Anche i nostri angeli in tuta gialla nell`inferno del Centro Italia

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Speciale Protezione civile 12
MARTEDÌ 24 GENNAIO 2017
Giornale di Vimercate
Trentasette volontari e 14 mezzi in azione nella zona di San Severino Marche
PRESENTI ANCHE TRE UOMINI DELLA PROTEZIONE CIVILE DI ARCORE
Alessia, Andrea, Vito e Cristian:
il cuore di Concorezzo tra i terremotati
I volontari di Concorezzo
ARCORE-CONCOREZZO (frd) Anche Arcore e Concorezzo hanno dato il loro
contributo per portare assistenza alle
popolazioni terremotate e inghiottite da
metri di neve delle Marche.
Per la sezione di Concorezzo sono
quattro gli angeli che si sono prodigati
per spalare la neve a San Severino
Marche. Oltre al coordinatore Cristian
Ronco, sono partiti anche i volontari
Alessia Castelli, Vito Murru e Andrea
Villa. «Abbiamo trovato una popolazione duramente provata sia dal sisma
che dalla forte nevicata», ha sottolineato Castelli. Invece altri tre i volontari partiti da Arcore: loro sono
Michele Vituliano, Andrea Corneo e
Simone Colombo.
Anche i nostri angeli in tuta gialla
nell’inferno del Centro Italia
AGRATE (tlo) Trentasette angeli
nell’inferno delle Marche. Tanti i volontari in Tuta gialla dei
diversi gruppi della Provincia
di Monza e Brianza che nella
serata di mercoledì scorso sono
partiti alla volta del Centro Italia e in particolare della zona di
San Severino Marche (in provincia di Macerata) dove hanno prestato la loro opera per
liberare le strade e non solo da
metri di neve e per aiutare le
popolazioni locali, spesso in
aree ancora isolate. Un lavoro
ininterrotto conclusosi, per
ora, nella serata di sabato,
quando la colonna della provincia è ripartita per Agrate.
il ritrovo, come detto, era fissato per la serata di mercoledì
nella sede provinciale della
Protezione civile (foto qui sotto). Da qui, alle 21.30, si è mossa un’autocolonna composta
da 14 mezzi e 37 uomini. L’arrivo in loco all’alba di giovedì e
l’assegnazione dei volontari di
Monza e Brianza ai comuni di
San Severino Marche e di Fiastra. Tantissimo il lavoro svolto
dalle Tute gialle, che già negli
scorsi mesi erano intervenute
in supporto alle popolazioni
colpite dalle scosse di terremoto.
Qui accanto, il
gruppo dei volontari di Monza e Brianza.
Sotto a sinistra,
la riunione operativa nella sede provinciale
della Protezione civile, ad
Agrate, prima
della partenza
avvenuta nella
serata di mercoledì
SUL POSTO CON TRE UOMINI E DUE MEZZI
Vimercate c’è, il sindaco: «Siamo con voi»
VIMERCATE (tlo) C’erano anche tre volontari del gruppo di Protezione civile di Vimercate tra le 37 Tute
gialle della provincia di Monza e Brianza che ha
lavorato ininterrottamente per tre giorni nella zona di
San Severino Marche. Con loro i vimercatesi avevano
anche un furgone attrezzato e un mezzo spazzaneve.
«Con questo gesto il nostro territorio conferma lo
spirito altruistico e la capacità di intervenire nelle
situazioni di emergenza ben oltre i nostri confini
locali - ha commentato
il sindaco Francesco
Sartini - La sofferenza
e la preoccupazione
dovute alle notizie che
ci giungono dai luoghi
dell'emergenza sono
appena alleviate dal sapere che i nostri volontari sono sul posto, e
questo ci conferma ancora una volta l'importanza di non far mai
mancare ai nostri volontari tutto il nostro
supporto».
DANILO E ANDREA A FIASTRA
Anche la piccola Burago ha inviato
i suoi volontari
Andrea Sirtori e Danilo Penati
BURAGO M. (bef) Anche la piccola Burago non ha voluto mancare all’appuntamento con la solidarietà. Due i
volontari che nei giorni scorsi hanno
partecipato alle operazioni di salvataggio in Centro Italia, Danilo Penati e
Andrea Sirtori. In particolare i due si
sono resi protagonisti della «liberazione» di una coppia di anziani residenti a Fiastra, intrappolati nella loro
abitazione da un muro di neve che
impediva loro di muoversi.
Le Tute gialle di
Vimercate impegnate sulle
strade di San
Severino Marche. Qui accanto, il volontario
Antonio Congiu
LA TESTIMONIANZA DAL POSTO
Pubblichiamo uno scritto inviatoci dai luoghi del Centro Italia sommersi dalla neve da un
volontario della Protezione civile di Vimercate.
Dopo il viaggio (l'infinito viaggio!), durato 11 ore (partiti alle 21
da Monza, arrivati a destinazione
alle 8) hanno deciso di stanziarci a
San Severino, perché Ussita è ancora completamente isolata.
Al primo impatto è un graziosissimo paesino dell'appennino
marchigiano: il borgo antico, le
case rustiche, le chiese in fase di
ristrutturazione, i turisti coi loro
camper nel piazzale dell'Ospedale. La neve. Una fiaba. O forse
no?
Forse no... perché se si guarda
un po' più attentamente, sotto la
neve, che qui in basso tutto sommato non è tantissima, si vede che
le case non sono rustiche... ma
sono crollate o lesionate e di conseguenza evacuate; si vede che le
chiese non sono in ristrutturazione,
ma sono tenute insieme dalle impalcature così da non perdere la
storia che di questi luoghi raccontano; e si vede anche che nel
parcheggio dell'ospedale non ci
sono turisti, ma sono parte delle
persone evacuate che hanno trovato una sistemazione di fortuna in
camper o in roulotte, dove vivono
da mesi, perché non si sono volute
allontanare dal loro paese e dalla
loro terra. Si comincia a lavorare, si
parte. Ci mandano su, sempre più
su... frazione Cesello. Qui si c'è
tanta neve, quasi un metro. Lo
spazzaneve apre la strada fino alle
case, poi tocca a noi. Una Y10 da
liberare, sepolta in cima a un vicolo, così che il proprietario possa
andare a Macerata a fare la sua
dialisi quotidiana, non prima di a-
verci offerto un caffè super-corretto. Una piccola e vecchia casetta isolata, con un passaggio da
aprire, così che l'anziana signora
possa uscire finalmente sull'uscio
col suo cagnolino, impaurito dal
rumore della nostra fresa, e dirci
con la particolare parlata di qui
"Non ci vedo e non ci sento più...
ma posso ancora dirvi grazie..."
Gesti che ripagano qualsiasi tipo di
sforzo. Gesti che raccontano solo
alcune delle decine, delle centinaia
di piccole storie di questi giorni e di
questi mesi, in questa terra così
bella e così martoriata dagli eventi.
In molti ci dicono che quest'anno
hanno avuto l'acqua, il terremoto e
la neve e che gli manca solo il
fuoco. In realtà una cosa ce l'hanno da sempre, il sorriso. Noi li
aiutiamo solo a ritrovarlo. Ora finalmente, in un palazzetto dove
dormono anche le persone che
hanno paura a stare in casa la
notte, chiudo gli occhi in branda,
che traballa un po'.