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Mercoledì 1° febbraio
l’assemblea dei soci
della Unità srl deciderà
la ricapitalizzazione o la messa
in liquidazione
del nostro quotidiano.
Questo giornale
ha rinunciato
al finanziamento
pubblico
Fondata da
Antonio Gramsci
nel 1924
l
€1,40
Anno 94 n. 10
Domenica, 15 Gennaio 2017
unita.tv
La redazione e il direttore
aspettano una risposta
alla richiesta di un incontro
con il Segretario del partito
di riferimento del giornale
Le lettere dei lettori P. 10
Un Paese più giusto
l Unioni civili, via le discriminazioni. La “madrina” Cirinnà: ora i diritti dei bambini arcobaleno
l Buona scuola: via libera ai nuovi asili nido, regole chiare per le assunzioni dei professori P. 2-3
La domenica
di Walter Veltroni
Lucrezia Ercoli
Rivoluzione
o ritorno?
Mio figlio è gay
E il tuo?
Come
Desdemona
Delia Vaccarello
I
P. 5
Uomini
fragili
Maria Rita Parsi
P. 5
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È
in uscita, in libreria, La
democrazia e i suoi limiti,
un saggio di Sabino
Cassese, certamente una
delle persone più titolate,
per profondità di studi ed
esperienze, a stimolare una riflessione
sul tema. Che è la questione cruciale di
questo tempo confuso. Una rivoluzione,
parola tante volte invocata, è in corso. Ma
la stessa parola rivoluzione ha,
letteralmente, un doppio significato: se
dal punto di vista politico essa
corrisponde al significato di
rivolgimento dell’assetto politico e/o
istituzionale, dal punto di vista
astronomico indica, invece, il tempo che
un astro impiega per tornare nello stesso
posto tra le stelle. Persino la radice
etimologica della parola, ci ricorda la
Treccani, rimanda, dal latino, a un
significato apparentemente
contraddittorio: rivolgimento, ritorno.
Stiamo vivendo, quasi inconsapevoli,
la più grande rivoluzione degli ultimi
cinquant’anni. Stanno mutando
modelli di produzione, la definizione
stessa di classe sociali, la distribuzione
della ricchezza, l’assetto geopolitico del
mondo (si pensi solo alla crisi
dell’Europa). Stanno cambiando ,molto
velocemente, i modi di informarsi, di
sapere, di comunicare, di stabilire
relazioni umane, sentimentali, sessuali.
Il parlamento europeo si prepara ad
approvare un preoccupato documento
sulle implicazioni etiche, giuridiche,
sociali della massiccia e crescente
introduzione della robotica nello
svolgimento di prestazioni fino ad oggi
affidate a funzioni umane. Non siamo a
Blade Runner, certo, ma davvero già
oggi ciascuno di noi potrebbe dire la
frase con la quale inizia il monologo del
replicante nel film di Ridley Scott: «Io ne
ho viste cose che voi umani non potreste
immaginare...». E speriamo di non
dover mai pronunciare la parte finale di
quell’incipit.
L’esito di una rivoluzione di questa
portata è incerto. Essa può portare ad
una società in cui l’essere umano potrà
dispiegare le sue facoltà fino all’estremo,
in cui non esisteranno limiti possibili ai
diritti di vivere la vita in una condizione
di piena libertà individuale e collettiva,
in cui il sapere si diffonderà travolgendo
le barriere sociali e ciascuno vivrà
godendo delle opportunità per far valere
il proprio talento. Può essere, chi ama la
vita e non la morte, la libertà e non la
dittatura, deve lavorare per questo.
Segue pag. 10
Giorni feroci
Ogni tre giorni. Il 2016 è stato un anno violento: ogni tre giorni, una donna è stata uccisa da persone entrate nella loro sfera affettiva. Oltre agli omicidi,
ci sono poi le violenze psichiche, e le ferite indelebili, come accaduto a Gessica (nella foto) e a Ylenia, la ragazza di Messina che difende il suo aggressore.
Staino
Migranti, nuova strage
Firenze, proteste dopo il rogo
Una sfida tra
visione e consenso
L’INTERVISTA
Barbara Pollastrini
V
orrei che oggi la giornata
mondiale del migrante e
del rifugiato non fosse un
semplice rito del
politicamente corretto. Poi per
prima io mi dico che in alcuni Paesi
neppure il rito è di casa e dunque
anche questo simbolo acquista
senso. Per capirlo basta alzare gli
occhi e incrociare una umanità
dolente in fila indiana e avvolta in
coperte per pararsi dal freddo in
attesa di una razione di cibo. E a fare
da contraltare a quella immagine di
sofferenza il premier ungherese che
reclama carceri per i rifugiati.
Segue a pag. 6
eri ho ricevuto molti sms di gioia.
Le unioni civili sono finalmente
legge. Con i decreti attuativi
varati dal consiglio dei ministri l’iter è
arrivato a destinazione. Gioiscono i
diretti interessati ma anche tutti
coloro che hanno a cuore la crescita
culturale e civile del nostro paese.
Finisce l'era della famiglia a una
dimensione, nasce quella delle
famiglie al plurale. Gli sms erano
pieni di ringraziamenti: «Grazie a te e
a persone come te oggi possiamo
festeggiare definitivamente», «Grazie
ai tuoi contributi che non sono mai
mancati e a quelli dell'Unità con liberi
tutti questa giornata storica è giunta».
Per le unioni civili all’Unità abbiamo
condotto una battaglia in prima linea
durata più di 15 anni. Questo giornale
ha dato grande rilevanza al tema del
contrasto ai pregiudizi e al tema dei
diritti. La rubrica “liberi tutti”che ho
scritto e curato, la prima a tema e più
longeva tra i quotidiani, è stata una
meravigliosa avventura e ha creato
uno straordinario rapporto di
affezione con i lettori. «Quando
leggiamo “liberi tutti”non abbiamo
paura», questa la dichiarazione più
bella. Il primo titolo della rubrica
“liberi tutti”che raccontava
l'adolescenza omosessuale dava voce
a un genitore. Diceva: «Mio figlio è
gay, e il tuo?». Tra le righe suggeriva ai
lettori: questo è il traguardo che
vogliamo raggiungere, non più
discriminazioni e nascondimenti di
figli gay e lesbiche, non più imbarazzi
dei loro genitori, non più amori di
serie B. Ieri la promessa di quella
prima pagina si è avverata. Non è
tutto, il primo numero della Unità
che state leggendo ha dato il
paginone centrale al tema delle nozze
egualitarie, mettendo una foto di due
donne unite in matrimonio, dando
voce alla figlia di una coppia di papà
che ha raccontato la sua infanzia.
Una infanzia unica e pur simile a
quella di tante altre. Resta ancora
tanto da fare e lo faremo. Ma dopo
anni di lotte ieri abbiamo
definitivamente vinto la prima
battaglia. Lo diciamo con fierezza ma
anche con intensa commozione. È la
commozione di chi ha speso passione
ed energia nel fare dono di sé
attraverso la professione
giornalistica, scegliendo un tema per
anni molto scomodo, costruendo
pagina dopo pagina ponti di mani
tese tra la società civile e un giornale.
Grazie lettori. Grazie Unità.
Bonajuto:
il Pd riparta
dai territori
Mai così tanti
euroscettici
in Italia
Il sindaco di Ercolano:
riapriamo i circoli nelle
periferie
Zegarelli P. 4
La ricerca Swg per
l’Unità: solo il 38% ha
fiducia nella Ue Risso P. 8
Radar La fotografia di Merisio, l’arte di Tancredi e Mucha e la resistenza del rock progressive in Italia P. 12-15