Banche, gli esodi costano 2,5 mld

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Giovedì 5 Gennaio 2017
PRIMO PIANO
È QUANTO GLI ISTITUTI DEVONO PAGARE PER ADOTTARE I TAGLI DI PERSONALE CONCORDATI
Banche, gli esodi costano 2,5 mld
L’importo, calcolato da First Cisl per MF-Milano Finanza,
riguarda i 13 mila esuberi definiti nel 2016 e quelli che
verranno probabilmente fissati dalle trattative in corso
di Claudia Cervini
O
ltre 2 miliardi di euro.
È questo il conto, salato, che le banche sono
tenute a pagare per sostenere le uscite di personale
in base agli accordi già siglati
nel 2016 e a quelli in fase di
sottoscrizione. La stima è stata
realizzata per MF-Milano Finanza dalla First Cisl, importante sindacato del settore del
credito italiano. Più nel dettaglio, secondo lo studio, i 13
mila esuberi definiti nel 2016
costano fra 1,6 e 2 miliardi,
cifra che potrebbe salire a 2,5
miliardi di euro con gli accordi di inizio anno.
Le ragioni che spingono gli
istituti a questa dieta sono più
d’una. L’avvento delle nuove
tecnologie impone, come noto, un diverso modello distributivo. Non solo; una raccolta
compressa dalla crisi finanziaria, un modello ipertrofico
ereditato dagli anni ‘90 e il
consolidamento avviato dalla
riforma delle banche popolari,
contribuiscono ad amplificare
il fenomeno. La ricerca della
redditività, oggi sempre più
difficile, spinge poi le banche
a un progressivo contenimento dei costi. Ma, secondo il
sindacato, rottamare i bancari non può essere la risposta
adeguata. «L’ossessivo ricorso alla riduzione del personale
non è privo di costi immediati», osserva Giulio Romani,
segretario generale di First
Cisl, commentando i dati della ricerca. «In più, tali oneri
sono spesso incompatibili
con la situazione economica
delle banche, che quindi si
rivalgono ulteriormente sulla
retribuzione dei dipendenti rimasti innescando in tal modo
una spirale negativa».
Il fenomeno della ristrutturazione aziendale in banca è
sempre più sentito. E non potrebbe essere altrimenti, visti
i numeri che riguardano gli
esodi di personale. Per effetto
degli accordi sottoscritti nel
corso del 2016, come accennato, in Italia 13 mila bancari
sono destinati a lasciare il lavoro nei prossimi anni (si veda
tabella in pagina): quasi metà
delle nuove uscite sono state
oggetto di intese raggiunte nel
solo mese di dicembre. Tale
fiumana si aggiunge ad altri
esodi in corso per effetto di accordi precedenti. Ci sono poi
3.900 nuovi esuberi previsti
dal piano industriale di Unicredit, approvato a dicembre
2016 ma oggetto di trattativa
sindacale a partire dalle prossime settimane. Se da un lato
Ghizzoni si dà alla consulenza con Filedo
di Andrea Giacobino
Ghizzoni riparte dalla consulenza. Qualche giorno priFe laederico
ma di Natale infatti l’ex amministratore delegato di Unicredit
moglie Monica Cornacchia si sono presentati a Milano nello
studio del notaio Franco Maccarini dove hanno costituito la Filedo srl. La newco, il cui capitale di partenza di 10 mila euro è
egualmente ripartito tra il manager piacentino e la consorte, ha un
oggetto sociale tipico di advisory finanziaria. Tra le attività, infatti,
c’è «la consulenza relativamente a prodotti di finanza di impresa,
la consulenza sulle tipologie di credito agevolato, la scelta dei
prodotti assicurativi per la copertura dei rischi su crediti commerciali», ma anche la consulenza direzionale, l’individuazione
di primari fondi di private equity e «la selezione e acquisizione
di brand sinergici che consentano di ottenere economie di scala
anche attraverso operazioni di leverage buyout». Ghizzoni è l’amministratore unico di Filedo. (riproduzione riservata)
ANDAMENTO DEL PERSONALE NELLE BANCHE
Previsioni di uscita, aggiornati a dicembre 2016
Piano industriale Personale previsto in
di riferimento al: uscita nei prossimi anni
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Carige
Monte Paschi di Siena
Banca Nazionale del Lavoro
B. Popolare Emilia Romagna
B. Popolare di Vicenza
Unicredit
UBI
Banca Popolare di Milano e B.P.
Credite Agricole
Veneto Banca
Banca Popolare Pugliese
TOTALE
2019
2018
2018
2017
2020
2019
2019
2019
2019
2018
500
2.900
780
800
230
9.400
2.750
1.800
300
100
80
19.640
E’ possibile che l’accentuarsi di dinamiche congiunturali od il verificarsi di fatti imprevisti
possano ancora incidere sul dimensionamento futuro. L’uscita di personale di caso in caso
può contemplare l’utilizzo dell’ammortizzatore sociale di settore: il Fondo di Solidarietà del
settore credito. Da considerare che ci sono comunque, nel settore, aziende che hanno
previsto nuove assunzioni, come ad esempio Banca Intesa, Ubi, Banca Popolare Pugliese,
Banco Popolare BPM, Bnl.
