mercoledì 18 gennaio 2017 Presentato da ERSAF il IX rapporto

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mercoledì 18 gennaio 2017
Presentato da ERSAF il IX rapporto
sullo stato delle foreste in Lombardia
Un bosco sempre più grande, una risorsa sempre più preziosa.
Per far vivere la foresta e chi di foresta vive.
Ma è una miniera a cielo aperto da utilizzare di più.
Il Rapporto 2015 e le precedenti edizioni sono scaricabili qui:
http://www.ersaf.lombardia.it/Rapporto_stato_delle_foreste/
Il Rapporto sullo stato delle foreste in Lombardia, che ERSAF redige da nove anni, conferma
innanzitutto che la superficie boscata continua ad aumentare (+0,24% sul 2014), raggiungendo i
625.906 ha (il riferimento è ai dati 2015). Un fenomeno che sta proseguendo da anni e che nasconde
due aspetti contraddittori. Da un lato si rafforza la superficie delle foreste lombarde, ma dall’altro
si registra il progressivo abbandono di pascoli e prati che vengono “mangiati” dal bosco. Questo pur
ridotto incremento annuo porta al risultato che negli ultimi 50 anni la superficie forestale lombarda
è quasi raddoppiata, ponendo questioni di qualità e quantità del tutto diversi da un tempo, a partire
dalla graduale trasformazione del paesaggio lombardo. Oggi ogni cittadino della Regione ha a sua
disposizione 625 mq di bosco. Pochi, rispetto alla media mondiale di 6.000 mq pro capite, e anche
ai 1.700 mq italiani, ma non pochi nel cuore della regione più industrializzata e abitata d’Italia.
Un altro dato: ogni anno il volume del bosco cresce di 3,1 milioni di mc. Se ne tagliano 551.000 mc.
Cioè si preleva meno del 20% della ricrescita annua. Nel 2015 gli enti forestali hanno autorizzato
richieste di trasformazione del bosco per 51,27 ettari, la superficie più bassa richiesta dal 2007 ad
oggi.
In sostanza, abbiamo una miniera a cielo aperto che utilizziamo scarsamente. E in calo.
Cosa fare di questa risorsa? Nel presentare il Rapporto, la presidente ERSAF Elisabetta Parravicini,
- ricordando come la continuità di questo strumento e il suo progressivo affinamento sono i requisiti
per un monitoraggio competente sul settore - ha indicato alcuni segnali positivi: “è continuato
l’impegno di Regione Lombardia e delle altre Amministrazioni e soggetti coinvolti, puntando a
ottenere, come avvenuto nel 2014 per la filiera pioppicola, un “Accordo interregionale sul prelievo
legnoso in ambito boschivo e sulla filiera legno” in grado di valorizzare e rilanciare la filiera boscolegno sul territorio. Obiettivo raggiunto. Questo nuovo accordo, firmato all’inizio del 2016, prevede
che i sottoscrittori si impegnino a intraprendere azioni volte a una maggior utilizzazione della risorsa
legnosa presente nei nostri boschi, nel rispetto dei principi di sostenibilità ambientale così come
riconosciuti dagli ormai noti protocolli internazionali.
Nel recente Forum nazionale delle Foreste (Roma, 29 novembre), sono emerse annotazioni e
preoccupazioni analoghe a quelle lombarde. Nonostante l’estensione del bosco nazionale,
importiamo più dei due terzi del fabbisogno di materia prima legnosa. “I motivi sono, in estrema
sintesi, riassumibili così – ha proseguito Parravicini - assistiamo da decenni a un abbandono generale
della cura del territorio montano cui si associa il consolidamento dell’abitudine di
approvvigionamento sicuro e a basso costo dall’estero; ne deriva una mancanza di innovazione
tecnologica del processo foresta-legno, di cui fa parte anche il non trascurabile aspetto
dell’accessibilità ai fondi boschivi. Dobbiamo aggiungere la parcellizzazione della proprietà privata,
l’eccesso di burocrazia, la mancanza di coordinamento tra le istituzioni chiamate a gestire e a
programmare le risorse forestali, l’inadeguatezza delle infrastrutture viarie e la disomogeneità tra
le regioni, a cui la politica deve dare risposta. Tra gli asset su cui puntare, invece, il pagamento dei
servizi ecosistemici e la certificazione sono stati individuati da ricercatori e imprenditori come due
dei settori principali”.
“È con orgoglio ben motivato, quindi, - ha concluso la presidente ERSAF - che ricordo come ERSAF
già dal 2009 ha ottenuto (e confermato negli anni) la certificazione per quasi tutta la superficie delle
foreste che gestisce. E da quest’anno, primi in Italia, abbiamo avviato la sperimentazione del
pagamento dei servizi ecosistemici in alcune Foreste di Lombardia. Condividiamo pertanto la
necessità di una nuova politica in grado di affrontare e gestire in maniera sostenibile e produttiva le
necessità di questo importante settore economico”.
