Il NotiziAlsippe del 23 gennaio 2017

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NUMERO
1780 DI LUNEDìDI
23 GENNAIO
2017 A
Agenti
penitenziari
a
rischio, attivare Parlamento
e
Governo"
presentato
risoluzione
in
Giunta
regionale
CURA DELLA SEGRETERIA GENERALE
AD USO INTERNO
Proclamato lo stato di
agitazione della Polizia
penitenziaria al carcere di
Spini di Gardolo
APERTO AL CONTRIBUTO
DÌ
TUTTI_
maltrattamenti.
«Ho
trovato
una
situazione positiva, una grande efficienza
dal punto di vista dell’area trattamentale
e delle attività – ripete a chi gli chieda
lumi.
Ho parlato con gli operatori e con i
detenuti ed è chiaro che sono accuse
pesanti che vanno verificate, sia a tutela
della polizia penitenziaria, sia dei
detenuti.
Vanno segnalate all’autorità giudiziaria e
la cosa va verificata da parte nostra,
dall’amministrazione interna».(La voce
del Trentino)
Secondigliano:
catturato
dalla polizia penitenziaria
pusher di 21 anni
Gibertoni (M5s): "A Piacenza agenti
penitenziari a rischio, attivare Parlamento e
Governo"Giulia
Gibertoni
(M5s)
ha
presentato una risoluzione per chiedere alla
Giunta regionale di
sollecitare “il
Parlamento e il Governo ad intervenire con
atti urgenti finalizzati alla tutela degli agenti
di Polizia Penitenziaria operanti nelle
carceri
regionali".L'esortazione
della
consigliera riguarda in particolare il
personale degli istituti "in cui sono presenti
maggiori criticità per risolvere i problemi di
sicurezza, di carenza di personale e
ambientali”. Gibertoni evidenzia che in
alcuni penitenziari ci sono criticità
"insostenibili" per il personale della Polizia
penitenziaria.Al Sant'Anna di Modena la
consigliera
segnala
"una
gestione
amministrativa dei vertici molto discutibile,
in cui il personale di polizia penitenziaria
denuncia "la scarsa sicurezza dell'intero
istituto" i rischi per la propria incolumità
fisica.Altre criticità riguardano il carcere di
Piacenza. Lo scorso anno, racconta
Gibertoni, un agente della Polizia
Penitenziaria è stato aggredito da un
detenuto della sezione A, quella destinata ai
reclusi più violenti (16 in totale) e dove
dovrebbero prestare servizio almeno due
agenti
per
ogni
turno.
"Infine non va dimenticato il fenomeno
della radicalizzazione e dell'estremismo
jihadista,
presente
nelle
nostre
carceri”.(Piacenzasera)
Carcere di Spini di Gardolo: I sindacati
proclamano lo stato di agitazione.
Proclamato lo stato di agitazione da parte
delle organizzazioni sindacali della casa
circondariale di Spini di Gardolo.
Le problematiche della struttura sono
ormai cosa nota da tempo e il nostro
giornale in proposito ha scritto vari
articoli. In proposito erano anche state
depositate delle interrogazioni, ma alla
fine i problemi rimangono tali e la
tensione all’interno del carcere aumenta.
I sindacati ancora una volta ribadiscono
le problematiche della struttura a partire
dalla carenza di personale. In origine
erano previsti 214 agenti di polizia
penitenziaria – riferiscono i sindacati –
mentre ad oggi sono 130. A questo si
aggiunge il numero di ospiti oltre la
soglia consentita: la capienza, come da
accordi con il ministro Alfano, sarebbe di
240 detenuti ma molto spesso – denuncia
il sindacato – si arriva a 360 presenze ed
addirittura in alcuni casi a superare le
400.
«Una situazione non piu’ sostenibile se
sommata alle aggressioni, minacce e
quant’altro il personale deve subire».
denunciano i sindacati. Nel mese di
giugno 2016 durante la visita del
sottosegretario Ferri, lo stesso aveva
annunciato
che
sarebbe
partita
un’indagine interna nella struttura. In
carcere il Sottosegretario avrebbe sentilo
dalla viva voce di un detenuto il racconto
di
una
situazione
di
presunti
“Nella giornata di ieri, gli uomini del
Nucleo
Operativo
della
Polizia
Penitenziaria di Secondigliano, in
esecuzione di un ordine di carcerazione
emesso dalla Procura della Repubblica
presso il Tribunale Ordinario di Napoli,
hanno tratto in arresto Giovanni Ravo di
21 anni, condannato a 4 anni di
reclusione per spaccio di droga nel
quartiere Secondigliano.
