aggiornamento per i soci n° 25

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Transcript aggiornamento per i soci n° 25

AGGIORNAMENTO PER I SOCI N° 97
gennaio 2017
Associazione Culturale
Le Nuvole
Per info: 3887590052
www.lenuvoledicivita.it
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Sommario
Sommario
p. 2
Formazione Vetralla: Psicologia dello Sviluppo
p. 3
Calendario Vetralla
p. 5
Closelieu
p. 6
Educazione olistica: il sostegno
p. 8
ScuolAgire Verona
p. 9
Benefici della Natura
p. 10
Teatro Evolutivo al liceo Midossi
p. 12
Tavola Rotonda Astrologia Bolsena
p. 13
Scienza dello Spirito
p. 14
La Costituzione Pitagorica
p. 18
La Civiltà delle Donne
p. 20
E’ ATTIVO UN
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di chi cerca una risposta alle proprie domande.
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2
CORSO DI FORMAZIONE PER EDUCATORI DI
NUOVA PEDAGOGIA
VETRALLA (VITERBO)
Dopo diversi anni di ricerca, studio e pratica di tecniche di Nuova Pedagogia e l’uscita del nostro
report ‘Pedagogia, un’arte in divenire’ (Anima Edizioni, Milano, 2014), l’associazione Le Nuvole ha fatto
partire il Corso di formazione per educatori di Nuova Pedagogia domenica 16 ottobre con il seminario
‘Principi e metodi della Nuova Pedagogia: i Pionieri', seguito da domenica 11 novembre con il Laboratorio di
risveglio e domenica 15 dicembre con Elementi di Psicologia dello Sviluppo. Qui di seguito vi mettiamo parte
della dispensa che abbiamo preparato per i partecipanti del seminario di Psicologia:
Il termine psicologia nasce tra il 1500 e il 1600 per indicare l’ambito della filosofia dedicato allo studio dell’anima.
Nel Settecento ‘psicologia’ indica una delle quattro parti in cui si ritiene sia articolata la metafisica (teologia,
cosmologia, ontologia e psicologia). Solo nell’Ottocento tale termine arriva a designare una disciplina autonoma
dalla filosofia e ‘scientifica’. Attualmente, la psicologia è una forma di conoscenza e quindi una scienza, ma nel modo
in cui la si insegna e la si studia è un sistema teorico e operativo per rapportarsi al mondo, ovvero una chiave di
lettura della realtà. L’attenzione degli storici della psicologia si è rivolta principalmente allo sviluppo delle teorie e dei
metodi di ricerca che hanno permesso a questa disciplina di acquisire una propria identità autonoma. La psicologia è
nata come ricerca nelle università per tradursi solo successivamente nella pratica clinica che conosciamo oggi:
professione che opera per favorire il benessere delle persone, dei gruppi e delle comunità che stanno attraversando
particolari momenti critici e di difficoltà.
Il primo laboratorio di psicologia sperimentale nacque a Lipsia nel 1879 ad opera di Wundt. Sin dall’inizio la ricerca
psicologica ha manifestato un aspetto controverso, sia per quanto riguarda i presupposti e gli obiettivi di indagine,
sia relativamente ai metodi. Nel Laboratorio di Lipsia la decisione fu quella di applicare la metodologia delle scienze
naturali all’indagine della psiche: nello specifico le variabili psicologiche sottoposte al controllo del laboratorio
furono i processi sensoriali semplici. Lo strumento di conoscenza fu l’introspezione (per la quale ogni individuo deve
essere opportunamente addestrato), con lo scopo di indagare la struttura della mente, individuandone le
componenti e le leggi di interazione. In questo programma è implicita la necessità di scomporre la coscienza in
elementi, secondi i criteri dell’associazionismo. “L’intero compito della psicologia può essere riassunto nei seguenti
problemi: quali sono gli elementi della coscienza? Quali combinazioni subiscono? Quali leggi governano tali
combinazioni?” (Wundt 1896). Accanto a ciò Wundt però sostenne anche la necessità di indagare quegli oggetti
complessi che non si possono indagare in laboratorio ma vanno analizzati nel loro contesto storico- sociale (
linguaggio, pensiero, relazioni). Ecco che sin dall’inizio una metodologia osservativa e fenomenologica è sempre
stata contrapposta ad una sperimentale: l’esigenza di oggettività e quantificazione si è sempre misurata con
l’ineliminabile componente soggettiva e storica dell’oggetto di studio della psicologia. Ciò che Wundt aveva cercato
di tenere insieme si separa in maniera decisiva con la prima esportazione della psicologia dalla Germania agli Stati
Uniti: nel clima culturale del primo Novecento la psicologia non potè sottrarsi all’esattezza della scientificità che
decideva, in pieno neopositivismo, l’appartenenza o meno di una disciplina alla ‘vera conoscenza’.
