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Non sappiamo con esattezza chi diede alla Sonata in fa maggiore op. 24 n. 5 l’appellativo di “Primavera”, fatto sta che la freschezza inventiva e la bellezza aerea
dei temi possono effettivamente far pensare alla più leggiadra stagione dell’anno,
e alla comunione con la natura che spesso è parte integrante del genio di Beethoven. Il quale ebbe sempre curiosità intellettuale per l’insieme di violino e pianoforte, come dimostrano la Sonata scritta a tredici anni lasciata incompiuta, e poi le tre
Sonate dell’op. 12 dedicate ad Antonio Salieri, oltre alle più famose Variazioni sul
tema di “Se vuol ballare” dalle mozartiane “Nozze di Figaro”.
La “Primavera” fa parte delle dieci sonate per violino e pianoforte culminanti con
la celeberrima Sonata a Kreutzer, fu composta nel 1800 con la dedica al conte Moritz von Fries e pubblicata l’anno dopo dall’editore Mollo (forse l’artefice del titolo)
assieme alla Sonata in la minore op. 23. Quest’opera conta due ampi movimenti,
iniziale e finale, intervallati da un breve Adagio molto espressivo, sognante e affettuoso, e un minuscolo Scherzo di geniale invenzione ritmica in tempo di valzer.
Splendido e lieve il tema iniziale del primo movimento, simile davvero a una brezza
di primavera, sostituito poi da un secondo, più beethoveniano ed energico. Il finale
è ricchissimo di inventiva melodica, con il tema principale che compare ben quattro
volte con una conclusione variata.
È uno Schubert brillante, quasi virtuosistico e “alla moda” quello che nemmeno
ventenne compone, nell’agosto 1817, la Sonata n. 4 in la maggiore per violino e pianoforte op. 162, piena di echi mozartiani e beethoveniani e pure ricca di una sua
precisa identità fatta di toni amabili e da un certo gusto popolaresco presente anche in alcuni Lieder del periodo. Anche questo lavoro, come molti altri schubertiani,
fu pubblicato postumo, dall’editore Diabelli nel 1851, e da allora è noto anche come
“Gran Duo” nonostante l’autore non avesse mai pensato a un titolo del genere.
Schubert non si dedicò molto alla sonata per violino e pianoforte, il precedente è
dato da tre “sonatine” composte nel 1816 e di stile mozartiano, ma in questo caso
l’impegno è profuso a piene mani, e la Sonata in la maggiore presenta una scrittura
virtuosistica e un perfetto equilibrio formale.
Nel primo movimento, Allegro moderato, è il violino a regalare un tema spigliato e
cantabile, ma è il pianoforte a sostenerlo con un impulso ritmico costante. Un colore sonoro intenso è la caratteristica dello Scherzo, mentre il seguente Andantino
mostra ancora una volta la maestria schubertiana nel dipingere con le note delicati
intrecci tra violino e pianoforte sull’onda della cantabilità liederistica. Insolito il
finale Allegro vivace, in cui il virtuosismo prevale in entrambi gli strumenti senza
mai intaccare la perfetta forma della Sonata, che mantiene un mirabile equilibrio
pur con un pizzico di sfrenata fantasia.
Domenica 26 febbraio ore 10.30
Mendrisio Sala Musica nel Mendrisiotto (presso Museo d’arte Mendrisio)
Matinée
Capolavori da una Vienna di inizio ‘800
Vadim Tchijik violino
Armine Gasparian-Varvarian pianoforte
Ludwig van Beethoven Sonata in fa maggiore, op. 24 n. 5 “La primavera”
1770-1827
Allegro
Adagio molto espressivo
Scherzo. Allegro molto
Rondò. Allegro ma non troppo
Franz Schubert Sonata in la maggiore op.162, D 574
1797-1828
Allegro moderato
Scherzo. Presto
Andantino
Allegro vivace
Segue degustazione di vini locali
Pianoforte Steinway Gran Concerto messo a disposizione dall’Associazione Mendrisio
“Mario Luzi Poesia del Mondo”, nell’ambito della sezione musicale
dedicata ad Arturo Benedetti Michelangeli, presieduta da Paolo Andrea Mettel.
Accesso difficoltoso ai disabili causa scale.