativa, alle
risorse e ai risultati ottenuti in termini di efficacia e d efficienza dell’istituto soclastico.
Si consiglia di affidare il compito della sua redazione al Team (nucleo) di valutazione interno affiancato
dalResponsabile del Miglioramento in modo di riunire insieme tutte le figure che hanno presidiato le varie fasi
del processo: dall’autovalutazione alla realizzazione del miglioramento.
Indicazioni operative
E’ opportuno affiancare fin da subito al Team di Valutazione interno e al Responsabile del miglioramento il
grafico responsabile della progetazione grafica del Bilancio sociale e della sua riproduzione a stampa. Nel
caso si opti anche per una versione web è opportuno affiancare fin da subito un web designer.
L’operazione deve avvenire senza costi aggiuntivi, pertanto ogni istituto dovra ricorrere alle proprie
economie per coprire i costi di progettazione e di stampa del Bilancio sociale.
Vista la compelssità e onerosità che comporta la redazione di un bilancio sociale può essere opportuno
avvalersi della consulenza di esperti che possano agevolare il lavoro. E’ ovvio che in questo caso è
necessario prevedere un costo e di conseguenza una ricerca fondi per finanziare l’operazione.
49
BILANCIO SOCIALE
PRESENTAZIONE
CAPITOLO 1: IDENTITÀ DELL’ISTITUTO
A.
B.
C.
D.
Profilo storico dell’istituto
Visione ed i valori della scuola
Scelte strategiche
Indirizzi di studio
CAPITOLO 2: CONTESTO
A.
B.
C.
D.
Comunità di appartenenza (demografia, indicatori socio-economici...)
Portatori di interesse
Caratteristiche studenti (livelli d'ingresso, caratteristiche socio-economiche, …)
Partnership
CAPITOLO 3: ORGANIZZAZIONE DELL'ISTITUTO
A.
B.
C.
D.
Assetto organizzativo (organismi decisionali, didattici (dipartimenti, commissioni…)
Organigramma
Piano di sviluppo del capitale umano
Collaborazioni
CAPITOLO 4: RISORSE
A.
B.
C.
D.
Risorse umane
Risorse finanziarie
Risorse tecniche
Reti
CAPITOLO 5: CARATTERISTICHE DELL’OFFERTA FORMATIVA
A.
B.
C.
D.
E.
F.
G.
Accoglienza
Orientamento
Progettazione curricolare
Progetti (eccellenza, recupero, alternanza scuola-lavoro, attività culturali…)
Servizi (CIC, comunicazione, tutoring, servizi di integrazione, …)
Alternanza scuola-lavoro
….
CAPITOLO 6: RISULTATI
A.
B.
C.
D.
Esiti apprendimento (indicatori successo formativo, INVALSI, esiti ciclo successivo/lavoro…)
Risultati economico-finanziari
Esiti progetti (indicatori di efficacia ed efficienza)
Esiti servizi (indicatori di efficacia ed efficienza)
CAPITOLO 7: SODDISFAZIONE DEGLI STAKEHOLDER
A.
B.
C.
D.
Studenti
Personale (docente/ATA)
Aziende
Partner
CAPITOLO 8: MIGLIORAMENTO
A.
B.
C.
D.
Punti di forza e criticità
Priorità di intervento
Monitoraggio
Risultati raggiunti
NOTE CONCLUSIVE
50
CAPITOLO 4
UN ESEMPIO21
21
Nelle pagine seguenti viene presentata una raccolta di strumenti a titolo esemplificativo. L’esempio è basato su obiettivi di processo tratti dal RAV di
una scuola della Rete di Tradate mentre la compilazione delle schede ha un mero scopo didattico per far comprendere la logica di utilizzo degli
strumenti proposti nel capitolo 3.
51
TABELLA 1. RELAZIONE TRA OBIETTIVI DI PROCESSO E PRIORITÀ STRATEGICHE
Elencare gli obiettivi di processo come indicati nella sezione 5 del RAV e barare le colonne 1 e 2 per indicare l'attinenza di
ciascuno con le priorità
CONNESSIONE ALLE PRIORITA' (Legge 107/15)
AREA DI
PROCESSO
N
1
2
Curricolo
progettazione e
valutazione
3
4
Ambiente di
apprendimento
(priorità 1-3) Aumento del numero di
LIM nelle classi, costruzione di uno
spazio 3.0 per didattica innovativa
6
(priorità 1-3) Potenziamento delle
attività laboratoriali nelle classi del
primo biennio
7
9
10
11
Continuità e
orientamento
(Priorità 1) Elaborazione di una
programmazione per materie /aree e
di criteri di valutazione omogenei per
le classi del biennio di ogni indirizzo
(Priorità 1) Didattica modulare per
classi aperte nelle classi prime
dell’istituto tecnico economico e
tecnologico sulle discipline italiano,
matematica
(Priorità 1) Individuazione di
competenze in uscita dal biennio e di
indicatori condivisi per l’ingresso al
triennio in funzione di un curricolo
verticale
(Priorità 2) Adozione di modalità
comuni per la valutazione delle
competenze chiave e di cittadinanza
degli studenti
5
8
Inclusione e
differenziazione
OBIETTIVI DI PROCESSO
12
1e2
(Risultati scolastici e
prove nazionali
Miglioramento
competenze in uscita
biennio
3.
4.
5.
(Competenze chiave Migliorare il Migliorare la
di cittadinanza)
sistema di comunicazione
Miglioramento della valutazione
esterna e la
motivazione allo
della
partecipazione
studio degli studenti performance
dei genitori
della scuola
del primo biennio
X
X
X
X
X
X
(priorità 3) Sensibilizzazione alla
custodia dell’ambiente scolastico e
della salute -raccolta differenziata prove di evacuazione - dipendenze
(priorità 3) Valorizzare ambienti di
apprendimento esterni alla scuola
come luoghi educativi per le classi o
per i singoli studenti
X
X
X
X
X
priorità 1-3) Apertura di uno sportello
studenti BES con formazione iniziale
(Priorità 3) Almeno tre azioni indicate
dalle Linee guida MIUR contro il
bullismo; informazione a studenti e
famiglie , docente tutor classe prima,
..
(Priorità 1-3) Attivare fin dall’inizio
dell’anno scolastico attività di
inserimento e alfabetizzazione per
alunni stranieri
Priorità 1-3) Attivare azioni di
continuità verticale con la scuola
secondaria primo grado :
(prerequisiti in ingresso,
accompagnamento BES,…)
X
X
52
X
X
X
X
13
14
15
Orientamento
strategico e
organizzazione
della scuola
Sviluppo e
valorizzazione
delle risorse
umane
X
X
X
16
Revisione del Piano dell’offerta
formativa in relazione al RAV e a
obiettivi triennali
X
17
Determinare per ogni area funzionale
alla progettazione obiettivi operativi,
impegno finanziario, descrittori per
la misurazione di processi
X
18
Passaggio da sistema qualità a
monitoraggio interno dei processi in
funzione dell’autovalutazione
19
Implementazione del processo di
dematerializzazione e
digitalizzazione
20
(priorità 1-3) Formazione obbligatoria
docenti di n. 4 ore sulla didattica
inclusiva- DSA
21
(priorità 3) Completamento
formazione docenti e ATA DLgs.
81/2008
22
Implementare le attività di
collaborazione tra pari (già
intraprese) - autoaiuto - tutoring
23
Integrazione con
il territorio e
rapporti con le
famiglie
(Priorità 1) Attivare azioni di
continuità verticale tra primo e
secondo biennio: identificazione di
competenze/ contenuti
imprescindibili per l’istituto
(Priorità 1) Attivare azioni di
continuità verticale tra primo e
secondo biennio: migliorare le azioni
d’orientamento e scelta dell’indirizzo
(Priorità 1) Attivare azioni di
continuità verticale tra primo e
secondo -- operare azioni strutturate
di riorientamento in classe 1^ e/o 2^
24
25
26
X
X
X
X
Formazione e coinvolgimento
genitori sull’utilizzo del registro
elettronica e degli strumenti di
comunicazione con la scuola
Migliorare le condizioni del
ricevimento genitori per una migliore
accessibilità del servizio da parte
delle famiglie
Fornire attraverso indicazioni di
facile consultazione sulle procedure
da seguire per usufruire dei servizi
forniti
X
X
X
X
X
X
Implementare la partecipazione dei
genitori alle attività degli organi
collegiali
X
53
TABELLA 2. ANALISI DI FATTIBILITÀ ED IMPATTO
Al fine di calcolare la rilevanza dell'obbiettivo utilizzare la tabella 2 riportando le sime sulla fattibilità e sull'impatto e il
prodotto dei due valori numerici
PRODOTTO:
Obiettivi
Valore che
AREA DI
OBIETTIVI DI PROCESSO
FATTIBILITA' IMPATTO
rilevanti
identifica la
N
(da 1 a 5) (da 1 a 5)
Prodotto >
PROCESSO
ELENCATI
rilevanza
15
dell'intervento
Curricolo
progettazione
e valutazione
Ambiente di
apprendiment
o
Inclusione e
differenziazione
1
(Priorità 1) Elaborazione di una programmazione
per materie /aree e di criteri di valutazione
omogenei per le classi del biennio di ogni indirizzo
4
4
16
SI
2
(Priorità 1) Didattica modulare per classi aperte
nelle classi prime dell’istituto tecnico economico e
tecnologico sulle discipline italiano, matematica
3
4
12
NO
3
(Priorità 1) Individuazione di competenze in uscita
dal biennio e di indicatori condivisi per l’ingresso al
triennio in funzione di un curricolo verticale
5
5
25
SI
4
(Priorità 2) Adozione di modalità comuni per la
valutazione delle competenze chiave e di
cittadinanza degli studenti
5
5
25
SI
5
(priorità 1-3) Aumento del numero di LIM nelle
classi, costruzione di uno spazio 3.0 per didattica
innovativa
3
4
12
NO
6
(priorità 1-3) Potenziamento delle attività
laboratoriali nelle classi del primo biennio
4
5
20
SI
7
(priorità 3) Sensibilizzazione alla custodia
dell’ambiente scolastico e della salute -raccolta
differenziata - prove di evacuazione - dipendenze
4
5
20
SI
8
(priorità 3) Valorizzare ambienti di
apprendimento esterni alla scuola come luoghi
educativi per le classi o per i singoli studenti
3
4
12
NO
9
priorità 1-3) Apertura di uno sportello studenti BES
con formazione iniziale
4
4
16
SI
10
(Priorità 3) Almeno tre azioni indicate dalle Linee
guida MIUR contro il bullismo; informazione a
studenti e famiglie , docente tutor classe prima, ..
4
4
16
SI
11
(Priorità 1-3) Attivare fin dall’inizio dell’anno
scolastico attività di inserimento e alfabetizzazione
per alunni stranieri
4
4
16
SI
12
Priorità 1-3) Attivare azioni di continuità verticale
con la scuola secondaria primo grado :
(prerequisiti in ingresso, accompagnamento
BES,…)
3
5
15
NO
(Priorità 1) Attivare azioni di continuità verticale
tra primo e secondo biennio: identificazione di
competenze/ contenuti imprescindibili per
l’istituto
5
5
25
SI
14
(Priorità 1) Attivare azioni di continuità verticale
tra primo e secondo biennio: migliorare le azioni
d’orientamento e scelta dell’indirizzo
4
4
16
SI
15
(Priorità 1) Attivare azioni di continuità verticale
tra primo e secondo biennio -- operare azioni
strutturate di riorientamento in classe 1^ e/o 2^
3
4
12
NO
Continuità e 13
orientamento
54
16
Orientamento 17
strategico e
organizzazion
e della scuola 18
19
20
Sviluppo e
valorizzazione
21
delle risorse
umane
22
23
Integrazione
con il
24
territorio e
rapporti con le
25
famiglie
26
Revisione del Piano dell’offerta formativa in
relazione al RAV e a obiettivi triennali
4
4
16
SI
Determinare per ogni area funzionale alla
progettazione obiettivi operativi, impegno
finanziario, descrittori per la misurazione di
processi
3
4
12
NO
Passaggio da sistema qualità a monitoraggio
interno dei processi in funzione
dell’autovalutazione
4
4
16
SI
Implementazione del processo di
dematerializzazione e digitalizzazione
3
4
12
NO
(priorità 1-3) Formazione obbligatoria docenti di n.
4 ore sulla didattica inclusiva- DSA
5
4
20
SI
(priorità 3) Completamento formazione docenti e
ATA DLgs. 81/2008
4
4
16
SI
Implementare le attività di collaborazione tra pari
(già intraprese) - autoaiuto - tutoring
5
4
20
SI
Formazione e coinvolgimento genitori sull’utilizzo
del registro elettronica e degli strumenti di
comunicazione con la scuola
4
4
16
SI
Migliorare le condizioni del ricevimento genitori
per una migliore accessibilità del servizio da parte
delle famiglie
4
4
16
SI
Fornire attraverso indicazioni di facile
consultazione sulle procedure da seguire per
usufruire dei servizi forniti
3
4
12
NO
Implementare la partecipazione dei genitori alle
attività degli organi collegiali
2
5
10
NO
55
TABELLA 3. RISULTATI ATTESI E MONITORAGGIO
Nella colonna "Indicatori di monitoraggio" esprimere un elemento su cui basare il controllo periodico del processo in atto.
L'indicatore dovrebbe essere un valore misurabile o comunque accertabile in modo univoco.
AREA DI
PROCESSO
Curricolo
progettazione e
valutazione
N
OBIETTIVI DI PROCESSO
ELENCATI
RISULTATI
ATTESI
1
Rubriche di
valutazione per
ogni indirizzo
3
(Priorità 1) Individuazione di
competenze in uscita dal biennio e di
indicatori condivisi per l’ingresso al
triennio in funzione di un curricolo
verticale
Definizione del
profilo d'uscita
del 1° biennio
Segretaria
Tutte le programmazioni
didattica
del triennio verificano i
(programmazioni
requisiti in ingresso
didattiche per
(comuni)
indirizzo)
4
(Priorità 2) Adozione di modalità
comuni per la valutazione delle
competenze chiave e di cittadinanza
degli studenti
Prove comuni di
rilevazione delle
competenze di
cittadinanza
Segretaria
didattica
Prove trasversali in tutte
(programmazioni
le classi
didattiche per
indirizzo)
6
(priorità 1-3) Potenziamento delle
attività laboratoriali nelle classi del
primo biennio
Adozione di
metodologie
laboratoriali
(cooperative
learning,
learning by
doing, ecc.)
Segretaria
didattica
Almeno 60% delle classi
(programmazioni
1° biennio propongono il
didattiche primo
modulo formativo
biennio) - Verbali
di classe
7
(priorità 3) Sensibilizzazione alla
custodia dell’ambiente scolastico e
della salute -raccolta differenziata prove di evacuazione - dipendenze
Modulo
didattico su
ambiente e
raccolta
differenziata
Segretaria
didattica
Almeno 80% delle classi
(programmazioni
1° biennio propongono il
didattiche primo
modulo formativo
biennio) - Verbali
di classe
9
priorità 1-3) Apertura di uno sportello
studenti BES con formazione iniziale
Apertura dello
sportello entro
dicembre 2016
10
(Priorità 3) Almeno tre azioni indicate
dalle Linee guida MIUR contro il
bullismo; informazione a studenti e
famiglie , docente tutor classe prima, ..
Attività
formative sul
bullismo in
gruppi misti
(studenti/genitor
i/docenti)
Almeno 3 eventi in
orario extrascolastico
con rilevazione della
presenza
Firma di
partecipazione
agli eventi
11
(Priorità 1-3) Attivare fin dall’inizio
dell’anno scolastico attività di
inserimento e alfabetizzazione per
alunni stranieri
Tutti gli studenti
stranieri NAI
frequentano
corsi L1 e L2
100 % di studenti
stranieri NAI
frequentano corsi L1
Registro presenze
56
Tutte le competenze
devono avere una
rubrica di valutazione
condivisa
MODALITÀ DI
RILEVAZIONE
(Priorità 1) Elaborazione di una
programmazione per materie /aree e
di criteri di valutazione omogenei per
le classi del biennio di ogni indirizzo
Ambiente di
apprendimento
Inclusione e
differenziazione
INDICATORI DI
MONITORAGGIO
Numero di utenti
Piani di lavoro
disciplinari
(dipartimenti)
Scheda di
colloquio
13
Continuità e
orientamento
14
16
Progettazione
per competenze
in continuità
verticale per le
discipline
comuni
Progettazione di
un modulo
"Orientamento"
(Priorità 1) Attivare azioni di continuità in continuità nel
verticale tra primo e secondo biennio: 1° biennio
(almeno 30 ore)
migliorare le azioni d’orientamento e
che prepara alla
scelta dell’indirizzo
scelta
dell'indirizzo di
studi
(Priorità 1) Attivare azioni di continuità
verticale tra primo e secondo biennio:
identificazione di competenze/
contenuti imprescindibili per l’istituto
Redazione di un
report sul RAV e
Piano di
Miglioramento
con indicazioni
per la revisione
del PTOF
Revisione del Piano dell’offerta
formativa in relazione al RAV e a
obiettivi triennali
Orientamento
strategico e
organizzazione
della scuola
Programmazione
dei dipartimenti
Almeno 80% delle classi
adotta il modulo
orientamento nel 1°
biennio
Segretaria
didattica
(programmazioni
didattiche primo
biennio) - Verbali
di classe
Presenza nel rapporto di
valutazione del Piano di
Report finale sul
Miglioramento di una
Piano di
specifica sezione
Miglioramento
destinata alla revisione
del PTOF
Team di
valutazione
interno accoglie
in modo
sistematico gli
indicatori
necessari alla
redazione del
RAV
Passaggio da sistema qualità a
monitoraggio interno dei processi in
funzione dell’autovalutazione
Creazione di un
sistema
informativo
interno per la
redazione del
RAV
Definizione del set di
indicatori da produrre a
cura della scuola
20
(priorità 1-3) Formazione obbligatoria
docenti di n. 4 ore sulla didattica
inclusiva- DSA
Pianificazione di
un corso di
formazione di 4
ore sulla
didattica
inclusiva
80% dei docenti
frequentano il corso
Piano della
formazione
(registro
presenza)
21
(priorità 3) Completamento
formazione docenti e ATA DLgs.