Il ragazzo è stato sorpreso dai poliziotti
nella sua abitazione di via Duca degli
Abruzzi mentre era ancora a letto. Non ha
opposto resistenza ed è stato condotto al
carcere di Poggioreale dove sconterà la
pena
inflittagli.”(Cronache
della
Campania)
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Sesso in carcere, Polizia
penitenziaria scopre
e
denuncia
detenuto
e
compagna
di percorsi di tutela con il coinvolgimento
dei servizi sociali. La storia è di quelle che
si prestano ad essere raccontate per
l’intervento che ha messo fine ad un
improvvisato, imprevedibile "rapporto".
È c’è anche chi si chiede come i due
abbiano potuto pensare di poter passare
inosservati nella sala colloqui di un
carcere, pur sapendo di poter contare su
un
tavolo
divisorio,
immaginato
probabilmente come uno “scudo”
protettivo.
Così con il passare dei giorni la notizia del
rapporto sessuale avvenuto durante un
colloquio in carcere ha “tagliato” le
robuste pareti della casa di reclusione
pisana, in via San Giovanni Bosco, fino ad
arrivare in città. E in Procura.(Il Tirreno)
Scuola
di
Polizia
Penitenziaria:
'Si
individuino locali idonei'
Sesso in carcere, scoperti e denunciati
detenuto e compagna.
PISA. Nella stanza dei colloqui del carcere
Don Bosco di Pisa in questi anni la giovane
donna, madre di un bambino, era andata
più volte. Il suo compagno, poco più che
ventenne, è finito in carcere con l’accusa di
avere commesso alcune rapine in provincia
di Pisa, in modo particolare in Valdera.
Insieme alla condanna per i colpi compiuti
soprattutto ai danni di attività commerciali
per il giovane è arrivata, è il destino dei
detenuti, anche la condanna al celibato
involontario.
Così quella mattina, ormai di alcune
settime fa, la coppia è stata protagonista di
un fatto che si è concluso con una denuncia
per entrambi per il reato di atti osceni in
luogo pubblico. Anche se l’incontro tra i due
- non ne riveliamo il nome data la
delicatezza della vicenda - è avvenuto nella
stanzetta spoglia della casa circondariale
Don Bosco, fredda e poco accogliente, la
coppia lentamente si è lasciata andare ad
effusioni, piuttosto intime e spinte fino al
punto da cercare il piacere sessuale.
Insomma, sotto quel tavolaccio si è
consumato un rapporto sessuale anche se
non completo.
Le guardie del penitenziario che vigilano su
quanto avviene nella stanza dei colloqui
hanno notato qualcosa di strano. Che subito
ha richiamato la loro attenzione in quanto
stava capitando sotto i loro occhi un fatto da
sanzionare.
Sono quindi intervenuti, cercando di non
creare problemi a un minore che era nella
sala dei colloqui. Hanno bloccato i due che
in un primo momento hanno cercato di
giustificarsi. Il giovane voleva mostrare alla
sua compagna, questa la versione fornita,
un nuovo tatuaggio. Una volta che la
situazione è stata interrotta nell’imbarazzo
di chi deve poi giustificare cosa comporta la
mancanza di una vita affettiva “normale”, i
due si sono salutati.
Gli agenti della polizia penitenziaria hanno
proceduto inviando la comunicazione di
una notizia di reato alla Procura della
Repubblica di Pisa che potrà procedere per
il reato di atti osceni in luogo pubblico. Ci
sono poi altri aspetti legati alla presenza del
minore che dovranno portare all’attivazione
Lettera di alcuni consiglieri comunali al
presidente della Provincia Bruno .I
consiglieri comunali Lorenzo Costa,
Francesco Passafaro, Vincenzo Capellupo
e Sabatino Nicola Ventura hanno scritto
al presidente della Provincia di Catanzaro
Enzo Bruno sulla questione della scuola
di Polizia Penitenziaria. "Per come lei è a
conoscenza - scrivono i consiglieri . vi
sono buone possibilità di realizzare,
finalmente, a Catanzaro la Scuola di
Polizia Penitenziaria. Per raggiungere
l’obiettivo è necessario ed urgente
comunicare al Ministero competente la
disponibilità di idonei locali. Codesta
Amministrazione
Provinciale
è
proprietaria di un plesso molto
importante, ex sede universitaria, in Via
San Brunone di Colonia. Le chiediamo di
verificare ogni possibilità di utilizzo della
struttura indicata e, comunque, di
prevedere un incontro con i Consiglieri
Comunali di Catanzaro del Partito
Democratico per una disamina della
problematica.(Catanzaro Informa)
Carcere, tutto fermo da un
anno... nessun cantiere,
nessun appalto
A gennaio 2016 la struttura di Alba fu
sgomberata per evitare un'epidemia. Il
carcere vuoto da un anno potrebbe
ospitare i profughi. L'europarlamentare
Cirio: "Non vorrei che il Governo
intendesse farne un centro accoglienza".
