I volontari brianzoli a San Severino e poi a Fiastra

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I
PRIMO PIANO
EMERGENZA IN CENTRO ITALIA Mercoledì sera sono partiti quaranta operatori di Protezione civile
Arrivano i nostri
I volontari
brianzoli
a San Severino
e poi a Fiastra
di Michele Boni, Federica
Signorini, Gabriele Galbiati ,
Valeria Pinoia
Sono partiti mercoledì 40 volontari delle Protezioni Civili delle
diverse sezioni di Monza e della
Brianza, di cui buona parte dall’area
del Vimercatese, per aiutare le popolazioni del centro Italia colpite da
nuove scosse di terremoto e dal
maltempo.
Mercoledì sera le tute gialle coordinate da Giancarlo Costa, responsabile provinciale della Protezione civile, a bordo di 12 mezzi
hanno imboccato la strada in direzione delle Marche e giovedì mattina dalle 7.30 hanno cominciato a
spalare neve e rompere il ghiaccio
nei Comuni di Camerino, Ussita,
San Severino Marche e Tolentino
tutti in Provincia di Macerata. «I volontari presteranno servizio per 48,
al massimo 60 ore, per togliere soprattutto il ghiaccio nei pressi dei
centri dialisi – ha spiegato Costa – e
poi saranno ovviamente a disposizione di quelle che sono le esigenze
e le priorità delle popolazioni. L’importante non è solo aiutare le persone in modo pratico ma anche far
sentire la nostra vicinanza. A San
Severino Marche non si aspettavano di vederci gli abitanti e quando ci
hanno incontrato sono rimasti molto contenti». Tra questi 40 membri
della Protezione Civile quattro sono
della sezione di Concorezzo, tre di
Agrate e tre di Arcore.
Per il Gruppo volontari protezione civile di Burago di Molgora, che
ha messo a disposizione un pick up
attrezzato e una turbina per la neve, sono partiti Danilo Penati e Andrea Sirtori. Nella prima giornata di
lavoro, mercoledì a San Severino
Marche, «abbiamo effettuato diver-
si interventi per la pulizia della neve dai marciapiedi e dai siti di maggiore utilizzo. In particolare in una
scuola che avrebbe ripreso le lezioni il giorno successivo». Vale a dire
giovedì. A San Severino hanno collaborato alla rimozione della neve
anche i volontari del Gruppo comunale di protezione civile di Vimercate. Antonio Congiu, Ugo Camesasca
e Gino Nicolini si sono mossi dalla
sede brianzola con un furgone attrezzato e con un mezzo cingolato
multifunzionale, adatto sia per interventi con lama spartineve, sia
per la rimozione di cumuli di neve o
ghiaccio con benna.
«Ci ha colpito l’altruismo di alcuni abitanti di San Severino – raccontano -. Ci hanno chiesto che ci facessimo lì, di andare dove la situazione è peggiore per il terremoto».
Giovedì, entrambi i gruppi si sono
spostati con parte della colonna
mobile provinciale (una ventina di
volontari in tutto) verso Fiastra, località in zona rossa per il rischio sismico e sommersa di neve. «Impressionante: da qui si vedono le faglie aperte».
Fiastra era sommersa dalla neve, le trivelle sono dovute intervenire per liberare la strada e consentire ai mezzi della Protezione civile
di arrivare a destinazione. In paese
i volontari brianzoli ieri hanno
aperto varchi su varchi per consentire alla gente di andare dove necessita. I residenti hanno accolto i volontari con calore, offrendo o thè e
caffè.
Vista la criticità riscontrata a
Fiastra, nel corso della giornata anche altri uomini della colonna mobile brianzola sono stati dirottati lì
(all’inizio erano invece solo una
ventina).
Diversi volontari sono partiti
anche dalla Protezione Civile Rio
Vallone che copre i territori dei Comuni di Bellusco, Mezzago, Aicurzio,
Sulbiate e Bernareggio. In totale le
tute gialle partite da queste zone
sono quattro e si sono rimboccate le
maniche mettendo a disposizione
uno dei loro mezzi di trasporto ed
anche diverso materiale per spalare la neve e rompere il ghiaccio.
I volontario Rio Vallone hanno
prestato servizio nella zona di Fiastra, in Provincia di Macerata, lavorando su turni della lunghezza
massima di quattro ore per evitare
che il freddo e le condizioni molto
difficili di lavoro compromettessero la salute dei volontari.
Anche la Protezione Civile di
Usmate Velate, Carnate e Ronco
Briantino ha fatto la sua parte, offrendo l’aiuto di uno dei suoi volontari e mettendone a disposizione altre tre, pronti a partire in caso
l’emergenza dovesse continuare. Il
rientro dei volontari di entrambe le
divisioni di Protezione civile è previsto per il weekend, con la speranza che i loro interventi e il loro supporto non debbano più servire a
queste zone messe in ginocchio dal
mal tempo e dalle scosse di terremoto.
Da Brugherio è partita innanzitutto l’eccellenza della Croce Rossa
Italiana. Il comitato locale vanta tra
i suoi volontari una giovane under
30 specializzata proprio nei soccorsi speciali nelle zone più impervie.