“La certificazione e l’utilizzo delle risorse boschive per promuovere la sostenibilità delle foreste e
rilanciare da un lato le energie da fonti rinnovabili agricole e dall’altro la valorizzazione del legno per
scopi industriali e abitativi sono obiettivi che devono essere perseguiti, come ha proposto Regione
Lombardia, a livello di Macroregione agricola del Nord – ha detto l’assessore all’Agricoltura, Gianni
Fava - La corretta gestione degli impianti boschivi e forestali permette di consolidare l’economia,
l’occupazione e di assicurare una gestione equilibrata del territorio in una fase in cui la
centralizzazione di alcuni capitoli di spesa rende più difficile il presidio di vaste aree da un punto di
vista idrogeologico”.
Alcuni dati
I boschi lombardi sono per il 79,2% in montagna, per il 13,2% in collina e per il 7,6% in pianura.
Le province più boscose sono quelle di Brescia, Sondrio e Bergamo, che da sole comprendono i due
terzi dei boschi lombardi. Brescia con gli attuali 170.873 ettari fa la parte del leone.
In termini di indice di boscosità, però, cioè di rapporto con la superficie complessiva, sono in vetta
alla classifica le province di Lecco (52,7% del territorio), Como (50%), Varese (45,7%), Bergamo
(41,8%), Sondrio (36%) e Brescia (35,7%). Le meno boscose sono ovviamente quelle di pianura: in
ordine crescente, Mantova, Cremona, Lodi, Città metropolitana di Milano e Monza-Brianza.
Quasi un quarto (23,9%, pari a 147.670 ha) è inserito in parchi e riserve e il 19% (118.432 ha) in aree
Natura 2000.
Il legname è utilizzato principalmente per fini energetici
Dei 551.638 mc di legno tagliato nel 2015 (-4,6% sul 2014), il 77% è destinato ad uso energetico, il
23% viene usato in falegnameria, per paleria o imballaggi e l’1% è scarto. Si taglia principalmente
robinia, castagno faggio, carpino nero e frassino maggiore nel bosco ceduo e misto (387.932 mc) e
abete rosso, larice, abete bianco nell’alto fusto (163.706 mc).
…a Sondrio si è tagliato di più
La provincia in cui le Imprese boschive hanno tagliato di più è Sondrio, con 56.815 mc (28% del
legname totale prelevato dalle imprese), seguono Brescia (22%), Bergamo (16%) e Varese (13%).
Le imprese boschive
Nel corso del 2015 si sono iscritte all’Albo regionale 14 nuove imprese boschive, facendo salire il
totale a 281. Il numero delle imprese boschive iscritte all’Albo (IB) è aumentato nelle province di
Bergamo, Brescia, Como, Lecco, e Sondrio; nelle rimanenti il numero è costante. La provincia con il
maggior numero di nuove IB è Bergamo, con 5 aziende in più. Le province con più IB iscritte all’albo
rimangono Varese e Brescia, seguite da Bergamo e Como. Tra le ditte iscritte all’Albo vi sono 11
Consorzi Forestali.
Una nuova forma di aggregazione alla quale le IB possono scegliere di aderire per svolgere la loro
attività è il contratto di rete: il 23 giugno 2015, nella provincia di Sondrio, è stato sottoscritto il primo
contratto di rete lombardo nell'ambito della filiera bosco-legno-energia, si chiama ProSelva
Valtellina e comprende 9 imprese boschive e un produttore di cippato.
+ di 1000 lavoratori impiegati
Nelle 281 Imprese boschive iscritte al Nuovo Albo Regionale lavorano almeno 689 persone tra
titolari, dipendenti assunti e in alcuni casi anche stagionali. A questi addetti si affiancano prestatori
di manodopera in possesso di propria partita iva, collaboratori familiari e soci lavoratori che, nel
complesso, possono raggiungere un numero anche piuttosto elevato (stimato intorno alle 493
unità). Varese è la provincia con più lavoratori (il 24% del totale degli addetti dichiarati su scala
regionale).
La certificazione forestale
Al 31 dicembre 29015 la superficie lombarda certificata dai diversi enti internazionali è di 31.228,5
ha, di cui 30.259 ha di bosco, 967 ha di pioppeto e 2,5 ha di arboricultura da legno. Per quanto
riguarda i boschi, 16.954 ha hanno doppia certificazione e sono rappresentati dal patrimonio
forestale regionale con le sue 20 Foreste di Lombardia. La Lombardia ospita il 3,7% della superficie
nazionale certificata e il 4.8% dei boschi lombardi sono certificati.
Incendi in forte aumento
Nel 2015 sono stati registrati 225 incendi boschivi, con un significativo aumento sull’anno
precedente (+132) e sulla media del decennio (169/anno); la superficie percorsa dal fuoco è stata
pari a 2474 ha (456 l’anno precedente), di cui 785 ha boscata. La superficie media per incendio
nell’anno è di 11 ettari, ben al di sopra della dimensione media degli eventi verificatisi nel decennio
2006-2015 pari a 5,8 ettari. Gli eventi si sono concentrati nel periodo primaverile: fra marzo e aprile
si è avuto il 43% degli incendi e il mese con il maggior numero di incendi (61) è stato aprile, seguito
da dicembre (con 39 eventi). Gli stessi mesi confermano il primato anche per la superficie percorsa.
Le cause sono considerate di origine volontaria (44%) o involontaria (7%) da parte umana. Solo l’1%
è riconducibile a cause naturali, mentre ben il 48% ha cause dubbie.
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