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Venerdì 20 Gennaio 2017
7
Vietate le casette di legno fai-da-te, chi le ha messe in cortile denunciato per abuso edilizio
I terremotati costretti al gelo
Mentre i moduli promessi dallo Stato sono insufficienti
DI
I
CARLO VALENTINI
l terremotato fai-date: senza casa, perché
distrutta, ma multato,
perché si è costruito un
provvisorio
alloggio di
fortuna per
ripararsi dal
freddo.
Con la casa
ridotta in macerie, la neve
che cade, lo
sciame sismico che continua lui doveva chiedere la
certificazione
di impatto
ambientale
(poiché molte
zone fanno
parte del Parco naturale
dei Monti Sibillini) per
la casetta di
legno che ha
messo in giardino. Senza
autorizzazione sarà colpito
da dure sanzioni e da un
trattamento giuridico come
se il terremotato fosse colpevole di abusivismo edilizio.
La Regione Marche è
inflessibile: «Si invitano
i Comuni interessati dagli
eventi sismici ad attenersi
alla normativa statale in
merito alle soluzioni alloggiative». Una reprimenda ai
sindaci, per altro stressati
dagli eventi sismici e che
alle prese coi problemi dei
loro territori disastrati hanno incominciato a tollerare,
non potendo autorizzare,
che in mancanza dell’arrivo delle promesse case di legno fornite dalla Protezione
civile si potesse far fronte
all’emergenza comprando e
installando nei pressi delle
macerie una propria casetta
di legno.
La Regione però li bacchetta: «Sono attribuite
alle Province – aggiunge la
delibera inviata ai sindaci
e ai presidenti delle Province- le funzioni in materia
urbanistica e in particolare
i poteri di sospensione o demolizione di opere difformi
dal piano regolatore generale e l’annullamento di
concessioni e autorizzazioni comunali. L’esecuzione di
opere edilizie in assenza del
titolo abitativo previsto per
legge configura il reato di
costruzione abusiva».
C’è però chi si ribella, come Gabriele Santamarianova, sindaco di
Serravalle del Chienti, 300
abitanti, parzialmente distrutto e dove vi sono 40
famiglie senza casa. Dice:
«Stiamo preparando un regolamento per il posizionamento delle strutture tem-
abitazione. Non ci stiamo a
una decisione calata dall’alto, non su questo tema».
Maurizio Serafini, un
artista di Macerata che
insieme ad altri ha costituito Epicentro,
associazione che
n o n
s o l o
aiuta i
terremotati
ma si
propo-
poranee, anche perché è la
prima richiesta che i cittadini ci presentano quando
entrano in Comune. Sono
convinto sia giusto, e andremo avanti.
con i miei soldi compro una
casetta di legno e la Regione ora mi chiede di smantellarla o di abbatterla. Anzi
dovrebbero venire gli operai
del Comune, che sono magari anche miei amici, per
farlo. A questo punto credo
che oltre a far incazzare
le persone avrete anche le
amministrazioni comunali
contro. Della serie più si
decide lontano e meno la
politica sta dalla parte dei
cittadini».
In una radura del bosco, tra Amatrice e Accumoli, resiste, con la fami-
Il giorno dopo è arrivato il
tecnico del Comune con l’ordine di sgombro. Lui ha provato a fare presente che si
tratta con evidenza di una
situazione provvisoria, che
il terreno è suo, che gli animali debbono essere accuditi. Niente da fare. Se non
smonterà la casetta sarà
denunciato.
Il bello è che mentre
la Regione si accanisce
contro le casette, il commissario alla ricostruzione,
Vasco Errani, rimborserà
le spese per il loro acquisto.
Lo spiega la Cgil in un documento: «Le temperature glaciali di
queste ultime ore
C’è però chi si ribella, come Gabriele
hanno portato allo
Santamarianova, sindaco di Serravalle
stremo tutti coloro
del Chienti, 300 abitanti, parzialmente
che hanno scelto di
distrutto e dove 40 famiglie sono senza
non abbandonare
la propria terra e il
casa. Dice: «Stiamo preparando un
bestiame, per molti
regolamento per il posizionamento delle
unica fonte di sostrutture temporanee, anche perché è la
stentamento. SemVignetta di Claudio Cadei
prima richiesta dei cittadini al comune.
