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Rappresentazione
“La via provvidenziale
della canonica”
Note storiche
Dopo l’8 settembre ’43, la gioventù braccata dal nazifascismo raggiunge San Matteo per sfuggire alla cattura. Bisogna rivestirli, sfamarli, sistemarli in qualche
modo: in quel difficile momento, parroco della chiesetta di San Matteo è don Giacomo Gandino, sacerdote che organizza i primi aiuti in soccorso di questi
sbandati, rimanendo al loro fianco a condividere i pericoli della lotta
partigiana fino
al giorno della
liberazione.
Uomo di profonda e semplice fede, don
Gandino parla
poco: ha troppo
da fare per occupare il tempo
in chiacchiere.
Ha un fondo di
timidezza e di
ritrosia: sembra
che sia sempre
di fretta, perché
ha un’infinità di
cose da fare, e
le fa tutte, e le
fa bene. Cura le
anime dei suoi fedeli, la chiesetta della frazione San
Matteo è sempre aperta, sempre fiorita: le funzioni religiose si svolgono in perfetta puntualità, molto sentite e seguite dalla gente del posto. Questo sacerdote
addirittura cura anche fisicamente i parrocchiani, dà,
così alla buona, consigli in caso di piccoli malanni: ai
bambini più deboli e gracili somministra il suo bene
più prezioso, la pappa reale che estrae con perizia
dagli alveari delle sue curatissime api. E’ un bravo apicoltore e conosce tutto sulla vita di questi insetti: saranno proprio le
sue api a diventare le sue più
fidate alleate,
quando la lotta
partigiana
si
farà più intensa
e pericolosa.
Don Giacomo
Gandino
Marco Lamberti
Rappresentazione
“IN CAMMINO SUI LUOGHI DELLA STORIA”
Rievocazioni storiche ed escursioni guidate dal Club Alpino sezione di Bra sui sentieri boschivi scenario della lotta di liberazione dei Comuni di Bra, Pocapaglia e Sanfrè, in collaborazione con l’Istituto
Storico della Resistenza di Cuneo, l’A.N.P.I di Alba Bra, la F.I.V.L. di Bra, il Museo della Resistenza
della frazione Lemma di Rossana, l’Associazione nazionale Alpini sezione di Cuneo, gruppi del Roero, di Bra, Pocapaglia e Sanfrè, l’Associazione nazionale Carabinieri sezione di Bra “Angelo Ballerini”, la Federazione Italiana Combattenti Alleati sezione di Bra, l’associazione Famiglie Caduti e Dispersi in guerra sezione di Bra, le Associazioni
Combattentistiche e d’Arma dei Comuni promotori, il Museo naturalistico Craveri di Bra, l’Associazione “Amici dei
Musei” di Bra, la Biblioteca civica di Bra, l’A.I.B. Associazione Antincendi Boschivi, i Volontari della Protezione civile, i Comitati di frazione e quartiere di Bra, il Comitato “Giovanni Arpino” America dei Boschi, il Comitato Ricreativo Saliceto di Pocapaglia, il Gruppo di rievocazione storica Progetto ‘900.
“L’agguato ai Tetti Bona”
Note storiche
Città di Bra
Comune di
Pocapaglia
Comune di
Sanfrè
Bra, 14 giugno 2015
“Sentiero Gullino
Itinerario numero 3
Leonardo Cocito, tenente di fanteria impegnato nella
lotta partigiana subito dopo l’8 settembre 1943, il 18
agosto 1944 si trova su una Lancia Aprilia che sta viaggiando in direzione della frazione San Matteo. La vettura
percorre strada Tetti Bona, al volante c’é Marco Lamberti,
comandante partigiano delle formazioni autonome. Sui
sedili posteriori ci sono Pietro Chiodi, che prima di entrare nella Resistenza era professore al liceo Govone di
Alba, poi Lino
Costa e Elio Botta,
collaboratori
di
Lamberti.
Il gruppo deve
recarsi in Parrocchia a San Matteo
per un incontro con
altri comandanti
partigiani, ma al Pilone della Madonna del Rosario,
c’è un posto di
blocco delle SS italiane (volontari fascisti arruolati nelle
SS, comandati da
ufficiali tedeschi, di
presidio in quei giorni a Bandito) in agguato. Chiodi scriverà nel suo libro Banditi: “Come in un sogno malefico,
dopo la curva ci apparvero sei sagome scure“.
L’auto é bloccata, i cinque partigiani sotto tiro delle
armi sono costretti a scendere e vengono perquisiti. Subito dopo, la macchina viene fatta ripartire, a passo
d’uomo, con l’ufficiale SS seduto accanto a Marco Lamberti: gli altri seguono a piedi con la scorta che li tiene
sotto tiro. Dopo una breve prigionia nel braccio della
morte delle Carceri Nuove di Torino, il 7 settembre 1944
a Carignano Marco Lamberti e Leonardo Cocito affrontano l’identica sorte pagando il prezzo più alto.
Pietro
Chiodi
Leonardo
Cocito