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PRIMO PIANO
Giovedì 26 Gennaio 2017
Denuncia Coldiretti: persi oltre mille animali. Riattivate solo il 12% delle stalle distrutte
Terremoto, un piano per gli allevatori
Una mobilitazione per salvare le mucche: adottarle
DI
CARLO VALENTINI
A
nche questa è una
lotta contro il tempo.
Certo, ci sono drammi
peggiori, quando coinvolgono vite umane. Ma chi e
scampato al terremoto si trova
spesso di fronte alla distruzione di quanto ha costruito in
un’intera vita e in prima fila
ci sono gli allevatori, con le bestie che muoiono e quelle che
sopravvivono da accudire in situazioni estreme. Si è sull’orlo
della catastrofe economica in
parte delle zone agricole di
quattro regioni (Abruzzo, Umbria, Marche, Lazio). L’SoS lo
lancia Coldiretti, che ha fatto scattare la campagna di
solidarietà «Dona un ballone
di fieno» . Secondo Coldiretti
«solo nelle Marche si contano
seicento mucche e cinquemila
pecore al freddo, nelle neve,
senza ripari per i ritardi accumulati». Perciò è incominciata
una lotta contro il tempo, stanno arrivando quintali di fieno
donati da singoli agricoltori di
varie parti d’Italia.
Ma non basta. Così come i
1.500 posti-stalla che allevatori
delle aree vicine a quelle terremotate hanno messo a disposizione per dare ospitalità a pecore e mucche sfollate a causa
dei crolli delle stalle. Iniziative
meritorie ma gli allevatori che
hanno subìto danni chiedono
che ne è della promessa di fare
arrivare in tempi rapidissime
stalle provvisorie.
«Dobbiamo riuscire ad ogni
costo– dice Maria Letizia
Gardoni, 25 anni, marchigiana, a capo di Coldiretti giovani- a rimettere in modo un
comparto di valore strategico
per l’economia dei luoghi così
duramente colpiti dal terremoto».
Per effetto del maltempo
con freddo e gelo è crollata
fino al 50% la produzione di
latte negli allevamenti delle
aree terremotate ma si registra
anche un forte aumento degli
aborti per lo stress termico a
cui sono sottoposti gli animali.
Il bilancio della Coldiretti è impressionante: gli animali morti
sono oltre mille, che potrebbero
addirittura raddoppiare perché
i sopravvissuti sono stressati
dal freddo e dalla fatica.
Un grave problema, tra
i tanti del post terremoto, col
rischio dell’abbandono delle
campagne da parte di intere
province e dello sradicamento di centinaia di famiglie. Di
qui i salvagenti che cerca di
lanciare Coldiretti: bisogna
ricostruire ma intanto non
dimentichiamoci di chi sta
resistendo nei campi tra tanti
sacrifici, coloro che dovrebbero
poi essere le «sentinelle» della
ripresa. Quindi benvengano
le collette per la ricostruzione
ma ci sono bisogni urgenti nelle campagne. Dice Tommaso
Di Sante, presidente Coldiret-
FILO DI NOTA
Pensieri accavallati davanti a una radiografia
DI
MARINA CORRADI
L
a signora A. uscì dall’ospedale
con una larga busta gialla in
mano e, non trattenendo la curiosità, si fermò sul marciapiede
e ne aprì un angolo lacerandolo con le
unghie. Le avevano detto che andava
tutto bene, ma lei era sempre curiosa di
vedere le sue radiografie: come potesse
così lanciare uno sguardo su una casa
ignota e buia. Estrasse delicatamente
la lastra con la punta delle dita, la alzò
contro la luce del pallido sole di gennaio.