Titchener (1867-1927) è uno degli studiosi inglesi che si formarono presso il laboratorio di Lipsia; egli tradusse in
inglese l’opera di Wundt e si trasferì negli Stati Uniti, dove diede vita al movimento dello strutturalismo. Egli
sosteneva che, nello studio dell’esperienza umana immediata (oggetto principale di studio di Wundt), la psicologia
doveva distinguere tra la mente (somma di tutti i processi psichici nella vita di un individuo) e la coscienza (processi
psichici in atto in un dato momento). La psicologia doveva dunque studiare la coscienza per giungere a cogliere la
struttura della mente. Per cogliere tale struttura l’unico metodo da intendersi in senso prettamente scientifico è
quello sperimentale. Una struttura però astratta, che non tiene conto della trasformazioni temporali e delle
differenze individuali considerate come accidenti di percorso.
Accanto alla scuola di Titchener nacque un altro movimento detto funzionalismo, tra cui spicca James che in
Principles of psichology (1890), propose una nozione di coscienza essenzialmente dinamica e unitaria, per la quale la
sensibilità è considerata una funzione attiva che seleziona aspetti sempre diversi del reale in funzione adattiva. In
accordo con la legge di evoluzione per selezione naturale, l’organismo si misura con il suo ambiente in un costante
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rapporto dialettico e in esso sopravvive grazie a tutte le sue capacità adattive, tanto fisiche quanto psichiche. La
mente è dunque un prodotto dell’evoluzione atto a consentire la sopravvivenza individuale. L’organismo non
esperisce unità sensoriali discrete ma la realtà psichica di un continuo ‘flusso di coscienza’, una corrente unitaria di
fenomeni psichici che costantemente selezionano e interpretano gli eventi. Ad interagire con l’ambiente è l’essere
vivente nella sua totalità, l’insieme organico di mente e corpo. L’attività mentale ha una valenza essenzialmente
pratica, volta pianificare l’azione in chiave adattiva rispetto alle condizioni di vita in funzione dell’adattamento
all’ambiente. I funzionalisti rifiutano che vi sia un unico metodo per l ‘indagine psicologica. Accanto all’introspezione
e all’esperimento occorre adottare anche altre metodologie, in primo luogo osservative e comparative.
Il dibattito tra strutturalisti e funzionalisti vivacizzò i primi anni del Novecento, proponendo e riproponendo
fortemente la questione dell’oggetto e del metodo di indagine che devono attribuirsi alla psicologia.
Nell’ambiente funzionalistico si formarono i primi teorici del comportamentismo. Nel 1913 Watson tenne presso la
Colombia University la famosa lezione ‘La psicologia come la vede il comportamentista’, con l’intenzione di
presentare una nuova scienza, il cui cardine teorico è la rinuncia alla coscienza come tema d’indagine scientifica e
come presunta causa del comportamento manifesto. Solo quest’ultimo può infatti essere oggetto di ricerca
scientifica in quanto osservabile, quantificabile, dunque prevedibili e in qualche modo controllabile. Ciò chiaramente
comporta il rifiuto dell’introspezione, considerando il comportamento come un insieme di risposte a stimoli. Nella
connessione fra stimolo e risposta il meccanismo del riflesso assume un valore fondante per il comportamentismo e
fin dall’inizio Watson enfatizza l’importanza del riflesso condizionato come unità di analisi per lo studio dell’abitudine
e dell’acquisizione di nuovi comportamenti. Il comportamentismo si è rivolto unicamente alle connessioni
organismo-ambiente, perché è difficile cogliere oggettivamente quando viene all’interno dell’organismo. L'ambiente,
infatti, è considerato sempre attivo mentre l'individuo resta passivo finché non viene stimolato. L’obbiettivo degli
approcci comportamentali è il cambiamento dei comportamenti sintomatici e inadeguati e dei fattori che li
determinano. La psicopatologia deriva dall’apprendimento di modelli non adattivi.
