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Venerdì 13 Gennaio 2017
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È questo il programma che Silvio Berlusconi ha comunicato agli alti dirigenti di F.Italia
Rallentare, rallentare, rallentare
Sulla riforma elettorale se ne parlerà da metà febbraio
DI
per avviare le discussioni è
da lui fissato al deposito delle motivazioni della decisione
che sarà presa alla Consulta.
Il che vorrebbe dire oltre la
prima settimana di febbraio,
o addirittura oltre la metà
del prossimo mese. Altro che
partire subito dopo l’Epifania,
come aveva progettato il frettoloso segretario del Pd!
Una seconda indicazione riguarda la scelta per
MARCO BERTONCINI
D
alla breve presenza
romana di Silvio Berlusconi sono emersi
chiari gli ordini impartiti agli esponenti forzisti.
Ovviamente, come sempre,
il Cav chiama a sé chi ritiene,
finge di consultarlo ed emana
le disposizioni. Gli organi di
partito sono ignorati, compresi
quelli inesistenti nello statuto
ma creati motu
proprio da lui
(per dirne uno:
il ruolo di consigliere politico,
volgarmente delfino, assegnato a
Giovanni Toti).
Le indicazioni
fornite riguardano sia la predisposizione di
proposte che si
potrebbero dire
sociali (qualcuno
potrebbe paragonarle alle novità
annunciate da
Theresa May
nel programma
dei conservatori), sia la riforma elettorale.
Da quanto si capisce,
quel che soprattutto importa a Berlusconi è rallentare rallentare rallentare. È
ovvio che trovare un’intesa
sulla legge elettorale richieda
tempo; ma il Cav va ben oltre
la melina temuta e detestata
da Matteo Renzi. Il limite
Vignetta di Claudio Cadei
il proporzionale. Né italicum,
né porcellum prima versione,
né mattarellum, né sistema in
uso per i sindaci. Poi, potrebbe
andare bene il sistema tedesco
o quello spagnolo. Ovviamente non si conoscono i contenuti
reali, di là delle semplici etichette. È probabile che non li
conosca lo stesso Berlusconi,
da sempre allergico agli aspet-
ti ritenuti tecnici. Si può,
tuttavia, rilevare come il sistema spagnolo fosse in passato gradito ai cinque stelle
e ben visto fra i democratici.
Il ricorso a circoscrizioni con
pochissimi seggi limiterebbe
la ripartizione dei seggi ai
partiti maggiori (ma Fi è ancora tale, col 12%?) o a quelli
concentrati territorialmente
(l’analogo 12% della Lega sarebbe invece premiato).
Le liste,
vuoi nel
sistema
tedesco
vuoi in
quello spagnolo vuoi
in qualsiasi
altro metodo saltasse
fuori, dovrebbero
avere, per il
Cav, un’unica caratteristica,
di rigore:
escludere il
ricorso alle
preferenze.
Berlusconi le ha sempre detestate, impuntandosi sulla
predeterminazione degli eletti. Che poi i parlamentari da
lui scelti l’abbandonassero
(il caso più clamoroso resta
quello di Angelino Alfano,
ma se ne possono citare a iosa)
non ha scosso la sua ostilità.
Si sente offeso quando (come
succede alle europee, ove le
ERRATA-CORRIGE IN GAZZETTA UFFICIALE
Comunicato relativo al decreto-legge 30 dicembre 2016,
n. 244, recante: «Proroga e definizione di termini.». (Decreto-legge pubblicato nella Gazzetta Ufficiale - Serie generale - n. 304 del 30 dicembre 2016). (17A00234) (GU
Serie Generale n.8 del 11-1-2017)
Nel decreto-legge citato in epigrafe, pubblicato nella sopra indicata Gazzetta Ufficiale, alla
pag. 19, prima colonna, all’art. 13, comma 4, dove è
scritto: «...del decreto-legge 22 ottobre 2016, n. 193,
convertito, con mortificazioni, dalla legge...», leggasi: «...del decreto-legge 22 ottobre 2016, n. 193,
convertito, con modificazioni, dalla legge...».
preferenze sono in uso ininterrottamente dal ’79) sono
eletti personaggi con vasto
seguito ma a lui poco graditi.
