Monastero di Bose - Fine anno con i giovani 2017

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Ospitalità
Fine anno con i giovani 2017
Un mondo di parole
Un mondo di parole, un mondo in cui siamo oberati di parole, schiacciati da informazioni e storditi da esse. Ma è davvero
solo così, oppure dietro a questi rumori poco articolati e indifferenziati ci sono ancora parole cariche di significato che
aspettano di riemergere?
Per riflettere su questo tema ci hanno raggiunto un centinaio di giovani da tutta Italia e non solo, che hanno partecipato
agli incontri organizzati per loro e hanno vissuto con noi i momenti della preghiera e del pasto e insieme abbiamo
aspettato l'anno nuovo.
Il primo incontro è stato affidato alle parole sapienti di Emilio Isgrò, tra i migliori artisti d'arte contemporanea italiani, che
ha dedicato la sua vita alla parola, all'inizio come giornalista, poi come poeta ermetico e infine come “cancellatore”. Interi
libri che hanno segnato la storia della letteratura e della politica italiana cancellati con pennellate di nero; questo fa
riflettere, invita chi guarda a farsi delle domande, dice l'artista. Questo è il ruolo dell'arte, una responsabilità a cui non
può abdicare. Consapevole dei privilegi che l'essere un artista garantisce, l'artista si impegna a dare senso alla sua
opera d'arte, a non creare falsità: perché un'opera d'arte falsa a lungo andare crea una società falsa. L'artista deve
piacere al pubblico, ma non deve compiacere. Isgrò ha cancellato l'intera enciclopedia Treccani, lo scrigno del sapere
codificato della cultura italiana, e questo perché? Per dire che c'è di più, per insinuare un dubbio che è portatore di vita
nell'edificio del sapere costituito, per provocare e fare riflette chi guarda la sua opera. Cancella per dare valore ad una
parola che altrimenti si perderebbe nel flusso incontrollato di comunicazione e informazione che ci circonda.
“Credete sempre nella gentilezza dell'uomo. Lottate con gentilezza ma lottate” Questo è il messaggio che Emilio Isgrò ha
lasciato ai giovani, i quali non hanno esitato ad intervenire e reagire alle provocazioni dell'artista.
I successivi incontri sono stati tenuti da Luciano Manicardi e introdotti da una breve presentazione di una opera d’arte a
cura di Elia che hanno guidato i ragazzi attraverso un percorso dalla parola dell'uomo alla parola di Dio, passando per le
distorsioni della parola, il significato di scrivere e soprattutto dello scrivere di sé, fino all'intrinseco potere curativo della
parola. Mentiamo e curiamo, facciamo del male, e creiamo uno spazio di accoglienza tutto questo con le parole, a volte
dette, a volte taciute. Tra i diversi incontri Luciano ha proposto la visione di un film “la vita segreta delle parole”che bene
faceva intendere il potere di portare alla luce che ha la parola. La protagonista, una ragazza vittima di numerose violenze
durante la guerra dei Balcani, conduce una vita del tutto silenziosa, quasi muta, sopraffatta dalla vergogna per essere
sopravvissuta e dal dolore per aver dovuto sopportare una violenza quasi impossibile da immaginare. Anna, così si
chiama, attraverso l'incontro con un uomo di cui deve prendersi cura come infermiera per la prima volta riesce a
raccontare l'abominio che le è accaduto, fatti che erano persi dentro la sua memoria e le paralizzavano il cuore; crimini e
violenze che molti avrebbero ignorato se qualcuno non avesse avuto il coraggio di raccontare. Impossibili da
immaginare, e da riprodurre attraverso scene cinematografiche, ma che sotto il potere della parola prendono forma,
vengono visti in verità.
Parola e silenzio, racconto e ascolto, menzogna e verità, denuncia e accoglienza, lotta e gentilezza. Tutto sta in un
delicato equilibrio che è un mestiere, quasi un'arte della parola e del vivere. Tutto sta nel costruirsi passo dopo passo,
come un artigiano paziente, dando peso, il giusto peso, alle parole che ascoltiamo e diciamo, sapendo che non finisce lì,
ma che dietro c'è il mondo che queste parole dicono.
Le foto scattate dai giovani ospiti dal 27 dicembre 2016 al 1 gennaio 2017.
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