Fra tutti Skinner fu senza dubbio il comportamentista più noto ed influente della psicologia statunitense del primo
Novecento ed il suo atteggiamento radicale fu la fonte di critiche molto aspre sia per il possibile uso delle procedure
di condizionamento per il controllo del comportamento umano, sia rispetto agli assunti teorici che propongono una
concezione di comportamento esclusivamente come insieme di associazione di stimoli e relative risposte. Nel suo
modello, Skinner pose l’accento sul condizionamento operante il quale prevede la possibilità di apprendere
determinate risposte in base all’uso di ricompense dette rinforzo: a manifestazione spontanea di un comportamento
segue il rinforzo positivo per far sì che quello specifico comportamento sia ripetuto. La punizione porta invece ad un
processo di esitamento. Esperimento della Skinner Box in base al quale se un gatto in gabbia preme una leva
(risposta) e da questa azione deriva la somministrazione di cibo la possibilità che l’animale prema di nuovo la leva è
maggiore perché a questa è associata l’erogazione del cibo; da un’operazione casuale si passa ad un’azione
sull’ambiente per ottenere il rinforzo e l’azione diventa intenzionale.
Prossimo seminario domenica 15 gennaio ore 9 - 18
Laboratorio di pittura secondo
arno stern
PRESSO COOP GRUPPO LOLA, VETRALLA (VT)
per info e
prenotazioni 3887590052
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Ass. Cult. Le Nuvole
presenta
CORSO DI FORMAZIONE PER EDUCATORI DI NUOVA PEDAGOGIA
VETRALLA (VT)
Dopo diversi anni di ricerca, studio e pratica di tecniche di Nuova Pedagogia e l’uscita del
report ‘Pedagogia, un’arte in divenire’ (Anima Edizioni, Milano, 2014), l’associazione Le
Nuvole (www.lenuvoledicivita.it) e lieta di presentare il suo prossimo Corso di formazione
per educatori di Nuova Pedagogia che avra come obiettivo lavorare sullo sviluppo del
potenziale umano dell’adulto per salvaguardare il naturale sviluppo del potenziale
umano dei bambini.
Calendario del primo anno:
domenica 16.10.16
domenica 13.11.16
domenica 11.12.16
domenica 15.01.17
domenica 26.02.17
domenica 26.03.17
domenica 09.04.17
domenica 07.05.17
Principi e metodi di Nuova Pedagogia 1
Laboratorio di Risveglio
Elementi di Psicologia dello Sviluppo 1
Laboratorio di pittura pratica di Stern
Costellazioni familiari
Laboratorio di danza colorata
Educazione ambientale
Principi e metodi di Nuova Pedagogia 2
Per info: 3887590052
https://www.facebook.com/groups/726228314077670/?fref=ts
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un Atelier di pittura come strumento al servizio della Nuova Pedagogia
L'evoluzione del genere umano ci ha portato a vivere in questo momento storico in cui abbiamo a
disposizione molta tecnologia e conoscenza che ci mette in relazione con il mondo fuori. Ciò di cui sembra
non disporre però l'essere umano è la capacità di conoscere se stesso, di rispondere a quella domanda così
importante che sorge presto nel bambino: chi sono io?
Oggi quindi parlare di nuove pratiche educative è diventato indispensabile per rispondere a quella impellente
domanda, che rimane per molti confinata in un angolino della coscienza.
E' necessario quindi far riemergere a gran forza quella curiosità di esplorare le nostre potenzialità per capire
chi siamo, quella curiosità che è propria di ogni bambino e che pian piano crescendo perdiamo lungo il
cammino.
Abbiamo così tanti “compiti” da eseguire e troppe cose che “dobbiamo” fare che abbiamo scordato il
“piacere di fare” per noi stessi: c'è sempre un ricevente che attende di essere soddisfatto e la nostra felicità
viene sempre al secondo posto. Ai nostri bambini viene insegnato che essere bravo e amabile uguale ad
essere sottomesso e docile. E i bambini, che hanno come bisogno primario quello di essere amati, faranno
qualsiasi cosa per soddisfare noi adulti, per essere accettati, arrivando anche ad ammalarsi se necessario...
ma amare non significa possedere, non significa vivere in una relazione verticale che fa crescere solo
individui dipendenti e facili al condizionamento.
Come preservare allora i nostri piccoli da un'educazione soffocante? Come crescere persone libere,
autonome, indipendenti e felici?
