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MILANO FINANZA
BORSE 2015
6
2 Gennaio 2016
Nel 2015 Milano è stata la migliore tra le borse del G8 con un rialzo del 12,7%
Anche nel 2016 i mercati europei dovrebbero andare meglio di Wall Street. Ma occhio
alle incognite legati ai bail-in bancari e agli effetti negativi del crollo del prezzo del petrolio
BILANCI
Piazza Affari al top
Tanto c’è il Quantitative
easing della Bce a fare da
rete di protezione.
Non a caso è
stato esteso fino a
mar-
di Marcello Bussi
N
el 2015 Piazza
Affari ha battuto
le borse degli altri
Paesi del G8, registrando nel corso
dell’anno appena trascorso un
guadagno del 12,7% con punte
di eccellenza per il segmento
Star e per quello Mid Cap che
hanno incassato quasi il 40%.
Si tratta del quarto anno consecutivo in positivo, che ha
portato il rialzo da inizio 2012
al 44%. Considerando anche i
mercati di seconda fascia, le
piazze migliori sono state invece Budapest (+44,1%) e
Buenos Aires (+36,3%). A dare una direzione ai mercati (o
a fargliela smarrire) sono stati
gli annunci, le mosse e le indecisioni della Federal Reserve e
della Banca Centrale Europea.
Ancora una volta la Grecia ha
rischiato di mandare a gambe all’aria l’euro, ma dopo un
concitato inizio d’estate il caso
è stato quasi risolto o, meglio,
accantonato. Le sorprese sono
arrivate dalla lunga caduta dei
prezzi del petrolio, che all’inizio
dell’anno nessuno si aspettava
così forte, e dai timori suscitati a luglio dalla decisione della
autorità cinesi di sostenere il
mercato azionario con massicci
acquisti dello Stato e di svalutare lo yuan, mosse che hanno
fatto temere un atterraggio
duro della seconda economia
mondiale. Così poi non è stato,
almeno secondo le statistiche ufficiali, e anche queste
preoccupazioni sono state accantonate. Altro fulmine a ciel
sereno è stato lo scandalo che
ha colpito il colosso automobilistico tedesco Volkswagen,
reo di avere contraffatto i
dati sulle emissioni dei suoi
Indice Ftse Mib
2 gennaio 2015
19.011,96
motori diesel
negli Stati
Uniti per
aggirare
gli standard
ambientali. Sul fronte
societario, in
Italia è stato
l’anno di Fca:
il gruppo guidato da Sergio
Marchionne
ha proseguito
Mario Draghi
il suo processo di trasformazione, culminato con il debutto a
Wall Street di Ferrari, con la
separazione dalla casa madre
e con la prossima quotazione
della Rossa a Piazza Affari, in
agenda per lunedì 4 gennaio. Se il 2015 ha segnato
la definitiva internazionalizzazione di Fca, è
stato anche l’anno in
cui un altro gruppo
che ha fatto la storia
dell’industria italiana, ossia Pirelli,
è diventato cinese.
Stessa sorte per
Italcementi della
famiglia Pesenti,
il cui primo socio
è ora il gruppo tedesco
Heidelberg.
A dicembre
c’è stato poi il
bail-in di quattro banche (Banca
Marche, Banca
Etruria, CariFerrara
e CariChieti) con
l’azzeramento delle obbligazioni subordinate che ha
colpito duramente molti piccoli risparmiatori. Sicuramente
all’inizio del 2016, con l’entrata in vigore del bail-in europeo,
tutti gli occhi saranno puntati sulle banche. Se non si terrà
il referendum sull’uscita del
Regno Unito dall’Ue (c’è tempo
fino alla fine del 2017 per andare alle urne), sul fronte della
tenuta dell’euro il nuovo anno
dovrebbe essere relativamente
tranquillo, interlocutorio in attesa del fatidico 2017, quando
le elezioni politiche in Francia
e in Germania potrebbero cambiare tutto, specie se all’Eliseo
dovesse entrare Marine Le Pen.