Fonte Ufficio Studi First Cisl/as
GRAFICA MF-MILANO FINANZA
alcuni accordi aziendali prevedono anche nuovi ingressi,
dall’altro lato in alcune realtà
si è individuato nel blocco del
turnover un ulteriore strumento di progressivo contenimento degli organici.
Nell’ambito di questo quadro la
domanda-chiave è: quanto sono onerose queste uscite per le
banche, le quali tra l’altro sono
già alle prese con un momento
di mercato molto complicato?
Avere un dato esatto in proposito è pressoché impossibile,
in quanto il costo di queste
PIATTAFORMA DISTRIBUTIVA CONTROLLATA DA INTESA
Allfunds, vendita vicina
di Elena Filippi
13 gennaio scadrà il termine per la presentazione delle manifestazioni di interesse, che finora
sarebbero già 18. In seguito sarà messo a dispoa vendita di Allfunds potrebbe chiudersi en- sizione un altro po’ di tempo per la formulatro gennaio. Lo ha riferito ieri il sito finan- zione di offerte più precise, ma la short list dei
ziario spagnolo Cinco Dias, sottolineando candidati non dovrebbe farsi attendere troppo.
che gli azionisti della piattaL’elenco dei candidati all’acquisto dovrebbe infatti essere
forma distributiva di prodotti
reso noto entro l’ultima settidi asset management rivolta a
mana di gennaio. Tra candidainvestitori istituzionali sperano
di ottenere dalla cessione un
ti più accreditati ci sono Bain
Capital, Advent e Hellman &
incasso intorno ai 2 miliardi di
Friedman. Altri nomi noti preeuro. Nel capitale di Allfunds
senti sul dossier sono Cinven,
figurano Intesa Sanpaolo con
una quota del 50%, Banco
Permira e Bc Partners.
Santander, Warburg Pincus e
Intanto va segnalato che sul
fronte borsistico il titolo Intesa
General Atlantic.
Sanpaolo ieri a Piazza Affari
Secondo quanto riportato dal
ha terminato le contrattaziosito finanziario spagnolo, il
ni in rialzo dell’1,2% a 2,534
closing dell’operazione dovrebbe avvenire entro fine
euro per azione. Nel frattemCarlo Messina
po è scattato il collocamento
mese, a meno che «non sodel bond perpetuo additional
praggiungano sorprese dell’ultima ora o che gli azionisti della società non Tier1, callable dopo il decimo anno, annunritengano insufficiente l’importo dell’offerta». ciato ieri dallo stesso gruppo bancario guidato
Nel dettaglio, nel caso di un importo non sod- dall’amministratore delegato Carlo Messina:
disfacente per Allfunds si aprirebbe la strada come riferito dal servizio Ifr di Thomson Reudel collocamento in borsa, come anticipato ters, ha registrato ordini per oltre 4 miliardi.
dal Santander lo scorso 16 novembre. Tuttavia L’obbligazione sarà da 1,25 miliardi di euro
l’intero processo di compravendita è entrato con un rendimento al 7,75%. L’emissione ha
ormai in fase avanzata, cosa che rende l’ipotesi un rating atteso Ba3 da parte di Moody’s, B+
di un listing poco probabile.
da Standard & Poor’s, BB- da Fitch e BB da
Alcune fonti hanno comunicato che il prossimo Dbrs. (riproduzione riservata)
L
uscite è correlato a una serie
piuttosto ampia di variabili (età
anagrafica, anzianità di servizio, inquadramento, periodo
di permanenza nel fondo di
solidarietà di settore, incentivi
eccetera). Tuttavia con le pattuizioni che si andranno a sottoscrivere nei primissimi mesi
del 2017 l’importo potrebbe
arrivare a sfiorare, come detto,
i 2,5 miliardi di euro (cifra che
comprende anche gli esodi previsti da Unicredit). Se l’importo compreso tra 1,6 e 2 miliardi
di euro per sostenere le uscite
definite dagli accordi 2016 (la
forchetta si spiega con eventuali effetti di trascinamento
di vecchi accordi precedenti,
probabili ma non noti al sindacato) va a impattare già sui
bilanci 2016 sotto forma anche
di accantonamenti, il resto peserà sui bilanci 2017.
La gran parte degli oneri transita attraverso il Fondo di Solidarietà di settore, le prestazioni
della cui sezione straordinaria,
ossia quella cui si fa ricorso in
caso di esodi, sono a carico
della banca, ma occorre tener
conto del fatto che in vari casi
concorrono alla riduzione del
costo del lavoro anche i dipendenti in servizio, principalmente attraverso la pattuizione di
giornate di solidarietà.
«Si tratta di una spirale negativa che finisce da un lato con il
diminuire il servizio alla clientela e dall’altro con il peggiorare la qualità della vita lavorativa», spiega Romani. «Meglio
sarebbe, per le banche e per il
Paese, se i soldi spesi per gli
esuberi venissero investiti in
formazione e specializzazione del personale nei servizi di
consulenza ad alto valore aggiunto, di cui famiglie e imprese hanno parecchio bisogno».
(riproduzione riservata)
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