Cambiare modo, cambiare sguardo... cambiare le parole, gli atteggiamenti... comunque cambiare la relazione
tra educatore e bambino! Da qui è possibile ripartire lasciando i vecchi modelli educativi per perseguire un
nuovo paradigma.
Arno Stern, educatore tedesco, in questo può esserci di grande aiuto. Incontrare il suo pensiero sulla
pedagogia e sulla vita mi ha cambiata profondamente. Nato nel 1924, ancor oggi instancabilmente tiene
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conferenze in tutto il mondo per aprirci gli occhi sulle condizioni dei bambini oggi.
A lui si deve la creazione di un luogo, il Closlieu, in cui è possibile tornare al piacere primordiale di sentirsi
accolti come nel grembo materno. Il Closlieu è uno spazio predisposto per “Il Gioco del Dipingere”. È un
luogo inconsueto dove si possono abbandonare modelli e condizionamenti per entrare in contatto con la
semplice piacevolezza di lasciare una traccia sul foglio bianco. È una stanza in cui si dipinge in piedi: tutto il
corpo è partecipe come in una danza. Al centro della stanza una tavolozza accoglie 18 colori e 54 pennelli
pronti per essere usati.
Nel Closlieu si dipinge in un gruppo eterogeneo di persone dai 3 ai ...100 anni. Si crea una piccola società in
cui si fa esperienza di uno spazio personale, il proprio foglio e di uno spazio comune, la tavolozza. Ogni
persona che sappia tenere in mano un pennello può partecipare al gioco piacevole della pittura. “Il Gioco
del Dipingere” è una pratica educativa in cui si crea un armonico equilibrio tra regole e libertà, favorisce
autostima e fiducia nelle proprie capacità perché è un luogo protetto da aspettative, giudizi estetici ed
interpretazioni. Si accede, in questo modo, ad un linguaggio universale, appartenente a ogni essere umano,
di segni e tracciati che rispondono ad una gestualità naturale e spontanea: la Formulazione, scoperta e
studiata da Arno Stern.
Nel Closlieu non si pratica l'arte e il bambino non è un
piccolo artista in erba che ha bisogno dei nostri
insegnamenti per soddisfare regole estetiche costruite
dalla ragione. Le tracce che fioriscono nel Closlieu
fanno parte di questo codice strutturato appartenete
alla memoria organica, la memoria delle sensazioni
registrate nell'utero materno, e seguono leggi proprie.
Tutti possono accedere alla Formulazione perché
inscritta dentro a ognuno di noi.
Il Closlieu è uno strumento potente che può essere al
servizio di una nuova pedagogia incentrata sulla
persona e sul rispetto assoluto dell'essere umano. Il
Praticien, figura che guida il gioco piacevole della
pittura, è al servizio dell'altro. Egli si prende carico di
tutti gli aspetti tecnici per facilitare il gioco e
permettere all'individuo di sviluppare la parte creativa
di sé vivendo intensamente il momento presente.
La persona che fa questa straordinaria esperienza di
libertà è pronto a nuovi tipi di relazione: forte della sua
individualità potrà esprimere tutto il suo potenziale
donando il suo incomparabile contributo all'umanità.
Siamo pronti a questa trasformazione?
Barbara Arduini
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EDUCAZIONE OLISTICA
Sostenere, sostengo,
sosteniamoci
L'educatore è davvero sostenuto nel dare sostegno ai piccoli discenti?
Gli psicologi e i consulenti sono inseriti come tutor in ogni genere di processo formativo o sono
soggetti alla possibilità continua di fare piccoli o grandi danni?
Il supervisore dovrebbe essere obbligatorio per ogni processo psicopedagogico, magari anche fornito
da sindacati, associazioni di categoria, Ministero.
Siamo consapevoli che chi ha un ruolo sociale e politico ha il dovere di garantire un buon andamento
dei processi di apprendimento, di appercezione, di essere consapevoli degli sbagli e correggerli,
mostrando un esempio ed un reale e concreto punto di riferimento per chi accoglie o è preferibile
lasciare spazio alle distopie e a dar valore al disvalore 'ognun per sé e Dio per tutti'.
Forse abbiamo un'occasione nella nostra vita, che è portare il Genere Umano nel regno del possibile,
dell'appagamento morale e della condivisione di esperienze finalmente piacevole dopo tempo di
soprusi, di lotte, di sfruttamento, di disonore.
