1 su 5 nel Lazio - Rassegna sindacale

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La sanità italiana perde 50mila operatori:
1 su 5 nel Lazio
E dal Governo arriva il colpo di grazia…
In questi giorni ha fatto notizia un dossier pubblicato dalla Fp Cgil nazionale con cui si
dimostra come la sanità italiana nell’epoca dei tagli lineari abbia perso 50mila
operatori, producendo un invecchiamento allarmante a causa delle mancate sostituzioni
causate dal blocco del turn over e sfondando la soglia dei 50 anni.
Il Lazio, la cui sanità affronta un commissariamento e un piano di rientro da lacrime e
sangue, paga il prezzo più alto: più del 19% del contingente totale, oltre 10mila
operatori sanitari in meno solo tra il 2006 e il 2015 (vedi grafico numero 1 con le
perdite nel Lazio e grafico 2 con le perdite delle singole Asl) ed età media sopra i 52 anni
(grafici numero 3,4 e 5, fonte Conto Annuale della Ragioneria Generale dello Stato).
E il peggio, qualora il Governo non cambiasse orientamento, è però alle porte.
Rischia infatti di essere vanificato il piano assunzionale della Regione Lazio, frutto di uno
sforzo congiunto lungo anni e che ha visto il coinvolgimento attivo delle forze sindacali.
Un documento redatto in occasione della riunione congiunta del tavolo tecnico per la
verifica degli adempimenti regionali con il Comitato permanente per la verifica dei livelli
essenziali di assistenza mette nero su bianco una prospettiva magra: non più di 300
assunzioni tra il 2016 e il 2018 contro le 3.500 del piano regionale.
Il piano assunzionale della Regione Lazio prevede infatti da qui al 2018 1.762 nuove
assunzioni e 1.740 stabilizzazioni di personale precario. Un’operazione che, lungi dal
rafforzare la capacità di offrire servizi, servirebbe a salvare il salvabile, visto che nello
stesso arco di tempo andranno in pensione altri 4.510 operatori sanitari (dati Regione
Lazio, vedi grafico numero 6). Il risultato finale sarebbe un’ulteriore perdita di 1.000
unità, ma il piano ricucirebbe la ferita del precariato storico e tamponerebbe appena la
forte emorragia di questi anni.
Il Ministero della Salute, qualora la Regione Lazio non riuscisse a contrastare questa
sciagura, opererebbe in modo arbitrario e fuori dalle regole, calpestando l’autonomia
del sistema regionale e facendo pagare ancora una volta in modo definitivo ai cittadini
del Lazio una situazione pregressa che di certo non hanno prodotto loro e per cui hanno
già abbondantemente pagato. Senza un passo indietro, nel 2018 la perdita totale di
personale raggiungerebbe la cifra monstre di 15mila unità, con un contingente di
personale che passerebbe dai 50mila operatori del 2006 a poco più di 35mila.
Sarebbe il colpo di grazie per la sanità pubblica in questa regione e per scongiurarlo
metteremo in campo tutti gli strumenti in nostro possesso, allargando la mobilitazione alla
società civile tutta.
(Grafico numero 1)
(Grafico numero 2)
(Grafico numero 3)
(Grafico numero 4)
(Grafico numero 5)
(Grafico numero 6)