Parlamento europeo. Sconfitto Pittella, Antonio Tajani eletto

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Transcript Parlamento europeo. Sconfitto Pittella, Antonio Tajani eletto

Parlamento europeo. Sconfitto
Pittella, Antonio Tajani eletto
presidente.
Il giornalista ed europarlamentare Antonio Tajani è stato eletto al
quarto turno di voto a Strasburgo a Presidente dell’ Europarlamento.
Il candidato del Partito Popolare Europeo ha infatti ottenuto al
ballottaggio 351 voti contro i 282 dell’avversario socialdemocratico
sconfitto Gianni Pittella. Applausi, abbracci e e strette di mano
degli eurodeputati in aula all’indirizzo di Tajani, ed un lungo
significativo abbraccio anche con l’avversario Pittella che si è
avvicinato per salutarlo e congratularsi. Il presidente uscente Martin
Schulz ha ceduto il suo posto al neo eletto, augurandogli buona
fortuna dinnanzi ad una vera e propria standing di commiato da parte
dei numerosissimi europarlamentari presenti in aula a Strasburgo.
Sono passati 40 anni dall’ultima volta di un italiano presidente:
Emilio Colombo occupò quella carica fra il 1977 e il 1979, ovvero
prima che il Parlamento europeo venisse eletto con voto popolare.
A lanciare Tajani verso la vittoria è
stato l’ accordo stretto nella mattinata di ieri con i 68 liberali del
gruppo Alde di Guy Verhofstadt, che sono andati a sommarsi ai 217
eurodeputati popolari. Un accordo che ha esposto nuovamente alle
critiche il fianco dei liberali, passati nel giro di qualche settimana
da una proposta di intesa fatta ai socialisti al patto con il Ppe,
passando per un fallimentare tentativo di accordo con Grillo. A
complicare la partita di Tajani ci avevano pensato e provato i
conservatori del gruppo Ecr, un gruppo di 74 deputati che in casa
popolare davano già per acquisiti, e che invece hanno mal digerito
l’accordo del Ppe con l’Alde, definito un “approccio fallito e legato
al passato“.
Ma Antonio Tajani alla fine li ha convinti, raggiungendo un accordo ed
alleanza che di fatto ha “blindato” e consacrato la sua elezione. La
rincorsa di Pittella anche con la convergenza di Verdi e sinistra
unitaria, è apparsa disperata. Alla fine, lo scarto è stato di 69
voti: 351 voti a 282 il risultato finale, con 80 astenuti.
Un’elezione con una simile suspense
l’aula di Strasburgo non la
vedeva da decenni. L’ultima volta, e l’unica, in cui si era arrivati
al quarto turno di votazioni era stata nel 1982 per l’elezione
dell’olandese Piet Dankert. Fu anche l’ultima elezione vera, dato che
da allora i presidenti sono sempre stati scelti con accordi preventivi
tra i gruppi politici, che spesso si sono alternati nella carica nel
corso della legislatura.
“Ringrazio tutti anche, chi
ha votato per gli altri candidati in questo grande confronto
democratico: sarò il presidente di tutti, rispetterò tutti i deputati
di tutti i gruppi politici. Voglio dedicare questo risultato alle
vittime del terremoto che ha colpito il mio paese, che stanno ancora
vivendo momenti di grande difficoltà, perché fa molto freddo; a loro
va il messaggio di solidarietà di questo parlamento, come a tutte le
vittime del terrorismo. Grazie a tutti per aver partecipato a questa
grande competizione democratica, manterrò tutte le promesse fatte“,
sono queste le prime parole di Antonio Tajani dopo l’annuncio della
sua elezione.
Lo sconfitto Pittella si è congratulato con l’avversario ma
aggiungendo anche: “Si apre una nuova pagina storica, il panorama
politico del parlamento europeo è cambiato in modo drammatico con la
nascita di un nuovo blocco conservatore”.