I grandi padri del pensiero sulla Felicità (da Vico a Sen, da Bauman a Diamanti) ci dicono che la felicità
privata è sempre meno un metro di riferimento universale e che oggi possiamo pensare ad un Mondo
meno Standardizzato; globale lo è già, poi è una bella parola. In tanti fanno attivismo con il movimento
Economia della Felicità, immaginando una giusta rilocalizzazione perché l'apice è sfuggente e
scopertamente deludente; leggo che a Milano Bicocca il Ciseps studia il tema mettendo a sistema
psicologia, sociologia, filosofia ed economia (mi chiedo se antropologia e pedagogia ne facciamo
parte); leggo che ci sono studi di Etnografia del l'eccesso e che lo stesso Nobel Amartya Sen dice che "Il
puro uomo economico è in effetti vicino all' idiota sociale" e che esiste una correlazione scientifica tra
Filosofia di vita e attività cerebrale (Klein).
Quindi mi chiedo: perché fin dall'infanzia non introduciamo questi temi? Perché non vengono stanziati
fondi necessari ad un'educazione migliorativa a largo spettro? Perché rivedere i paradigmi distruttivi
è così impastoiante? Perché la burocrazia non ci viene incontro favorendo la sperimentazione etica?
Credo che per creare concretamente coesione sociale sia necessario tutelare il discente, rinverdire i
valori che hanno reso i trentenni un po' più felici (penso anche ad un certo tipo di cartoni animati) e
non sventolare l'adeguamento, l'adattamento come i primi obiettivi. Io metterei l'ascolto profondo, la
personalizzazione, come già si è sviluppato nella Pedagogia della Diversabilità, ma che dovrebbe
essere sviluppata per costruire una casetta resistente alle intemperie locali, dove si arriva tutti
insieme, in squadra.
I supervisori, formati in questo senso potrebbero essere i giusti catalizzatori sociali come i 'facilitatori'
e i 'mediatori' sempre consolidati dalla statutaria Felicità (1776, Virginia; Umanesimo civile e Scuola
Francescana).
Elena Bussolotti
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CORSO DI FORMAZIONE PER EDUCATORI DI
NUOVA PEDAGOGIA
VERONA
Dopo diversi anni di ricerca, studio e pratica di tecniche di Nuova Pedagogia e l’uscita del
report ‘Pedagogia, un’arte in divenire’ (Anima Edizioni, Milano, 2014), l’associazione Le
Nuvole (www.lenuvoledicivita.it) è lieta di presentare il suo prossimo Corso di formazione
per educatori di Nuova Pedagogia in 8 week end che avrà come obiettivo come lavorare
sullo sviluppo del potenziale umano dell’adulto per salvaguardare il naturale sviluppo
del potenziale umano dei bambini.
Calendario del primo anno:
sabato 5.3.17 Principi e metodi di Nuova Pedagogia 1
domenica 6.3.17 Laboratorio di pittura pratica Stern
sabato 20.5.17 Elementi di Psicologia dello Sviluppo 1
domenica 21.5.17 Educazione ambientale
sabato 30.9.17 Costellazioni familiari
domenica 1.10.17 Laboratorio di Risveglio
sabato 18.11.17 Principi e metodi di Nuova Pedagogia 2
domenica 19.11.17 Laboratorio di movimento espressivo
Per info: 3887590052 o 3381492132
https://www.facebook.com/groups/726228314077670/?fref=ts
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I Benefici della Natura
Salve a tutti…in questo periodo freddo e un po grigio vorrei
parlarvi di un fiore che richiama il giallo del sole, di origini
molto antiche e graziosissimo..la Calendula…un po’ di storia.
La calendula, appartiene al genere delle asteraceae della
famiglia delle composite, è una pianta annuale che cresce
spontanea in tutta l’area mediterranea, dove fu importata dal
Nord Africa e dall’Asia mediorientale. Generalmente viene
chiamata calendula officinalis, nome attribuitogli già al tempo
dei greci ma, la pianta deriva in realtà dalla calendula
arvensis.
Del nome calendula esistono pareri differenti. Secondo alcuni
il termine deriva dalla parola latina ‘calendae’ che significa
primo giorno del mese e tale nome deriverebbe dall’allusione
dello scorrere del tempo, infatti i semi della calendula
somigliano a piccoli quarti di luna che compaiono una volta al
mese, mentre per altri il significato della parola calendula
deriva dalla parola greca ‘kalanthos’ che significa coppa o cesta,
dovuto alla forma del fiore.