zo 2017,
con la possibilità di
prolungarlo
ulteriormente se per quella d a t a n o n
fosse stato ancora raggiunto
l’obiettivo di un’inflazione di
poco inferiore al 2%. L’unica
ignota resta ancora la Grecia,
che proprio all’inizio del 2016
dovrà attuare l’ennesima riforma delle pensioni voluta dall’ex
Troika. La situazione potrebbe
quindi tornare a farsi tesa e bisogna ricordare che il ministro
delle Finanze tedesco Wolfgang
Schaeuble continua ad accarezzare l’idea di cacciare Atene
dall’euro nella logica del «colpirne uno per educarne cento»:
secondo l’arcigno custode dei
conti pubblici tedeschi, infatti, gli elettori degli altri Paesi
attratti dai partiti cosiddetti
populisti cambierebbero idea
dopo aver visto la misera fine
della Grecia privata dell’euro. E anche nel mondo della
finanza c’è chi la pensa come
Schaeuble. Una volta superato o aggirato l’ostacolo Grecia,
l’attenzione dei mercati sarà concentrata
sulle mosse della
Fed (ci saranno
anche
le elezioni
presidenziali,
m a
se alla Casa
Bianca
non ent r e r à
Donald Trump
l’impatto sui
mercati sarà
nullo), che a dicembre ha abbandonato la
politica dei tassi zero avviata
nel dicembre 2008 aumentando il costo del denaro per la
prima volta dal 2006. La presidentessa Janet Yellen ha
detto chiaramente che per i
prossimi rialzi non ci sarà un
percorso prestabilito, ma si
analizzeranno volta per volta i dati macroeconomici. Ciò
induce a pensare che l’incertezza sulle prossime mosse della
Fed aumenterà la volatilità dei
mercati. Basti pensare a quanto successo tra luglio e ottobre
scorsi, quando si attendeva il
rialzo dei tassi a settembre, poi
rinviato a causa dei timori sullo stato di salute dell’economia
LE MIGLIORI PERFORMANCE 2015 DELLE AZIONI MF ITALY E EUROSTOXX 50
MF ITALY AZIONI ORDINARIE
Dati aggiornati al 30 dicembre 2015
◆ Mondo TV
◆ PanariaGroup
◆ Digital Bros
◆ Delclima
◆ Italmobiliare
◆ Fidia
◆ Saras
◆ Saes Getters
◆ B Ifis
◆ Basicnet
◆ Italcementi
◆ Reply
◆ Anima Holding
◆ Yoox Net-a-Porter Group
◆ Recordati
◆ De'Longhi
◆ Datalogic
◆ Cerved Information Sol
◆ Moleskine
◆ Biesse
GRAFICA MF-MILANO FINANZA
Quotazione
5,98
3,52
7,43
4,51
42,1
6,38
1,78
12,91
28,83
4,85
10,25
125,9
8,02
34,55
24,09
27,67
16,4
7,7
1,7
15,92
Variazione %
258,2
181,6
132,9
127,1
123,9
120,3
113,9
111,5
110,6
110,0
107,5
106,7
92,6
87,8
87,5
84,8
84,3
76,2
70,6
70,1
AZIONI EUROSTOXX 50
Dati aggiornati al 30 dicembre 2015
◆ Airbus Group
◆ Fresenius
◆ In De Diseno Text.
◆ Axa
◆ Vinci
◆ Essilor
◆ Intesa Sanpaolo
◆ Safran
◆ Deutsche Telekom
◆ Sap
◆ Unilever
◆ Anheuser-Busch
◆ Societe Generale
◆ Allianz
◆ Iberdrola
◆ Ing Groep
◆ Danone
◆ Saint-Gobain
◆ Oreal
◆ Daimler
Quotazione
62,6
66,0
32,0
25,3
59,5
116,3
3,1
63,8
16,7
73,4
40,5
115,8
42,8
163,6
6,6
12,6
63,0
40,2
157,4
77,6
Variazione %
52,86
52,85
34,92
32,26
31,42
28,10
27,50
26,44
25,96
25,95
25,46
24,95
22,89
19,08
17,70
17,13
16,74
14,91
13,90
12,48
MILANO FINANZA
2 Gennaio 2016
cinese. Per evitare spiacevoli scossoni è sperabile che la
Yellen affini le proprie capacità comunicative. Su questo
fronte, tra l’altro, negli ultimi
mesi si è appannata la stella
di Mario Draghi, che con certe
dichiarazioni aveva suscitato
aspettative eccessive sul Qe
2.0, poi rivelatosi meno super
di quanto speravano i mercati.