81/2008
Pianificazione di
un corso di
formazione sulla
sicurezza
100% dei docenti
frequentano il corso
Piano della
formazione
(registro
presenza)
22
Realizzazione di
Implementare le attività di
attività di peer
collaborazione tra pari (già intraprese)
education nelle
- autoaiuto - tutoring
classi
18
Sviluppo e
valorizzazione
delle risorse
umane
Tutte le discipline
comuni adottano il
curricolo verticale
57
50% delle classi svolge
un'attività di peer
education
Segretaria
didattica
(programmazioni
didattiche primo
biennio) - Verbali
di classe
TABELLA 4. OBIETTIVI-AZIONI
Valutazione degli effetti positivi e negativi delle azioni
Caratteri innovativi
AREA DI
N
PROCESSO
1
Curricolo
progettazione 3
e valutazione
4
6
Ambiente
di
apprendimento
7
OBIETTIVI DI
PROCESSO ELENCATI
(Priorità 1)
Elaborazione di una
programmazione per
materie /aree e di
criteri di valutazione
omogenei per le classi
del biennio di ogni
indirizzo
(Priorità 1)
Individuazione di
competenze in uscita
dal biennio e di
indicatori condivisi per
l’ingresso al triennio in
funzione di un
curricolo verticale
Caratteri innovativi
dell'obiettivo
garantire
omogeneità della
progettazione anche
ai fini
dell'orientamento
garantire continuità
del percorso scolastico
(Priorità 2) Adozione di
modalità comuni per la
garantire lo sviluppo
valutazione delle
della cittadinanza
competenze chiave e
attiva
di cittadinanza degli
studenti
(priorità 1-3)
Potenziamento delle sviluppare la didattica
attività laboratoriali esperienziale (learning
nelle classi del primo
by doing)
biennio
(priorità 3) Sensibilizzazione custodia
dell’ambiente
scolastico e della salute
-raccolta differenziata prove di evacuazione dipendenze
valorizzazione
dell'ambiente
scolastico (legalità)
APPENDICE A:
APPENDICE B: Indire
connessione con
innovazione
obiettivi
Avanguardie
comma 7 L. 107/15
educative
(da A a Q)
da 1 a 7)
Comma 7
punti a, b,c, s
Comma 7
punti a, b,c, s
Comma 7
punto d - e
AZIONI PREVISTE
EFFETTI POSITIVI
all'interno della
scuola a MEDIO
termine
1
Attivare i
dipartimenti per
definire ed
approvare in CD il
profilo formativo
d'uscita del 1°
biennio
Definire i risultati
attesi al termine in
termini di
competenze in tutti
gli indirizzi di studio
1
Realizzare una
ricerca azione per
passare alla
progettazione del
curricolo per
competenze nel 1°
biennio
Uniformare la
progettazione del
curricolo del 1°
biennio in
previsione di
estenderlo al
secondo
6
Comma 7
punto i
3
Comma 7
punto d - e
6
58
Definire le
procedure e gli
strumenti per la
valutazione e
certificazione delle
competenze (anche
quelle di
cittadinanza)
Realizzare corsi di
formazione per
sviluppare le
competenze dei
docenti nella
didattica
laboratoriale
Progettare e
realizzare un
modulo formativo
rivolto agli studenti
del 1° biennio sulle
tematiche
ambientali
EFFETTI
EFFETTI
EFFETTI
NEGATIVI
POSITIVI
NEGATIVI
all'interno
all'interno
all'interno
della scuola a della scuola a della scuola a
MEDIO
LUNGO
LUNGO
termine
termine
termine
Rischio di
Resistenze a
adattamento
Affidabilità
passare dalla
a prassi
nella
progettazione
formali senza
certificazione
per contenuti
modificare il
delle
a quello per
proprio modo
competenze
competenze
di progettare
la didattica
Adottare criteri
uniformi di
valutazione delle
competenze
Resistenze al
Migliori risultati
cambiamento
negli apprendimenti da parte del
degli studenti
corpo docente
Necessità di
Miglior qualità
setting diversi
dell'
da quello
insegnamento
tradizionale
può creare
Sviluppo
problemi con il
competenze di
personale non
cittadinanza
docente
nessuno
Inclusione e
differenziazione
9
priorità 1-3) Apertura
di uno sportello
studenti BES con
formazione iniziale
migliorare il rapporto
con utenti BES
Comma 7
punto L
6
10
(Priorità 3) Almeno tre
azioni indicate dalle
Linee guida MIUR
contro il bullismo;
informazione a
studenti e famiglie,
docente tutor classe
prima, ..
migliorare i rapporti
umani e sviluppare
legalità
Comma 7
punto d - e
6
11
13
Continuità e
orientamento
14
(Priorità 1-3) Attivare
fin dall’inizio dell’anno favorire l'integrazione
scolastico attività di
degli stranieri nella
inserimento e
cultura e nelle
alfabetizzazione per
istituzioni italiane
alunni stranieri
(Priorità 1) Attivare
azioni di continuità
verticale tra primo e
contrastare la
secondo biennio:
dispersione con una
identificazione di
politica di
competenze/
orientamento efficace
contenuti
imprescindibili per
l’istituto
(Priorità 1) Attivare
azioni di continuità
contrastare la
verticale tra primo e
dispersione con una
secondo biennio:
politica di
migliorare le azioni
orientamento efficace
d’orientamento e
scelta dell’indirizzo
Comma 7
punto d - e - r
Comma 7
punto s
Comma 7
punto s
Erogare un servizio a
favore degli studenti
con difficoltà atto a
rafforzare
l'autostima deglis
tessi
Migliorare le
relazioni all'interno
della scuola
6
Definire un protocollo
di accoglienza degli
alunni stranieri basato
sull'insegnamento
della lingua italiana,
perfezionamento della
stessa ed sviluppo
delle competenze di
cittadinanza
Favorire
l'integrazione rapida
degli studenti non
limitandosi al mero
insegnamento della
lingua ma
estendendo l'attività
allo sviluppo delle
competenze di
cittadinanza
6
Attivare i Dipartimenti
per la progettazione
del curricolo per
competenze nel
triennio in raccordo
con il primo biennio
Migliorare la
progettazione
didattica
6
59
Realizzare un corso di
formazione di un
nucleo di almeno 10
insegnanti sulle
tematiche BES
finalizzato all'apertura
dello sportello
(Progettazione e
attivazione dello
sportello BES)
Organizzare momenti
pubblici in/formativi
sulla problematica del
bullismo
Organizzare un'attività
teatrale/video extra
curricolare per
rafforzare l'autostima
degli studenti e
contrastare il bullismo
Progettare un modulo
di orientamento da
somministrare nel 1°
biennio (almeno 30
ore) finalizzato alla
scelta dello studente
Migliorare
l'orientamento
interno
Miglioramento
del clima
organizzativo
della scuola
nessuno
Atteggiamento
individualistico
dei docenti e Miglioramento
chiusura verso del servizio
la
scolastico
progettazione
d'istituto
nessuno
Resistenze
culturali e
pregiudizi
sociali
16
Orientamento
strategico e
organizzazione
della scuola
18
Revisione del Piano
dell’offerta formativa Migliorare il sistema di
in relazione al RAV e a valutazione interno
obiettivi triennali
Passaggio da sistema
qualità a monitoraggio
Migliorare il sistema di
interno dei processi in
valutazione interno
funzione
dell’autovalutazione
(priorità 1-3)Formazione obbligatoria
20 docenti di n. 4 ore sulla
didattica inclusiva- DSA
Sviluppo e
(priorità 3)
valorizzazione
Completamento form.
delle risorse 21
docenti e ATA
DLgs.81/2008
umane
Comma 7
punto m
Adeguamento
Resistenza di
gruppi interni Miglioramento passivo alle
dell'immagine decisioni degli
(qualità,
responsabili di della scuola
organi
reparto, ecc)
collegiali
Comma 7
punto m
6
innovare le
competenze del
personale
Comma 7
punto s
1. - 5.- 6.
Organizzazione di corsi
sulla didattica
inclusiva rivolti a
personale docente
innovare le
competenze del
personale
Comma 7
punto o
6
Attuazione di corsi
sulla sicurezza rivolti al
personale ATA
innovare le
competenze del
personale
Comma 7
punto d
6
Corso di formazione
per lo sviluppo della
peer education
nell'istituto
6
Organizzazione di
momenti informativi
Scarsa
rivolti ai genitori per Miglioramento dei disponibilità di
Rischio
Miglioramento
l'utilizzo del registro rapporti interni fra le genitori alla
fallimento e
dell'immagine
elettronico e egli
componenti
partecipazione
ritorno allo
della scuola
strumenti di
rassegnazione
scolastiche
status quo
comunicazione con la
dei docenti
scuola
6
Conduzione di una
ricerca conoscitiva per
Miglioramento della
l'individuazione della
comunicazione
gestione efficace degli
orari di ricevimento
22
Implementare le
attività di collab. tra
pari (già intraprese)
autoaiuto- tutoring
23
Form. e coinvolgim.
genitori sull’utilizzo del
registro elettronico e
degli strumenti di
comunicazione con la
scuola
migliorare la
comunicazione e la
partecipazione
Comma 7
punto m - n
24
Migliorare le
condizioni del
ricevimento genitori
per una migliore
accessibilità del
servizio da parte
delle famiglie
migliorare la
comunicazione e la
partecipazione
Comma 7
punto m - n
Integrazione
con il territorio
e rapporti con
famiglie
6
Coinvolgimento della
Commissione PTOF (e
Coerenza dall'
del personale) per
autovalutazione al
l'esame degli esiti del
PdM fino alla
Piano di
revisione del PTOF
Miglioramento
Coinvolgimento del
personale
Semplificazione del
responsabile della
sistema qualità e
qualità per
riduzione del
implementare/modific
materiale cartaceo
are il sistema
inerente procedure e
informativo della
procesis chiave
qualità nella direzione
dell'autovalutazione
60
Miglioramento
competenze dei
docenti
Passività del
corpo docente
Miglioramento
servizi
scolastici
Nessuno
TABELLA 5. DIAGRAMMA DI GANTT
AZIONE/ATTIVITA'
PIANIFICAZIONE DELLE ATTIVITA' 2016/17
set ott
nov
dic
gen
feb
mar
apr
mag
giu lug
2017/18 2018/19
CURRICOLO - PROGETTAZIONE E VALUTAZIONE
1. Attivare i dipartimenti per
definire ed approvare in CD il
profilo formativo d'uscita del 1°
biennio
2. Pianificare una ricerca azione
per passare alla progettazione del
curricolo del 1° biennio
per competenze
3. Definire le procedure e gli
strumenti per la valutazione e
certificazione delle competenze
(anche quelle di cittadinanza)
XX X
X X X X X X X X
XX X
AMBIENTE DI APPRENDIMENTO
1. Realizzare corsi di formazione
per sviluppare le competenze dei
docenti nella didattica laborator.
2.Progettare e realizzare un
modulo formativo rivolto agli
studenti del 1° biennio sulle
tematiche ambientali
X X X X X
XX X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
INCLUSIONE E DIFFERENZIAZIONE
1. Realizzare un corso di
formazione di un nucleo di almeno
10 insegnanti sulle tematiche BES
finalizzato all'apertura dello
sportello (Progettazione e
attivazione dello sportello BES)
2.Organizzare momenti pubblici
informativi sulla problematica del
bullismo. Organizzare un'attività
teatrale/video extra curricolare
per rafforzare l'autostima degli
studenti e contrastare il bullismo^
3. Attivare fin dall’inizio dell’anno
scolastico attività di inserimento e
alfabetizzazione per alunni
stranieri
X X X
X
X
X
XX
CONTINUITA' E ORIENTAMENTO
1. Attivare i Dipartimenti per
la progettazione del curricolo
per competenze nel triennio in
raccordo con il primo biennio
2. Progettare e realizzare un
modulo di orientamento da
somministrare nel 1° biennio
(almeno 30 ore) finalizzato alla
scelta dello studente
XX
X X
ORIENTAMENTO STRATEGICO E ORGANIZZAZIONE DELLA SCUOLA
1. Coinvolgimento della
Commisisone PTOF (e del
personale) per l'esame degli
esiti del Piano di Miglioram.
X X X X X X X X X X
61
X
X
NOTE
2. Coinvolgimento del
personale responsabile della
qualità per implementare/
modificare il sistema inform.
della qualità nella direzione
dell'autovalutazione (RAV)
X XX XX X X X X X
X
X
X
X
X
X
SVILUPPO E VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE UMANE
1. Oragnizzazione di corsi sulla
didattica inclusiva rivolti a
personale docente
2. Attuazione di corsi sulla
sicurezza rivolti al personale
ATA
3. Corso di formazione per lo
sviluppo della peer education
nell'istituto
X X
X X X
XX X
INTEGRAZIONE CON IL TERRIOTRIO E RAPPORTI CON LE FAMIGLIE
1. Organizzazione di momenti
informaivi rivolti ai genitori
per l'utilizzo del registro
elettronico e egli strumenti di
comunicazione con la scuola
2. Conduzione di una ricerca
conoscitiva per
l’individuazione della gestione
efficace degli orari di
ricevimento
XX XX X X X X
X XX X
62
TABELLA 6. MONITORAGGIO DELLE AZIONI
GRUPPO DI PROGETTO: CURRICOLO, PROGETTAZIONE E VALUTAZIONE
AZIONE
DATA/PERIODO DI RILEVAZIONE
1. Attivare i dipartimenti per definire ed approvare in CD il profilo
formativo d'uscita del 1° biennio
giu-16
Valore
Previsto
INDICATORE DI MONITORAGGIO
Valore
rilevato
dic-16
Valore
Previsto
Definizione dei profili formativi d'uscita in termini di competenze
di tutti gli indirizzi e articolazioni
80%
Tutti
INDICATORE DI MONITORAGGIO
Approvazione formale di tutti gli indirizzi articolazioni
80%
Tutti
format standard per la
definizione del profilo
formativo d'uscita
da compilare al termine
dell'incontro di
monitoraggio
STRUMENTI DI RILEVAZIONE
CRITICITA' RLEVATE
da compilare in funzione
delle decisioni prese
MODIFICHE APPORTATE AL PROGETTO
AZIONE
Valore
rilevato
Delibera di approvazione
del CD
da compilare al termine
dell'incontro di
monitoraggio
da compilare in funzione
delle decisioni prese
DATA/PERIODO DI RILEVAZIONE
2. Pianificare una ricerca azione per passare alla progettazione del curricolo
del 1° biennio per competenze
feb-17
Valore
Previsto
INDICATORI DI MONITORAGGIO
% di frequenza
Valore
rilevato
90%
STRUMENTI DI RILEVAZIONE
giu-17
Valore
Previsto
Valore
rilevato
90%
foglio firme
foglio firme
CRITICITA' RLEVATE
da compilare al termine
dell'incontro
da compilare al termine
dell'incontro
MODIFICHE APPORTATE AL PROGETTO
da compilare in funzione
delle decisioni prese
da compilare in funzione
delle decisioni prese
AZIONE
DATA/PERIODO DI RILEVAZIONE
3. Definire le procedure e gli strumenti per la valutazione e certificazione
delle competenze (anche quelle di cittadinanza)
ott-16
Valore
Previsto
INDICATORI DI MONITORAGGIO
Produzione di una rubrica di valutazione per le competenze del profilo
formativo d'uscita di ciascun indirizzo
STRUMENTI DI RILEVAZIONE
CRITICITA' RLEVATE
MODIFICHE APPORTATE AL PROGETTO
63
Valore
rilevato
100%
dic-16
Valore
Previsto
Valore
rilevato
100%
format standard rubriche
di valutazione
da compilare al termine
dell'incontro di
monitoraggio
format standard rubriche
di valutazione
da compilare al termine
dell'incontro di
monitoraggio
da compilare in funzione
delle decisioni prese
da compilare in funzione
delle decisioni prese
TABELLA 8. LA VALUTAZIONE DEL MIGLIORAMENTO
Priorità 1. Elaborazione di una programmazione per materie /aree e di criteri di valutazione
omogenei per le classi del biennio di ogni indirizzo
Area di processo
(ex sez. 5 del
RAV)
Esiti degli studenti
(ex sez. 5 del RAV)
Elaborazione di una
programmazione per materie
/aree e di criteri di valutazione
omogenei per le classi del
biennio di ogni indirizzo
Curricolo
Individuazione di competenze in
uscita dal biennio e di indicatori
condivisi per l’ingresso al
triennio in funzione di un
curricolo verticale
Adozione di modalità comuni
per la valutazione delle
competenze chiave e di
cittadinanza degli studenti
Ambiente di
apprendimento
Risultati attesi
Indicatori di
monitoraggio
Risultati
Considerazioni
Differenza
riscontrati
critiche e proposte
Rubriche di
valutazione per ogni
indirizzo
Tutte le
competenze
devono avere
una rubrica di
valutazione
condivisa
da compilare ex
post
Definizione del
profilo d'uscita del 1°
biennio
Tutte le
programmazio
ni del triennio
verificano i
requisiti in
ingresso
da compilare ex
post
Prove
trasversali in
tutte le classi
da compilare ex
post
Prove comuni di
rilevazione
competenze di
cittadinanza in tutte
le classi
Madozione di
metodologie
laboratoriali
(cooperative
learning, learning by
doing, ecc.)
Sensibilizzazione alla custodia
dell’ambiente scolastico e della
salute -raccolta differenziata prove di evacuazione –
dipendenze
Modulo didattico su
ambiente e raccolta
differenziata
Apertura sportello studenti BES
con formazione iniziale
Apertura sportello
entro dicembre 2016
Almeno 60%
delle classi 1°
biennio
propongono il
modulo
formativo
Almeno 80%
classi 1°
biennio
propongono il
modulo
formativo
Numero di
utenti
100 % studenti
stranieri NAI
frequentano
corsi L1
da compilare ex
post
stranieri
Tutti gli studenti
stranieri NAI
frequentano corsi L1
e L2
Attivare azioni di continuità
verticale tra primo e secondo
biennio: identificazione di
competenze/ contenuti
imprescindibili per l’istituto
Progettazione per
competenze in
continuità verticale
per le discipline
comuni
Tutte le
discipline
comuni adottano curricolo
verticale
da compilare ex
post
Attivare azioni di continuità
verticale tra primo e secondo
biennio: migliorare le azioni
d’orientamento e scelta
dell’indirizzo
Progettazione di un
modulo "Orientamento" in continuità
nel 1° biennio
(almeno 30 ore) che
prepara scelta
dell'indirizzo studi
Almeno 80%
delle classi
adotta il
modulo
orientamento
nel 1° biennio
da compilare ex
post
Formazione obbligatoria docenti
di n. 4 ore sulla didattica
inclusiva- DSA
Pianificazione di un
corso di formazione
di 4 ore sulla
didattica inclusiva
80% dei
docenti
frequentano il
corso
da compilare ex
post
Realizzazione di
attività di per
education nelle classi
50% delle
classi svolge
un'attività di
peer education
da compilare ex
post
Potenziamento delle attività
laboratoriali nelle classi del
primo biennio
Inclusione e
differenziazio Attivare fin dall’inizio dell’anno
scolastico attività di inserimento
ne
e alfabetizzazione per alunni
Continuità e
orientamento
Data
Sviluppo e
valorizzazione
delle risorse Implementare le attività di
umane
collaborazione tra pari (già
intraprese) - autoaiuto - tutoring
64
da compilare ex
post
da compilare ex
post
da compilare ex
post
PRIORITÀ 2: MIGLIORAMENTO DELLA MOTIVAZIONE ALLO STUDIO DEGLI STUDENTI DEL PRIMO BIENNIO
Area di processo
(ex sez. 5 del RAV)
Esiti degli studenti
(ex sez. 5 del RAV)
Inclusione e
differenziazione
continuità e
orientamento
Sviluppo e
valorizzazione
delle risorse
umane
Rislutati
riscontrati
Risultati attesi
Madozione di
metodologie
laboratoriali
(cooperative
learning,
learning by
doing, ecc.)
Almeno 60%
delle classi 1°
biennio
propongono il
modulo
formativo
da compilare ex
post
Modulo
didattico su
ambiente e
raccolta
differenziata
Almeno 80%
delle classi 1°
biennio
propongono il
modulo
formativo
da compilare ex
post
Apertua dello
sportello entro
dicembre 2016
Numero di
utenti
da compilare ex
post
Attività
formative sul
bullismo in
gruppi misti
(studenti/
genitori/docenti)
Alemno 3
eventi in orario
extra-scolastico
con rilevazione
della presenza
da compilare ex
post
Attivare fin dall’inizio
dell’anno scolastico
attività di inserimento
e alfabetizzazione per
alunni stranieri
Tutti gli studenti
stranieri NAI
frequentano
corsi L1 e L2
100 % di
studenti
stranieri NAI
frequentano
corsi L1
da compilare ex
post
Attivare azioni di
continuità verticale
con la scuola
secondaria primo
grado : (prerequisiti in
ingresso,
accompagnamento
BES,…)
Progettazione
per competenze
in continuità
verticale per le
discipline
comuni
Tutte le
discipline
comuni
adottano il
curricolo
verticale
da compilare ex
post
80% dei docenti
frequentano il
corso
da compilare ex
post
100% dei
docenti
frequentano il
corso
da compilare ex
post
50% delle classi
svolge
un'attività di
peer education
da compilare ex
post
Sensibilizzazione alla
custodia
dell’ambiente
scolastico e della
salute -raccolta
differenziata - prove
di evacuazione dipendenze
Apertura di uno
sportello studenti BES
con formazione
iniziale
Almeno tre azioni
indicate dalle Linee
guida MIUR contro il
bullismo;
informazione a
studenti e famiglie,
docente tutor classe
prima, ..