Il responsabile regionale degli Istituti di
pena
aveva
promesso
lavori
di
sistemazione
in
tempi
rapidi.
Nessun cantiere, nessun appalto, forse
neppure un progetto definitivo. Solo
rassicurazioni verbali fatte a Roma e ad
Alba e tre sopralluoghi confermati dalla
direzione. A un anno esatto dalla
chiusura della casa di reclusione
"Giuseppe Montalto" per l'epidemia di
legionella e il trasferimento dei 122
detenuti in altre strutture piemontesi e
non solo, le certezze sono poche, le
preoccupazioni crescono e alcune voci
cominciano
a
farsi
insistenti.
Come quella che il carcere potrebbe non
riaprire. Ventiquattro agenti "Sono
fortemente
preoccupato
attacca
l'europarlamentare Alberto Cirio, che
visiterà la struttura di località Toppino,
presidiata quotidianamente da una
ventina di agenti, martedì 24 gennaio. Un
anno fa ho promosso l'incontro in
municipio con il ministro Enrico Costa in
cui il provveditore regionale Luigi Pagano
annunciò che i lavori sarebbero stati
finanziati ed eseguiti per riaprire al più
presto. È passato un anno e non è stata
mossa una pietra, non sono neanche
iniziate le procedure di appalto".
"Sono allarmato per due motivi - dice
Cirio: per il disagio del personale della
polizia giudiziaria distaccata ogni giorno
in vari istituti del Piemonte con spreco di
risorse ed energie e anche per il dubbio
che il carcere riapra con la sua
destinazione d'uso. In un momento in cui
nelle stanze di Governo si fa un gran
vociare sulla necessità di individuare
centri di raccolta profughi, non vorrei che
qualcuno intravedesse la comodità di una
struttura
già
pronta".
Un'ipotesi
quest'ultima
più
volte
paventata
dall'avvocato albese Roberto Ponzio che
rappresenta un gruppo di agenti
dipendenti
del
"Montalto".
"Un anno trascorso senza nessun tipo di
provvedimento
va
interpretato
interviene. Se per quanto riguarda un Cie
non ci sono fondamenti, sicuramente
sembra mancare la volontà di ripristinare
un servizio che rappresenta un presidio di
sicurezza per la cittadinanza a discapito
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di un territorio sempre più "ramo secco" se
guardiamo altre realtà come il tribunale,
l'autostrada e la ferrovia verso Asti". Invita
alla calma e a non strumentalizzare la
vicenda il sindaco Maurizio Marello:
"Quello che sappiamo da Roma, dal
direttore generale per personale e risorse
del
Dipartimento
amministrazione
penitenziaria nazionale Pietro Buffa a cui
ho chiesto un incontro per fare il punto
della situazione, è che il progetto dovrebbe
essere ultimato e spero che a breve ci sia
l'approvazione e l'appalto. Bene che tutti si
interessino. Ma non vorrei che si facessero
allarmismi oltre il dovuto. L'intenzione di
recuperare il carcere più volte confermata
da Roma e dal Dap credo non sia in
discussione. Noi faremo tutto il possibile
per accelerare i tempi".
Sopralluogo al carcere di
Agrigento
del
Deputato
Tonino Moscatt
insieme all'acquisto dei mobili in netta
carenza negli spazi d'ufficio. Nella
ricognizione delle cose che riguardano i
detenuti, invece, mi premurerò di
segnalare, a chi dovere, alcune limitazioni
che andrebbero modificate; come il
percorso docce dei reclusi posizionati
all'esterno delle loro celle che invece
dovrebbero essere interne. Ho appurato
che il lavoro degli educatori, a servizio di
chi sta scontando la pena, è encomiabile.