Ecco il dispiegarsi parallelo e ordinato
delle costole, e quell’ombra più chiara
che era il cuore. Tutto normale, tutto
a posto. Come ogni volta però A. restò
turbata a osservare, qualche secondo più
del necessario, quella ignota dimora che
era il suo stesso corpo. Quelle ossa, quei
nervi che da sempre la accompagnavati Marche: «Abbiamo avviato
una straordinaria azione di
solidarietà per salvare le tremila stalle e le aziende agricole
che si trovano nelle aree colpite
dal sisma. Tanti allevatori non
sanno ancora dove ricoverare
mucche, maiali e pecore, costretti al freddo, con il rischio
di ammalarsi e morire. I danni materiali ammontano a 10
miliardi di euro, pensi che solo
nelle Marche si contano seicento mucche e cinquemila pecore
al freddo nelle neve senza ripari, per i ritardi accumulati».
no, senza che lei mai li avesse visti. La
signora A. ripose la lastra nella busta,
pensierosa, e si avviò verso l’auto.
Ogni volta, vedere nelle immagini
diagnostiche il suo corpo la gettava
in un segreto disagio. Anni prima, era
rimasta a contemplare per un’ora la
lastra della sua mano destra, nei suoi
tratti scheletrici, che quasi le mettevano paura. Dunque quella era, nella sua
interiore consistenza, la sua mano, la
stessa che da bambina accarezzava il
viso di sua madre, che si attaccava alla
mano di sua sorella, scomparsa a quindici anni. Quella era la mano che giocava,
e poi imparava a scrivere, dapprima con
tratti goffi e pesanti sulla carta. Quante
cose aveva fatto con quella mano destra,
eppure nella sua interezza non l’aveva
mai conosciuta.
E quella volta che aveva visto la
lastra di una Tac del suo cervello? Lì
Tra i primi a rispondere all’appello sono stati gli
agricoltori di Salerno. Dice il
loro coordinatore, Vincenzo
Tropiano: «Le altre volte
abbiamo sempre partecipato
a raccolte fondi. Questa è la
prima volta in cui pensiamo
al sussidio diretto agli animali. Abbiamo stipato alcuni tir di
fieno e mangimi, speriamo che
le strade risultino percorribili
per fare arrivare il materiale
direttamente alle aziende agricole».
Mentre il più giovane
veramente la signora A. aveva tremato, contemplando quella massa opaca,
quella materia su cui lei stessa e i suoi
pensieri consistevano. Mio Dio, sono tutta qua?, aveva pensato, e si era sentita
un gran freddo dentro. Ma non è possibile, non è vero, aveva obiettato subito
una voce dentro di lei, forte, affettuosa.
No, non è possibile che noi siamo tutti
consistenti in quelle ossa, in quei nervi,
in quelle vene. Eppure questo hardware di carne ci sorregge. «È» noi, eppure
non è noi, tutti interi. L’essere fatti apparentemente solo di carne non sembra
incredibile? E il cuore, la speranza, la
memoria, gli affetti, solo reazioni chimiche, scambi fra neuroni? Il più grande
mistero, si disse A. guidando nel traffico
di Milano, la lastra poggiata sul sedile
accanto, l’abbiamo addosso, avvinto a
noi, abbracciato.
Tempi
sindaco d’Italia, Tommaso
Fiazza, 20 anni, Lega Nord,
primo cittadino di Fontevivo
(Parma) è venuto personalmente ad Ascoli Piceno a consegnare 150 quintali di fieno
assieme a latte in polvere per
i vitellini, donati da aziende
agricole del suo comune.
Per partecipare alla campagna «Dona un ballone di fieno» si può contattare Coldiretti
() oppure versare un contributo
a Coldiretti Pro-Terremotati
(Iban: IT 74 N 05704 03200
000000127000).
TRANCHE DE VIE, OH, YES.
Vi freghiamo perché non siamo una Onlus
A
ndreste mai a fare la spesa in un
supermercato dove, a parità di
prodotti, i prezzi sono maggiorati
del 50%? Accettereste di andare
in questo supermercato anche se vi viene
regalato un «buono sconto» da 50 euro?
Interrogativi da casalinga di Voghera
che restano validi anche se la suddetta
casalinga decidesse di andarsi a fare un
weekend all’estero. Il discorso non cambia,
infatti, se dai detersivi ci si sposta ai voli
aerei che ormai sono prenotabili in due
secondi su internet senza necessità di intermediari e agenzie.