Formazione
obbligatoria docenti di
n. 4 ore sulla didattica
inclusiva- DSA
Completamento
formazione docenti e
ATA DLgs. 81/2008
Implementare le
attività di
collaborazione tra pari
(già intraprese) autoaiuto - tutoring
Pianificazione di
un corso di
formazione di 4
ore sulla
didattica
inclusiva
Pianificazione di
un corso di
formazione
sulla sicurezza
Realizzazione di
attivit di peer
education nelle
classi
65
Differenza
Considerazioni e
proposte
Indicatori scelti
Potenziamento delle
attività laboratoriali
nelle classi del primo
biennio
ambiente di
apprendimento
Data di
rilevazione
TABELLA 9. PIANO DELLA DIFFUSIONE
Data/
Periodo
AZIONI DI DIFFUSIONE DEI RISULTATI DEL PDM ALL'INTERNO DELLA SCUOLA
Descrizione dell’attività/strumenti
Responsabile
Destinatari
Considerazioni
di diffusione interna
dell’attività
delle azioni
e proposte
Incontro con diprtimenti per
Maggio 2016
presentazione risultati Piano di
2017- 2018
miglioramento
Resp. Pdm
Resp. Dipartimenti
Docenti
Da compilare al
temine incontri
Docenti
Da compilare al
temine incontri
DS
Resp Miglioramento
CdI
Genitori e studenti
Da compilare al
temine incontri
DS
Resp Miglioramento
Presd. CdI
Docenti, studenti
genitori e altri
portatori di
interesse
Da compilare al
temine incontri
Giugno 2016 Presenatzione esiti Piano miglioramento Resp. Pdm
2017- 2018 al Collegio docenti
DS
Giugno 2016
Incontro genitori
2017- 2018
Maggio
2019
Data
Evento pubblico aperto a tutte le
componenti su “Esito del Piano di
miglioramento
AZIONI DI DIFFUSIONE DEI RISULTATI DEL PDM ALL'ESTERNO DELLA SCUOLA
Descrizione dell’attività/ strumenti
Responsabile
Destinatari delle
Considerazioni
di diffusione interna
dell’attività
azioni
e proposte
Incontro con portatri di interesse per
Maggio 2016
presentazione risulati della scuola (RAV
2017- 2018
e Paino di Miglioramento)
Resp. Pdm
Resp. Dipartimenti
Incontro con portatri di interesse per
Giugno 2016
presentazione risulati della scuola (RAV
2017- 2018
e Paino di Miglioramento)
Resp. Pdm
DS
Giugno 2016
Incontro genitori
2017- 2018
DS
Resp Miglioramento
CdI
Giugno
2019
Presenatzione del Bilancio Sociale
DS
Resp Miglioramento
Presd. CdI
66
Portatori di
interesse (famiglie,
aziende, comune,
ASL, ecc.)
Portatori di
interesse (famiglie,
aziende, comune,
ASL, ecc.)
Portatori di
interesse (famiglie,
aziende, comune,
ASL, ecc.)
Docenti, studenti
genitori e altri
portatori di
interesse
Da compilare al
temine incontri
Da compilare al
temine incontri
Da compilare al
temine incontri
Da compilare al
temine incontri
GLOSSARIO 22
ANALISI DEI PROCESSI
Si intende per analisi dei processi (del servizio scolastico) l’attività analitica svolta per definire come la scuola
progetta, eroga e controlla i propri servizi.
ANALISI DEI RISULTATI
L’analisi dei risultati consente di misurare il grado di efficacia e di efficienza con i quali l’organizzazione
scolastica persegue i propri obiettivi.
ANALISI DI FATTIBILITÀ ED IMPATTO
È un esame critico di tutti gli elementi di un progetto, dai dettagli operativi agli aspetti tecnici, economici,
ambientali e socioculturali. Nella ricerca azione viene svolta in modo preventivo (e approssimato) per verificare
quali degli obiettivi di processo selezionati ha più probabilità di essere efficace rispetto agli altri. Viene
condotta da un focus group del quale fanno parte i responsabili di tutti i principali servizi della scuola.
ANALISI MACRO
E’ un’analisi strutturale delle situazioni negative che impediscono lo svolgersi di un processo di sviluppo,
identificando gli ostacoli ritenuti dominanti e prioritari dalle parti interessate. L’analisi macro, nel modello di
valutazione proposto, è costituita da tre ambiti di indagine tra loro strettamente connesse:
• l’analisi della qualità dei processi: cosa FA l’Istituto e cosa NON FA per realizzare l’Offerta dichiarata;
• l’esame dei risultati prodotti ovvero il livello di efficacia ed efficienza delle attività dell’istituto;
• la rilevazione della valutazione dei clienti: il grado di soddisfazione dei clienti per il Servizio ricevuto.
ANALISI MICRO
L’analisi micro consiste nell’approfondimento dei problemi individuati dall’analisi macro per mezzo di vari
strumenti di indagine (brain storming, diagramma causa/effetto, ecc.) che permettono di individuare le cause
che generano i problemi.
AREE DI PROCESSO
Sono gli ambiti nei quali il SNV pone l’attenzione per individuare gli obiettivi di miglioramento della scuola.
Sono stati individuati le seguenti aree di processo: Curricolo, progettazione e valutazione; Ambiente di
Apprendimento; Inclusione e differenziazione; Continuità e orientamento; Orientamento strategico e
organizzazione della scuola; Sviluppo e valorizzazione risorse umane; Integrazione con il territorio e rapporti
con le famiglie.
AUTOVALUTAZIONE D'ISTITUTO
Attività appositamente studiata per individuare i valori e gli elementi di maggior criticità del servizio rispetto al
piano dell’offerta formativa. L'autovalutazione viene finalizzata ad individuare i processi organizzativi rispetto a
vari fattori fra i quali si citano i più significativi:
a) l'importanza del controllo di processo per la qualità dei servizi,
b) il livello di performance (risultati/prestazione),
c) la soddisfazione dei clienti.
Lo scopo di un sistema di autovalutazione consiste nell’effettuare, con cadenze periodiche, la rilevazione delle
caratteristiche di erogazione del servizio scolastico in una logica ex-post per fornire elementi utili per un piano
di miglioramento dell’offerta formativa dell’istituto
22
Il glossario è stato elabortatyo dal gruppo di progetto traendo spunto per alcune voci dal documento “Project Cycle Management Manuale per La
formazionec della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della Funzione Pubblica - Formez - Area Editoria e Documentazione e dal testo
“L’autovalutazione nella scuola dell’autonomia”, L. Ribolzi, A. Maraschiello e R. Vanetti . Editrice “la Scuola”, Brescia, 2001.
67
ATTIVITÀ
Le Attività di Progetto sono le principali azioni fisiche o materiali eseguite nel suo ambito, articolate in maniera
da consentire il raggiungimento di ciascun Risultato Atteso.
AZIONE PROGETTUALE
SI intente un insieme di attività realizzate per perseguire un obiettivo. Nel caso in questione le azioni
progettuali (anche dette Progetti di miglioramento) erano finalizzate a raggiungere gli obietitivi di processo
individuati dall’autovalutazione e indicati nel RAV.
BILANCIO SOCIALE
Il bilancio sociale è l'esito di un processo con cui la scuola rende conto delle scelte, delle attività, dei risultati e
dell'impiego di risorse in un dato periodo, in modo da consentire ai cittadini e ai diversi portatori di interesse di conoscere
e formulare un proprio giudizio su come la scuola interpreta e realizza la sua missione istituzionale
BRAIN STORMING
E’ una tecnica per la ricerca di idee su un determinato argomento che usa un metodo totalmente libero per
favorire la creatività e senza vincoli derivati dalla razionalità e dall’esame di realtà.
CICLO DEL PROGETTO
Consiste nella definizione di fasi coerenti e consequenziali (dall’inizio alla fine) che ciascun progetto deve
attraversare nel corso del proprio sviluppo. Fornisce una struttura di garanzia che tutti gli attori siano consultati
e predetermina per ciascuna fase le attività e responsabilità specifiche che i vari attori devono effettuare, gli
eventi o momenti decisionali che determinano la fine di una fase e l’inizio di una successiva. Trae dalla fase di
Valutazione le indicazioni e le esperienze da integrare nei progetti futuri.
COMUNICAZIONE DEI RISULTATI
La comunicazione è alla base della memoria storica dell’organizzazione. Nel comunicare i risultati della
valutazione è opportuno evidenziare oltre al contenuto anche a chi sono destinatate, per quale fine e i criteri
di valutazione che consentono di prendere una decisione. Le modalità della comunicazione sono diverse a
seconda del livello dell’organizzazione cui ci si rivolge. Si possono individuare tre livelli: la singola classe (singoli
docenti, allievi, genitori), i soggetti collegiali (consigli di classe, coordinamenti per materia, commissioni) e il
livello direzionale (dirigente scolastico, collegio docenti, consiglio dell’istituzione scolastica). Ognuno di questi
livelli è presidiato da organismi che devono decidere e pertanto essi devono ricevere i risultati della
valutazione in modo da consentire loro di prendere decisioni.
CONTROLLO DI PROCESSO
Un sistema di controllo consente di valutare in itinere il processo di erogazione e permette di intervenire
puntualmente per correggere le non conformità che si verificano rispetto alle modalità di realizzazione
previste.
DIAGRAMMA CAUSA EFFETTO
Il diagramma causa/effetto è un grafico che mostra le relazioni fra una caratteristica (o un effetto o un
fenomeno) e i suoi fattori o cause determinanti. Il diagramma causa/effetto deve essere proposto in gruppo
per facilitare lo sviluppo di creatività. Il momento più opportuno lo si ha quando l’analisi di un servizio (attività)
ha individuato chiaramente un punto critico (una difettosità) sulla quale si vuole intervenire per realizzare un
progetto di miglioramento.
68
DIAGRAMMA DELLE FORZE IN CAMPO
Il diagramma di “Analisi delle forze in campo” è uno strumento per l’analisi creativa di gruppo usato per
identificare gli elementi che promuovono o inibiscono la possibilità di raggiungere un obiettivo. E’ pertanto
uno strumento di problem-solving che aiuta a identificare potenziali strategie risolutive. In particolare il
diagramma consente di identificare le forze che aiutano a raggiungere la situazione desiderata e quelle che lo
impediscono.
DIAGRAMMA DELLE RELAZIONI
Il diagramma delle relazioni è uno strumento di pianificazione che presenta una rappresentazione grafica delle
cause e degli effetti tra gli elementi di un problema.
EFFICACIA
L’efficacia misura il grado di raggiungimento degli obiettivi di un determinata processo ovvero è il rapporto tra
risultati ottenuti e risultati attesi.
EFFICIENZA
L’efficienza misura l’attitudine di un processo ad ottimizzare i risultati raggiunti ovvero è determinata dal
rapporto tra risultati raggiunti e risorse impegnate per ottenerli. l’attitudine di un processo a raggiungere gli
obiettivi prefissati.
ELABORAZIONE DATI
E’ l’attività che consiste nel sottoporre ad elaborazione i dati raccolti. Affinché vi sia coerenza è necessario
progettare le modalità di raccolta, l’elaborazione e la comunicazione dei dati. L’elaborazione dei dati prevede
che siano definiti il contenuto, il modo, il luogo e il tempo con i quali l’informazione deve essere fornita.
EROGAZIONE DEL SERVIZIO DIDATTICO
L’erogazione del servizio didattico comprende la pianificazione e realizzazione dei servizi previsti dal PTOF
incluse le attività relative alla documentazione dei progetti attuati, la programmazione collegiale, il controllo
dell’attuazione delle decisioni prese e l’informazione alle famiglie.
FASE DI VALUTAZIONE
L’ultima fase di un progetto, nel quale esso è valutato rispetto agli obiettivi posti e sono tratte lezioni-guida per
azioni future.
FASE DI MONITORAGGIO
La raccolta, l’analisi e l’uso sistematici ed esaustivi delle informazioni necessarie alla gestione e verifica del
progetto e alla presa di decisioni.
FASE DI PROGETTAZIONE
L’analisi dei problemi e la ricerca di strategie (analisi micro) per risolvere i problemi (criticità riscontrate)
proponendo un piano di attività e le relative modalità per controllarne i risultati.
FASE DI REALIZZAZIONE
L’insieme di attività che si esegue per realizzare il progetto mobilitando le risorse fisiche ed immateriali
necessarie al conseguimento dei risultati attesi. In questa fase vengono anche monitorati i progressi in corso.
69
GANTT CHART
Un diagramma (Gantt chart) in cui si schedano i tempi, i modi e la durata delle attività di un progetto. Esso è
anche la base del monitoraggio ed identificai traguardi su cui misurare i progressi del progetto ed assegnare
responsabilità specifiche.
GRUPPO DI PRGETTO
Il gruppo di lavoro è uno strumento essenziale per la gestione ottimale dei processi, per affrontare problemi e
per progettare i miglioramenti. In base alle decisioni prese dagli organi collegiali si costituiscono (o si
assegnano compiti a gruppi già esistenti) in numero adeguato per progettare le attività da realizzare per
raggiungere gli obiettivi.
INDICATORE
E’ un’informazione scelta fra le molte possibili e sottoposta ad osservazione. Esso permette di conoscere lo
stato del sistema sotto controllo al fine di prendere una decisione. L’indicatore perciò è un feed-back
informativo che consente di controllare un processo.
INDICATORI OGGETTIVAMENTE VERIFICABILI (IOV)
Indicatori che permettono di misurare e verificare i diversi livelli di obiettivi in maniera operativa, sintetica ed
attendibile. Essi forniscono anche la base per disegnare un sistema di monitoraggio.
INFORMAZIONE
L’informazione è l’insieme di uno o più dati, memorizzati, classificati, organizzati, messi in relazione o
interpretati nell’ambito di un contesto in modo da avere un significato per il decisore. Essa è perciò un insieme
di dati che è stato sottoposto ad un processo di elaborazione che lo ha reso significativo per il destinatario e
per il suo processo decisionale.
MISSION
La mission è la finalità primaria dell’organizzazione e ne costituisce la sua ragion d’essere, l’obiettivo generale
strategico. Essa deve essere comunicata in termini comprensibili all’interno e all’esterno dell’organizzazione e
definisce i seguenti elementi: l’identità (chi siamo), la destinazione (cosa vogliamo fare per i nostri
utenti/clienti), la distinzione (in che cosa ci differenziamo dagli altri).
NODI PROBLEMATICI
Le attività o le non attività che costituiscono un intoppo per il raggiungimento dei risultati “promessi”
costituiscono “Nodi Problematici” che generano a cascata ulteriori problemi. Intervenire sui “Nodi
problematici” permette di sciogliere una quantità notevole di difficoltà e di migliorare la qualità del servizio
scolastico. Sui nodi problematici è opportuno approfondire la conoscenza, avviando ulteriori analisi (analisi
micro) per definirne meglio le caratteristiche, ma soprattutto è importante tentare di comprendere quali
categorie di cause li hanno generati.
OBIETTIVI DI PROCESSO
Sono le mete indicate al termine dell’autovalutazione (RAV) e sulle quali la scuola è impegnata a definire un
Piano di Miglioramento per ridurre le criticità riscontrate. Sono classificati in Aree di processo (Curricolo,
progettazione e valutazione; Ambiente di apprendimento, ecc.) che il Sistema Nazionale di Valutazione ha
posto al centro dell’attenzione per tutte le scuole.
70
PIANO DI MIGLIORAMENTO
E’ il documento che descrive le azioni progettuali (Progetti di miglioramento) che la scuola si impegna a
realizzare e a darne conto ai portatori di interesse al termine nel periodo di riferimento (triennio).
PORTATORI DI INTERESSE
Individui, gruppi o istituzioni che hanno interesse legittimo al buon funzionamento della scuola e dalla quale si
aspettano dei risultati in termini di efficienza ed efficacia ed hanno diritto di conoscere come la scuola utilizza
le risorse affidate dalla società e dalla comunità di riferieemto.
PRIORITÀ
Sono le scelte che la scuola pone alla base della propria azione e che orientano le scelte degli obiettivi di
processo da perseguire per migliorare il servizio scolastico. Esse tengono conto delle indicazioni Nazionali e di
quelle fornite dal USR.
PROCESSI (ATTENZIONE AI)
L’attenzione ai processi è la principale strategie per gestire i servizi. Ci si concentra sul come si produce il
servizio piuttosto che sugli effetti. Sul piano operativo ciò significa che per modificare l’output (prodotto)
bisogna agire sui fattori processuali. Sul piano direzionale ciò implica uno stile di conduzione orientato alle
risorse umane, con forte sostegno e stimolo degli sforzi che le persone compiono nello svolgimento e nel
miglioramento delle proprie attività.
PROCESSO DI VALUTAZIONE
Il processo di valutazione comprende le attività poste in essere dal servizio di valutazione per effettuare
l’analisi macro, l’analisi micro, l’individuazione dei problemi, l’analisi delle cause e la comunicazione degli esiti
che comprendono anche la valutazione delle priorità di intervento.
PROGETTI DI MIGLIORAMENTO
A seguito dell’autovalutazione ogni istituto scolastico individua, in base alle priorità fissate, gli obiettivi di
processo da migliorare. Gli organi decisionali della scuola individuano i gruppi (istituzionali o nominati ad hoc)
affidando loro il compito di definire dei Progetti di miglioramento. L’insieme dei progetti di miglioramento
costituiscono il Paino di Miglioramento dell’istituto.
PUNTO DI DEBOLEZZA (CRITICITA’)
Il punto di debolezza è un punto critico del processo di erogazione del servizio sul quale è necessario agire per
migliorare la qualità erogata.
PUNTO DI FORZA
Costituiscono i valori dell’istituzione scolastica ed è necessario mantenere il livello raggiunto per garantire i la
qualità attesa.
RAPPORTO DI AUTOVALUTAZIONE (RAV)
E’ il documento in esito alla fase di autovalutazione del processo di valutazione di sistema previsto dal SNV.
Viene prodotto in seguito all’analisi macro dell’istituto dopo aver inserito nel sito web del MIUR i dati richiesti
dalla procedura. Su “Scuola in chiaro” si possono trovare i RAV di tutti gli istituto d’Italia. Nella paragrafo 5 del
RAV sono riportati gli obiettivi di processo scelti dalla scuola a partire dai quali si deve realizzare il Paino di
Miglioramento
RAPPORTO FINALE DEL PIANO DI MIGLIORAMENTO
E’ il documento che viene prodotto dal Team del miglioramento al termine della realizzazione del Piano di
Miglioramento (triennio) nel quale si rende conto dei risultati raggiunti.
71
RESPONSABILE DEL PIANO DI MIGLIORAMENTO
E’ la figura che coordina il gruppo di responsabili (di progetto o di altri servizi della scuola) cui vien affidato il
compito di predisporre i progetti per migliorare la scuola. Coordina i gruppi di progetto e il monitoraggio delle
attività in fase di realizzazione. Redige il Rapporto finale del Piano di miglioramento e le attività di
comunicazione rivolte a tutti i portatori di interesse della scuola.
RISULTATI
I risultati prodotti dallo svolgersi delle attività. Sono ciò che i progetti avrà ottenuto alla data di fine progetto.
SCHEDE DI SPESA (budget)
E’ il documento che contiene le indicazioni dei costi dei singoli progetti in fase previsionale.
SODDISFAZIONE DEI CLIENTI
Ogni servizio viene prodotto per soddisfare i bisogni di un clienti. La rilevazione della soddisfazione dei clienti è
essenziale per valutare la qualità del servizio erogato. Durante la fase di autovalutazione vengono
somministrati a studenti, genitori, docenti e d altri portatori di interesse opportuni questionari per rilevare la
percezione del servizio da parte dei vari attori della comunità scolastica.