Per professionalità e dedizione quelli in
servizio alla casa circondariale di
Agrigento non sono - conclude il deputato
nazionale Pd Tonino Moscatt - secondi a
nessuno".
Il
Presidente
della
Provincia in visita alla
Casa
circondariale
di
Paola
Si
comunica
che
il
contributo
straordinario di 80 euro mensili, pari a
960 euro su base annua, riconosciuto ai
sensi dell’art. 1, comma 972, della Legge
28 dicembre 2015, n. 208, al personale
appartenente ai Corpi di Polizia, al Corpo
Nazionale dei Vigili del fuoco e alle Forze
Armate, non
destinatario
di
un
trattamento retributivo dirigenziale, è
sospeso a decorrere dalla mensilità di
Gennaio
2017,
in
attesa
delle
determinazioni di cui all¿art. 1, comma
365, della Legge 11 dicembre 2016, n. 232
(Legge di Stabilità 2017).
Circolari ministeriali e
note D.A.P. gennaio 2017
Agrigento: Moscatt (Pd) in sopralluogo al
carcere di Petrusa.A compimento di una
precedente
programmazione
col
Guardasigilli Orlando e interpellato il
Direttore della Casa circondariale di
Agrigento Aldo Tiralongo, stamane il
deputato nazionale del Partito democratico
Tonino Moscatt ha fatto visita al carcere di
contrada
Petrusa.
"Insieme al Direttore e le maggiori
rappresentanze
che
animano
professionalmente
l'Istituto,
abbiamo
affrontato i problemi del personale e dei
detenuti. Ho trovato lavoratori eccezionali
che operano con intensità malgrado le tante
difficoltà. Infatti - afferma Moscatt - dalla
mia perlustrazione, come annunciato dai
sindacati, è emersa una situazione del tutto
indecorosa negli uffici, che oltre ad essere
freddi presentavano surreali piogge interne
dovute a infiltrazioni mai arginate e
peggiorate, col rischio - oltretutto - di
pericolosi
corto
circuiti".
"Mi hanno rincuorato però - spiega
l'esponente Pd -le parole del ragioniere
capo dell'Istituto penitenziario, il quale mi
ha garantito dell'esistenza degli appalti già
avviati per i lavori straordinari che
prevedono la copertura del tetto, il
rifacimento dei solai, la sistemazione del
pavimento divelto e la manutenzione
ordinaria delle opere. Ad ogni modo mi
sono attivato per un incontro col
Provveditore regionale per l'ottenimento di
risorse
aggiuntive
straordinarie
che
compenserebbero anche i problemi dovuti
ai servizi igienici sanitari che, per tutto ciò,
servirebbero a riadeguare quest'ultimi
Paola ,il Presidente della Provincia Di
Natale in visita alla Casa circondariale
È di ieri la visita del Presidente della
Provincia Graziano Di Natale alla Casa
Circondariale di Paola, organizzata con
l'appoggio dell'Associazione Pier Giorgio
Frassati.La
Direttrice
dell'Istituto
Penitenziario della Cittadina tirrenica,
Dott.ssa
Caterina
Arrotta
e
il
Comandante Isp. C. Nilo Antonio Russo
hanno
accompagnato
Di
Natale
all'interno della struttura, consentendogli
di prendere visione degli ambienti e
conoscere più da vicino la vita quotidiana
dei detenuti."Sono rimasto davvero
colpito dalla struttura e dalle tante
attività che si svolgono all'interno
dell'istituto - ha dichiarato il Presidente
della Provincia - ed il mio plauso va
all'ottimo lavoro che giornalmente
compie la Direttrice, attenta e precisa".
L'incontro è stato predisposto per cercare
di ricreare le condizioni affinché si possa
giungere al giusto reinserimento dei
detenuti all'interno della società, anche
attraverso la consegna di mezzi di
comunicazione atti a consentire lo
svolgimento di attività creative ed
integrative. "Il mio intento - ha detto a
questo proposito Graziano Di Natale - è
quello di garantire un equilibrio sociale
per tutti".
Comparto
Sicurezza
–
sospensione
contributo
straordinario L. 208/2015,
art. 1, c. 972.(Contributo
straordinario di 80 euro)
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