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ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA
Giovedì 5 Gennaio 2017
Willy Brandt lo definì: «Dieses Scheißblatt» (Questo foglio di merda). La frase è in copertina
Il settimanale Spiegel ha 70 anni
Resta la testata giornalistica più autorevole d’Europa
da Berlino
ROBERTO GIARDINA
«D
ieses Scheißblatt» (Questo
foglio di merda) disse Willy
Brandt nel 1974, e lo Spiegel
mette con orgoglio la frase in
copertina per festeggiare il
compleanno, 70 anni da quel
primo numero apparso il 4
gennaio del 1947, prima ancora che nascesse la Repubblica
federale, e prima della nascita
del Deutsche Mark. Il prezzo
di copertina, un Reichsmark.
Stranamente per il numero
uno si scelse un personaggio
non tedesco, l’ambasciatore
austriaco a Washington, il
Doktor Kleinwächter e il titolino «Con il cappello in mano
innanzi alla Casa Bianca».
L’amato Willy si era indignato per le rivelazioni del settimanale sul suo partito, l’Spd,
i socialisti tedeschi, che avrebbe organizzato una congiura di
palazzo per farlo fuori, come poi
avvenne a causa della spia alla
Cancelleria (era noto da almeno
un anno, a tutti tranne che al
cancelliere Nobel per la pace,
ma la rivelazione avvenne al
momento opportuno).
Lo Spiegel non piaceva
neppure al suo successore, Helmut Schmidt, né a
Gerhard Schröder, e neppure a Helmut Kohl. Ma tutti
sono obbligati a
leggerlo, ieri e oggi.
Un giudizio negativo, da destra e da
sinistra, titolo di
merito per la rivista
che, nonostante tutto, rimane la più autorevole d’Europa. Il
settimanale aveva
appoggiato Brandt,
e la sua Ostpolitik,
però non riteneva
di dover censurare
una notizia sgradevole. Una lezione di
giornalismo.
Lo intervistai in occasione del 40° compleanno della rivista. L’appuntamento era stato
fissato con settimane d’anticipo,
e lo rispettò annunciandomi
ttuttavia che aveva
v un fortissimo
mal
m di denti. La
prima
domanda fu
p
per
p fortuna quella
giusta:
«Quando
g
ha cominciato ad
h
annoiarsi alla guia
da dello Spiegel?»
d
Andammo
a pranzo
A
e chiacchierammo
per
pe tutto il pomeriggio,
gi soprattutto di
cose
co private, quattro
mogli
(poi cinque),
m
e altrettanti figli.
Uno, Jacob, era in
Un
«Dieses Scheißblatt» (Questo foglio
realtà dello scrittore
di merda), così Willy Brandt apostrofò, nel
Rudolf AugMartin Walser, ma
1974, lo Spiegel che adesso pubblica la frase
stein, di famiglia
lo riconobbe senza
in copertina per festeggiare i suoi primi 70
cattolica, ultimo
drammi. Non scrisanni: il primo numero uscì il 4 gennaio 1947
di sette fratelli, a 24
si tutto, perché una
anni ancora da comconversazione privapiere, ottenne la licenza dagli me con alcuni redattori. Uno ta non è un’intervista, lui si fidò,
occupanti inglesi per il nuovo scandalo mondiale, e Augstein e io sono un cattivo giornalista,
settimanale. Liberale ma alla fu liberato dopo 103 giorni. Nel che rispetta la parola data. Augtedesca, trasformò Der Spiegel ’72 fu eletto deputato per l’Fdp, stein morì nel 2002, con lungi(Lo Specchio), in un cane da il piccolo partito liberale, dopo miranza lasciò la metà delle
guardia della giovane demo- un anno si dimise perché scoprì azioni dello Spiegel, più una,
crazia nata dal III Reich, in un che in parlamento svolgeva un ai suoi redattori. I giornalisti
paese in rovina, al di sopra di lavoro inutile.
possono mettere il veto a ogni
ogni partito. Nel 1962, a causa delle rivelazioni sui piani
di riarmo del ministro della
difesa, Franz Josef Strauss,
Augstein finì in galera, insie-
AVVIENE IN ESTONIA CHE PERÒ HA INTRODOTTO LE MISURAZIONI DIGITALI
scelta del direttore e dell’amministrazione, così sono riusciti a
salvarsi più di una volta.
Per decenni, la lettura
dello Spiegel è stata obbligatoria per chi si occupa dei fatti
tedeschi. Ora sempre meno,
peccato. Calano le copie, dal
record di un milione e 125 mila
del 2001, a 800 mila più o meno,
diminuiscono i lettori e la pubblicità, quest’anno per la prima
volta verranno mandati via una
trentina di redattori. Una storica riduzione di personale, sia
pure concordata. I giornalisti
si battono contro il tentativo di
unire redazione cartacea con
quella online, vogliono tutelare privilegi o difendere il loro
vecchio mestiere? Diverse scelte degli ultimi direttori si sono
rivelate sbagliate. Da quando è
direttore Klaus Brinkbäumer,
dall’inizio del 2015, le vendite
sono calate di oltre il 10%, in 27
mila non hanno rinnovato l’abbonamento. Augstein sapeva il
perché: quando noi giornalisti
cominciamo a preoccuparci della tiratura, mi disse, si perdono
i lettori. Un foglio di merda non
può piacere a tutti, ma viene
comprato se rimane fedele a se
stesso.