Il 2016 si preannuncia quindi
più complicato del 2015, anche
perché il calo del prezzo del petrolio sembra non avere fine,
con tutte le conseguenze negative sugli utili
delle società del
settore e sul
rischio bancarotta di alcuni
Paesi produttori. Non
per niente
MarketWatch
ha segnalato tra
i possibili cigni
neri del nuovo
anno la pace in
Siria, che potrebbe fare precipitare
i prezzi del greggio a 10 dollari
al barile. Un calo
di questa portata
potrebbe inoltre
costringere qualche fondo sovrano
a disfarsi di buona parte dei propri
asset, deprimendo i mercati con
un’ondata di vendite. Uno dei temi
principali del 2016
sarà questo: nei
Paesi del G8 i benefici legati al
basso prezzo del
petrolio saranno
superiori ai danni causati ai Paesi
Yoox Net-a-porter è stata la regina del MF Italy 40
(+88%), Mps la peggiore (-35%). Intesa massima
capitalizzazione e la più scambiata per controvalore
Piazza Affari
produttori? Un esempio per essere chiari: che impatto avrà
un’Arabia Saudita in crisi sul
settore dei beni di lusso? Un
altro cigno nero, sempre secondo MarketWatch, sarebbero le
dimissioni di Draghi dalla presidenza della Bce o per andare
a Palazzo Chigi nel tentativo di
salvare l’Italia in caso di caduta del governo Renzi oppure per
prendere il posto di Christine
Lagarde, il cui mandato scadrà l’estate prossima, alla
guida del Fondo Monetario
Internazionale. Al ti-
* Quotato dal 27/10/2015
mone dell’Eurotower andrebbe
il presidente della Bundesbank,
Jens Weidmann o comunque un
suo fedelissimo e ciò segnerebbe
inevitabilmente il riacutizzarsi dell’eurocrisi. Detto questo,
la maggioranza degli investitori ritiene che anche nel 2016
le borse europee
andranno meglio
delle altre, soprattutto per merito del
Qe. Secondo Jp Morgan,
per esempio, «l’Eurozona continuerà a evidenziare una solida
crescita degli utili nel 2016», facendo meglio dell’America «per il
secondo anno consecutivo». E le
prospettive migliori sono quelle
dell’Italia e della Germania. Per
quanto riguarda l’Italia, ci sono
tutte le condizioni favorevoli per
un’accelerazione della ripresa:
prezzi dell’energia bassissimi e
costi per il finanziamento del debito vicini allo zero. Ci sarebbe
anche lo spazio per qualche politica espansiva, ma qui si passa
LE PERFORMANCE MF ITALY 40
Variazione % del 30 dicembre 2015 sul 31 dicembre 2014
Yoox Net-a-Porter Gr.
87,77
Exor
Popolare di Milano
69,77
Snam
Finmeccanica
66,77
Moncler
FinecoBank
63,35
Mediaset
Buzzi Unicem
57,94
Enel Green Power
Campari
55,04
Salvatore Ferragamo
A2A
49,73
UnipolSai
Autogrill
41,12
Enel
Bca Mediolanum
38,19
Poste Italiane*
Luxottica Group
36,09
Ubi Banca
Fiat Chrysler
34,58
Tod's
Prysmian
33,73
StMicroelectronics
Telecom Italia
33,22
Generali
Azimut
31,38
Unicredit
Mediobanca
31,24
Eni
Pop. Emilia Romagna
28,82
Cnh Industrial
Intesa Sanpaolo
27,50
Tenaris
Banco Popolare
27,34
Saipem
Atlantia
26,75
Banca Carige
Terna
26,49
Banca Mps
GRAFICA MF-MILANO FINANZA
7
al tema dei rapporti con Berlino;
bisogna vedere se al tavolo delle trattative Renzi riuscirà a
strappare una maggiore flessibilità in tema di investimenti e
conti pubblici.
Tornando a Piazza Affari, nel
2015 la capitalizzazione
complessiva è salita a
567,6 miliardi di euro, in crescita del
17,6% rispetto al
2014; il dato rappresenta il 34,8%
del pil del Paese,
mentre nel 2014
era pari al
29,1%. Più
frizzanti anche gli scambi,
che hanno
raggiun-
to una media
giornaliera di
3,2 miliardi
di euro contro
i 2,9 del 2014.