SOSTENIBILITÀ
Un requisito chiave per il successo dei progetti è la capacità dei servizi di generare risultati una volta terminato
il progetto. Infatti il progetto ha un limite di tempo, i benefici devono continuare nel tempo e le attività
sviluppate devono proseguire senza più bisogno di sostegno esterno.
STRUMENTI DI RILEVAZIONE
Per raccogliere dati è necessario dotarsi di strumenti di rilevazione. In genere si ricorre a fogli dati e
questionari. Nel rapporto vengono proposti strumenti per realizzare la raccolta dati relativi per verificare l’esito
dei progetti di miglioramento delle scuole coinvolte.
STRATEGIA (ANALISI STRATEGICA)
Valutazione critica delle opzioni possibili per raggiungere gli obiettivi e selezione di una o più strategie da
includere in un progetto di miglioramento.
TEAM DEL MIGLIORAMENTO
Gruppo di responsabili (di progetto o dei servizi della scuola) cui è affidato il compito di sovrintendere alla
realizzazione del Piano di miglioramento. E’ coordinato dal Responsabile del Piano di Miglioramento.
TRAGUARDI
Un tipo di Indicatore Oggettivamente Verificabile che facilitano la misurazione del successi di un Progetti di
miglioramento. Sono connessi alle priorità che la scuola si è data.
TEAM DI VALUTAZIONE INTERNO
E’ il team a cui è affidato il compito di svolgere l’autovalutazione d’istituto ed è coordinato dal Responsabile
della valutazione.
VALUTAZIONE
Si intende per valutazione l’interpretazione del valore assunto da un insieme di indicatori, rappresentativi del
fenomeno che si sta valutando, mediante il confronto con un insieme di criteri predefiniti allo scopo di
prendere una decisione. La valutazione mira ad esaminare il più sistematicamente ed oggettivamente possibile
un progetto in corso d’opera (in itinere) o completato (ex-post).
72
ALLEGATO 1
OBIETTIVI L. 107/5 E AVANGUARDIE EDUCATIVE INDIRE
73
APPENDICE A: PRIORITÀ 107/15
lettera
comma 7
parola chiave
a
a) valorizzazione e potenziamento delle competenze linguistiche, con particolare riferimento all'italiano
nonché alla lingua inglese e ad altre lingue dell'Unione europea, anche mediante l'utilizzo della
metodologia Content Language Integrated Learning
competenze
linguistiche
b
b) potenziamento delle competenze matematico-logiche e scientifiche
c
c) potenziamento delle competenze nella pratica e nella cultura musicali, nell'arte e nella storia dell'arte,
nel cinema, nelle tecniche e nei media di produzione e di diffusione delle immagini e dei suoni, anche
mediante il coinvolgimento dei musei e degli altri istituti pubblici e privati operanti in tali settori
competenze
musicali e
artistiche
d
d) sviluppo delle competenze in materia di cittadinanza attiva e democratica
attraverso
la
valorizzazione
dell'educazione interculturale e alla pace, il rispetto delle differenze e il dialogo tra le
culture, il sostegno dell'assunzione di responsabilità noncè della solidarietà e della cura dei beni
comuni e della consapevolezza dei diritti e dei doveri; potenziamento delle conoscenze in materia
giuridica ed economico-finanziaria e di educazione all'autoimprenditorialità
competenze di
cittadinanza
e
e) sviluppo di comportamenti responsabili ispirati alla conoscenza e al rispetto della legalità, della
sostenibilità ambientale, dei beni paesaggistici, del patrimonio e delle attività culturali
legalità
f
f) alfabetizzazione all'arte, alle tecniche e ai media di produzione e diffusione delle immagini
g
g) potenziamento delle discipline motorie e sviluppo di comportamenti ispirati a uno stile di vita
sano, con particolare riferimento all'alimentazione, all'educazione fisica e allo sport, e attenzione alla
tutela del diritto allo studio degli studenti praticanti attività sportiva agonistica
vivere sano
h
h) sviluppo delle competenze digitali degli studenti,
con particolare riguardo al pensiero
computazionale, all'utilizzo critico e consapevole dei social network e dei media nonché alla produzione e
ai legami con il mondo del lavoro
competenze
digitali
i
l
m
n
i) potenziamento delle metodologie laboratoriali e delle attività di laboratorio;
l) prevenzione e contrasto della dispersione scolastica, di ogni forma di discriminazione e del bullismo,
anche informatico; potenziamento dell'inclusione scolastica e del diritto allo studio degli alunni con
bisogni educativi speciali attraverso percorsi individualizzati e personalizzati anche con il supporto e
la collaborazione dei servizi socio-sanitari ed educativi del territorio e delle associazioni di settore e
l'applicazione delle linee di indirizzo per favorire il diritto allo studio degli alunni adottati, emanate dal
Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca il 18 dicembre 2014
m) valorizzazione della scuola intesa come comunità attiva, aperta al territorio e in grado di
sviluppare e aumentare l'interazione con le famiglie e con la comunità locale, comprese le organizzazioni
del terzo settore e le imprese
n) apertura pomeridiana delle scuole e riduzione del numero di alunni e di studenti per classe o per
articolazioni di gruppi di classi, anche con potenziamento del tempo scolastico o rimodulazione del
monte orario rispetto a quanto indicato dal regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica
20 marzo 2009, n. 89
competenze
matematicologiche e scient.
alfabetizzazione
all'arte
laboratorialità
dispersione
scolastica
apertura al
territorio
tempo scuola
alternanza
scuola-lavoro
o
o) incremento dell'alternanza scuola-lavoro nel secondo ciclo di istruzione
p
individualizzazione
p) valorizzazione di percorsi formativi individualizzati e coinvolgimento degli alunni e degli studenti;
q) individuazione di percorsi e di sistemi funzionali alla premialità e alla valorizzazione del merito degli
premialità
studenti
alunni e degli studenti;
q
r
r) alfabetizzazione e perfezionamento dell'italiano come lingua seconda attraverso corsi e laboratori per
studenti di cittadinanza o di lingua non italiana, da organizzare anche in collaborazione con gli enti locali
e il terzo settore, con l'apporto delle comunità di origine, delle famiglie e dei mediatori culturali;
s
s) definizione di un sistema di orientamento.
perfezionamento
italiano
orientamento
74
APPENDICE B. 7 AVANGIARDIE EDUCATIVE (INDIRE)
N
1
Avanguardie innovazione educativa
parola chiave
2
Sfruttare le opportunità offerte dalle ICT e dai linguaggi digitali per supportare nuovi modi di insegnare,
apprendere e valutare
3
4
Creare nuovi spazi per l’apprendimento
laboratorialità
Riorganizzare il tempo del fare scuola
tempo scuola
5
Riconnettere i saperi della scuola e i saperi della società della conoscenza
6
7
Investire sul “capitale umano” ripensando i rapporti
Trasformare il modello trasmissivo della scuola
costruttivismo
digitale
società
conoscenza
capitale umano
Promuovere l’innovazione perché sia sostenibile e trasferibile
75
innovazione
ALLLEGATO 2
GLI STRUMENTI PER SVOLGERE PER LA MICRO ANALISI23
23
La raccolta di strumenti per condurre la micro analisi è tratta dal testo “L’autovalutazione nella scuola dell’autonomia”, L. Ribolzi, A. Maraschiello e R.
Vanetti, Editrice “La scuola”, Brescia, 2001
76
Strumenti per approfondire l’analisi dei problemi
La serie di attività descritte oltre alle difficoltà legate alla gestione del consenso è spesso ostacolata da
modalità di lavoro inefficienti che comportano un notevole utilizzo di tempo a fronte di risultati modesti e
scarsamente documentati. Per tentare di ridurre tali difficoltà viene proposta, nelle pagine seguenti, una
selezione di strumenti di lavoro. Alcuni sono diffusi ed usati normalmente, altri forse meno conosciuti od usati
per obiettivi diversi. Per ognuno si suggerirà l’ambito di possibile applicazione e le modalità di utilizzo.
Non si intende suggerire una procedura di intervento. La sequenza degli strumenti, pur rispondendo ad una
logica, rappresenta solamente una possibile modalità di utilizzo che potrà/dovrà essere integrata con modalità
e strumenti diversi.
Gli strumenti vengono proposti con lo scopo di offrire un contributo alla realizzazione dei tre obiettivi
dell’analisi delle criticità precedentemente individuate:
1) selezionare i Problemi prioritari (per la realizzazione degli obiettivi de Servizio Scolastico)
2) individuare i Nodi problematici
3) risalire alle cause dei problemi selezionati
Per ogni obiettivo verranno suggeriti specifici strumenti. Ognuno può fornire un contributo alla realizzazione
dell’obiettivo stesso. Pertanto è opportuno non enfatizzare la capacità del singolo strumento. Nessuno da solo,
è risolutivo ma necessita sempre della integrazione con altre fonti e della interpretazione del contesto nel
quale è applicato.
Gli strumenti hanno oltre a quella specifica, una finalità generale: quella di contribuire a far leggere il
fenomeno in esame da punti di vista diversi contribuendo a rompere schemi mentali consolidati.
Da tempo il bagaglio degli operatori della scuola si va arricchendo di strumenti per supportare diverse attività.
Buona parte di questi strumenti viene reperita in modo abbastanza casuale: da libri e riviste, da corsi di
aggiornamento, “passati” da amici.
L’esigenza di migliorare il proprio repertorio di utensili per accrescere efficacia ed efficienza del proprio lavoro
è tale che è diffuso il rischio di attribuire ad uno specifico strumento (spesso costruito in tutt’altro contesto)
potenzialità eccessive e di utilizzarlo di conseguenza in modo improprio.
Uno strumento è utile solo se si tengono presenti alcune condizioni:
• é semplice da usare. Strumenti “ belli” ma che richiedono troppo tempo per applicarli e per ricavarne
risultati sono inevitabilmente destinati ad essere abbandonati;
• il suo uso facilita, sia durante l’applicazione che nella comunicazione dei risultati, la partecipazione e lo
scambio di pareri di molte persone. Uno strumento/risultato prodotto senza coinvolgere in qualche modo
gli interessati “ cala dall’alto” e viene esaminato con fatica e diffidenza;
• é usato correttamente e con obiettivi coerenti. Ogni strumento ha proprie regole di applicazione,
trascurarne alcune può determinarne l’invalidazione. Ogni strumento può aiutare a comprendere alcuni
fenomeni, mentre per altri non è in grado di dire nulla. Il rischio di “innamorarsi” di uno strumento e di
applicarlo a sproposito dev’essere tenuto presente;
• i risultati che produce sono chiari, e semplici da leggere e interpretare (meglio se è possibile rappresentarli
graficamente). Elenchi di schede e pagine di spiegazioni suscitano scarso interesse e soprattutto sono di
difficile lettura;
• Lo strumento non pretende di aver fornito la “verità” sul fenomeno indagato, ma è proposto come
contributo alla sua interpretazione. E’ necessario esplicitare sempre le condizioni attraverso le quali sono
stati raggiunti determinati risultati: le modalità di reperimento dei dati di partenza, i soggetti coinvolti e la
loro rappresentatività rispetto all’universo;
• Lo strumento non viene utilizzato da solo, ma come un possibile “punto di vista” da integrare con altri
sistemi di analisi ed osservazione. Difficilmente uno strumento è in grado di interpretare compiutamente
un fenomeno complesso (quale fenomeno della scuola non lo è?) occorre pertanto relativizzare sempre i
risultati che produce.
77
Si presenta di seguito una tabella che aggrega gli strumenti in relazione agli obiettivi dell’analisi: nella prima
colonna sono indicati gli obiettivi, nella seconda lo strumento (o tecnica) per l’analisi e nella terza una sintetica
descrizione. Nelle pagine successive gli strumenti sono descritti utilizzando la seguente griglia:
• Cos’è (descrizione dello strumento)
• Perché usarlo ?
• Procedura
• Esempi (di applicazione in contesti scolastici).
OBIETTIVI
Selezionare i problemi
prioritari
STRUMENTI E TECNICHE
•
Brainstorming
•
Classificazione di gruppo
•
Radar
•
Diagramma delle relazioni
DESCRIZIONE
Tecnica di generazione di idee per incoraggia la partecipazione di
gruppo. Minimizza le critiche e le valutazioni premature delle idee.
Combina i pareri dei membri del gruppo per raggiungere ad una
decisione comune
Visualizza il grado di raggiungimento di diversi obiettivi
Visualizza il grado di interesse per diversi obiettivi
Focus group
Evidenzia le principali relazioni di causa/effetto tra gli elementi di un
problema
Sottogruppo con il mandato di identificare o analizzare un problema
•
Diagramma di Pareto
Individua le (poche) cause critiche di un fenomeno
Mette in relazione due variabili
•
Matrice
Evidenzia la frequenza di distribuzione di dati rispetto ad una data
variabile
Individuare i Nodi problematici •
•
Risalire alle cause dei problemi •
selezionati
•
Consente di visualizzare i fattori pro e contro il raggiungimento di un
obiettivo
Forze in campo
Diagramma Causa/Effetto
Evidenzia ed organizza per categorie le cause che hanno determinato
un risultato
Individua le (poche) cause critiche di un fenomeno
Diagramma di Pareto
78
BRAINSTORMING
Cos’è ?
Il brain storming è uno strumento operativo che consente ad un gruppo di lavoro, di acquisire il massimo
possibile di punti di vista su un determinato argomento. Serve a creare un patrimonio di idee,
indipendentemente dal giudizio di valore sulle stesse. Stimola la creatività, incoraggia la partecipazione di
gruppo e minimizza le critiche premature e la valutazione delle idee. Lo scopo è cercare idee, non idee giuste o
idee intelligenti, solo idee. La valutazione delle stesse viene lasciata a momenti successivi e ad altri strumenti.
Perché usarlo ?
Quando un gruppo si trova di fronte ad un compito complesso avendo a disposizione risorse modeste (tempo e
persone) accade spesso che venga deciso, per non perdere tempo, di affrontare il compito secondo approcci e
abitudini consuete, oppure partendo dalla prima idea che viene in mente. Per superare i rischi connessi a
questo modo di procedere è opportuno dedicare un tempo alla raccolta di pareri, proposte, considerazioni,
diverse, favorendo l’emergere di approcci differenti che possono contenere indicazioni per individuare modalità
più produttive.
Procedura
Per rendere il più possibile libero e ricco l’apporto di idee è conveniente osservare alcune regole:
1. Scrivere chiaramente e sottolineare lo scopo del lavoro su una lavagna o su un grande foglio visibile a tutti;
2. Stabilire un tempo limite per il lavoro di gruppo;
3. Spiegare le regole del brainstorming ai partecipanti, chiedere se ci sono domande ed ottenere il consenso
sulle regole seguenti:
• Ogni componente del gruppo è incoraggiato ad essere creativo
• Tutte le idee sono buone, la valutazione, la critica delle idee non è permessa;
• Si può generare quante idee si vuole
• Tutte le idee vengono registrate sul foglio
• I partecipanti possono proporre più di un’idea per volta
4. Registrare le idee scrivendo abbastanza in grande perché tutti vedano
5. Dopo che tutte le idee sono state generate, chiarirle bene in modo che siano comprensibili a tutti senza
ambiguità
6. Definire categorie e inserire tutte le idee nella rispettiva categoria
Come usarlo a scuola
Il brain storming è un processo a flusso libero che può essere usato in qualsiasi tipo di gruppo purché non superi
le 20-30 unità. Pertanto può essere usato nei consigli di classe per docenti, ma anche nelle riunioni miste con
studenti, genitori e insegnanti.
79
TECNICA DI CLASSIFICAZIONE DI GRUPPO
Cos’ è ?
La tecnica di classificazione di gruppo consiste nella generazione di risposte a predeterminate domande. La
classificazione finale combina i pareri dei membri del gruppo, al fine di raggiungere una decisione condivisa.
Questa tecnica aiuta a ridurre la complessità e a focalizzare l’attenzione intorno agli aspetti prioritari di un
problema.
Perché usarlo ?
Quando, al termine di una fase di ricerca, emergono numerose idee/problemi/ipotesi risolutive, si pone
inevitabilmente la domanda “che fare?” La discussione all’interno del gruppo rischia di essere inconcludente
per la numerosità dei pareri, di privilegiare il parere del soggetto con maggior potere o di valutare solamente le
prime ipotesi emerse.
Il risultato può essere che alcuni membri del gruppo non riconoscano legittimità alle decisioni prese e facciano
mancare la loro collaborazione.
Lo strumento proposto non sostituisce la discussione interna al gruppo ma consente, dopo aver permesso gli
interventi di tutti, di combinare i pareri facendo emergere una decisione che esprime una graduatoria tra i
pareri.
Procedura
Ipotizzando che si stia lavorando su un insieme di problemi emersi da una analisi (per esempio 30 problemi) e si
voglia individuare i nove problemi più importanti si può seguire questa procedura:
a. Numerare casualmente i problemi da 1 a 30 e scriverli in ordine progressivo su un grande
tabellone/lavagna ben visibile a tutti o su un foglio da distribuire a tutti i membri del gruppo
b. Consegnare a ciascuno una serie di foglietti di piccole dimensioni utilizzando il seguente criterio:
- da 10 a 20 problemi, dare quattro foglietti
- da 21 a 35 problemi, dare sei foglietti
- da 36 a 50 problemi, dare otto foglietti
c. Nel caso di sei foglietti: chiedere a ciascuno di scegliere dalla lista dei problemi i sei ritenuti più importanti
e di trascrivere al centro di ognuno dei foglietti i numeri corrispondenti relativi ai problemi selezionati.
(ogni soggetto produce perciò sei foglietti contenenti sei diversi problemi).
d. Mettere in ordine di importanza i sei foglietti, il più importante sarà il primo, il meno importante, l’ultimo.
e. Assegnare sei punti al foglietto cui si è dato maggior peso e un punto a quello con valore minore;
trascrivere il numero (indicante la priorità) nell’angolo a destra del foglietto.
f. Raccogliere i foglietti di tutti i membri del gruppo e ordinarli in base al numero indicato al centro del
foglietto (che indica la posizione del problema nella lista)
g. Una volta ordinati i foglietti sommare i punti di ogni mazzetto indicati negli angoli a destra (si otterrà cosi il
punteggio totale per ogni problema)
h. I punti totali sono posti a fianco del relativo problema nella lista iniziale.
i. Inserire i nove problemi che hanno ricevuto maggiore punteggio i in un diagramma che ne evidenzi la
classificazione.
80
Scheda per la classificazione degli item:
meno
importante
--
poco
importante
-
mediamente
importante importante
=
+
molto
importante
++
2
10
4
8
6
Esito della procedura:
• Elenco generale dei problemi (lista iniziale)
• Lista ordinata dei problemi in ordine di punteggio ottenuto
• Elenco dei nove problemi più rilevanti
• Lista ordinata dei nove problemi più importanti.
81
RADAR
Che cos’è ?
E’ uno strumento che fornisce una rappresentazione grafica di grandezze multidimensionali. Permette di
visualizzare immediatamente in un grafo circolare il valore di più fattori che danno la misura di un elemento. E’
costituito da un numero variabile di assi sui quali si misurano altrettante variabili. Gli assi vengono graduati
secondo necessità e il grafo che ne risulta è forma un poligono di N lati tanti quante sono le dimensioni della
grandezza che si vuole misurare.
Perché usarlo ?
Il radar è un diagramma che rende immediatamente visibile lo scostamento tra determinati obiettivi prefissati
e la percezione della loro realizzazione. E’ utile soprattutto per acquisire e confrontare la valutazione su un
fenomeno da parte di categorie diverse di persone
Mediante l’analisi del poligono ottenuto e della sua deformazione, è possibile individuare quali sono i punti di
forza e quali i punti di debolezza sui quali concentrare l’attenzione e gli sforzi.