La calendula è un fiore ricco di storia e simbologia ed è citata in moltissimi testi greci. Molti antichi scrittori, però, il
più delle volte, la scambiavano con il chrysanthemum (crisantemo) chiamandola pianta dai fiori d’oro. Sia per i greci
che per i latini, il fatto che i fiori si aprissero al mattino per richiudersi al tramonto, era considerato un simbolo di
sottomissione e di dolore per la scomparsa del sole, questa credenza ha fatto si che la calendula sia stata associata nel
corso dei secoli ai sentimenti di dolore, noia e pena.
La leggenda vuole che la calendula nacque dalle lacrime di Afrodite disperata per la morte del suo amante Adone, che
era stato trafitto da un cinghiale mandatogli contro da Ares, suo gelosissimo marito. Ma l’associazione al sentimento
del dolore non appartiene solo alla cultura greca e romana ma anche in America Latina, dove questo e’ presente
soprattutto in Messico, questo fiore e’ legato alla figura della morte.
Le caratteristiche terapeutiche di questo bellissimo fiore sono tante: e’ una pianta innanzitutto antibatterica e
antiffiammatoria. Contiene infatti triterpeni, flavonoidi e polisaccaridi, caroteni e fitosteroli. Queste proprieta
consentono di essere utile sia nell’apparato interno che esterno del nostro corpo.
Viene impiegata nelle disfunzioni dell’apparato genitale femminile, ha infatti una azione antispasmodica sui dolori
mesturali e addominali. La sua oramai nota azione antiffiammatoria agisce sulle irritazioni delle mucose grazie alla
presenza delle mucillagini pertanto si rende utile anche in caso di colite, gastrite ed ulcere. E’ un unguento molto
prezioso per la cute sempre in caso di infiammazioni poiche’ agisce anche come antisettico, cicatrizzante, rinfrescante
ed emolliente.
Contiene beta-carotene, luteina e zeaxantina che sono potenti antiossidanti. Inoltre l’estratto di questo bellissimo fiore,
contiene 15 aminoacidi. Ma non finisce qui perche e’ utile per problemi legati ai denti e alla gola e puo’ essere usata
per curare lo sfogo dell’herpes.
Proprieta’ importantissima che pochi conoscono e’ quella antitumorale soprattutto per quel che riguarda le cancerosi
gastriche. Utile anche per problemi di dermatite causata dalla chemioterapia.
Ancora, tra le sue molteplici proprieta’, questa fiore e’ da sempre conosciuto anche per curare le congiuntiviti e gli
occhi gonfi e infiammati. Contro le vene varicose e a livello dermatologico e’ utilissimo per problemi di acne e le
macchie della pelle.
Inoltre se bevuto in infuso e’ un’ottima tisana che ha proprieta’ diuretiche, disinfettanti e digestive.
Questo meraviglioso e coloratissimo fiore e’ un piccolo medico da tenere in casa per ogni necessità !
Augurandovi di passare lieti feste Natalizie vi invito a consultare il sito www.naturalefreschezza.it per ulteriori informazioni
sull’utilizzo della Calendula. www.naturalefreschezza.it
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Catia Gianni
OFFICINA POETICA
Scuola di Teatro
Civita Castellana
Ogni mercoledì laboratorio di teatro a Civita Castellana … non un semplice corso
di teatro ma la possibilità di lavorare su recitazione, scene, costumi, allestimenti, in un
gruppo di ricerca già attivo sul territorio con un proprio spazio scenico...
Che differenza passa fra una fabbrica che ti rende schiavo
e un'officina che ti rende ...libero?
Libera l'artista che c'è in te!
Se ami il teatro e vuoi capirne di più… contattaci al 3887590052
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IL TEATRO EVOLUTIVO NELL’ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
AL LICEO ARTISTICO MIDOSSI DI CIVITA CASTELLANA
In seguito al positivo riscontro del laboratorio di teatro evolutivo svolto lo scorso anno
scolastico al liceo artistico Ulderico Midossi di Civita Castellana, in questo anno
l’esperienza riprende figurando nel ventaglio formativo proposto dal liceo all’interno
della modalità Alternanza scuola lavoro.
Nelle 100 ore previste dal progetto, rivolto agli studenti del terzo e quarto anno, i
ragazzi potranno sperimentarsi nelle varie mansioni e ruoli professionali della
macchina teatrale.
