Continuano i miracoli dei soccorritori. Trovate vive 10 persone sotto

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Transcript Continuano i miracoli dei soccorritori. Trovate vive 10 persone sotto

Continuano i miracoli dei
soccorritori. Trovate vive 10
persone sotto la valanga, salvati
tutti e 4 i bambini : erano sotto
la neve da oltre 42 ore
Oltre alle sei persone
trovate vive sotto le macerie dell’ Hotel Rigopiano di Farindola, 42
ore dopo dopo la che ha distrutto l’albergo ci sono altri superstiti,
in totali dieci i sopravvissuti. Gli uomini del soccorso li hanno
rintracciati sotto un solaio nella zona delle cucine . In serata i
vigili del fuoco hanno estratto vivi tre bambini, che si aggiungono
alla moglie e al figlio di Giampiero Parete, il primo superstite della
slavina. La signora Parete salvata in mattinata ha indirizzato i
soccorritori “Andate da mia figlia è nella stanza accanto” che ora
stanno cercando di trovare e portare in salvo anche la bambina. La
madre ed il figlio sono stati trasportati in ambulanza all’ospedale di
Pescara, dove hanno potuto riabbracciare Parete. La mamma e figlio
stanno bene e, dopo essere stati stabilizzati, sono in osservazione,
fa sapere il direttore sanitario aziendale della Asl di Pescara,
Valterio Fortunato.
Ci sarebbe anche un altro
bambino trovato vivo. Edoardo, il figlio di Sebastiano Di Carlo e
della moglie Nadia, di Loreto Aprutino (Pescara). A renderlo noto è
stata la zia del piccolo, Simona Di Carlo: “E’ un miracolo hanno
trovato mio nipote Edoardo. E’
una situazione stupenda e
indescrivibile, fatemi arrivare da lui”.
Marco Bini vice brigadiere del soccorso alpino della Guardia di
finanza ha raccontato il salvataggio “Appena ci hanno visto erano
felicissimi e non sono riuscite a parlare. Dagli occhi si capiva che
erano sconvolti positivamente per averci visto“, Si attende l’arrivo
di altri quattro pazienti, uno dei quali, secondo la Als, è in già
volo. Non si conoscono al momento condizioni cliniche e generalità.
Per ora Parete è stato solo informato, ma non ha ancora riabbracciato
la moglie e il figlio.
Luca Cari, responsabile
della comunicazione in emergenza dei Vigili del Fuoco ha spiegato che
“Con i quattro ancora da recuperare , siamo in contatto vocale con
loro . Sono all’interno di un vano, non facile da raggiungere”.
Il gruppo di persone rintracciato si trova nella zona ricreativa
dell’albergo, dove prima c’erano il bar e la sala biliardo.
Il primo contatto con il gruppo dei superstiti è avvenuto introno
alle 11:15 grazie alle unità cinofile, che li hanno individuati.
Dall’esterno, infatti, non si sentivano voci: la struttura li ha
protetti ma non consentiva di poter comunicare con l’esterno, anche a
causa della neve che assorbe i suoni. “E’ stato bellissimo, non
credevano ai loro occhi e ci abbracciavano”, ha raccontato il
soccorritore che però avverte: “Più di tanto non si può andare avanti
perché c’è il rischio che parti della struttura possano crollare“. E
con l’aumento delle temperature ha spiegato Bini “aumenta il rischio
di nuove slavine, un rischio particolarmente elevato nell’area dietro
l’albergo che rimane molto pericolosa“.
Giuseppe Romano, direttore emergenze dei Vigili del Fuoco fa chiarezza
sul bilancio dei superstiti individuati, vista la ridda di cifre che
si diffondono in queste ore: “Ci sono molte persone che lavorano di
varie organizzazioni ed è importante che a parlare sia una sola
fonte“. Dei sopravvissuti, spiega, “conosciamo solo i nomi di
battesimo perché è necessario che la comunicazione con i Vigili del
fuoco avvenga con la massima serenità. Stiamo parlando di persone che
stanno sotto le macerie, sepolte sotto due metri di neve”.
LE OPERAZIONI DI SOCCORSO
Le
operazioni
sono
coordinate dalla centrale di protezione civile allestita nel
palazzetto dello sport di Penne, una sorta di quartier generale. Sono
oltre 200, tra vigili del fuoco, soccorso alpino, Guardia di finanza,
Carabinieri e Polizia di Stato, le persone impegnate nelle ricerche.
