Dura nte ilre gno degl i im pera tori Basi lio e Cost antin o Po rfiri

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Creato da don Alfonso Capuano - da http://www.reginamundi.info/
Questo miracolo ebbe luogo, secondo la
tradizione, nel 982. La sua recita venne redatta
nel 1548 dal protos Serafim, padre spirituale di
San Dionisio di Olimpos.
È veramente giusto proclamare beata te, o Deipara,
che sei beatissima, tutta pura, e Madre del nostro Dio.
Noi magnifichiamo te, che sei più onorabile dei cherubini
e incomparabilmente più gloriosa dei serafini.
Tu, che senza perdere la tua verginità, hai messo al mondo
il Verbo di Dio. Tu, che veramente sei la Madre di Dio.
Quindi l'angelo scomparve, ma malgrado
questo l'icona continuò ancora a lungo ad
irradiare luce. Ascoltando al suo ritorno il
racconto di questa apparizione e vedendo la
placca incisa, l'anziano, convinto che il monaco
straniero altri non era che l'arcangelo Gabriele,
andò a far conoscere il miracolo al protos della
Santa Montagna e agli anziani. Essi inviarono la
placca a Costantinopoli al patriarca (St. Nicholas
Chrysoberges) e all'imperatore, cosicché l'inno
fosse diffuso in tutto il mondo ortodosso, e
trasferirono l'icona, avanti a cui aveva avuto
luogo il miracolo, nella chiesa del Protaton, dove
ella siede da allora, dietro l'altare, come Sovrana,
Igumena e Protettrice della Santa Montagna.
Durante il regno degli imperatori Basilio e
Costantino Porfiriogenito, quando il patriarcato
era affidato a St. Nicholas Chrysoberges (984995) a poca distanza da Karies, capitale del
Monte Athos, in direzione del monastero di
Pantokrator, viveva uno iero-monaco virtuoso e
il suo giovane discepolo. Un sabato sera l'anziano
partì per assistere alla vigilia della celebrazione,
come ogni settimana, nella chiesa del Protaton,
lasciando solo il suo discepolo.
Venuta la sera, un monaco sconosciuto,
bussò alla porta: presentandosi disse di
chiamarsi Gabriele e il discepolo lo accolse per la
notte. Essi si ritrovarono all'alba per cantare gli
uffici dell'orthos nella cappella, giusto di fronte
all'icona della Madre di Dio. Arrivati alla nona
ode del Canone, allorché il discepolo intonò
l'inno "La mia anima magnifica il Signore...", lo
straniero intonò i versi successivi "Perché egli ha
guardato l'umiltà della sua serva...".
Quindi iniziò a cantare qualcosa che il
discepolo non aveva mai sentito cantare prima,
"E' veramente degno proclamarTi, Madre di Dio,
sempre benemerita e tutta immacolata, e Madre
del nostro Dio...". Mentre questo inno veniva
cantato attorno all'icona della Theotokos si formò
un intenso bagliore.
Sorpreso nell'ascoltare questo canto per
la prima volta, il discepolo chiese al suo ospite di
scriverlo e poiché non trovarono la carta, il
monaco incise profondamente e senza difficoltà,
con il suo dito, l'inno su una placca di pietra.
Il discepolo riconobbe da quel gesto che
non aveva di fronte un monaco
ordinario,
ma
l'Arcangelo
Gabriele. Poi l'angelo alzando il
suo sguardo sul discepolo
aggiunse: "A partire da oggi
tutti gli ortodossi canteranno
così l'inno alla Madre di Dio".