Auguri bipartisan dal
Parlamento italiano ed un messaggio di complimenti del presidente del
Consiglio, Paolo Gentiloni: “Per la prima volta un italiano eletto
presidente del parlamento europeo. Auguri a Antonio Tajani e grazie al
suo sfidante Gianni Pittella“.
Voci politiche romane raccontano che in queste ore
Silvio
Berlusconi nella sua estenuante attesa della decisione europea di
Strasburgo
sul suo destino giudiziario e personale ,
si sia
ringalluzzito vedendo salire sul gradino più alto delle istituzioni
di Bruxelles. il suo vecchio portavoce (ma a a lungo dimenticato )
“Quest’elezione mi riempie di gioia e di orgoglio come italiano e come
presidente di Forza Italia“, ha commentato Berlusconi facendo gli
auguri al neopresidente, “Ad Antonio sono legato da amicizia e affetto
sin dal 1994 quando fu con me uno dei cinque fondatori di Forza
Italia. Da allora il suo impegno politico è sempre stato intenso,
lineare, coerente e gli elettori lo hanno confermato ben quattro volte
al Parlamento Europeo. Il suo lavoro in Europa, sia come eletto, sia
nel periodo nel quale è stato indicato dal nostro governo come
Commissario Europeo e vicepresidente della Commissione, gli è valsa
una generale stima, anche al di fuori dei confini del nostro Paese e
della nostra area politica“.
Tajani cresciuto all’ombra
di Berlusconi di cui è stato a lungo il portavoce, venne eletto per la
prima volta al Parlamento europeo 23 anni fa e nel 1994 fu tra i
fondatori di Forza Italia, ricopre da anni la carica di vicepresidente
del Ppe, fino ad arrivare oggi al gradino più alto di Bruxelles.
Giornalista abile ed astuto, ha fatto della “moderazione” il suo
biglietto da visita personale, “filo Merkel” in maniera soft a anche
negli anni più critici della premiership di Berlusconi, anni nei quali
Tajani si è eclissato, scomparendo dalla scena politica italiana,
defilandosi e tenendosi lontano dalle guerre politiche e giudiziarie
condotte in Italia dal suo ex-leader. Storico anti leghista e nemico
acerrimo di Matteo Salvini , con il quale a Bruxelles a stento si
salutano. L’ultima sfida con Gianni Pittella, amico e avversario di
una vita. In fondo l’altro italiano che come lui non è mai stato
profeta in patria.
Candidato sindaco di Roma nel 2001, quando venne sconfitto da Walter
Veltroni. probabilmente è
allora che l’eurodeputato intuisce e
decide che il suo destino è lontano dall’Italia. Con il passare degli
anni matura l’esperienza, consolida un certo prestigio personale nel
Ppe, dove si accumulano gli incarichi, da commissario ai Trasporti,
poi all’Industria, fino ai più recenti da vicepresidente del
Parlamento dal 2014 e da vice presidente del Ppe.
Un paradosso nell’elezione
di Antonio Tajani è stato quello di essere riuscito a raggiungere
l’apice del successo personale proprio allorquando ha iniziato a
giocare senza “squadra” , cioè un partito alle spalle, ma solo in
quella sorta di multinazionale parlamentare che è il Ppe. E non è poca
cosa, ovvio. Un’ apolide partitico, quindi senza “famiglia” politica
alle spalle e per ciò stesso “ripulito”, rinnovato, in qualche
senso rigenerato. A prescindere dal vincitore, questa è per l’Italia
un’occasione per contare di più in Europa nel momento della sua crisi
più forte, in cui non mancano le frizioni tra Roma e Bruxelles su vari
fronti, dalla flessibilità nei bilanci alla crisi migratoria.
All’ amico e collega Antonio Tajani gli auguri più sinceri della
Direzione, redazione e collaboratori del Corriere del Giorno per
l’importante successo personale e politico conseguito frutto di un
lungo impegno