L’attivazione di torri faro ha consentito di lavorare anche nelle ore
notturne appena trascorse.
Si opera e lavora senza soste con squadre di 30 persone per volta che
si alternano in un lavoro sul posto molto delicato e condotto con
estrema attenzione, scavando anche a mano tra la neve ammassata, per
evitare ulteriori crolli di parti dell’hotel già collassate e di
mettere a rischio gli stessi soccorritori o sopravvissuti rimasti
intrappolati.
Le reazioni dei primi salvati sono stati un mix di incredulità e
gioia. “Appena ci hanno visto erano felicissimi e non sono riusciti a
parlare. Dagli occhi si capiva che erano sconvolti positivamente per
averci visto“, ha raccontato Marco Bini vice brigadiere del soccorso
alpino della Guardia di finanza . Secondo i medici l’abbigliamento
pesante e l’essere
restati in ambienti chiusi sono state le
condizioni che hanno consentito ai sopravvissuti dii resistere per due
giorni senza raffreddarsi troppo .
L’ultimo bimbo estratto
vivo è Samuel, 7 anni, figlio di Domenico Di Michelangelo, 41 anni, di
Chieti, poliziotto in servizio a Osimo (Ancona) e di Marina
Serraiocco, 37 anni, di Popoli. I tre bambini sono stati trasportati
all’ospedale di Pescara a bordo di un elicottero partito da Penne e
sono in discrete condizioni. “Cosa è successo? Quanto tempo è passato?
Stavo giocando a biliardo“: queste le prime parole pronunciate dal
piccolo Edoardo Di Carlo mentre, sulla barella, parlava ai
soccorritori come ha raccontato Lorenzo Gagliardi il maresciallo del
soccorso alpino della Guardia di Finanza
In serata la Protezione civile pressata dai familiari ha reso loro
noto insieme ai giornalisti, i nomi delle cinque persone che restano
ancora da salvare: si tratta di Vincenzo Forti, Giorgia Galassi,
Francesca Bronzi, Giampaolo Matrone e Sebastiano Di Carlo.
I soccorritori sono in contatto con le persone che si trovano nella
zona ricreativa dell’albergo, dove c’erano il bar e la sala biliardo
ma sono bloccati sotto le macerie. “Siamo in contatto vocale con le
persone ancora da recuperare – ha spiegato Luca Cari, responsabile
della comunicazione in emergenza dei vigili del fuoco – . Sono
all’interno di un vano, non facile da raggiungere“. I vigili del fuoco
stanno utilizzando con l’ausilio delle sofisticate strumentazioni
della Guardia di Finanza in grado di localizzare i cellulari dei
dispersi con un elevato livello di precisione, vicino ad un massimo di
un metro di distanza.
Le ricerche procedono con la speranza di portare in salvo ancora
qualcuno, con l’aiuto dei cani, ma in condizioni estreme, per il
timore di crolli o di nuove slavine: “Speranza ne abbiamo sempre avuta
– ha detto Titti Postiglione, direttrice dell’Ufficio emergenze della
Protezione Civile – è la speranza che però in ogni attività di
soccorso si affievolisce man mano che passa il tempo”. Fra i
soccorritori c’è lo zio di Fabio Salzetta, il manutentore dell’hotel
che si è salvato dalla slavina rifugiandosi in auto insieme a
Giampiero Parente, ricoverato all’ospedale di Pescara . Adesso
Salzetta è tornato lassù, nel resort immerso nella neve e nelle
macerie, e sta dando una mano ai soccorritori. “È voluto tornare
subito, già ieri sera ha chiesto di essere portato lì. Sta indicando
ai soccorritori dove possono essersi rifugiate le persone“, racconta
ancora lo zio, che vorrebbe anche lui raggiungere Rigopiano per dare
una mano, ma la strada è sbarrata dai carabinieri, che danno priorità
ai mezzi di soccorso.
Fabio Salzetta era il tuttofare dell’albergo, deve la vita al cemento
armato del locale caldaia. Conosce benissimo il resort, sa quindi dove
le persone possono aver trovato riparo dopo la slavina. Così come –
raccontano i soccorritori – sono stati gli stessi superstiti, mamma e
figlio tirati fuori dalle macerie, a dare indicazioni per raggiungere
gli altri.