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Giovedì, 26 gennaio 2017

Positivi Dow Jones e Nikkei, in crescita l'offerta di petrolio canadese e la domanda di orologi svizzeri

Gentili Clienti,

ieri, per la prima volta nei suoi 131 anni di storia, l'indice Dow Jones ha superato i 20.000 punti.

L'exploit sembra dovuto alle decisioni di Donald Trump che, con i suoi decreti, stabilizza i mercati e lascia sperare in un incremento degli utili delle aziende. Le speranze di crescita negli Stati Uniti hanno trascinato al rialzo anche l'indice Nikkei che ha superato la soglia dei 19.000 punti, nonostante lo yen abbia recuperato leggermente terreno. Alla Borsa di Tokio il clima è positivo anche per le recenti cifre dell'export che su base mensile indicano per la quarta volta consecutiva un surplus: in dicembre le esportazioni hanno registrato un aumento del 5,4%, mentre il volume commerciale annuale tra il Giappone e gli Stati Uniti supera i 200 miliardi di dollari.

Insieme, i due Paesi contribuirebbero al 75% del PIL raggiunto dagli Stati firmatari del TPP, il Partenariato Trans-Pacifico.

Donald Trump ha già firmato l'uscita degli Stati Uniti da questo nuovo accordo commerciale, tuttavia sarebbe opportuna un'intesa bilaterale almeno con il Giappone. Ne beneficerebbero senza dubbio le azioni giapponesi. Approvando la costruzione di oleodotti per il trasporto di greggio dal Canada, Donald Trump ha reso un grande favore all'industria petrolifera canadese che, una volta ultimati i lavori, sarà in grado di far arrivare sul mercato mondiale 1,8 milioni di barili al giorno più economicamente.

Su base annuale si prevede un incremento degli introiti pari a quattro miliardi di dollari statunitensi e si riducono gli sconti sul prezzo per il petrolio canadese,

che, a causa degli elevati costi di trasporto, nel 2016 veniva offerto sul mercato mondiale a 14 dollari al barile. Con l'ulteriore aumento dell'offerta si affievoliscono dunque le speranze di un aumento delle quotazioni del greggio. Donald Trump punta sugli introiti derivanti dalle licenze e su nuovi posti di lavoro legati alla costruzione dei tracciati degli oleodotti. Proprio il settore petrolifero dimostra come l'idea leggermente antiquata di sviluppo industriale del nuovo Presidente americano non sia destinata a produrre un aumento significativo dei posti di lavori.

Dal 2014 sono stati cancellati in tutto il mondo 440.000 posti di lavoro nel settore,

i tempi in cui il prezzo del greggio superava i 100 dollari al barile appartengono al passato e non ritorneranno probabilmente mai più. E in ogni caso ormai il lavoro viene eseguito prevalentemente da robot. Negli ultimi anni il numero di risorse umane impiegate per ogni pozzo è diminuito da 20 a 5. Chi cerca l'ultimo caposaldo della tradizione dovrà allontanarsi dagli Stati Uniti e recarsi invece in Svizzera. Anche se oggi ormai quasi tutti guardano il cellulare per sapere che ore sono, l'industria svizzera degli orologi sembra ancora fiorente. Entrambi i prodotti hanno i loro estimatori: i robot intelligenti che organizzano la nostra vita e gli orologi meccanici fabbricati a mano "Made in 1

Switzerland“.

Nel 2017 grazie alla richiesta proveniente dalla Cina, le vendite dovrebbero registrare un incremento.

E se i produttori riescono a controllare in modo efficiente i costi, nei prossimi anni gli utili del settore potrebbero aumentare di un terzo su base annuale. Cordiali saluti Ulrich Stephan

Global Chief Investment Officer dei Private & Commercial Clients di Deutsche Bank

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