E` un lusso che non possiamo più permetterci

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Transcript E` un lusso che non possiamo più permetterci

E’ un lusso che non possiamo più permetterci
Lo scorso anno fummo invitati ad un incontro patrocinato da un Centro Servizi funebre, tra i relatori vi
era Alessandro Bosi segretario FENIOF, un rappresentante dell’Asl locale, un esperto in diritto del
lavoro.
L’argomento principale riguardava la gestione del personale delle imprese funebri alla luce della
importante inchiesta della Guardia di finanza di Biella che rilevò un sistema articolato dedito
all’interposizione fittizia di manodopera, all’esercizio abusivo di attività interinale e
all’intermediazione dell’attività funebre.
Gli ispettori della Guardia di finanza di Biella in controlli di rutine si resero conto che molte imprese
funebri non avevano una organizzazione necessaria per espletare nella r egolarità la complessità
dell’attività funebre e soprattutto non accettarono la giustificazione dell’esternalizzazione dei servizi,
ritennero quindi necessario approfondire le indagini.
Accettammo l’invito con molto piacere anche perché trovammo curioso che proprio un centro servizi
patrocinasse questo tipo di iniziative e trovammo ancora più curioso che il segretario della FENIOF
andasse nella tana del lupo.
Il segretario fece un intervento puntuale dove delimitò chiaramente i confini tra appalto di servi zi,
interposizione fittizia di manodopera ed esercizio abusivo di attività interinale.
Per poter stare nei confini il Centro Servizio che partecipa all’appalto deve avere una sua
organizzazione autonoma e deve produrre i servizi funebri richiesti nell’appa lto assumendosi il rischio
d’impresa, altrimenti usciamo dai confini e l’appalto non è più “genuino”.
Nell’incontro il centro servizi ci donò un opuscolo dove elencava i servizi da esso offerti alle imprese ,
riportiamo fedelmente:
1) vestizione salme diurno e notturno
2) consegna bare (di vostra proprietà) con o senza autofunebre
3) tanatoestetica
4) tanatoprassi
5) disbrigo pratiche comunale
6) disbrigo pratiche fuori territorio comunale provinciale e regionale
7) disbrigo pratiche per cremazione salme e7o resti mortali
8) passaporto mortuario
9) introduzione salme
10) estradizione salme
11) consegna e ritiro feretri aereoporti e porti con o senza auto funebre
12) sanità aerea e marittima, dogane
13) stampa e/o affissione manifesti
14) servizio di reperibilità h24
15) disbrigo pratiche x esumazione o estumulazione
16) servizio di necroforo con o senza auto funebri
17) recupero salme con o senza autofunebre.
Nell’opuscolo erano indicati anche i servizi agli enti pubblici;
1) gestione obitori ospedalieri e cimiteriali pubblici e privati;
2) affissione manifesti;
3) gestione cimiteriale;
4) tumulazione e inumazione con attrezzature idonee;
5) estumulazione ed esumazione;
6) raccolta resti mortali;
7) pulizia cimiteriale;
8) servizio di supporto al medico necroscopo e/o legale per la sala settoria di provata esperienza;
9) trasferimento salme per il periodo di osservazione;
10) costruzione loculi prefabbricati;
11) produce e istalla loculi prefabbricati da predisporre in maniera provvisoria o definitiva.
Il centro servizi in questione è titolare dell’appalto della gestione di camere mortuarie di diversi
ospedali e partecipa alle gare di appalto per la costruzione e la gestione dei cimiteri.
E’ stato chiesto ufficialmente alle Asl competenti come era possibile far gestire le camere mortuarie
ad una impresa che esercita anche l’attività funebre.
L’Asl ha risposto che codesta impresa nonostante esercitasse tutti quei servizi non poteva essere
considerata un’impresa funebre ma un Centro servizi, e secondo loro la legge parla chiaro cadono
tutti i divieti.
Qui cari imprenditori funebri casta l’asino, voi in quanto imprese funebri dovete stare fuori dagli
obitori e dai cimiteri, lor signori possono fare quel che vogliono.
Chi rappresenta gli interessi di questi centri servizi? La FENIOF da che parte sta? Ve lo diciamo
noi, in quell’incontro il sottoscritto fece la seguente domanda al segretario Bosi:
alla luce della sua relazione sulle fattispecie irregolari dell’interposizione fittizia di manodopera e
sull’esercizio abusivo di attività interinale, alla luce della sua relazione sulle caratteristic he
dell’appalto di servizi “genuino” e alla luce dell’opuscolo fornito dal Centro Servizio che ci ospita,
secondo lei il centro servizi che ci ospita può essere titolare di un appalto di gestione delle camere
mortuarie?
Il segretario Bosi ha risposto di si perché il centro servizi che offre quel popò di servizi non può
essere considerato impresa funebre.
Per far comprendere la drammatica imbecillità di tale affermazione citiamo la risoluzione
dell’Agenzia delle Entrate n.376 del 29/11/2002 la quale individua le "prestazioni proprie dei
servizi di pompe funebri" con criteri di oggettività ovvero le prestazioni proprie dei servizi funebri
sono tali a prescindere da chi le effettua.
Il comparto funebre artigiano non può più permettersi il lusso di farsi rappres entare da questi
signori perché le conseguenze sono drammatiche.
I progetti di legge presentati in parlamento si occupano solo degli interessi di questi soggetti, delle
problematiche dell’onoranza funebre autentica non se ne occupa nessuno al di fuori dell ’ANIFA.
L’abusivismo dell’attività funebre che tanto sta a cuore a questi signori è la conseguenza delle loro
sciagurate politiche sindacali.
L’esternalizzazione del servizio funebre ha spalancato la porta all’abusivismo, qualcuno
stoltamente pensa di poter governare questa deriva, la realtà invece ci dice che questi fenomeni
sono ingovernabili e portano alla industrializzazione del settore che si struttura su due mercati
paralleli uno capitalistico praticamente senza concorrenza l’altro commerciale paragon abile ad un
mercato giungla dove gli operatori annaspano in un sistema senza regole e soprattutto senza
profitto.
L’ANIFA è l’unica realtà sindacale che ha proposto un’alternativa a questa deriva, il progetto
dell’ANIFA depositato presso il Senato della repubblica parla di Attività Funebre Artigiana da
tutelare con legge dello stato, coerentemente con le normative europee che legittimano restrizione
alla libera concorrenza nei casi in cui le distorsioni del mercato lo ritengono necessario. Nel settore
funebre vi sono distorsioni ai danni dei cittadini e pertanto l’istituzione per legge del “Mestiere
Funebre Artigiano” è la risposta più coerente agli interessi generali della collettività e degli
imprenditori funebri italiani.
Il progetto ANIFA ha l’obiettivo di tutelare l’imprenditore sia dai mercati “racket” sia dai mercati
“giungla”, per fare ciò oltre all’iniziativa legislativa è in atto un’attività di sensibilizzazione delle
istituzioni per attivare protocolli di controlli più efficaci e puntuali. Le istituzioni hanno avuto in
questi anni difficoltà ad organizzare un’attività di controllo efficace anche grazie alle menzogne
fatte circolare da chi ha rappresentato indegnamente la categoria fino ad oggi. In questo senso
l’ANIFA sta facendo un lavoro complesso teso a far conoscer le reali problematiche del settore, le
reali distorsioni del mercato e i reali artefici di tali distorsioni.
Esortiamo tutti gli imprenditori funebri ad aggregasi all’unica associazione capace di rappresentare
e portare avanti gli interessi vitali della categoria, non abbiamo più il lusso di perder tempo.
Paolo rullo
Segretario ANIFA
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