Essendo cliente da 17 anni della
pay-tv satellitare (l’unica esistente in
Italia, quindi non serve nemmeno nominarla) mi viene offerto un buono sconto di
50 euro da usare entro fine gennaio per
l’acquisto di 2 voli a/r attraverso un motore di ricerca specializzato nella comparazione e acquisto di voli (quello che promette di volare gratis per intenderci). Inizio
a pianificare un weekend all’estero con la
mia compagna e il mio bimbo, individuo
date e itinerario, inserisco le informazioni
e faccio click. La sorpresa è che i prezzi mi
sembrano eccessivamente alti per un volo
low cost tra sei mesi.
Per un verifica vado sul sito della
compagnia aerea. Seconda sorpresa:
per gli stessi voli la spesa è di 100 euro
in meno. Qualcosa non va. Chiamo il call
center del sito che fa volare gratis, per
chiedere spiegazioni.
Terza sorpresa: quei 100 euro in più
sono esattamente l’onorario del sito che,
per l’emissione dei biglietti, incassa circa
15 euro a persona a tratta. Siamo in tre
quindi fanno circa 100 euro. I conti tornano. Quello che non torna è perché un
consumatore abituato a fare acquisti su
internet dovrebbe comprare sul loro sito
un biglietto per tre persone al costo di 280
euro, quando prenotando sul sito della low
cost inglese per lo stesso, identico volo ne
pagherebbe 180. E soprattutto non comprendo la ratio di offrire un buono sconto
da 50 euro per un biglietto per minimo
due persone che già parte maggiorato
di 60 euro rispetto al prezzo di mercato.
In pratica un’operazione in perdita per
il cliente, altro che «win-win deal» come
dovrebbe essere in caso di offerte come
queste. Qui non ci si guadagna in due, ci
perde uno solo.
La risposta dell’operatrice del call
center è raggelante: «Siamo un’agenzia
viaggi mica una onlus, il suo buono non è
obbligato a usarlo. È il mercato».
Touché. Colpito e affondato. E io, ingenuo, che pensavo che mi avessero fatto un
regalo per la mia fedeltà quasi ventennale
alla pay tv, per il fatto di essere un cliente
«Extra». Già, «Extra». Nomen omen
Francesco Cerisano
Non solo. L’organizzazione ha avviato altre due
iniziative. La prima è «Adotta
una mucca», sia ospitandola
materialmente in un rifugio
attrezzato provvisorio sia donando quanto è necessario per
garantirne la sopravvivenza.
La seconda è la «Caciotta della
solidarietà», prodotti realizzati col latte di questi agricoltori
e proposti nei punti vendita
Campagna Amica e on line
(sito: www.campagnamica.it).
Aggiunge Di Sante: «E’
una corsa contro il tempo,
con la mobilitazione dei trattori per liberare le strade da
neve e ghiaccio e raggiungere
le stalle isolate. Operazioni faticose ma necessarie per consegnare mangiatoie, mangimi,
fieno, carrelli per la mungitura, refrigeratori e generatori
di corrente ma anche roulotte,
camper e moduli abitativi. Uno
sforzo enorme ma non basta e
per questo chiediamo una mobilitazione nazionale».
Sono circa 3mila le aziende agricole a rischio nei territori terremotati dei comuni
delle quattro regioni, dove si
contano allevamenti con oltre
100mila animali tra mucche,
pecore e maiali, oltre a caseifici, salumifici e frantoi. Coldiretti sollecita pure la macchina
organizzativa pubblica, quella
capitanata dal commissario
Vasco Errani: «La situazione
è insostenibile per gli uomini
e gli animali che sono rimasti
nelle campagne terremotate
dove, a distanza di 5 mesi dalle prime scosse, si registrano
pesanti ritardi ed inefficienze
burocratiche. A oggi sono state montate solo 77 delle 635
stalle mobili previste, appena
il 12 %, con la percentuale di
realizzazione che però scende
addirittura nelle Marche allo
0,5 % delle strutture completate».
Twitter: @cavalent