Il 2015 è stato anche l’anno
record dal 2007
in termini di
nuove ammissioni in borsa,
con 32 matrico-
I PRINCIPALI INDICI DI BORSA NEL 2015
23,65
17,80
16,19
11,40
8,59
6,57
5,64
5,30
5,20
4,03
1,46
1,13
-0,47
-3,75
-4,89
-5,37
-12,20
-14,55
-24,73
-35,59
◆ Dow Jones - New York
◆ S&P 500 - New York
◆ Nasdaq Comp. - Usa
◆ S&P /Tsx Comp
◆ Ipc Bolsa - Messico
◆ Bovespa - Brasile
◆ DJ E Stoxx 50 - Ue
◆ Ftse 100 - Londra
◆ Cac 40 - Parigi
◆ Dax 30 Francoforte Xetra
◆ Ibex 35 - Madrid
◆ Ftse Mib
◆ AEX - Amsterdam
◆ OMX 30 - Stoccolma
◆ Swiss Mkt - Zurigo
◆ Nikkei - Tokyo
◆ Hang Seng - Hong Kong
◆ S&P/Asx 200 - Sydney
◆ Shanghai SE Comp
Nota: gli indici asiatici sono aggiornati al 31/12/2015
GRAFICA MF-MILANO FINANZA
Chiusura
Variazione %
del 30/12/2015 sul 2 gen 2015
-1,23
17.604
0,22
2.063
6,96
5.066
-10,18
13.142
-0,31
43.012
-13,31
43.350
4,50
3.288
-4,45
6.274
9,46
4.677
9,56
10.743
-6,20
9.642
12,66
21.418
5,12
446
-1,21
1.447
-1,84
8.818
9,07
19.034
-7,16
21.914
-2,13
5.296
9,41
3.539
le che hanno esordito sul mercato.
La privatizzazione delle Poste, in
contrattazione dal 26 ottobre, con
oltre 3 miliardi di euro di capitale raccolto è stata la più grande
ipo dell’anno in Europa e la maggiore dal 2006 in Italia. Le altre
sette matricole del mercato principale (Mta) sono state Banzai,
Ovs, Massimo Zanetti (il gruppo del caffè Segafredo), Inwit (la
società delle torri di Telecom),
Banca Sistema, Aeroporto
Guglielmo Marconi di Bologna e
Openjobmetis. Si sono aggiunte
inoltre Fila (proveniente dal segmento Miv) e Banca Mediolanum.
I debutti non sono bastati però
ad arginare l’esodo dal Mta, che
ha perso tre società (storico l’addio di Pirelli) scendendo a quota
282; il boom delle ipo sull’Aim, il
segmento delle piccole imprese,
ha comunque permesso a Piazza
Affari di chiudere l’anno con 356
società quotate, in aumento dalle 342 di fine 2014.
Sul fronte raccolta, nei 12 mesi le quotate hanno incassato
9,8 miliardi; gli aumenti di capitale sono stati 13 per più di
4 miliardi (3 miliardi solo per
Mps) mentre in 27 nuovi collocamenti sono stati raccolti circa
5,7 miliardi (più della metà relativi a Poste). Da record il dato
sulle opa, che, con l’operazione
di ChemChina su Pirelli, hanno
raggiunto un controvalore di 5,4
miliardi. Guardando infine ai titoli, la maglia nera sul paniere
MF Italy 40 va di nuovo a Mps
(-35,5%), mentre la regina dell’indice con un balzo vicino al 90%
è stata Yoox, rilanciata dalla
fusione con Net-a-porter,
Indice Ftse Mib
30 dicembre 2015
21.418,37 (+12,7%)
seguita da Bpm protagonista della riforma delle popolari
(+70% circa), Finmeccanica in fase di riorganizzazione (+67%) e
Fineco trascinata dal boom dei
fondi (+63%). I titoli peggiori
dopo il Monte sono poi Saipem
(-14,5%) e Tenaris (-12%) che
hanno pagato crisi aziendali e
calo del petrolio. Allargando lo
sguardo a tutto il listino, il titolo con la migliore performance
è Mondo Tv (+258%), seguito da
Panariagroup (+181%) e Digital
Bros (+133%). Poi i Pesenti con
Italmobiliare (+123,9%) dopo la
vendita di Italcementi (+107%).
Rialzo a tre cifre anche per Saras
(+114%). I maggiori ribassi sono
quelli di Fiera Milano (-50%),
Fincantieri (-48%) e Investimenti
e Sviluppo (-46%). Da segnalare
infine che Intesa Sanpaolo ha
superato Unicredit, divenendo
l’azione più scambiata per controvalore (95,2 miliardi di euro
nel complesso) oltre che il titolo a più alta capitalizzazione di
Piazza Affari (52 miliardi). Il titolo della banca di piazza Gae
Aulenti ha comunque mantenuto
il primato negli scambi in termini
di numero di contratti (3,9 milioni). (riproduzione riservata)