STANDING OVATION PER LA SUA OPERA
Lo strano caso dell’isola di Saaremaa
Compositrice inglese,
che cresce di oltre mille ettari l’anno 11 anni, debutta a Vienna
DI
L
MAICOL MERCURIALI
e mappe catastali sarebbero da revisionare ogni anno, i confini del paese
da rivedere, la lunghezza delle coste
da ricalcolare. Saaremaa, la più grande isola dell’Estonia, guadagna terreno anno
dopo anno: nel 2016 si sarebbe ingrandita di
circa mille ettari, più o meno 1.400 campi da
calcio. Il motivo? Da una parte il mare che si
ritira e dall’altra sistemi di misurazione più
efficaci: se in precedenza la locale Agenzia del
territorio si basava su vecchie rilevazioni cartacee, con l’introduzione delle mappe satellitari e le nuove misurazioni
digitali tutto diventa più
preciso.
Insomma, se si prende in mano una mappa aggiornata al 2012, per esempio, e si va
nel punto lì indicato dove la terra dovrebbe
incontrare l’acqua, invece di bagnarsi i piedi
nel mare si potrebbe tranquillamente correre
nel bel mezzo di un prato.
Quello di Saaremaa è un caso estremo, ma l’Estonia vanta oltre 1.500 tra isole
e isolotti, e anche le coste continentali che si
affacciano sul mar Baltico sono piuttosto dinamiche. Aren ricorda che nel 2014, quando
si realizzò un calcolo preciso della superficie terrestre estone, si scoprì come il paese
avesse guadagnato 112
chilometri quadrati rispetto alla rilevazione
precedente.
Ma il costante cambiamento delle coste
Ma qual è la lunestoni e della principale
ghezza delle coste
isola della più piccola
estoni? I media di
repubblica baltica, incuTallinn ci ridono su: seriosiscono anche i media
condo il World Factbook
nazionali. «Saaremaa è
della Cia le coste della
Un’immagine
dell’isola
di
Saaremaa,
cresciuta di mille ettari
repubblica baltica si svila
più
grande
dell’Estonia
nel 2016», titolava quallupperebbero per 3.794
che giorno fa il sito interchilometri, mentre per
net di Err, Eesti Rahvusringhääling, l’azienda il World Resources Institute sarebbero ben
radiotelevisiva pubblica, l’equivalente della più corte: 2.956 km. Tutto dipende dal tipo
nostra Rai.
di misurazione che viene fatta e dai punti di
riferimento presi: le coste estoni, infatti, sono
L’emittente estone ha intervistato Ma- piuttosto frastagliate e, come testimoniano
riliis Aren, a capo del dipartimento di geoin- quelle dell’isola di Saaremaa, anche decisaformatica dell’Agenzia del territorio. L’esperta mente dinamiche e mutevoli. Una precisa miha spiegato che l’isola di Saaremaa ha guada- surazione diventa un compito arduo anche per
gnato circa 5 mila ettari nel corso degli ultimi le moderne tecnologie.
quattro anni.
© Riproduzione riservata
A
lma Deutscher, inglese di 11 anni, violinista, pianista
e compositrice prodigio, è stata paragonata a Mozart
dopo che la sua opera ha debuttato a Vienna guadagnandosi una standing ovation. La teenager vive nel
Surrey con i genitori ed era già una violinista e pianista di
fama mondiale ancor prima del suo debutto come compositrice, in Austria. Nella sua opera, Alma ha rivisitato la favola di
Cenerentola ambientandola in un teatro d’opera governato da
una matrigna cattiva, dove Cenerentola è una compositrice
che assomiglia ad Alma e il principe non cerca la principessa
che ha perso la scarpetta, ma che ha scritto la melodia. È
il suo lavoro più
ambizioso: dura
2 ore e mezzo e
la musica scorre
su 237 pagine.
Ha scritto la sua
prima sonata per
pianoforte a sei
anni, e una breve
opera basata sulla storia di Neil
Gaiman quando
ne aveva sette.
Alma Deutscher
In Cenerentola
suona interludi al pianoforte e violino.
Alma, figlia di una studiosa di organo a Oxford e di un flautista dilettante, ha raccontato a The Guardian che la maggior
parte delle volte l’ispirazione musicale le arriva mentre sta
pensando o facendo altro. Un bel po’ di melodie si sono formate nella sua testa mentre stava saltando con la corda, ha
raccontato al programma inglese Today di Radio 4.
C’è chi l’ha paragonata a Mozart di questa generazione, ma
Alma non si è dimostrata particolarmente interessata: «Io
amo Mozart», ha detto, «ma non mi piace quando mi chiamano
piccola Mozart perché non mi piace essere chiamata piccola e
inoltre se riscrivessi qualcosa come Mozart sarebbe noioso».
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