Il programma prevede sia un primo approccio teorico, parte on line e parte in classe, sia
una vera e propria simulazione d’impresa con l’allestimento di uno spettacolo teatrale
scritto e interpretato dai ragazzi. Sarà nostra cura informarvi delle varie fasi di
attuazione del progetto.
Paola Guerrini
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L.A.P.
Laboratorio di Astrologia Permanente
L’ass. cult. Le Nuvole è lieta di presentare la
7° TAVOLA ROTONDA DI ASTROLOGIA EVOLUTIVA
OLTRE I CONFINI
Siamo fatti di polvere di stelle
DOMENICA 28 MAGGIO 2017
Presso
LIBRERIA LE SORGENTI
BOLSENA
INGRESSO LIBERO
– GRADITA PRENOTAZIONE
per info 3887590052
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SCIENZA DELLO SPIRITO
Nella Scala Logaritmica del Tempo applicata allo Zodiaco i
Segni rappresentano le caratteristiche della vita e le Case la
sequenza temporale. Nella Mappa Oroscopica di ogni uomo i
Segni sono orientati in modo differente per cui i periodi di
sviluppo della vita avvengono in modo differente.
Nell'analisi e comprensione dell'Ottava di Maturità siamo
arrivati alla VIIa Casa-Bilancia che segna lo sviluppo
dell'individuo dai 23 ai 42 anni. Il significato di questa Casa
e Segno mette in risalto il bisogno di diventare adulti,
svestirci dei panni da adolescente ed entrare in una nuova
fase in cui poter utilizzare al meglio la nostra intelligenza,
svilupparla ed applicarla in un lavoro a noi adatto, analizzare
i rapporti personali e chiedersi come diventare cittadino del
mondo.
La Bilancia domina l'associazione, la comunità, il matrimonio, le relazioni tra i sessi, la
socievolezza. Esotericamente è l'Unione tra Spirito e Materia. E' l'entrata dell'Equinozio d'Autunno,
l'inizio della Forza-Notte che supera la Forza-Giorno. Nei primi 6 Segni prevale la Luce che porta
all'affermazione dell'io leonino ed alla discriminazione mentale verginea ma in Bilancia l'individuo
è spinto alla partecipazione e cooperazione nella società, all'inserimento in un Organismo più
grande del suo piccolo io.
"La Bilancia è la nascita dell'unità individuale nella Totalità più Grande" (I Segni Astrologici, Dane
Rudhyar).
Dopo i 23 anni attraversiamo un periodo fondamentale. Non siamo ancora consci di noi stessi,
siamo incapaci di vederci "come ci vedono gli altri".
Dall'Ascendente fino alla VIIa Casa avviene la costruzione della personalità, dal Discendente fino
alla 12a si sviluppa il processo e l'integrazione di questa con l'ambiente, la nostra crescita sociale e
spirituale. Dalla nascita ai 23 anni il nucleo della personalità cresce tramite l'ambiente e
l'educazione genitoriale ed evidenzia le qualità ed i difetti delle vite precedenti sommati alle nuove
esperienze ambientali in cui il destino e l'Anima ci hanno inserito. Ma non siamo ancora
consapevoli di come si evolverà la nostra personalità. La bipolarità dell'Asse Ariete-Ia Casa e
Bilancia-VIIa Casa è esattamente il modo in cui vediamo noi stessi opposto al modo in cui siamo
veramente, e questo porta alla ricerca dell'equilibrio tra questi due aspetti.
In senso esoterico Libra è la Dualità, "il Sentiero sottile come il filo di rasoio" e l'Anima rinasce in
questo Segno quando ci sono molte energie, sviluppate in varie vite, che hanno bisogno di una
"pausa" equilibrante.
Il Maestro Tibetano afferma che Libra è il bilanciamento tra Anima e Forma, nessuna delle Due
prevale. Questa vita è usata dall'Anima come Interludio per prepararsi alle vite in Scorpione ed
affrontare la Battaglia verso i difetti della personalità:"in Scorpio inizia un nuovo orientamento, il
discepolato". I "Piatti della Bilancia" salgono e scendono finché l'aspirazione e i desideri spirituali
prevalgono.
Tutte le esperienze che abbiamo vissuto fino ai 23 anni devono diventare coscienti cioè essere viste,
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riconosciute e risolte.