La formazione prevede esercitazioni pratiche in aree difficili anche di
montagna. Il massimo che si possa
ottenere, insomma, per sperare che
persone ancora in vita riescano ad
essere scovate, soccorse nel modo
corretto e portate in salvo anche in
situazioni estreme.
Tra le qualifiche della brughere-
se anche quella specifica per le zone urbane crollate e per la ricerca
tra le macerie. Per questo la giovane, nell’agosto 2016, è stata tra i primi in tutta la provincia ad essere
chiamata sui luoghi del terremoto.
Da allora poi sono stati numerosi gli
uomini e le donne del comitato locale che sono partiti . Partenze anche nella Protezione civile cittadina. La centrale ha chiamato due volontari dell’Unità Brugherio &
Brianza che sono già sul posto. L’altro nucleo, quello dell’Anc, ha contribuito negli scorsi mesi con una
quindicina di missioni . n
SCOSSE CONTINUE Alberto Bettini, tecnico di Bellusco,
«Come statue del presepe
in una scatola di scarpe»
di Federica Signorini
È partito domenica alla volta di
Accumoli, pochi giorni prima che la
terra tornasse a tremare e giusto in
tempo per vedere la neve sommergere ogni cosa. L’architetto Alberto
Bettini, di Cavenago Brianza, è il responsabile dell’ufficio tecnico dell’Unione lombarda dei Comuni di
Bellusco e Mezzago e fino a domani
sarà in servizio presso il Coc (Centro operativo comunale) di Accumoli assieme al geometra Gaetano
Bartolone, belluschese dipendente
della Provincia di Monza e Brianza.
La settimana di lavoro in centro
Italia è inserita nell’ambito dell’iniziativa promossa da Anci Lombardia per portare un aiuto tecnico e
concreto in uno dei centri più colpiti dal terremoto. Prima di partire, in-
fatti, l’idea era quella di utilizzare le
proprie qualifiche per portare
avanti gli adempimenti necessari al
Comune, «per esempio la redazione
delle ordinanze per demolire le abitazioni ormai dichiarate inagibili».
Ma la verità è che «con tutto quello
che è successo in questi giorni, stiamo facendo un po’ di tutto -racconta Bettini -. Rispondiamo al telefono, ascoltiamo la gente, prepariamo
i buoni pasti per l’Esercito, rispondiamo alle radio locali che chiedono
di avere dichiarazioni dal sindaco o
a chi domanda come fare per sospendere la Tari».
C’è stato anche il tentativo di
aprire un varco a un allevatore «che
comprensibilmente reclamava la
necessità di raggiungere i propri
animali a Terracino, ma finora (ieri
mattina, ndr) non si è riusciti per la
I SABATO 21 GENNAIO 2017 I IL CITTADINO DI MONZA E BRIANZA I 3
Tra i gruppi impegnati Vimercate, Arcore, Agrate, Brugherio (con la Cri), Burago, Concorezzo, Usmate e Rio Vallone
Uno dei mezzi della colonna
mobile della Protezione civile
della Provincia di Monza Brianza
in azione a San Severino. In altro a
destra Accumoli sotto la nevicata.
Più sotto volontari brianzoli che
spalano.
Qui sopra un caffè offerto ai volontari dagli abitanti di Fiastra
è ad Accumoli da domenica
troppa neve». Questo praticamente
fin da lunedì, perché «la neve ha iniziato a scendere domenica pomeriggio e poi non ha più smesso». Ed
è andata avanti così tanto che «i pochi residenti che abbiamo visto
(tutti i cittadini sono sfollati) sono
arrivati in paese domenica, per avere notizie sulle loro pratiche burocratiche».
Come se non bastasse l’emergenza meteorologica, poi, mercoledì sono arrivate nuove scosse di terremoto. «Si sono sentite bene anche
qui – prosegue Bettini -. Paura non
ne abbiamo avuta perché essendo
dentro ai container, sai che i muri
non ti possono crollare addosso. Ma
ci siamo fermati in silenzio, ad
aspettare che smettesse. È una sensazione difficile da descrivere: ci si
sente come statuine del presepe
Alberto Bettini, dell’uffico tecnico di Bellusco e Mezzago, è arrivato poco prima delle nuove scosse
dentro a una scatola di scarpe. Che
qualcuno inizia ad agitare».
Quando gli si chiede quali siano
le più evidenti mancanze riscontrate nel sistema di soccorsi e di gestione dell’emergenza (a livello sovracomunale, ovviamente), «non
saprei rispondere – dice sincero -. In
alcune circostanze, il primo istinto
è quello di domandarsi come mai
certe cose non funzionino, perché
la catena delle comunicazioni a volte si inceppi… Ma l’emergenza è così
straordinaria che proprio non me la
sento di giudicare». Piuttosto«qui ci
chiamiamo tutti per nome. Non ci
sono gerarchie o gradi. L’aggregazione è immediata». Bettini chiude
raccomandando: «Non esagerare
quando scrivi, perché non siamo
eroi. Stiamo facendo cose normali
che potrebbero fare tutti». n