Procedura
Per realizzare un diagramma radar si procede così:
1. Stabilire i criteri, le caratteristiche e i fattori che devono essere misurati e rappresentati
2. Stabilire le scale di misura da utilizzare
3. Definire gli strumenti e le modalità della raccolta dati
4. Raccogliere i dati, elaborarli e posizionare i valori sui relativi assi
5. Unire i punti con una linea poligonale
6. Esaminare il profilo ottenuto
Esempio.
Il Radar è stato usato per far esprimere gruppi omogenei di docenti, studenti, genitori, non docenti e dirigenti
scolastici sulle finalità che deve avere la scuola. Ogni gruppo ha applicato lo strumento proposto ed ha
individuato, fra sedici possibili finalità (eventualmente estensibili), le otto ritenute più importanti, e
contemporaneamente ha definito quanto queste finalità si ritengono soddisfatte dalla loro scuola.
Le finalità proposte sono state le seguenti:
• Far apprendere valori coerenti con i principi della costituzione
• Fornire competenze utili all’inserimento professionale
• Dare conoscenze di base in tutte le discipline
• Sviluppare le capacità logiche e cognitive
• Sviluppare capacità relazionali e creatività
• Far emergere i ragazzi più dotati
• Fornire conoscenze utili al proseguimento degli studi
• Sviluppare un atteggiamento critico di fronte alla realtà
• Insegnare un metodo di studio
• Rendere i ragazzi autonomi e responsabili
• Educare ai più importanti valori individuali e sociali
• Garantire a tutti uguali opportunità di istruzione
• Assicurare un insegnamento di alto livello
• Garantire un’attività scolastica regolare e ben organizzata
• Valorizzare le doti e gli interessi di tutti creando un clima di lavoro positivo
• Valutare gli studenti con rigore e equità, valorizzando l’impegno individuale
82
Il raffronto incrociato fra i vari radar consente di mettere in evidenza i valori comuni e quelli che invece
vengono segnalati solo da alcune componenti e non da altre. Ogni grafico invece consente di valutare il divario
percepito da ogni componente sul grado di soddisfacimento che la scuola garantisce per ogni finalità
individuata.
L’analisi comparata dei radar consente di individuare i punti di forza e di debolezza nella missione della scuola
evidenziando così i valori forti (dove il livello di importanza e di soddisfazione coincidono) e i punti deboli (dove
il divario fra importanza e soddisfazione è più ampio).
STUDENTI
P R O F E S S IO N A L IT A '
4 ,0
3 ,5
E Q U IT A '
3 ,0
BAS E
2 ,5
2 ,0
1 ,5
1 ,0
0 ,5
C L IM A
L O G IC A
0 ,0
STUDI
IN S EG N A M EN T O
A U T O N O M IA
Im p o r ta n z a
S o d d is f a z io n e
DOCENTI
BASE
4 ,0
3 ,5
R E G O L A R IT A '
3 ,0
L O G IC A
2 ,5
2 ,0
1 ,5
1 ,0
0 ,5
VALORI
STUDI
0 ,0
A U T O N O M IA
C R IT IC A
M ET O D O
Im p o r t a n z a
S o d d is f a z io n e
83
G E N IT O R I
COSTITUZ IONE
4,0
3,5
INTERCULTURA
3,0
LOGICA
2,5
2,0
1,5
1,0
0,5
EQUITA '
0,0
RELA Z IONI
CRITICA
CLIMA
V A LORI
Imp or tanz a
S od dis f az ion e
84
DIAGRAMMA DELLE RELAZIONI
Cos’è
Il diagramma delle relazioni è uno strumento di pianificazione che presenta una rappresentazione grafica delle
cause e degli effetti tra gli elementi di un problema. Con il diagramma viene evidenziata la eventuale relazione
tra due elementi e se uno degli elementi è causa di un altro
Perché usarlo ?
In presenza di un numero relativamente ridotto di problemi ( 8/10) è possibile individuare se esiste una
relazione di causa effetto tra i problemi stessi. lo strumento può essere utilmente usato nella ricerca dei
problemi che costituiscono un Nodo, per individuare dove è necessario intervenire prioritariamente
Procedura
1. Identificare il problema
2. Costruire il diagramma scrivendo al centro del foglio il problema
3. Collocare in circolo gli elementi del problema attorno al problema stesso ( gli elementi potrebbero essere
stati ricavati da diverse anali o per mezzo di un diagramma causa/effetto)
4. Individuare le eventuali relazioni tra due elementi. Unire gli elementi che presentano una relazione con una
linea
5. Stabilire mediante una freccia il rapporto di causa/effetto. L’elemento da cui origina la freccia è una causa
dell’elemento, l’elemento destinatario della freccia ( effetto).
6. Scrivere a fianco di ogni elemento quante frecce entrano e quante escono
7. Gli elementi che hanno il maggior numero di frecce uscenti rispetto a quelle entranti costituiscono un Nodo
da affrontare prioritariamente.
Le cause individuate possono essere poi trattate usando gli altri strumenti di analisi e approfondimento.
Esempio
I= 1
U= 3
I= 1
U= 2
Paura
del nuovo
Mancanza
linguaggio
comune
I= 1
U= 1
Scarse risorse
economiche
I= 1
U= 2
Dirigenti
I= 1
U= 3
insensibili
Barriere
all’introduzione del
servizio di valutazione
Scarsezza
di risorse
umanne
disponibili
Mancanza
attenzione
famiglie
Mancanza di
informazioni
Scarsa
attitudine dei
docenti
I= 4
U= 0
85
I= 1
U= 3
I= 2
U= 0
FOCUS
Cos’è ?
Il focus group è costituito da un gruppo di persone incaricate di affrontare uno specifico problema. In genere il
compito consiste nell’effettuare un’indagine per verificare un’ipotesi o definire meglio un problema, o per
suggerire criteri per selezionare una strategia risolutiva.
Perché usarlo ?
Spesso i gruppi di lavoro devono risolvere troppi problemi contemporaneamente, e corrono il rischio di non
risolverne nessuno a causa del poco tempo a disposizione. E’ opportuno perciò, per massimizzare le risorse
disponibili, affidare ad un gruppo ben identificato di persone esperte il compito di affrontare una specifica
questione, approfondendone lo studio e relazionando successivamente al gruppo che ha affidato il mandato.
Procedura
1. Gruppo generale: Istituire formalmente il gruppo di focus, assegnare il compito e le risorse, definire le
responsabilità
2. Focus group: Progettare la procedura e gli strumenti per la realizzare il compito
3. Attuare la procedura controllando i tempi ed i risultati ed intervenendo eventualmente con correttivi
4. Redarre un rapporto Raccogliere e organizzare i risultati
5. Comunicare al gruppo gli esiti
86
MATRICE
Cos’è
La matrice è lo strumento che consente di rappresentare le interconnessioni che esistono fra due variabili. La
più semplice in genere ha due dimensioni e permette di mostrare la relazione tra diversi fattori distribuiti
orizzontalmente con altri fattori posti in senso verticale.
Perché usarlo ?
E’ uno strumento molto utile per pianificare processi. M a soprattutto permette di verificare la presenza
assenza di elementi essenziali di un progetto
Procedura
Per creare una matrice seguire i seguenti passi:
1. Decidere lo scopo della matrice:
• Per individuare priorità
• Per identificare responsabilità
• Per verificare determinati elementi
2. Definire le grandezze da mettere in orizzontale e verticale e la tipologia dei dati da inserire nelle celle
3. Completare la matrice specificandone la modalità di lettura
La matrice è costituita da un numero variabile di righe e colonne (secondo esigenza) le prime delle quali sono
intestate con i valori con i quali si manifesta la variabile in oggetto. Nelle celle di intersezione vengono
collocate i valori condizionati dalle rispettive posizioni di riga e colonna.
Esempio
Nell’esempio, la matrice mette in relazione i servizi attuati in una scuola con le finalità definite nella missione.
Nelle celle di intersezione vengono collocati gli obiettivi che devono essere perseguiti nei vari servizi per
realizzare le finalità. La matrice assume così un elevato potere esplicativo degli obiettivi da perseguire e nel
contempo permette di tenere sotto controllo la coerenza fra mission e obiettivi perseguiti.
Matrice dei raccordi fra servizi e finalità della scuola
Servizi/Finalità
Orientamento
Iscrizioni
Accoglienza
Sostegno
Assistenza
Partecipazione
comunicazione
logica
metodo
relazioni autonomia critica regolarità
Obiettivi
87
valori
FORZE IN CAMPO
Cos’è?
Il diagramma di “Analisi delle forze in campo” è uno strumento per identificare gli elementi che promuovono o
inibiscono la possibilità di raggiungere un obiettivo. E’ pertanto uno strumento di problem-solving che aiuta a
identificare potenziali strategie risolutive. In particolare il diagramma consente di identificare le forze che
aiutano a raggiungere la situazione desiderata e quelle che lo impediscono.
Perché usarlo ?
E’ uno strumento strategico per il cambiamento. Infatti consente al gruppo di analisi di decidere su quali forze
far leva per raggiungere l’obiettivo o come agire per rimuovere quelle che lo impediscono.
L’analisi fornisce un punto di partenza per iniziare ad agire. Il gruppo dovrà scegliere priorità da seguire
decidendo se agire sulle forze positive, sulla rimozione di quelle negative o se lavorare su entrambe.
Procedura
Il diagramma delle forze in campo si realizza seguendo questa procedura:
1. Disegnare sulla lavagna o su un grande tabellone una grande T come nella figura 1. Scrivere sull’estrema
destra la situazione desiderata e sull’estrema sinistra la situazione opposta.
2. Scrivere sotto la linea della grande T, sul lato sinistro, “Forze a favore” e sul lato destro “Forze contrarie”.
3. I partecipanti individuano le forze a favore o contrarie e le inseriscono nel diagramma.
4. Quando tutte le forze sono state registrate il gruppo può rivedere ognuna delle forze della lista e fare un
brainstoming per valutare come rafforzare le forze a favore e ridurre quelle contro.
5. Per svolgere questa attività si consiglia:
a. ordinare le forze (indipendentemente dal loro verso “a favore” o “contro”) secondo il loro criterio di
importanza per il raggiungimento dell’obiettivo rispondendo alla domanda:” quale forza, se modificata,
potrebbe garantire il maggior avvicinamento alla situazione desiderata (obiettivo)?”. Il diagramma a T
evidenzia questo concetto visivamente con le frecce, rappresentanti le forze contrarie o a favore, che
agiscono come vettori sulla barra verticale rappresentante la situazione attuale. Riducendo le forze
contro o aumentando le forze a favore si spinge la situazione attuale verso la situazione desiderata.
b. Ordinare le forze in ordine di difficoltà nell’azione di cambiamento. I membri del gruppo devono
indicare la loro percezione del livello di difficoltà per cambiare l’azione di ogni forza individuata
indicando se è semplice, moderatamente difficoltoso o difficoltoso intervenire.
c. Definire il livello di chiarezza di ogni forza in campo. Spesso le forze individuate non sono ben definite o
è necessario approfondire per dettagliarle meglio usando altri strumenti. Il gruppo deve assegnare
anche questo parametro alle forze in campo definendo se sono chiare o non chiare.
d. Definire la priorità di azione. Il gruppo deve stabilire, in relazione al livello di importanza, alle difficoltà
e alla chiarezza delle forze in campo, su quali è opportuno intervenire prioritariamente. Eventualmente
può applicare un diagramma causa/effetto per indagare, con più profondità, le forze che hanno
maggior peso o più alto grado di difficoltà o un livello di chiarezza basso.
6. Molto spesso la strategia risolutiva agisce su più forze, pertanto quando il gruppo ha definito le strategie
d’azione deve anche considerare quali conseguenze ci saranno. Infatti, se il risultato dell’azione sulle forze
a favore è tale da creare un corrispondente aumento di forze contro, ne conseguirà un aumento di
tensione fra le forze in campo che non produrrà nessun cambiamento. E’ necessario perciò eseguire
un’analisi d’impatto per individuare effettivamente quelle strategie che effettivamente agiscono sulle forze
in modo coerente all’azione di avvicinamento all’obbiettivo finale.
88
Esempio:
Analisi delle forze in campo per l’avvio di un programma per il miglioramento della qualità della scuola
Situazione
non desiderata
Situazione
attuale
forze a favore
Sitauzione
desiderata
forze contrarie
C’è lo stimolo dell’amministrazione
Paura di cambiare
Il programma di formazione è buono
I genitori vogliono l’approccio tradizionale
Gli studenti sono i principali beneficiari
Non c’è interesse
C’è il supporto del mondo del lavoro
La formazione può essere fatta solo in certi momenti
Linea di equilibrio
89
DIAGRAMMA CAUSA/EFFETTO
Cos’è
Il diagramma Causa/effetto è un grafico che mostra le relazioni fra una caratteristica (o un effetto o un
fenomeno) e i suoi fattori o cause determinanti.
Perché usarlo ?
Il diagramma causa/effetto è certamente uno degli strumenti più importanti per affrontare problemi
complessi, senza banalizzarli. Permette infatti attraverso il confronto tra diversi pareri di scomporre il problema
risalendo alle principali cause che lo determinano.
Tra le molteplici cause individuate è possibile definire, partendo dalle risorse disponibili e dalle priorità rilevate,
gli interventi di rimozione delle stesse. Il momento più opportuno per l’applicazione si ha quando l’analisi di un
servizio (attività) ha individuato chiaramente un punto critico (una difettosità) ,sulla quale si vuole intervenire
per realizzare un progetto di miglioramento.
La situazione del gruppo di lavoro deve essere lasciata totalmente libera per far si che tutti possano portare un
contributo nella ricerca delle cause, l’unica attenzione che si deve avere è quella di favorire la chiarezza delle
cause che si scrivono nel diagramma
Procedura
L’analisi causa effetto va condotta seguendo la seguente procedura:
1. Si deve individuare con chiarezza e precisione il fenomeno (caratteristica o effetto) da analizzare
2. Si scrive nel rettangolo a destra l’effetto definito al precedente punto
3. Si disegnano le frecce che individuano le principali categorie di cause che incidono sull'effetto in esame (
cause che dipendono dalle persone coinvolte, cause determinate dall’organizzazione del lavoro, …)
4. Si raccolgono i pareri dei partecipanti facendo collocare le cause accanto nelle categorie individuate (
possono essere utili biglietti adesivi)
5. Si leggono tutte le comunicazioni eliminando doppioni.
6. Si valuta il risultato esaminando le cause ed individuando ipotesi di interventi per rimuoverle
Si è soliti rappresentare il diagramma causa/effetto nella caratteristica forma a lisca di pesce (vedi figura
successiva).
CAUSA
CAUSA
CAUSA 1.1
EFFETTO/
FENOMENO/
CARATTERISTICA
CAUSA n.1
CAUSA
CAUSA
90
Esempio
MATERIA
• Non esiste una descrizione
della suola
• Non esiste un opuscolo
sulla scuola
• Il foglio informativo sulla
scuola distribuito
all’iscrizione è poco
chiaro
MEZZI
PERSONE
• i docenti non sono disponibili per
l’orientamento
• I docenti non danno informazioni
sulla scuola nel mese iniziale
• Non è prevista nell’attività di
segreteria l’offerta di
informazioni a studenti e
famiglie
METODI
91
SCARSA
INFORMAZIONE
SULLA SCUOLA
DIAGRAMMA DI PARETO
Cos’è ?
Il diagramma di Pareto serve ad individuare fra le N cause che determinano un certo effetto, quali sono le più
rilevanti.
Perchè usarlo ?
E’ un modo per evidenziare le priorità o meglio per quantificare l’incidenza delle varie cause individuate con il
diagramma Causa/Effetto. In genere un difetto è spiegato per larga parte da poche cause rilevanti e da una
molteplicità di altre cause minori. E’ evidente che si ottiene un vantaggio molto consistente se si eliminano le
cause maggiormente incidenti.
Procedura
Il diagramma di Pareto si costruisce così:
1. Si decide come classificare i dati
2. Si sceglie il periodo di osservazione
3. Si rilevano i dati e li si ordina per tipologia e frequenza
4. Si prepara il sistema d’assi cartesiano collocando in ascissa le cause e in ordinata la frequenza con cui si
sono manifestate
5. Si disegna il diagramma
6. Si costruisce la linea cumulativa con la percentuale di incidenza di ogni causa sul totale della difettosità
7. Si individuano le cause maggiormente incidenti.
Esempio
Supponiamo che dall’analisi approfondita del difetto “scarsa partecipazione dei genitori ai consigli di classe”
effettuata con una campagna di interviste a questionario sia emersa la seguente situazione:
• Orario inadeguato
117
• Conoscenza dell’ordine del giorno
20
• Difficoltà di comunicazione con insegnanti
85
• Modalità di conduzione delle riunioni
25
• Poco interesse da parte dei docenti
15
• Altre cause
10
Si ordinano i dati in modo discendente e si calcolano le percentuali singole e cumulative
Item
Orario
Comunicazione docenti
Conduzione riunioni
Conoscenza OdG
poco attenzione genitori
Altre cause
Totale
frequenze
117
%
42,6
% cumulative
42,6
85
25
20
15
10
270
31,5
9,3
7,4
5,6
3,7
100,0
74,1
83,3
90,7
96,3
100,0
92
A questo punto si tracciano i grafici che evidenziano quali sono le cause maggiormenti incidenti sull’effetto
studiato. Nell’esempio si può osservare che le prime due cause spiegano il 74,1% della difettosità complessiva e
pertanto si dovrà agire su queste per ottenere un sensibile miglioramento.
50,0
40,0
30,0
20,0
10,0
0,0
Orario
Comunicazione
docenti
Conduzione
riunioni
Comunicazione
docenti
Conduzione
riunioni
ConoscenzaOdG pocoattenzione
genitori
altrecause
120,0
100,0
80,0
60,0
40,0
20,0
0,0
Orario
Conoscenza
OdG
pocoattenzione
genitori
93
altrecause
IL CICLO DEL MIGLIORAMENTO
Cos’è ?
Il ciclo del miglioramento detto anche “Ruota di Deming” (dal nome del suo creatore) definisce le fasi
attraverso le quali si attuano e si controllano i processi. Si distinguono 4 fasi:
P – PLAN
D – DO
C – CHECK
A – ACT
= pianificare, preparare, attivare una progettualità
= eseguire, fare, sperimentare
= verificare, testare, controllare
= agire, standardizare
A P
C D
La realizzazione della valutazione non deve essere pensata come una meccanica applicazione di ciò che si è
progettato. Ogni progettazione inevitabilmente deve tener conto dell’impatto con la realtà (l’applicazione
concreta) e sulla base di quanto si ottiene si devono prendere le opportune decisioni correttive.
Perché usarlo ?
Questo ciclo, nella logica della qualità, diventa una sorta di abito mentale con il quale affrontare i problemi.
La ciclicità dell’azione non deve indurre nell’errore di ritenerla un’operazione circolare e ripetitiva in quanto
dopo la fase progettuale della pianificazione (Plan), seguita dall’esecuzione (Do), vi è la verifica (Check) che
consente di individuare gli errori e delle criticità affinché l’azione (Act) venga corretta in funzione dell’esito del
test.
Il ciclo successivo, perciò, dovrebbe partire da un livello più alto rispetto al precedente perché nella
pianificazione vengono apportati i miglioramenti già sperimentati. Quindi più che ad un cerchio il PDCA deve
far pensare ad una spirale che non ha mai fine (miglioramento continuo).
La realizzazione del servizio di valutazione della scuole deve pertanto seguire il percorso citato. Anch’esso va
progettato in relazione alle specificità della scuola. Pertanto gli strumenti proposti si dovranno adattare alle
esigenze della realtà in questione, seguirà una fase di sperimentazione per mettere a punto gli strumenti (per
esempio di potrebbe effettuare una somministrazione degli strumenti a un piccolo campione per verificarne la
qualità), poi si verificherà l’esito della sperimentazione (check) e quindi si implementerà il servizio di
valutazione all’interno dell’istituzione scolastica (standardizzazione).
