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"Lo Schiaccianoci" di Amodio/Luzzati apre la stagione danza
del Teatro Alighieri di Ravenna
Venerdì 13 Gennaio 2017
Sulle familiari note di Pëtr Il'iÄ• ÄŒajkovskij e con le variopinte scene e i costumi di Emanuele Luzzati, Daniele Cipriani
ripropone Lo Schiaccianoci di Amedeo Amodio che inaugura la stagione danza del Teatro Alighieri domani, sabato 14
gennaio alle 20.30 (replica domenica 15 gennaio alle 15.30).
Lo Schiaccianoci italiano più bello, uno dei più interessanti - e senz’altro uno dei più incantevoli - della storia della danza,
arriva all’Alighieri con primi ballerini Anbeta Toromani e Vito Mazzeo (Balletto Nazionale Olandese) e il corpo di ballo e
i solisti della Daniele Cipriani Entertainment. Si tratta di una produzione su grande scala, paragonabile per dimensioni e
qualità solo a quelle dei più importanti teatri lirici: in scena ben 40 artisti (37 ballerini, 2 artisti del teatro d’ombre e un
trampoliere).
La ripresa dello spettacolo coincide con il 10° anniversario della scomparsa di Emanuele Luzzati, che ha fatto risplendere le
scene italiane e internazionali con i colori della sua tavolozza e l’arcobaleno della sua fantasia, nonché con il 200°
anniversario della pubblicazione della novella di E.T.A. Hoffmann da cui deriva la trama del balletto. Se la maggior parte degli
“Schiaccianoci” – a partire dall’originale del coreografo Marius Petipa (San Pietroburgo, 1892) – si rifanno all’adattamento
dello scrittore Alexandre Dumas del racconto, il balletto di Amodio restituisce le ombre e le tinte forti di Hoffmann,
sottolineando il confine labile tra immaginazione e realtà.
In questo Schiaccianoci, creato per Elisabetta Terabust e Vladimir Derevianko da Amodio nel 1989 durante gli anni d’oro di
Aterballetto di cui era allora direttore, lo Schiaccianoci del titolo non è il prodotto di un sortilegio, bensì della fantasia di una
bambina la quale (come tutti i bimbi) gioca e parla coi suoi giocattoli, facendoli vivere nel mondo magico dell’immaginazione,
che è quello della “sua” realtà: uno schiaccianoci può benissimo essere un principe, un’ombra sulla parete può diventare un
drago in quel mondo dove desiderio e paura, sogno e incubo si sovrappongono in continuazione. Una rivisitazione in chiave
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psicologica del balletto normalmente popolato di fate, che lascia tuttavia intatto l’elemento fiabesco poiché nulla vi è di più
magico della fantasia infantile.
Presentato per la prima volta il 6 gennaio 1989 al Teatro Municipale Romolo Valli di Reggio Emilia, lo spettacolo, come
scrisse Vittoria Ottolenghi, rappresenta: “Un ‘classico’ di un ‘classico’: doppio piacere, dunque, e doppio incanto, per uno
Schiaccianoci che è, già in sé, tutto fatto di ambivalenze, doppi e doppioni, duplicati, duetti, dicotomie e duelli. Fino dalle
scene iniziali appare evidente che, accanto alle argute, affettuose visioni di Luzzati, c’è un’altra colonna portante, nello
Schiaccianoci di Amodio: ed è il lavoro, vario e complesso, di proiezioni e di video, a base di silhouette animate.”
Lo Schiaccianoci di Amodio/Luzzati si rivolge a grandi e piccini e s’inserisce nell’ambito dell’impegno personale di Daniele
Cipriani volto a recuperare il repertorio italiano del balletto della seconda metà del ‘900. Questa produzione è una delle sue
colonne portanti, esempio delle vette artistiche toccate quando alla robustezza del pensiero tedesco e all’anima russa che
impregna la partitura, si uniscono l’estro e la fantasia italiani: la coreografia di Amodio, le scene e costumi di Luzzati, le
“ombre” ideate dal Teatro Gioco Vita e qui realizzate della Compagnia teatrale L’Asina sull’Isola, gli inserimenti musicali di
Giuseppe Calì volti a dare risalto all’odore sulfureo che, ogni tanto, s’insinua tra le note di ÄŒajkovskij. Come sottolinea
Cipriani: “Sono felice quando i sogni diventano realtà. Non sopportavo l’idea che un allestimento importante come Lo
Schiaccianoci di Amedeo Amodio/Emanuele Luzzati, fosse da anni nei depositi di Aterballetto, destinato a perdersi: ho avuto il
coraggio di acquistarlo, insieme ad altri allestimenti importanti tra cui la Coppélia di Amodio/Luzzati /Spinatelli, e li ho fatti
ristrutturare e rivivere. Sono lavori che fanno parte della storia del balletto italiano”.
Info e prevendite 0544 249244 – www.teatroalighieri.org
Biglietti: da 8 a 28 euro / Speciale giovani: 5 euro per gli under 14 accompagnati da un adulto; Sconto 50 % sulle tariffe ridotte
per i ragazzi dai 14 ai 18 anni e studenti universitari.
SEMINARIA
Domenica 15 gennaio si terrà inoltre il primo dei tre appuntamenti con “SeminAria” il ciclo di incontri e workshop con i
protagonisti della Stagione di Danza: dalle 11 alle 12.30 sul palcoscenico dell’Alighieri si svolgerà la master class con la
Maître de Ballet Stefania Cosimo e la partecipazione straordinaria di Amedeo Amodio. Il 5 febbraio la classe sarà con la
Compagnie Käfig diretta da Mourad Merzouki, mentre domenica 19 marzo sarà la volta di Marc Galvez e Harry Price della
Compagnia BalletBoyz. La partecipazione all’intero ciclo di SeminAria ha un costo complessivo di 30 euro; l’iscrizione ad un
singolo appuntamento 15 euro; è inoltre possibile partecipare come uditore (iscrizione 5 euro). A chi partecipa all’intero ciclo
di master class sarà anche offerta la possibilità di partecipare ad una prova di W Momix forever.
Info e iscrizioni: Maria Rosaria Valente [email protected] / tel. 0544 249257 – 342 1002345
Cultura, Spettacolo
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