Continua la lettura - Parrocchia San Francesco

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Maria Santissima Madre di Dio
“Di latte e di chiodi”
Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino,
adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino
era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro
dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel
suo cuore. I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto
quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro.
Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu
messo nome Gesù, come era stato chiamato dall'angelo prima che fosse
concepito nel grembo. (Luca 2,16-21).
Cari amici e care amiche, inizia oggi il 2017. La liturgia della Parola di questo
giorno dedicato a Maria inizia con un bellissimo sorriso, quello Dio
sull’umanità: “Ti benedica il Signore e ti custodisca. Il Signore faccia
risplendere per te il suo volto”. Un volto che splende è un volto che sorride.
Quando si sorride il volto si illumina. In questo giorno Dio ci dona questa
certezza: Lui ha un volto meravigliosamente sorridente, ci benedice…
sempre. Sbagliamo? Lui benedice, infonde coraggio e certezze! Cadiamo e
cediamo al peccato? Lui ci sorride, invita a rialzarci con la delicatezza di una
madre e l’autorità di un padre. E’ bello il Dio di Gesù Cristo.
Il Vangelo è quello di Natale. Quasi a sussurrarci che per entrare nel mistero
dell’Incarnazione l’uomo ha bisogno di sostare, di fermarsi, di entrare di
continuo in quella casa e rimaner senza parole. Il Natale non è facile da
capire, è una lenta conquista. Il vero Natale ci disorienta… per questo
preferiamo altri natali! Difficile credere in un Dio “girato” nelle fasce e messo
nella ruvida paglia. Difficile credere un Dio annunciato ai pastori che vanno
“senza indugio” verso il “quasi nulla”. Eppure "Tutti quelli che udivano si
stupirono delle cose dette loro dai pastori". Difficile credere che Dio entra
nella storia, a tratti barbara, degli uomini e decide di ricominciare dagli ultimi
della fila. Quanta strada abbiamo da percorrere…
L’augurio da scambiare in queste prime ore dell’anno: riscoprire lo stupore
della fede che parte dalla mangiatoia e finisce sulla croce. “Mistero di un Dio
che sa di stelle e di latte, di infinito e di casa” (E. Ronchi), che ha il sapore del
legno e dei chiodi.
Prendiamo Maria come modello che "custodiva tutte queste cose
meditandole nel suo cuore", che salvaguardia come in uno scrigno emozioni
e domande, angeli e stalla, un bambino “caduto da una stella fra le sue
braccia e cerca l’infinito e lo trova nel suo petto” (M. Marcolini).
Auguri a tutti: che il cielo dia forza che faccia crescere la vita, ripartire e
risorgere. Buon inizio di anno.