E’ ovvio che il ciclo si ripeterà ogni anno apportando le innovazioni che suggerite dall’analisi del funzionamento
del servizio stesso.
94
ALLEGATO 3
SELEZIONE DI PRODOTTI DELLE SCUOLE24
24
Nelle pagine seguenti viene presentata una selezione di prodotti realizzati nelle scuole coinvolte nella ricercAzione per avere una evidenza di come
ogni strumento è stato adattato alle esgenze di ciascun istituto.
95
Prodotto 1. Istituto superiore ad indirizzi tecnici ed liceali
PIANO DI MIGLIORAMENTO 2016-2017
INDICE
1. Obiettivi di processo
1.1 Congruenza tra obiettivi di processo e priorità/traguardi espressi nel Rapporto di Autovalutazione (RAV)
1.2 Elenco degli obiettivi di processo ed indicazione dei risultati attesi, degli indicatori di monitoraggio del processo e
delle modalità di misurazione dei risultati
2. Azioni previste per raggiungere ciascun obiettivo di processo
3. Pianificazione delle azioni previste per ciascun obiettivo di processo individuato
3.1 Impegno di risorse umane e strumentali
3.2 Tempi di attuazione delle attività
3.3 Monitoraggio periodico dello stato di avanzamento del raggiungimento dell'obiettivo di processo
4 Valutazione, condivisione e diffusione dei risultati del piano di miglioramento
4.1 Valutazione dei risultati raggiunti sulla base degli indicatori relativi ai traguardi del RAV
4.2 Processi di condivisione del piano all'interno della scuola
4.3 Modalità di diffusione dei risultati del PdM sia all'interno sia all'esterno dell'organizzazione scolastica
4.4 Componenti del Nucleo di valutazione e loro ruolo
96
1. Obiettivi di processo
Il gruppo di autovalutazione ha ritenuto prioritario focalizzare l'attenzione sugli obiettivi di processo, di seguito indicati, per
il raggiungimento delle priorità e traguardi evidenziati nel rapporto di autovalutazione.
Area di processo
Curricolo, progettazione e valutazione
Obiettivi di processo
Standardizzazione della rubrica di valutazione.
Condivisione di prove strutturate per classi parallele, rivolte
alle classi seconde e quarte.
Innovazione didattica: cablaggio dell'Istituto,
finalizzato ad una didattica innovativa (ICT) ed
all'uso completo del registro elettronico.
Proposte formative di aggiornamento ed
arricchimento professionale sia in ambito
disciplinare che educativo.
Incrementare la partecipazione di almeno il 10%
da parte delle famiglie alle attività organizzative formative
dell'istituto.
Ambiente di apprendimento
Sviluppo e valorizzazione delle risorse
umane
Integrazione con il territorio e rapporti
con le famiglie
Le priorità ed i relativi traguardi guardano al successo scolastico degli studenti, sono il sogno realizzabile o l’aspirazione di
quello che l’Istituto vuole fare e raggiungere.
1
1
2
ESITI DEGLI STUDENTI
PRIORITA'
TRAGUARDO
Risultati scolastici
Individuazione di criticità nelle
aree in cui si verifica una percentuale
maggiore di giudizi sospesi
Diminuzione della percentuale
dei giudizi sospesi
Risultati nelle prove
standardizzate nazionali
Omogeneizzare gli esiti delle prove
Invalsi nei vari indirizzi dell'Istituto,
potenziando la
didattica per migliorare i livelli di
competenza.
Migliorare del 10% gli esiti
delle Prove Invalsi
Responsabilizzazione degli studenti
rispetto all'interazione tra gli aspetti
cognitivi, affettivi ed operativi
dell'apprendimento.
Rispetto delle regole, capacità
di relazionarsi in modo
collaborativo all'interno del
gruppo classe, da rilevare nel
voto di condotta.
Competenze chiave e di
cittadinanza
Le prime due priorità ed i relativi traguardi, della tabella precedente sono, sono strettamente connessi essi infatti guardano
ai risultati, scolastici e delle prove Invalsi, quindi nel piano di miglioramento sono da considerarsi un'unica
priorità/traguardo.
97
1.1 Congruenza tra obiettivi di processo e priorità/traguardi espressi nel Rapporto di
Autovalutazione
Relazione tra obiettivi di processo e priorità strategiche
Area di processo
Obiettivi di processo
Curricolo, progettazione e valutazione
Ambiente di apprendimento
Sviluppo e valorizzazione delle risorse
umane
Integrazione con il territorio e rapporti
con le famiglie
Priorità
1
2
Standardizzazione della rubrica di valutazione.
Condivisione di prove strutturate per classi parallele, rivolte alle
classi seconde e quarte.
Sì
Innovazione didattica: cablaggio dell'Istituto,
finalizzato ad una didattica innovativa (ICT) ed
all'uso completo del registra elettronico.
Sì
Sì
Proposte formative di aggiornamento ed
arricchimento professionale sia in ambito
disciplinare che educativo.
Sì
Sì
Incrementare la partecipazione di almeno il 10%
da parte delle famiglie alle attività organizzative formative
dell'istituto.
1.2 Elenco degli obiettivi di processo ed indicazione dei risultati attesi, degli indicatori di
monitoraggio del processo e delle modalità di misurazione dei risultati
RISULTATI ATTESI E MONITORAGGIO
Obiettivo di processo
Risultati attesi
Indicatori di
monitoraggio
Modalità di rilevazione
Media della classe
Varianza
Prove strutturate per classi parallele
Confronto numerico tra gli esiti finali
dell'anno in corso e i precedenti, per
classi parallele
Funzionamento al 100%
della rete Aumento degli
strumenti informatici in
dotazione all'
Istituto.Incremento del
numero di accessi alla
piattaforma del registro
elettronico
Le rilevazioni saranno effettuate
mediante il conteggio, sia degli
strumenti informatici in dotazione
all'istituto sia degli accessi al sistema
informatico .Customer satisfaction dei
docenti e degli alunni in merito alla
didattica IC
Proposte formativedi
aggiornamentoed
arricchimentoprofessionale
sia in ambito disciplinare che
educativo.
Omogenizzazione dei
risultati
nell'acquisizionedelle
competenze.Miglioramento
e minor varianza rispetto
agli esiti dei risultati
finalidegli alunni.
Didattica innovativa per
tutte le discipline.Dotare di
strumenti informatici tutte
le aule Uso di device da
parte di docenti ed alunni .
Uso del registro elettronico
e relativa piattaforma per
condividere e proporre
materiali didattici
Crescita della
professionalità del docente.
Miglioramento Qualitativo
dell'attività Didattico
disciplinare.
Numero di docenti
impegnati in attività
diformazione.
Diminuzione giudizi
sospesi degli alunni.
Migliorament esiti prove
Invalsi.
Numero di certificazioni relative alla
partecipazione di corsi di Formazione.
Confronto numerico tra gli esiti finali
dell'anno in corso e i precedenti.
Confronto numerico degli esiti invalsi
dell'anno in corso rispetto ai
precedenti
Incrementare la
partecipazione di almeno il
10% da parte delle famiglie
alle attività organizzative
formative dell'istituto.
Incremento, rispetto agli
anni precedenti, della
partecipazione da parte dei
genitori alle attività
proposte dall'Istituto.
Numero di genitori
presenti alle attività
proposte. Frequenza e
partecipazione attiva.
I dati saranno raccolti mediante
conteggio numerico. Customer
satisfaction dei genitori in merito
alle attività proposte dalla scuola
Standardizzazionedella
rubrica di valutazione.
Condivisione di prove
strutturate per classi
parallele, rivolte alle classi
seconde e quarte.
Innovazione
didattica:cablaggio
dell'Istituto,finalizzato ad una
didattica innovativa (ICT) ed
all'uso completodel registro
elettronico.
98
Sì
2. Azioni previste per raggiungere ciascun obiettivo di processo
OBIETTIVO DI PROCESSO: Standardizzazione della rubrica di valutazione. Condivisione di prove strutturate per classi
parallele, rivolte alle classi seconde e quarte.
Valutazione degli effetti positivi e negativi delle azioni
Azione prevista
I dipartimenti definiscono le prestazioni in termini di abilità e
conoscenze che saranno valutate attraverso prove comuni di italiano,
matematica e inglese, stabiliscono gli indicatori e i livelli per la
costruzione di una rubrica di valutazione.
Effetti positivi all'interno della scuola a
medio termine
Diminuzione della varianza. Le prove per classi parallele consentono
di rilevare in forma simultanea, sulla base di un compito rilevante, la
padronanza delle competenze chiave e poter elaborare strategie di
recupero o potenziamento
Effetti negativi all'interno della scuola a
medio termine
Diminuzione del livello di competenza. Prove strutturate su
contenuti e non su competenze.
La condivisione, nei dipartimenti, della scelta delle
Effetti positivi all'interno della scuola e
lungo termine
competenze che dovranno essere oggetto di misurazione permetterà
a tutti i dipartimenti di poter elaborare un vademecum di
valutazione e l'acquisizione di buone pratiche.
La stratificazione di pratiche consolidate negli anni
Effetti negativi all'interno della scuola e
lungo termine
precedenti e la resistenza alle innovazione metodologiche della
progettazione per competenze potrebbe portare a programmazioni
semplicemente dichiarate e non agite.
Azione prevista
I dipartimenti, a partire dalla matrice delle competenze, definiscono
gli esiti di apprendimento attesi e propongono il piano di studi
standard che ogni docente dovrà realizzare nella propria classe,
definendo Uda, moduli, unità formative
Effetti positivi all'interno della scuola a
medio termine
Diminuzione della variabilità degli esiti nelle classi parallele
Effetti negativi all'interno della scuola a
medio termine
Diminuzione del livello di competenza
Effetti positivi all'interno della scuola e
lungo termine
Consolidamento della programmazione per competenza, e
condivisione di procedure per la progettazione di prove e rubriche di
valutazione condivise e standardizzate
Effetti negativi all'interno della scuola e
lungo termine
Acquisizione di pratiche non idonee con la convinzione di svolgere
un lavoro corretto
99
Caratteri innovativi dell'obiettivo
Qualsiasi discorso sulla valutazione è legato alla
modalità di progettazione della programmazione
didattica.
L'istituto recependo la normativa, ha adottato un
modello di programmazione per competenze
partendo dalla definizione dei profili formativi
d'uscita.
Tale metodologia didattica permette di poter definire
all'interno dei dipartimenti i risultati attesi in termini
di conoscenza ed abilità, pertanto i docenti saranno
chiamati a valutare non cotenuti ma competenze e
quindi condividendo la competenza è possibile
costruire prove che vanno a misurare esiti di
apprendimento per livelli. Pertanto è fondamentale
condividere indicatori e rubriche di valutazione per
oggettivare e soprattutto evitare varianze sia nelle
classi parallele che all'interno delle stesse classi.
Connessione con quadro di riferimento legge 107/15
L'azione che prevede la standardizzazione della rubrica di
valutazione permette di raggiungere gli obiettivi riportati di
seguito:
- Valorizzazione delle competenze linguistiche ed utilizzo
della metodologia CLIL.
- Potenziamento delle competenze matematico-logiche e
scientifiche.
- Potenziamento delle metodologie laboratoriali e delle
attività di laboratorio.
-
Prevenzione contrasto della dispersione scolastica, di
ogni forma di discriminazione;
- Potenziamento dell'inclusione scolastica e del diritto allo
studio degli alunni con bisogni educativi speciali
attraverso percorsi individualizzati e personalizzati.
-
Valorizzazione di percorsi formativi individualizzati e
coinvolgimento degli alunni. - Individuazione di percorsi
funzionali alla premialità ed alla valorizzazione del
merito degli alunni.
- Trasformare il modello trasmissivo della scuola.
- Riconnettere i saperi della scuola e i saperi della società
della conoscenza.
OBIETTIVO DI PROCESSO: Innovazione didattica cablaggio dell'Istituto, finalizzato ad una didattica innovativa (ICT) ed
all'uso completo del registro elettronico.
Valutazione degli effetti positivi e negativi delle azioni
Realizzazione cablaggio strutturato rete in tutti i plessi dell'Istituto e
relativo adeguamento ai nuovi standard di connettività per l'Istituto,
Azione prevista
in definitiva la costruzione di una vera ed efficiente rete locale di
Istituto.
Potenziamento dell'accesso ai servizi ed alle strutture dell'Istituto.
Effetti positivi all'interno della
Possibilità di interagire in tempo reale con tutti gli utenti nei tre
scuola a medio termine
plessi dell'Istituto, indipendentemente dalla distanza fisica.
Scarsa connettività ed accessibilità alla rete che demotiva all'utilizzo
Effetti negativi all'interno della
delle nuove tecnologie. Problemi di sicurezza dei dati specie se il
scuola a medio termine
responsabile di rete perde il controllo dei punti di accesso
Accesso per tutti gli utenti dell'Istituto alle vaste risorse dell'internet
Effetti positivi all'interno della
e del Word Wide Web. Potenziamento della qualità degli ambienti
scuola e lungo termine
dedicati all’apprendimento e implementazione delle tecnologie e dei
laboratori didattici.
Necessità di aggiornamento dell’infrastruttura della rete cablata
Effetti negativi all'interno della
oltre che di quella WI-FI per permettere contemporaneamente il
scuola e lungo termine
collegamento di tutti i device dell’Istituto.
100
Azione prevista
Effetti positivi all'interno della
scuola a medio termine
Effetti negativi all'interno della
scuola a medio termine
Effetti positivi all'interno della
scuola e lungo termine
Effetti negativi all'interno della
scuola e lungo termine
Caratteri innovativi dell'obiettivo
La realizzazione dell'obiettivo permetterà all'Istituto di
potenziare gli strumenti didattici e laboratoriali utilizzati
dalla comunità scolastica.
Sarà un'opportunità per innovare la scuola, adeguando le
strutture e le dotazioni tecnologiche, ma soprattutto le
metodologie e le strategie usate con gli alunni della classe.
Sarà possibile attuare il Piano Nazionale per la Scuola
Digitale (PNSD) e quindi creare ambienti di apprendimento
innovativi che consentono di progettare varie forme di
didattica, quali la didattica fondata sull'apprendimento
cooperativo, o quella laboratoriale, o quella
individualizzata e personalizzata.
Il PNSD aiuterà a mettere in atto degli ambienti di
apprendimento che consentono una gestione dei gruppi,
dei tempi e delle opzioni pedagogiche che mettono in luce
la centralità dello studente; tutto ciò arricchirà l'offerta
formativa valorizzando e potenziando le
competenze linguistiche, matematico –scientifiche e
digitali degli studenti rispettando tempi di apprendimento.
Attività di formazione per il personale docente ed ATA
Favorire l'accesso ai servizi ed alle strutture didattiche
dell'istituto per alunni ed insegnanti. Consentire alle famiglie
la consultazione, dall'Istituto o da qualsiasi punto di accesso
ad internet, delle informazioni relative all'andamento
didattico
Difficoltà di approccio alle nuove procedure da parte del
personale docente e non docente.
Innovazione didattica ed uso delle ICT. Rinnovare le modalità
di insegnamento e apprendimento per concorrere al
miglioramento dei risultati negli ambienti didattici.
Formare una memoria accessibile delle attività svolte per
diffondere le buone pratiche.
Perdere l'interesse per innovare migliorare la didattica,
accontentarsi del livello di competenza raggiunto.
Connessione con il quadro di riferimento della legge
107/2015
L'obiettivo di processo in esame è in connessione con tutti gli
obiettivi del piano triennale dell'Offerta formativa della legge
107/2015 che riguardano:
- valorizzazione,potenziamento e sviluppo delle competenze degli
studenti;
- sviluppo delle competenze digitali degli studenti;
- potenziamento delle metodologie laboratoriali e delle attività di
laboratorio;
- Valorizzazione di percorsi formativi individualizzati e
coinvolgimento degli alunni.
Inoltre l'obiettivo in esame è in connessione con tutti e sette gli
"orizzonti" coinvolti nel processo innovativo delle scuole. La
didattica innovativa porterà a nuovi modi di insegnare, apprendere
e valutare. Sarà possibile creare nuovi spazi per l'apprendimento,
implementare la pratica laboratoriale e riorganizzare il tempo del
fare scuola. Il modello trasmissivo della scuola si trasformerà, si
riconnetteranno i saperi della scuola ed i saperi della società della
conoscenza.
101
OBIETTIVO DI PROCESSO: Proposte formative di aggiornamento ed arricchimento professionale sia in ambito
disciplinare che educativo.
Valutazione degli effetti positivi e negativi delle azioni
Azione prevista
Effetti positivi all'interno della
scuola a medio termine
Effetti negativi all'interno della
scuola a medio termine
Effetti positivi all'interno della
scuola e lungo termine
Effetti negativi all'interno della
scuola e lungo termine
Azione prevista
Effetti positivi all'interno della scuola a medio
termine
Effetti negativi all'interno della scuola a medio
termine
Effetti positivi all'interno della scuola e lungo
termine
Effetti negativi all'interno della scuola e lungo
termine
Caratteri innovativi dell'obiettivo
la competenza didattica va costruita costantemente
pertanto richiede azioni permanenti e proposte di
coinvolgimento. L'innovazione è il risultato di azioni
integrate tra gli aspetti pedagogici, disciplinari e le
nuove tecnologie, tra la formazione, la didattica e
l'organizzazione. Una adeguata formazione di tutto il
personale della scuola porta alla valorizzazione delle
buone pratiche che alimentano strategie di
contaminazione fra esperienze significative.
la formazione per l'uso delle nuove tecnologie
informatiche permette di sviluppare formazione a
distanza
e i docenti potranno praticare attività
didattiche aldilà dell'edificio scolastico operando in un
sistema di educazione globale ed allargare l'ambiente di
apprendimento che dovrà essere ridefinito poichè le
nuove tecnologie hanno prodotto notevoli cambiamenti
nel processo insegnamento-apprendimento.
La formazione di tutto il personale comporta un nuovo
processo di comunicazione e una maggiore funzionalità.
Attivazione di corsi di formazione per i docenti sia in ambito
disciplinare che didattico - metodologico.
Le iniziative formative portano alla creazione di momenti di confronto
professionale tra colleghi, la formazione di gruppi di lavoro o di reti
porta alla produzione di didattiche innovative e di materiale e
strumenti efficaci.
Le proposte di formazione non hanno una ricaduta sulla attività
didattica e lo scambio e il confronto è presente ma riguarda solo alcuni
dipartimenti
Il confronto professionale coinvolge tutti i dipartimenti con produzione
di attività innovative eccellenti e valorizza il personale assegnando
incarichi sulla base di effettive competenze certificate.
i corsi di formazione non raccolgono le esigenze effettive dei docenti
pertanto la ricaduta sull'attività didattica è irrilevante e l'istituto
disattende alle innovazioni metodologiche, tecnologiche e didattiche.
Attivazione di corsi di formazione in servizio per il personale ATA
Utilizzo della segreteria digitale. Supporto e collaborazione con
l'amministrazione di rete. Supporto agli utenti della rete
Rallentamento delle attività a causa delle difficoltà dell'iniziale utilizzo
delle innovazioni tecnologiche.
Facilità di accesso alla documentazione, procedure più celeri e
monitorate
l'attività di formazione non produce realmente innovazione e la
ricaduta sulle procedure didattico amministrativo genera confusione e
rallenta gli esiti delle attività del personale ATA.
Connessione con il quadro di riferimento della legge 107/2015
L'obiettivo di processo in esame è in connessione con tutti gli obiettivi
del piano triennale dell'Offerta formativa della legge 107/2015 che
riguardano:
- valorizzazione, potenziamento e sviluppo delle competenze degli
studenti;
- sviluppo delle competenze digitali degli studenti;
- potenziamento delle metodologie laboratoriali e delle attività di
laboratorio;
- Valorizzazione di percorsi formativi individualizzati e coinvolgimento
degli alunni.
