La signora delle parcelle

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Transcript La signora delle parcelle

Nel giorno di San Francesco il Papa
visita a sorpresa le popolazioni colpite
dal terremoto. A fine mese pronta
la scuola antisismica finanziata da
Unicoop ed Ente Cr di Firenze P. 6
Fondata da
Antonio Gramsci
nel 1924
Questo giornale
ha rinunciato
al finanziamento
pubblico
l
€1,40
Anno 93 n. 263
Mercoledì, 5 Ottobre 2016
unita.tv
La signora delle parcelle
l Muraro rivendica «il pieno sostegno del sindaco Raggi», ma Grillo prova a tirarsene fuori
l Le consulenze dell’assessore si sono moltiplicate con i protagonisti di Mafia Capitale P. 2-3
Caro
amico
ti scrivo
Beppe e Fede
un amore
mai sbocciato
Sergio Staino
Elisabetta Gualmini
Salvatore Vassallo
y(7HD9B7*KKMKKT( +]!#!"!z!,
C
ari amici, compagni e
lettori in genere, ridendo e
scherzando siamo arrivati
al quindicesimo numero de
l’Unità diretto da me. Forse
qualcuno di voi sarà curioso di
sapere come mi ritrovo in questo
ruolo di direttore, necessariamente
più serio e posato di quello del
vignettista. Ebbene vi dirò subito
che mi ci ritrovo benissimo. Dormo
poco la sera, compreso quando è
festa, ma non ho messo
assolutamente sacchi di sabbia
davanti alla finestra, anzi, le finestre
sono ancora più aperte. Non tanto
per vedere che, come ben sapete, su
questo piano ho i miei problemini
ma per sentire, sentire bene le tante
voci che ci circondano.
Naturalmente tra queste seleziono e
porto sul giornale sia quelle più
cattive e pericolose, sia (e forse
soprattutto) quelle più gentili, più
solidali e più attente al futuro degli
umili del pianeta. Sono sommerso
da moltissime testimonianze assai
gratificanti. Testimonianze d’affetto
ma anche di salutare critica.
Testimonianze soprattutto di tanti
semplici lettori o ex lettori che
riconoscono già, bontà loro, un
sostanziale cambiamento del
giornale in senso positivo.
Tantissime le testimonianze e i
consigli di persone a me
sconosciute, di semplici lettori ma
anche di molti dirigenti di base del
nostro PD. Naturalmente il merito di
queste prime risposte positive non è
solo mio e, senza ombra di retorica,
posso affermare di aver trovato una
redazione piena di entusiasmo, di
idee e di voglia di lavorare per
questo giornale che tanto amiamo. A
questi collaboratori vanno aggiunte
le tante nuove firme che abbiamo
portato e porteremo sul giornale,
firme più o meno conosciute ma
tutte di alta qualità. Dovrete
convenire che la scelta che hanno
fatto Matteo Renzi e la proprietà del
giornale è stata davvero coraggiosa,
soprattutto quella di Renzi: ci
conosciamo da anni e ci siamo
conosciuti attraverso una razionale e
reciproca diffidenza accompagnata
però da una istintiva simpatia. La
diffidenza reciproca è felicemente
caduta, non perché abbiamo trovato
una piatta identità di vedute bensì
perché, io credo, pensiamo entrambi
che attraverso questa dialettica
potremo migliorarci a vicenda. È
una bella ambizione, no? Ma vorrei
tanto che questa fosse l'ambizione di
tutti voi. Finiamola di guardare il
compagno in cagnesco solo perché
ha delle idee diverse dalle nostre.
Segue a pag. 11
D
opo aver cercato di fare di
tutto per offuscare la
notizia, nell’ordine:
precipitarsi a Roma con
Casaleggio Jr, convocare uno a uno
come scolaretti i cittadiniparlamentari, parlare con la sindacao-ci-fa-o-ci-è-Virginia-Raggi, la
notizia è scoppiata comunque.
Capitan Pizza, l’emblema della prima
generazione a 5 Stelle, il ragazzo con
la faccia pulita e la erre arrotata così
carina, il sindaco con i modini per
bene del geometra chiamato a
sistemare le stanze della politica e a
montare mensole drittissime, che
urla poco ma parla moltissimo
(mamma mia quanto parla
Pizzarotti…), che va a prendere la
moglie alla stazione e insieme vanno
a fare la spesa, con la nota delle cose
mancanti compilata da tempo, la
normalità fatta persona, sbatte la
porta e manda al diavolo Beppe, le
sue utopie, la Rete, il pianeta Gaia, le
stampanti 3d, i Kindle e gli assorbenti
che non inquinano.
E finisce così la rivoluzione 5 Stelle
nella strana città di Parma, il Comune
da sempre ballerino nelle intenzioni
di voto, che per primo ha abbracciato
il cambiamento promesso dai
cittadini-qualunque alla faccia
dell’orrenda partitocrazia.
Segue a pag. 2
Il silenzio
degli innocenti
Chi si cura
dei bambini?
Luigi Cancrini
Staino
P. 6
Riforme, senza ballottaggio
obbligo di larghe intese
Con l’attuale tripolarismo
le simulazioni dicono che
il Parlamento rischia lo stallo
Se l’obiettivo della legge elettorale è
di consentire ai cittadini di essere arbitri della legislatura e quindi di decidere chi deve governare allora è il
sistema a doppio turno l’unico che
offre questa garanzia in una situazione politica che come quella italiana
si presenta come tripolare. Questo
almeno dicono esperti, studi e simulazioni sulla base degli attuali rapporti di forza fra Pd, 5Stelle e Centrodestra. Gli altri meccanismi infatti
non consentono di avere una maggioranza chiara in Parlamento e
spingono per alleanze più o meno
spurie. A meno che, ovviamente,
non si ricorra a un superpremio come faceva il Porcellum che però proprio per questo è stato bocciato dalla
Corte Costituzionale. Fantozzi P. 4
IL CASO
I periti del Gip
Cucchi ucciso
dall’epilessia
La sorella Ilaria: si
vogliono nascondere
le responsabilità
P. 4
Sofri, Renzi,
la sinistra e il Sì
Roberto Roscani
P
roviamo a incrociare due
ragionamenti, o meglio un
ragionamento (tra i più seri che
io abbia letto da un po’di tempo a
questa parte, quello di Adriano Sofri
sul Foglio di qualche giorno fa,
riportato ieri da l’Unità) e i dati che ci
vengono consegnati dal rilevamento
settimane che sul Corriere della Sera
fa Nando Pagnoncelli. Il dato
generale, secondo Pagnoncelli, è che
il No è al 52 per cento contro il 48 per
cento del Sì.
Andando nel dettaglio scopriamo
che in realtà il No ha lo stesso
numero di supporter di quanti ne
aveva a fine luglio, è il Si ad aver
preso qualche pezzo per strada. Così
gli incerti aumentano di un punto
percentuale e allo stesso modo
crescono quelli che sembrano
orientati a non andare a votare o non
dichiarano le loro intenzioni.
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L’inchiesta: numero chiuso nelle città d’arte? Lo abbiamo chiesto a Settis, Carandini, Christillin e Bonami P. 12-13