Soprattutto soffre se l’elezio-
ne avviene a spese di qualche
protetto che, nonostante il suo
sostegno, non riesca a spuntarla.
© Riproduzione riservata
SCOVATI NELLA RETE
Il benvenuto della Cina a Donald Trump per l’Anno del Gallo
IL PERSONALE DEL CONSIGLIO REGIONALE VESTIRÀ CON L’ABBIGLIAMENTO TRADIZIONALE
Nel Trentino Alto Adige vale l’abito tirolese
Da Trento a Bolzano, capi diversi a seconda del luogo
DI
I
GAETANO COSTA
lederhosen sono i pantaloncini con bretelle tipici della
tradizione sudtirolese. È uno
degli abiti caratteristici della
storia del Trentino Alto Adige e,
presto, potrebbe essere indossato
dal personale della Regione. L’ha
deciso il vicegovernatore e presidente della Provincia autonoma di
Trento, Ugo Rossi, eletto col Partito autonomista trentino tirolese
(Patt) che, oltre ad avere la competenza sulle risorse umane ed
economiche, si occupa anche del
look degli uscieri, dei commessi e
degli agenti tecnici.
Nell’ultima seduta del 2016,
il presidente della Regione e
numero uno della Provincia di
Bolzano, Arno Kompatscher,
anche lui del Patt, ha firmato il
nuovo regolamento sulle «caratteristiche e la disciplina dell’uso del
vestiario per il personale».
In passato, era la Regione a
provvedere al guardaroba degli
impiegati, compresi gli uscieri e
gli autisti, che avevano a disposi-
zione l’uniforme invernale e quel- la quale risulti l’oggetto esatto
la estiva. In tutto, l’ente passava dell’acquisto».
Rossi, da responsabile
ai dipendenti due giacche, quattro
paia di pantaloni, due maglioni, dell’abbigliamento del persocinque camicie, una cintura e set- nale, ha stabilito che i nuovi capi
te paia di calzini. Le donne, inve- dovranno essere «espressione delce, avevano diritto a sedici paia di le specificità regionali». Secondo
l’Adige, potrebbero avere uno stile
calze o di collant.
Con la delibera approvata tirolese e sudtirolese per rimardal Consiglio regionale sono care le tradizioni locali durante
stati effettuati pesanti tagli alle gli incontri istituzionali e le sespese per il vestiario dei dipen- dute in aula. La dotazione futura
denti.
La Regione, d’ora
SCOVATI NELLA RETE
in avanti, metterà
a disposizione del
personale solo «un
buono per due paia
di scarpe, il cui importo verrà stabilito
dall’ufficio economato in base al miglior
prezzo risultante
dal mercato elettronico della pubblica
amministrazione
di Consip. Il buono verrà erogato al
dipendente, previa
presentazione di apposita fattura dal-
potrebbe essere costituita da un
completo che esprima la specificità trentina da indossare nei due
anni e mezzo in cui il Consiglio
regionale si riunisce a Trento e
uno in stile sudtirolese per i due
anni e mezzo in cui si riunisce a
Bolzano.
Secondo la nuova delibera, i
capi dovranno avere una durata
di almeno due anni e l’acquisto
sarà oggetto di consultazione coi
rappresentanti sindacali. Le divise ritenute non più adeguate
all’uso, ma ancora
utilizzabili, verranno
cedute gratuitamente a organizzazioni di
beneficienza. Il personale, inoltre, avrà
l’obbligo di curare la
pulizia e la conservazione del vestiario.
D’ora in avanti, quando i rappresentati politici e istituzionali si
troveranno nei palazzi trentini, troveranno
sulla soglia gli uscieri
in abiti tirolesi.