Inoltre l'obiettivo in esame è in connessione con tutti e sette gli
"orizzonti" coinvolti nel processo innovativo delle scuole.
La didattica innovativa porterà a nuovi modi di insegnare, apprendere
e valutare. Sarà possibile creare nuovi spazi per l'apprendimento,
implementare la pratica laboratoriale e riorganizzare il tempo del fare
scuola. Il modello trasmissivo della scuola si trasformerà, si
riconnetteranno i saperi della scuola ed i saperi della società della
conoscenza.
102
OBIETTIVO DI PROCESSO: Incrementare la partecipazione di almeno il 10% da parte delle famiglie alle attività
organizzative formative dell'Istituto.
Valutazione degli effetti positivi e negativi delle azioni
Azione prevista
Effetti positivi all'interno della scuola a medio termine
Effetti negativi all'interno della scuola a medio termine
Effetti positivi all'interno della scuola e lungo termine
Effetti negativi all'interno della scuola e lungo termine
Azione prevista
Effetti positivi all'interno della scuola a medio termine
Effetti negativi all'interno della scuola a medio termine
Effetti positivi all'interno della scuola e lungo termine
Effetti negativi all'interno della
scuola e lungo termine
Caratteri innovativi dell'obiettivo
Life_learning = imparare per tutto il corso della
vita.
La partecipazione attiva della componente genitori
all'attività dell'Istituto sviluppa un senso di
appartenenza ad una realtà formativa che si
avvale della collaborazione e condivisione delle
due fondamentali protagoniste della funzione
educativa : scuola e famiglia.La scuola,in tal modo,
contribuisce,inoltre, all'arricchimento culturale ed
alla diffusione di valori della comunità del
territorio.
Favorire la costituzione di un comitato genitori, coinvolgendo i
rappresentanti di classe affinchè siano essi stessi promotori di un’
efficace e proficua collaborazione tra scuola e famiglia.
La collaborazione con i genitori porta alla condivisione e
realizzazione di obiettivi e traguardi comuni.
Confusione di ruoli.
Messa in discussione della figura del docente da parte degli alunni
e/o dei genitori.
La partecipazione dei genitori alla vita scolastica è da considerarsi un
valore aggiunto per l'Istituto, in quanto l'aspetto educativo condiviso
favorisce la crescita culturale e umana degli studenti.
Prevalenza della volontà e dell'azione dei genitori in ambito
decisionale.
Organizzare vari corsi di formazione, laboratori esperienziali ecc....
coinvolgendo alla partecipazione i genitori dell'Istituto.
La Scuola diviene, anche per i genitori, un luogo di incontro,
confronto ed arricchimento culturale e personale.
Partecipazione scarsa o superficiale alle attività proposte in quanto
non risponde agli interessi degli utenti.
La buona riuscita delle attività proposte fa si che la Scuola possa
diventare, sul territorio, un autorevole riferimento a cui attingere
per cultura e formazione.
L'inefficacia delle proposte, da cui scaturisce l'insoddisfazione
dell'utenza, determina una valenza negativa della Scuola sul
territorio .
Connessione con il quadro di riferimento della legge 107/2015
appendice A: d, e,j,k appendice B: 6
103
3.
Pianificazione delle azioni previste per ciascun obiettivo di processo individuato
Nei paragrafi precedenti sono state indicate le azioni che si intendono mettere in atto per raggiungere ciascun
obiettivo di processo. Per ogni azione la Scuola definisce : una tempistica chiara da attuare, le risorse umane e
strumentali necessarie e la programmazione periodica del monitoraggio dello stato di avanzamento.
La pianificazione delle azioni è l’attività fondamentale nella predisposizione del Piano di Miglioramento,
permette di rilevare se tutto si sta svolgendo in modo efficace. Se si rilevano delle inefficienze, si possono
modificare alcuni aspetti della pianificazione stessa, analizzare le cause degli scostamenti, individuare i correttivi
e le opportunità di miglioramento documentando le modifiche.
4. Valutazione, condivisione e diffusione dei risultati del piano di miglioramento.
Al fine di poter verificare l’efficacia del processo di miglioramento è necessario raccogliere sistematicamente e
analizzare le informazioni relative alla realizzazione delle azioni messe in atto.
Sarà quindi necessario monitorare :
• le congruità delle forme di intervento,
• l ‘accertamento della pianificazione dei tempi programmati,
• Il grado di fattibilità
• L’efficacia e l’efficienza delle azioni
• L’ eventuale ritaratura delle azioni, nel caso in cui si riscontrassero, in riferimento alle priorità
dichiarate, delle disfunzionalità nel raggiungimento degli obiettivi.
Sarà quindi necessario, dopo aver fatto l’analisi dei dati emersi, pianificare eventuali azioni correttive.
Il gruppo di valutazione, responsabile del monitoraggio del processo di miglioramento, condividerà con il
Collegio dei docenti gli esiti delle azioni e darà mandato ai dipartimenti di discutere e individuare soluzioni, per
rendere congruenti alle aspettative eventuali esiti di azioni non soddisfacienti, poco incisive o inefficaci
Il gruppo di valutazione , in quel caso,si attiverà per efffettuare un un piano di riesame.
I risultati finali saranno riportati al Collegio docenti
Alle famiglie e agli alunni verrà comunicato che la scuola ha attivato delle azioni di miglioramento che li vede
coinvolti in prima persona : dai progetti rivolti alle famiglie, alle prove comuni per classi parallele.
A richiesta, saranno resi noti gli esiti delle diverse azioni.
104
Prodotto 2. Istituto superiore ad indirizzi tecnico
PIANO DI MIGLIORAMENTO 2016-2017
Fase1: scelta degli obiettivi di processo in base ai traguardi individuati nel RAV
Tabella 1. Traguardi
Traguardi (sezione 5 RAV)
priorità
1. Diminuire la percentuale degli
Diminuzione del 5% della percentuale degli
studenti non ammessi alla classe
studenti con giudizio sospeso
successiva nel passaggio dalla 2^
alla 3^
2. Aumento della valutazione media in Diminuzione del 5% della percentuale degli
uscita al termine del percorso di
studenti promossi con valutazione minima
studi
Descrizione dei traguardi
da raggiungere in termini di
risultati
Area
Curricolo progettazione
e valutazione
Ambiente di
apprendimento
Inclusione e
differenziazione
Continuità e
orientamento
Orientamento strategico
e organizzazione della
scuola
Sviluppo e
valorizzazione delle
risorse umane
Integrazione con il
territorio e rapporti con
le famiglie
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
Tabella 2.Obiettivi-corrispondenza priorità
Obiettivi di processo
Progettazione e valutazione
Adozione di modalità comuni per la valutazione delle
competenze chiave e di cittadinanza
Potenziamento delle attività laboratoriali nelle classi del
primo biennio
Potenziamento nella preparazione all'Esame di Stato
Sensibilizzazione ed educazione alla salute
Potenziamento delle azioni sulla didattica per gli studenti BES
Potenziamento delle azioni di recupero
Potenziamento lingua inglese
Aumento della continuità verticale tra scuola media e classe
prima
Aumento le azioni di riorientamento
Revisione del Piano dell’offerta formativa in relazione al RAV
e a obiettivi triennali
Formazione del CdC in base a competenze ed anzianità
13
Potenziamento della formazione docenti e organizzazione
collegiale di recupero
14
Aumento interventi esterni per tematiche alternanza e visite
aziendali
105
Priorità 1
Priorità 2
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
Tabella 2. Obiettivi-risultati-monitoraggio-tempi
Area
1
Curricolo
progettazione e
valutazione
2
3
Ambiente di
apprendimento
4
5
Obiettivi di
processo
Risultati attesi
Indicatori di
monitoraggio
Progettazione e
valutazione
alternanza
Individuazione
competenze/pres
tazioni per ogni
indirizzo
Scheda valutativa
per tutor aziendali
valida per ogni
indirizzo
Produzione e uso
della scheda
Uso di indicatori
comuni per il
voto di condotta
Rubrica di
valutazione
Approvazione degli
organi collegiali
Adozione di
metodologie
laboratoriali e
digitali
Numero di LIM
Presenza di LIM
nelle aule
Adozione di
modalità
comuni per la
valutazione
competenze
chiave e di
cittadinanza
Potenziamento
delle attività
laboratoriali
nelle classi del
primo biennio
Almeno 5
simulazioni (di
cui una orale che
coinvolga 5
studenti per
classe)
Aumento
Sensibilizzazione competenze di
ed educazione
cittadinanza e
alla salute
competenze asse
scientifico
Potenziamento
nella
preparazione
all'Esame di
Stato
Miglioramento
attuazione del
pdp
6
Inclusione e
differenziazione
Migliore
comunicazione
tra scuolafamigliePotenziamento Commissione
delle azioni sulla Esame di Stato
didattica per gli Partecipazione a
studenti BES
corsi di
formazione per
FS e di almeno un
insegnate della
commissione GLI
Potenziamento
recupero
Tempi
- Dicembre’17
(produzione)
- Febbraio/marzo/set
tembre’17 (uso)
- Dicembre ‘17
Sett. a.s. 16-17
Numero delle
Documenti 15
simulazioni (scritte
maggio
e orali)
Anno Scolastico
Partecipazione di
tutte le classi
seconde
Registro di classe
Gennaio-Marzo ‘17
Produzione e
compilazione del
modello feed-back
da parte del CdC
per ogni studente
BES
Verbali di CdC e
modelli compilati
per ogni studente
BES
Dicembre’16Marzo’17
Compilazione pdp
per ogni studente
BES classi quinte
Numero di pdp
compilati
Novembre’16
Certificazione della
Autocertificazione
frequenza
Tutti gli studenti
stranieri NAI
frequentano corsi
d italiano
7 delle azioni di
Modalità di
rilevazione
Numero di
studenti stranieri
NAI che
frequentano corsi
italiano
- Riduzione delle
numero ore per
insufficienze del corsi di recupero
60% (rispetto ai -riduzione dei
106
Settembre’16
Registro del
docente che tiene
il corso
Anno Scolastico
Registri corsi
recupero e
sportello compilati
A partire da
Novembre’16
Obiettivi di
processo
Area
Risultati attesi
risultati del
primi trimestre)
- Riduzione dei
giudizi sospesi
del 2% rispetto
a.s. 15-16
Continuità e
orientamento
8
Potenziamento
lingua inglese
Aumento delle
competenze
linguistiche
9
Aumento della
continuità
verticale tra
scuola media e
classe prima
(priorità 1)
Partecipazione
CdC alla riunione
di inizio d'anno
Diminuzione
degli studenti
ripetenti iscritti
allo stesso anno
(primo biennio)
del 50%
Revisione del
Redazione di un
Piano
report sul RAV e
dell’offerta
Piano di
Miglioramento
11 formativa in
relazione al RAV con indicazioni
e a obiettivi
per la revisione
triennali
del PTOF
CdC omogenei
per docenti a
tempo
indeterminato e
docenti a tempo
determinato:
Formazione del 40% del CdC
formato da
CdC in base a
12 competenze ed docenti di ruolo
anzianità
Controllo delle
(priorità 1-2)
situazioni di
criticità
comportamental
e: 80 % di docenti
con almeno tre
anni si servizio
nella scuola
Aumento delle
Potenziamento
competenze nella
della
didattica
formazione
dell’inclusione e
13 docenti e
del recupero:
organizzazione
- almeno 30%
collegiale di
docenti
recupero
partecipano ai
Aumento le
azioni di
10
riorientamento
(priorità 1)
Orientamento
strategico e
organizzazione
della scuola
Sviluppo e
valorizzazione
delle risorse
umane
Indicatori di
monitoraggio
Modalità di
rilevazione
Tempi
giudizi sospesi
Numero di
studenti e docenti
coinvolti
Registri
sportello/moduli
compilati
A partire da
Novembre’16
Numero studenti
partecipanti
attività del
progetto di
potenziamento
(stage Dublino e
corsi pomeridiani)
Registro
partecipanti al
corso e numero di
iscritti allo stage
linguistico
Anno Scolastico +
Settembre’17
Analisi fascicoli e
certificazioni
Verbali di classe
Settembre’16
Iscrizioni all’a.s. 17- Moduli di
18
iscrizione
Novembre’16giugno’17
Funzione
strumentale
raccoglie in modo
Redazione del PdM sistematico gli
indicatori
necessari alla
redazione del RAV
Anno Scolastico
Nomine di servizio
Nominativi CdC
Settembre/Ottobre
2016
Nomine di servizio
Nomine di servizio
Settembre’16
- Numero docenti
iscritti corso
e-learning
- Nomine/cattedre
107
-Iscrizione
nominale al corso
- Nomine
Gennaio-marzo’17
Area
Obiettivi di
processo
Aumento
interventi
Integrazione con il
esterni per
territorio e
14 tematiche
rapporti con le
alternanza e
famiglie
visite aziendali
(priorità 2)
Risultati attesi
corsi proposti
sulla didattica
per studenti BES
- Almeno 10%
dei docenti
utilizzati per
attività di
potenziament
o/recupero in
orario di
cattedra
-Uso nelle classi
degli
strumenti
digitali:
- tutti i docenti
del team
digitale
frequentano
almeno un
corso di
formazione
- Almeno 2
corsi/informa
zioni per
diffusione di
mezzi per la
didattica
digitale
Aumento
competenze
d'indirizzo:
organizzazione di
una visita
aziendale per
indirizzo
Indicatori di
monitoraggio
- Iscrizioni ai corsi
organizzati dal USR
- Numero di
comunicazioni/corsi
effettuati
Modalità di
rilevazione
- Autocertificazione
dei docenti
- Foglio firme
-Odg organi
collegiali
Tempi
Anno Scolastico
Numero di incontri Registro di classe e
Anno Scolastico
e visite
circolari
108
Tabella 3. Calcolo della necessità dell’intervento in base alla fattibilità e all’impatto (fattibilità= valutazione delle reali
possibilità di realizzazione delle azioni previste; impatto= valutazione degli effetti che le azioni messe in atto possono
avere sull’obiettivo; 1=nullo; 2= poco; 3=abbastanza; 4= molto; 5= del tutto)
Prodotto=valore
che indica la
Area
Obiettivo
Fattibilità
Impatto
rilevanza
dell’intervento
Rilevanza≥ 15
Progettazione e valutazione alternanza
4
5
20
Curricolo progettazione e
Adozione di modalità comuni per la
valutazione
valutazione delle competenze chiave e di
4
4
16
Ambiente di apprendimento
Inclusione e differenziazione
Continuità e orientamento
cittadinanza
Potenziamento delle attività laboratoriali
nelle classi del primo biennio
Potenziamento nella preparazione
all'Esame di Stato
Sensibilizzazione ed educazione alla salute
Potenziamento delle azioni sulla didattica
per gli studenti BES
Potenziamento delle azioni di recupero
Potenziamento lingua inglese
Aumento della continuità verticale tra
scuola media e classe prima
Aumento le azioni di riorientamento
Sviluppo e valorizzazione delle
risorse umane
Revisione del Piano dell’offerta formativa
in relazione al RAV e a obiettivi triennali
Formazione del CdC in base a competenze
ed anzianità
Potenziamento della formazione docenti e
organizzazione collegiale di recupero
Integrazione con il territorio e
rapporti con le famiglie
Aumento interventi esterni per tematiche
alternanza e visite aziendali
Orientamento strategico e
organizzazione della scuola
109
4
4
16
5
4
20
5
2
10
5
4
20
3
5
5
3
15
15
4
4
16
4
4
16
5
4
20
4
4
16
5
4
20
5
3
15
Area
Fase2: decisione delle azioni da mettere in atto per raggiungere gli obiettivi di processo
Tabella 4. Azioni scelte-effetti positivi –effetti negativi
EFFETTI
EFFETTI
EFFETTI
POSITIVI
NEGATIVI
NEGATIVI
EFFETTI POSITIVI
Azioni
all'interno
all'interno
all'interno della
all'interno della scuola a
previste
della scuola a
della scuola a
scuola a
LUNGO termine
MEDIO
LUNGO
MEDIO termine
termine
termine
1
Produrre una
scheda
valutativa per il
periodo di
alternanza
scuola/lavoro
Coinvolgimento
consapevole dei
docenti sulle
competenze
acquisite durante
il periodo di
Alternanza
Poca coerenza tra
le competenze
curricolari
acquisite e quelle
richieste dalle
aziende
Miglioramento dei Piani di studio
in linea con le competenze
richieste dal mercato del lavoro
Eccessiva
curvatura dei
Piani di studio
per rispondere
alle esigenze del
mercato del
lavoro
2
Individuare
criteri comuni
per il voto di
condotta con
riferimento alle
competenze di
cittadinanza
Omogeneità di
valutazione
della condotta
nei vari consigli
di classe
Difficoltà di
attuazione e
condivisione del
nuovo sistema
valutativo
Maggiore consapevolezza e
interiorizzazione da parte
degli studenti delle competenze
di cittadinanza
//
3
Aumentare e
favorire le
attività
laboratoriali
nelle classi del
primo biennio
valorizzazione delle risorse
individuali finalizzate al successo
formativo
Uso eccessivo
delle tecnologie
informatiche a
discapito delle
strumentalità di
base
Curricolo
progettazione e
valutazione
Ambiente di
apprendimento
4
5
6
Inclusione e
differenziazione
7
8
Maggior
coinvolgimento e
collaborazione
didattico
degli studenti
nelle attività di
studio
Maggior
Aumentare le
consapevolezza
tipologie di
da
simulazioni in
parte degli
preparazione
studenti
all'Esame di
nell'affrontare
Stato
l'esame di Stato
Sensibilizzare gli
studenti sulla
Aderire al corso
pericolosità delle
“Conto su di te”
malattie
cardiocircolatorie
Utilizzare il
Riscontro
modello di
pressoché
feedback per
immediato
monitorare
sull'effettiva
l’attuazione dei attuazione dei
pdp
pdp
Predisposizione
di pdp
Utilizzare di
più centrati sulle
modulo pdp con
competenze
differenziazione
richieste
classi quinte
all'esame di
Stato
Frequentare
Aumento delle
corsi per
competenze
aumentare le
degli insegnati
Emersione di
problemi
organizzativi nella
gestione dei
laboratori
Emersione di
problemi
Incremento del
organizzativi
voto finale all'esame di Stato
per l'effettuazione
delle simulazioni
//
Scarsa
partecipazione
da parte degli
studenti
Maggior consapevolezza
dell'importanza di un corretto
stile di vita
//
Difficoltà
nell'utilizzo
del modello di
feedback
Realizzazione di pdp sempre
più efficaci e centrati sulle
necessità degli studenti Bes
//
Difficoltà di
raccordo
con i precedenti
pdp
Presentazione di un quadro
globale dello studente
//
Emersione di
problemi
organizzativi
Ricaduta delle competenze
per studenti Bes su tutto il corpo
docente dell'istituto
//
110
Azioni
previste
Area
9
10
competenze
della FS e degli
insegnati di
sostegno
Attivare corsi in
orario
curriculare di
alfabetizzazione
per alunni
stranieri
Attivare corsi di
recupero
Attivare
11
sportello help
Continuità e
orientamento
Attivare corsi di
preparazione
alla
certificazione B2
12
della lingua
inglese e
organizzare
stage all’estero
Analizzare
fascicoli e
certificazione
13
degli studenti
iscritti al primo
anno
Intensificare la
comunicazione
scuola famiglia
per favorire il
contatto con
altre realtà
scolastiche per
14
favorire una
scelta più
idonea: incontro
famiglie di fine
anno per
l’analisi dei
risultati negativi
EFFETTI
POSITIVI
all'interno
della scuola a
MEDIO
termine
EFFETTI
NEGATIVI
all'interno della
scuola a
MEDIO termine
coinvolti e
ricaduta positiva
sul CdC
e gestionali nella
frequenza dei
corsi
Favorire
l'inserimento in
tempi più rapidi
Emersione di
problemi
organizzativi nella
frequenza dei
corsi
Recupero
pressoché
immediato
delle
insufficienze da
parte degli
studenti
Recupero mirato
delle lacune da
parte degli
studenti
Scarsa
consapevolezza da
parte degli
studenti
dell'importanza
dei corsi di
recupero
Emersione di
problemi
organizzativi e
dispersione del
tempo scuola
EFFETTI POSITIVI
all'interno della scuola a
LUNGO termine
Maggiore integrazione degli
studenti stranieri nella realtà
locale
EFFETTI
NEGATIVI
all'interno
della scuola a
LUNGO
termine
//
Incremento sensibile
dei successi formativi
Mancanza di
finanziamenti e
sospensione dei
corsi di
recupero
Incremento sensibile
dei successi formativi
//
Aumento della
conoscenza
della lingua
inglese da parte
degli studenti
//
Aumento della capacità delle gli
studenti di interfacciarsi in
contesti interculturali
//
Conoscenza
globale dello
studente
//
Interventi puntali e coordinati
//
Immediatezza di
interventi
specifici
Difficoltà nel
coinvolgimento
delle famiglie
Individuazione di una job
evolution
//
111
Area
Orientamento
strategico e
organizzazione
della scuola
Sviluppo e
valorizzazione
delle risorse
umane
Integrazione
con il territorio
e rapporti con
le famiglie
Azioni
previste
EFFETTI
POSITIVI
all'interno
della scuola a
MEDIO
termine
EFFETTI
NEGATIVI
all'interno della
scuola a
MEDIO termine
EFFETTI POSITIVI
all'interno della scuola a
LUNGO termine
EFFETTI
NEGATIVI
all'interno
della scuola a
LUNGO
termine
Coinvolgere la
Commissione
PTOF e il
personale della
15
scuola per
l'esame degli
esiti del Piano di
Miglioramento
Formare il CdC
garantendo
16 continuità e
stabilità
didattica
Individuare il
coordinatore di
classe sulla base
dell’anzianità di
17
servizio e
capacità
organizzative
(primo biennio)
Sinergia di
interventi
Emersione di
problemi
Miglioramento della performance
organizzativi
dell’Istituto
e comunicativi con
il personale
Sinergia di
interventi
Difficoltà
Stabilizzazione
nell’individuazione Formazione di cdc più efficaci
di atteggiamenti
del personale
sul piano didattico e organizzativo
non formativi
docente
Aumento
sensibile
dell'efficacia del
lavoro svolto dai
cdc in termini
didattici e
organizzativi
Difficoltà
personali a
lavorare in team
Partecipare al
corso sulla
18
didattica
inclusiva- DSA
Difficoltà nel
Condivisione di
reperimento
approccio e
di docenti
metodo da parte disponibili alla
del CdC
partecipazione al
corso
Organizzare le
cattedre anche
in base alle
19
competenze
dell’organico
dell’autonomia
Attivare corsi
interni per l’uso
20
di ambienti
digitali e TIC
Aumentare
interventi
esterni per
21
tematiche
alternanza e
visite aziendali
Coordinamento più efficace
del cdc
Condivisione di approccio e
metodo da parte del CdC
//
//
Eccessiva
curvatura dei
Piani di studio
per rispondere
alle esigenze e
richieste delle
famiglie
Razionalizzare le
spese per una
migliore
funzionalità
didattica
Difficoltà
organizzativa
causata da un
Migliore distribuzione delle
numero elevato di risorse
docenti in
organico
//
Alfabetizzazione
dell’intero
Collegio Docenti
Resistenza
all’utilizzo delle
tecnologie
//
Creare un
rapporto con il
territorio e le
aziende
Attuazione di strategie didattiche
più efficaci ed innovative
Difficoltà nel
Fidelizzare le aziende affinchè
reperire le aziende investano nella formazione
collaboranti
scolastica.
