Legge elettorale: Lauricella mette tutti d`accordo?

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Legge elettorale: Lauricella mette tutti d’accordo? | 1 venerdì 27 gennaio 2017, 17:00

Al voto?

Legge elettorale: Lauricella mette tutti d’accordo?

Il costituzionalista e deputato Pd: 'La mia proposta ricalca la sentenza della Corte. Ora va solo approvata' di Tiziano Marino

Voto subito. È questa la richiesta che viene da Movimento 5 stelle, Partito Democratico e Lega Nord, dopo la sentenza della Consulta sull'Italicum. Ma con quale legge? La pronuncia di mercoledì scorso, si è fatta attendere, ma alla fine ha prodotto una legge 'immediatamente applicabile', che ha acceso il dibattito tra le forze politiche. I punti principali della pronuncia, riguardano la conferma del premio di maggioranza, attribuibile alla singola lista o partito (e non alla coalizione) che ottiene il 40% dei voti, e la bocciatura del ballottaggio, giudicato incostituzionale, che sarebbe scattato qualora nessun partito o lista avesse raggiunto tale soglia. I capilista, per la Corte, possono rimanere bloccati e le candidature multiple sono consentite fino a un massimo di dieci, con sorteggio per decidere, in caso di elezione in più collegi, dove sarà eletto il 'pluricandidato'. Ora la palla passa alla politica che deve trovare una soluzione, come chiesto dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in grado di 'armonizzare' il sistema elettorale tra Camera e Senato. A tale scopo, una proposta in grado di velocizzare i tempi e condurre subito al voto, sarebbe già pronta: "la sentenza della Corte coincide perfettamente con quanto previsto nello schema del Ddl da me proposto lo scorso dicembre", afferma Giuseppe Lauricella, costituzionalista e deputato del Partito Democratico. "Il

problema ora è di volontà politica, ma sono fiducioso anche perché non vedo alternative positive e le altre idee sul tavolo

sono tutte strumentali", aggiunge il Professore. La proposta di riforma dell'Italicum, resa pubblica dal deputato con una conferenza stampa alla Camera lo scorso 14 dicembre, aveva previsto le correzioni della Consulta e proposto omogenei sistemi elettorali tra le due Camere. Ora il problema è trovare una sponda all'interno dello stesso Pd, che non disdegnerebbe un ritorno al Mattarellum . "La legge di cui fu relatore Sergio Mattarella, andava bene in un sistema bipolare, non in uno

tripolare come quello di oggi, dove non credo ci possano essere risultati positivi in termini di governabilità e coesione",

prosegue Lauricella, "inoltre non credo ci siano i presupposti per tornare a una legge elettorale, nei confronti della quale, molte forze politiche si sono pronunciate in maniera negativa". Il Ddl del costituzionalista sul quale sembrano esserci, a detta dello stesso relatore, buoni riscontri in Parlamento, mantiene l'impianto dell'Italicum e lo estende al Senato. "I capilista bloccati alla Camera rimangono e vengono estesi anche al Senato", dice Lauricella, "mentre il problema

della pluricandidature, viene risolto con una riduzione da 10 a 3 e imponendo un meccanismo automatico di assegnazione

del seggio al candidato eletto in più collegi". Ciò risponde a quanto previsto nel tempo dalla Corte Costituzionale: "la mia Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e ufficiale, reperibile su http://www.lindro.it/legge-elettorale-lauricella-mette-tutti-daccordo/ L'Indro è un quotidiano registrato al Tribunale di Torino, n° 11 del 02.03.2012, edito da L'Indro S.r.l.

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proposta si attiene al principio che la Consulta ha proposto già nel 2014, quando dichiarò incostituzionale non la

pluricandidatura, ma solo l'assegnazione del seggio affidata al libero arbitrio del pluricandidato eletto". Tuttavia, come fanno notare esperti e sondaggisti, allo stato attuale nessuna delle liste che concorreranno per il raggiungimento del 40%, "da ottenere sia alla Camera che al Senato, altrimenti sulla governabilità siamo punto e a capo", sembra poter arrivare così in alto. "Nel caso in cui nessuna lista raggiungesse il quorum minimo, si aprirebbe la prospettiva di coalizione proporzionale", prosegue il costituzionalista, con una distribuzione dei seggi, alla Camera, fra tutte le liste che su base nazionale dovessero ottenere almeno il 3% dei voti validi, mentre per l'elezione del Senato, fra tutte le liste che, su base regionale, dovessero raggiungere il 4%. Musica questa, per le orecchie di Silvio Berlusconi che ha rinunciato, almeno stando alle dichiarazioni, alla vocazione maggioritaria che ha segnato la storia di Forza Italia, dalla nascita nel 1994, fino alla fondazione del Popolo della Libertà nel 2009. Il rischio, per Berlusconi, è quello di una marginalizzazione politica da evitare a ogni costo e una legge proporzionale, in attesa di capire se ci siano i presupposti per ricomporre un'area di centrodestra, sarebbe la soluzione meno penalizzante. Intanto Beppe Grillo, in un post dal titolo 'Habemus legalicum' pubblicato sul suo blog, ha dichiarato che con il premio alla lista «il movimento ha l'obiettivo del 40%», da raggiungere «senza fare alleanze con nessuno». Per il voto in tempi brevi, anzi brevissimi, si è espresso anche il leader della Lega Nord Matteo Salvini, disponibile a un dibattito parlamentare che non vada oltre i 15-20 giorni, che ha parlato di «scuse non più accettabili» e ha proposto il 23 aprile come possibile data per l'appuntamento elettorale. Visione questa, condivisa da Giorgia Meloni che, convocando i cittadini in piazza domani per mettere pressione sui partiti e sul Governo, si è espressa a favore di un voto «entro giugno». Più cauta Sinistra Italiana, in procinto di aprire il congresso fondativo a Rimini il 17 febbraio, che ha parlato della necessità di una «legge di impianto proporzionale che metta definitivamente in archivio la stagione del Governo del capo». Per il Partito Democratico ha parlato l'ex Premier Matteo Renzi che, dichiarando la sua soddisfazione per l'esito della sentenza della Consulta che «conferma l'impianto dell'Italicum», ha indicato quella del voto come la strada da percorrere. "Nel Pd molti colleghi reputano la mia proposta equilibrata", continua Lauricella, "tutto sta alle dinamiche che si svilupperanno nei

prossimi giorni, anche alla luce delle motivazioni, che spiegheranno qual è la linea da seguire per un riequilibrio della

legislazione elettorale tra Camera e Senato". Questo sembra rallentare in parte le cose: "prima delle motivazioni", conclude Lauricella, "ci sarà discussione ma sarà un 'pourparler' e non credo si arriverà a soluzioni". Previsione quest'ultima, confermata dal fatto che la stessa Commissione Affari Costituzionali della Camera ha deciso di non calendarizzare la discussione sulla legge elettorale, in attesa delle motivazioni della Corte. Motivazioni fondamentali anche per il Presidente del Senato Pietro Grasso, che ha dichiarato: «dovremmo attendere le motivazioni della sentenza della Consulta per poter cercare di creare delle leggi sempre più omogenee». Alle sue parole si sono aggiunte, oggi, quelle della Presidente della Camera Laura Boldrini, che ha comunque invitato il Parlamento a mettersi a lavoro. Una volta giunte le motivazioni però, se presa in considerazione, la legge è già pronta e come sostiene il suo relatore Giuseppe Lauricella: "Basta prenderla e approvarla".

di Tiziano Marino

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