pre più alto, inoltre,
È giusto, e andremo avanti. Molti hanno
Molti hanno acquistato ne di essere «un
è il numero di cittacasette amovibili. Vanno per c o n t e n i t o r e d i
dini che provvedono
acquistato casette amovibili. Vanno per
la maggiore le casette con cultura che ria dotarsi, a proprie
la maggiore le casette con le ruote, un
le ruote, un boom, dal costo vitalizzerà quespese, di casette di
boom, dal costo di 9.000 euro circa
di 9.000 euro circa. Ce ne s t e a r e e » n o n
legno e/o di stalle per
sono anche a Muccia e Pieve nasconde il suo
ricoverare gli animaTorina. Queste persone non disappunto: «Sta
li. Abbiamo appreso,
solo non hanno più la casa, avvenendo questo: ho la glia, Antonio Guerrini, in queste ultime ore, che il
ma hanno anche speso sol- casa inagibile o crollata, ho un allevatore che non vuole commissario straordinario
di per sistemarsi alla meno un lavoro nel cratere ed ho abbandonare i suoi anima- Vasco Errani ha previsto la
peggio. Figuriamoci se ades- magari anche gli animali, li. Gli è arrivata la casetta possibilità di un rimborso
so le faccio rimuovere o ad- tutta la mia roba è dentro di legno, dono dell’associa- per chi ha sostenuto questi
casa, o forse voglio sempli- zione La Via del Sale On- costi autonomamente».
dirittura demolire.
C’è gente poi che si è ar- cemente restare vicino alla lus. Gliel’hanno montata e
Non sarebbe opportuno
rangiata con questa solu- mia terra, al mio paese, alla hanno effettuato, non senza fare un po’ d’ordine?
zione perché ha paura di mia vita.
problemi, gli allacci. Non ha
Guarda caso ho un giar- fatto in tempo a festeggiadormire in casa, ma vuole
Twitter: @cavalent
restare vicino alla propria dino o uno spazio privato, re questo riparo di fortuna.
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CHE PUÒ RENDERE MOLTO DI PIÙ CHE NON FARLA
La prevenzione dai terremoti non è una spesa ma
è soprattutto un investimento sul piano industriale
DI
L
CARLO PELANDA
’immagine di un’Italia troppo
vulnerabile al rischio sismico, idrogeologico, vulcanico e
di tsunami avrà un impatto
negativo crescente sul marchio territoriale, sugli indici di affidabilità
finanziaria, sugli investimenti e
quindi sul Pil. Finora l’esposizione di
quasi due terzi del territorio italiano
a eventi fisici estremi che possono
eccedere il loro assorbimento senza
danni, non ha avuto conseguenze sui
calcoli di rischiosità economica per la
relativamente bassa, e concentrata
localmente, frequenza degli impatti. Ora l’attività sismica continua
nell’area appenninica sta portando
le attenzioni degli attori economici
a valutare il rischio territoriale, evidenziandone l’estensione.
Il Giappone ha minimizzato
con certa efficacia un problema
simile, attuando grandi programmi
governativi di prevenzione, conside-
rando che l’economia nipponica dipende meno da investimenti e flussi
di turismo esteri di quella italiana. Il
nostro governo sembra voler aspettare la fine dello sciame sismico in atto
che amplifica il rischio percepito, per
procedere con un piano solo selettivo
di prevenzione, sostenibile dalla spesa pubblica. Comprensibile.
Ma il criterio di calibrare la
prevenzione in base ai limiti di
spesa ha un’elevata probabilità di essere controproducente: un prossimo
evento dannoso avrebbe un impatto
simbolico/economico amplificato perché evidenzierebbe un gap costante
di sicurezza sistemica.
Pertanto sarebbe razionale avviare
un maxiprogramma di riduzione totale della vulnerabilità del territorio
in 15-20 anni: se credibile, ridurrà
gli impatti comunicativi di eventuali
emergenze di massa nel frattempo. Il
programma dovrà essere necessariamente sostenuto da spesa pubblica
pur con inserimenti di investimenti
privati in alcuni settori.
Da un lato, una prima stima
del costo, quasi 2,5 trilioni in un
ventennio, ne fa ipotizzare l’infattibilità.
Dall’altro, un’economia di scala per
gli interventi di sicurezza, l’impiego
di nuove tecnologie e formule innovative d’ingegneria delle costruzioni
e delle infrastrutture potranno ridurre di quasi l’80% questa somma.
Inoltre tale programma diventerebbe un megainvestimento prolungato
capace di spingere un boom duraturo
di crescita e darebbe all’industria
italiana un’esperienza tale da renderla competitiva per interventi
nei circa sessanta Paesi con simili
problemi, migliorando in generale il
marchio Italia.
Invito il governo a fare una
simulazione che valuti la prevenzione come un investimento profittevole per il sistema, non come un
costo secco, e a iniziarne a studiare
l’architettura finanziaria
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