112
Difficoltà a
mantenere i
rapporti a
seguito delle
oscillazioni di
mercato
Area di processo
Curricolo
progettazione e
valutazione
Ambiente di
apprendimento
Tabella 5. Caratteri innovativi degli obiettivi-coerenza
Connessione alle priorità evidenziate nella Legge 107/15; comma 7
Incremento dell'alternanza scuola-lavoro nel secondo ciclo di istruzione
Sviluppo di comportamenti responsabili ispirati alla conoscenza e al
rispetto della legalità, della sostenibilità ambientale, dei beni
paesaggistici, del patrimonio e delle attività culturali
Potenziamento delle metodologie laboratoriali e delle attività di
laboratorio;
Prevenzione e contrasto della dispersione scolastica, di ogni forma di
discriminazione e del bullismo, anche informatico; potenziamento
dell'inclusione scolastica e del diritto allo studio degli alunni con bisogni
educativi speciali attraverso percorsi individualizzati e personalizzati
anche con il supporto e la collaborazione dei servizi socio-sanitari ed
educativi del territorio e delle associazioni di settore e l'applicazione delle
linee di indirizzo per favorire il diritto allo studio degli alunni adottati,
emanate dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca il 18
dicembre 2014;
Inclusione e
differenziazione
Valorizzazione e potenziamento delle competenze linguistiche, con
particolare riferimento all'italiano nonché alla lingua inglese e ad altre
lingue dell'Unione europea, anche mediante l'utilizzo della metodologia
Content Language Integrated Learning;
Caratteri innovativi
(Manifesto Avanguardie
Innovative)
Riconnettere i saperi della
scuola e i saperi della società
della conoscenza
Trasformare il modello
trasmissivo della scuola
Riorganizzare il tempo del fare
scuola
Trasformare il modello
trasmissivo della scuola
Alfabetizzazione e perfezionamento dell'italiano come lingua seconda
attraverso corsi e laboratori per studenti di cittadinanza o di lingua non
italiana, da organizzare anche in collaborazione con gli enti locali e il terzo
settore, con l'apporto delle comunità di origine, delle famiglie e dei
mediatori culturali;
Valorizzazione di percorsi formativi individualizzati e coinvolgimento
degli alunni e degli studenti;
Continuità e
orientamento
Orientamento
strategico e
organizzazione
della scuola
Sviluppo e
valorizzazione
delle risorse
umane
Integrazione con
il territorio e
rapporti con le
famiglie
Definizione di un sistema di orientamento
Valorizzazione della scuola intesa come comunità attiva, aperta al
territorio e in grado di sviluppare e aumentare l'interazione con le
famiglie e con la comunità locale, comprese le organizzazioni del terzo
settore e le imprese
Definizione di un sistema di orientamento
Sviluppo delle competenze digitali degli studenti, con particolare
riguardo al pensiero computazionale, all'utilizzo critico e consapevole dei
social network e dei media nonché alla produzione e ai legami con il mondo
del lavoro;
Definizione di un sistema di orientamento
Valorizzazione della scuola intesa come comunità attiva, aperta al
territorio e in grado di sviluppare e aumentare l'interazione con le
famiglie e con la comunità locale, comprese le organizzazioni del terzo
settore e le imprese
113
Investire sul “capitale umano”
ripensando i rapporti
Investire sul “capitale umano”
ripensando i rapporti
Sfruttare le opportunità offerte
dalle TIC e dai linguaggi digitali
per supportare nuovi modi di
insegnare, apprendere e
valutare
Riconnettere i saperi della
scuola e i saperi della società
della conoscenza
Fase3: pianificazione delle azioni
Tabella 6. Impegno delle risorse umane interne alla scuola (valida per tutti processi)
Figure professionali
−
−
−
−
−
−
−
−
Dirigente scolastico
Docenti:
− funzioni strumentali
− Collegio Docenti
Altro:
− Consiglio d’istituto
114
Tipologia di attività
Linee d’indirizzo
Contatti istituzionali
Coordinamento delle attività
Monitoraggio attività
Attuazione azioni/progetti
Raccolta dati
Approvazione PdM e PTOF
Approvazione PdM
Tabella 7. Tempistica delle azioni/attività (diagramma di GANTT)
PIANIFICAZIONE DELLE ATTIVITA' 2016/17
AZIONE/ATTIVITA'
set
ott
nov
dic
gen
feb
mar
apr
mag
giu
lug
17/18
18/19
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
CURRICOLO - PROGETTAZIONE E VALUTAZIONE
Produrre una scheda valutativa per il periodo di alternanza scuola/lavoro
X
Individuare criteri comuni per il voto di condotta con riferimento alle competenze di
cittadinanza
X
X
X
X
X
AMBIENTE DI APPRENDIMENTO
Aumentare e favorire le attività laboratoriali nelle classi del primo biennio
X
Aumentare le tipologie delle simulazioni in preparazione all'Esame di Stato
X
X
Aderire al corso “Differenza tra ictus e attacco cardiaco”
INCLUSIONE E DIFFERENZIAZIONE
Utilizzare il modello di feedback per monitorare l’attuazione dei pdp
X
Utilizzare di modulo pdp con differenziazione classi quinte
X
Frequentare corsi per aumentare le competenze della FS e degli insegnati di sostegno
Attivare corsi in orario curriculare di alfabetizzazione per alunni stranieri
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
Attivare corsi di recupero
X
X
X
X
X
X
X
X
X
Attivare sportello help
X
X
X
X
X
X
X
115
Attivare corsi di preparazione alla certificazione B2 della lingua inglese e organizzare
stage all’estero
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
Attivare il progetto M.A.D
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
CONTINUITA' E ORIENTAMENTO
Analizzare fascicoli e certificazione degli studenti iscritti al primo anno
X
Intensificare la comunicazione scuola famiglia per favorire il contatto con altre realtà
scolastiche
X
X
ORIENTAMENTO STRATEGICO E ORGANIZZAZIONE DELLA SCUOLA
Coinvolgimento della Commissione PTOF (e del personale) per l'esame degli esiti del
Piano di Miglioramento
X
Formazione del CdC in base all’anzianità di servizio
X
Individuare il coordinatore di classe sulla base dell’anzianità di servizio e capacità
organizzative (primo biennio)
X
Attivare corsi interni per l’uso di ambienti digitali e TIC
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
INTEGRAZIONE CON IL TERRIOTRIO E RAPPORTI CON LE FAMIGLIE
Aumentare interventi esterni per tematiche alternanza e visite aziendali
X
X
X
SVILUPPO E VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE UMANE
Partecipare al corso sulla didattica inclusiva- DSA
Organizzare le cattedre anche in base alle competenze dell’organico dell’autonomia
116
X
X
X
Tabella 8. Monitoraggio delle azioni
CURRICOLO - PROGETTAZIONE E
VALUTAZIONE
AZIONE
Produrre una scheda valutativa per il periodo di
alternanza scuola/lavoro
INDICATORI DI MONITORAGGIO
STRUMENTI DI RILEVAZIONE
CRITICITA' RILEVATE
MODIFICHE APPORTATE AL PROGETTO
Individuare criteri comuni per il voto di
condotta con riferimento alle competenze di
cittadinanza
INDICATORI DI MONITORAGGIO
STRUMENTI DI RILEVAZIONE
CRITICITA' RILEVATE
MODIFICHE APPORTATE AL PROGETTO
Aumentare e favorire le attività laboratoriali
nelle classi del primo biennio
INDICATORI DI MONITORAGGIO
AMBIENTE DI APPRENDIMENTO
STRUMENTI DI RILEVAZIONE
PERIODO DI RILEVAZIONE
Dicembre’16
numero delle schede di valutazione
prodotte per ogni indirizzo
Schede valutative
Produzione di una rubrica di
valutazione della condotta secondo le
competenze di cittadinanza
Approvazione degli organi collegiali
Settembre ‘16
Numero di LIM
Presenza di LIM presenti nelle aule
Giugno’17
Numero di LIM
Presenza di LIM presenti nelle
aule
Giugno’17
Numero di simulazioni
effettuate in ogni classe quinta
Documento del 15 maggio
INDICATORI DI MONITORAGGIO
STRUMENTI DI RILEVAZIONE
CRITICITA' RILEVATE
MODIFICHE APPORTATE AL PROGETTO
Aderire al corso “CONTO SU DI TE”
STRUMENTI DI RILEVAZIONE
CRITICITA' RILEVATE
MODIFICHE APPORTATE AL PROGETTO
Numero di schede utilizzate in
relazione al numero di
studenti
Raccolta delle schede
Dicembre’16
CRITICITA' RILEVATE
MODIFICHE APPORTATE AL PROGETTO
Aumentare le tipologie delle simulazioni in
preparazione all'Esame di Stato
INDICATORI DI MONITORAGGIO
Marzo/settembre ‘17
Settembre ‘16
Progettazione e presa contatti per
l’attuazione del corso
Approvazione CD
117
Giugno’17
Partecipazione di tutte le classi
seconde
Registro di classe
Utilizzare il modello di feedback per monitorare
l’attuazione dei pdp
Dicembre ‘16
INDICATORI DI MONITORAGGIO
Produzione di un format per il
feedback
STRUMENTI DI RILEVAZIONE
Format per il feedback
CRITICITA' RILEVATE
MODIFICHE APPORTATE AL PROGETTO
Utilizzare di modulo pdp con differenziazione classi
quinte
INDICATORI DI MONITORAGGIO
STRUMENTI DI RILEVAZIONE
Uso del format per tutti
gli studenti con pdp
Format per il feedback
compilato per tutti gli
studenti con pdp
Dicembre’16
Marzo’17
Uso del modello specifico di
pdp per tutti gli studenti BES
delle classi quinte
modelli pdp per le classi quinte
compilati
Per tutti gli studenti BES
delle classi quinte uso di
modelli specifici
modelli pdp per le classi
quinte compilati
CRITICITA' RILEVATE
MODIFICHE APPORTATE AL PROGETTO
Frequentare corsi per aumentare le competenze
della FS e degli insegnati di sostegno
INCLUSIONE E DIFFERENZIAZIONE
Marzo ’17-giugno’17
Settembre’16
Partecipazione della FS e di
almeno un componente della
commissione GIL
Certificazione attestante la
frequenza/autocertificazione
INDICATORI DI MONITORAGGIO
STRUMENTI DI RILEVAZIONE
CRITICITA' RILEVATE
MODIFICHE APPORTATE AL PROGETTO
Attivare corsi in orario curriculare di
alfabetizzazione per alunni stranieri
Gennaio ‘17
Numero di studenti stranieri
NAI che frequentano corsi
italiano
INDICATORI DI MONITORAGGIO
STRUMENTI DI RILEVAZIONE
CRITICITA' RILEVATE
MODIFICHE APPORTATE AL PROGETTO
Attivare corsi di recupero
Registro del corso
-
INDICATORI DI MONITORAGGIO
-
STRUMENTI DI RILEVAZIONE
Gennaio ‘17
Numero di corsi di
recupero attuati
Numero di ore utilizzate
per materia
Valutazioni primo
trimestre
Registri e risultati scrutini
CRITICITA' RILEVATE
MODIFICHE APPORTATE AL PROGETTO
Attivare sportello help
Giugno’17
Numero di studenti
stranieri NAI che
frequentano corsi
italiano
Registro del corso
Giugno’17
-
-
Registri e risultati
scrutini
Marzo ‘16
-
INDICATORI DI MONITORAGGIO
118
Numero di docenti: 10%
Numero di materie: 40%
Numero di studenti
coinvolti: 5%
Numero di ore per i
corsi di recupero
attuati
Valutazioni finali
-
Giugno’17
Numero di docenti:
10%
Tipologia di
materie:40%
Numero di studenti
coinvolti:5%
STRUMENTI DI RILEVAZIONE
CRITICITA' RILEVATE
MODIFICHE APPORTATE AL PROGETTO
Registro
Attivare corsi di preparazione alla certificazione B2
della lingua inglese e organizzare stage all’estero
STRUMENTI DI RILEVAZIONE
CONTINUITA' E ORIENTAMENTO
Giugno ‘17
Numero studenti partecipanti Numero studenti
ai corsi per la preparazione alla partecipanti allo stage
certificazione B2
all’estero
Iscrizioni all’attività di
Registro
stage linguistico
INDICATORI DI MONITORAGGIO
ORIENTAMENTO STRATEGICO E ORGANIZZAZIONE
DELLA SCUOLA
Dicembre ‘16
Registro
CRITICITA' RILEVATE
MODIFICHE APPORTATE AL PROGETTO
Analizzare fascicoli e certificazione degli studenti
iscritti al primo anno
Settembre’16
Convocazione CdC classi prime
prima dell’inizio a.s.
Verbali
CdC non completi
Estendere il progetto alle classi
terze
INDICATORI DI MONITORAGGIO
STRUMENTI DI RILEVAZIONE
CRITICITA' RILEVATE
MODIFICHE APPORTATE AL PROGETTO
Intensificare la comunicazione scuola famiglia per
favorire il contatto con altre realtà scolastiche
Settembre ‘17
Numero di studenti
respinti che non
riscrivono
Schede di iscrizione
INDICATORI DI MONITORAGGIO
STRUMENTI DI RILEVAZIONE
CRITICITA' RILEVATE
MODIFICHE APPORTATE AL PROGETTO
Coinvolgere la Commissione PTOF e il personale
della scuola per l'esame degli esiti del Piano di
Miglioramento
INDICATORI DI MONITORAGGIO
Gennaio ‘17
Approvazione del PdM
Convocazione e odg CD
STRUMENTI DI RILEVAZIONE
CRITICITA' RILEVATE
MODIFICHE APPORTATE AL PROGETTO
Formazione del CdC in base all’anzianità di servizio
Novembre ‘17
Relazione sugli esiti delle
azioni
Convocazione e odg CD
Giugno ‘17
Numero di docenti di
ruolo in ogni CdC
Nomine
INDICATORI DI MONITORAGGIO
STRUMENTI DI RILEVAZIONE
CRITICITA' RLEVATE
MODIFICHE APPORTATE AL PROGETTO
Individuare il coordinatore di classe sulla base
dell’anzianità di servizio e capacità organizzative
(primo biennio)
INDICATORI DI MONITORAGGIO
STRUMENTI DI RILEVAZIONE
CRITICITA' RILEVATE
MODIFICHE APPORTATE AL PROGETTO
119
Settembre’16
Nominativi coordinatori
Nomine
Partecipare al corso sulla didattica inclusiva- DSA
SVILUPPO E VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE UMANE
INDICATORI DI MONITORAGGIO
STRUMENTI DI RILEVAZIONE
CRITICITA' RILEVATE
MODIFICHE APPORTATE AL PROGETTO
Organizzare le cattedre anche in base alle
competenze dell’organico dell’autonomia
INDICATORI DI MONITORAGGIO
STRUMENTI DI RILEVAZIONE
CRITICITA' RILEVATE
MODIFICHE APPORTATE AL PROGETTO
Attivare corsi interni per l’uso di ambienti digitali
e TIC
Giugno’17
Almeno il 10% dei
docenti utilizzati per
attività
potenziamento/recuper
o/orario cattedra
Nomine docenti
Giugno ‘17
- Numero di corsi
organizzati
- Numero di docenti
partecipanti
- Effettuazione dei corsi
- Iscrizione ai corsi
- Foglio firme
INDICATORI DI MONITORAGGIO
STRUMENTI DI RILEVAZIONE
INTEGRAZIONE CON IL
TERRIOTRIO E
RAPPORTI CON LE
FAMIGLIE
Giugno ‘17
30% dei docenti
partecipano al corso
proposto dalla FS
Iscrizione al corso
CRITICITA' RILEVATE
MODIFICHE APPORTATE AL PROGETTO
Aumentare interventi esterni per tematiche
alternanza e visite aziendali
Giugno ‘17
Organizzazione di
almeno 1 visita aziendale
per indirizzo
Registro di
classe/circolari
INDICATORI DI MONITORAGGIO
STRUMENTI DI RILEVAZIONE
CRITICITA' RILEVATE
MODIFICHE APPORTATE AL PROGETTO
120