La nostra capacità di confrontarci con la parte opposta dello Zodiaco porta unità ed equilibrio ma se
la neghiamo si produce conflitto. Da questa età in poi i nostri valori individuali, le immagini
interiori dell'infanzia e adolescenza devono essere interiorizzati ma, se rifiutiamo le nostre
precedenti esperienze, rivivremo sempre le stesse situazioni senza risolverle. I nostri drammi
saranno repressi e dimenticati nell'inconscio distaccandosi dalla personalità cosciente.
La VIIa Casa bilancina rappresenta il
confronto tra i nostri archetipi interiori e le
esperienze del mondo sociale. Ora la funzione
di "Specchio" assunta nel passato da un
genitore passa al partner o alla collettività e
dovremo dare tanto quanto abbiamo ricevuto.
Se noi stessi non riusciamo a compensare alla
esagerata attenzione di un genitore nei nostri
confronti, questo lo esigeremo dal partner
restandone però sempre insoddisfatti.
La Legge del Dualismo ci porta a cercare negli
altri individui ciò che a noi manca.
Il periodo dai 23 ai 42 anni porta ad asserire la
nostra individualità nelle situazioni collettive. Infatti la Bilancia rappresenta la relazione, la dualità e
la complementarità dell'essere umano.
A questa età ci dovremmo chiedere come ci comportiamo verso il mondo esterno, capire se siamo
attivi o passivi verso gli altri, se collaboriamo col prossimo, se diamo sempre la colpa agli altri dei
nostri guai o se cerchiamo di creare un equilibrio nell'ambiente. Questo Settore è il limite tra noi e il
partner, l'armonia o disarmonia col prossimo.
L'Anima si appropria del Corpo Mentale dai 21 ai 25 anni, periodo in cui rispondiamo ai Suoi
richiami: il Maestro Tibetano ci insegna che "l’uomo dovrebbe incominciare allora a rispondere alle
influenze Egoiche, e ciò accade spesso se è progredito" (p.53, Psicologia Esoterica, vol II°).
In Astrologia Esoterica l'unione tra Personalità e Anima in questo periodo della vita crea in noi
Bellezza, Senso Estetico e attrazione verso i partner con cui abbiamo un "conto aperto" col nostro
passato karmico.
I transiti di Giove, Saturno, Urano, Nettuno e Plutone sono molto importanti. I transiti sono dei fatti
totalmente imprevedibili. L'astrologo può predire il tempo dell'avvenimento, il significato e natura
di quel periodo, ma non può predire ciò che accadrà o ciò che dovremmo fare. Tutto risiede nel
sistema di valori che ognuno possiede.
A 24 anni avviene il secondo passaggio di Giove sul nostro Giove di nascita. Il Pianeta più grande
del Sistema Solare emana una forte energia che ci fa sentire fiduciosi, allegri, ottimisti, espansivi, ci
da' maggiore sicurezza verso nuovi settori sociali, apre le porte a varie opportunità.
Qui agisce il Pianeta exoterico della Bilancia, Venere, che ci regala il V° Raggio della Scienza e
Conoscenza Concreta, il passaggio dall'intelletto all'intuizione. Col transito di Giove abbiamo voglia
di studiare altre discipline, viaggiare, conoscere nuove lingue e popoli per attrazione verso "il
diverso da noi". Questo potrebbe ostacolare il completamento degli studi universitari o
l'arricchimento e la velocità nel finirli. Ciò dipende dal nostro senso del dovere e dal grado di
concentrazione e consapevolezza di scelta della strada che vogliamo percorrere.
Giove e Saturno sono i Pianeti che ci aiutano a progettare la nostra vita sul piano etico ed in senso
karmico, sono i Progettisti Solari.
A 28 anni circa Saturno compie il suo primo contatto col nostro Saturno di nascita.
I transiti più importanti implicano sofferenza. Il dolore è un grido d'aiuto da cui trarre qualcosa di
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costruttivo e prevenire ulteriori complicazioni per entrare in un periodo di vita migliore. Il dolore è
crescita che richiede estensione di ogni nostra facoltà, ci porta ad un processo di adattamento, a
prove che la vita ci impone.
I transiti sono "energia liberata" ma non
mostrano cosa è liberato e cosa accadrà. Tutto
dipende da come usiamo quell'energia e dal
nosto livello evolutivo.
Il transito di Saturno può portare la fine di
un rapporto, il traguardo importante di un
lavoro, la cura verso un genitore anziano, il
completamento di un corso di studi,
l'assunzione di responsabilità, di nuovi
doveri e sacrifici. Questo passaggio sul
Pianeta di nascita ci spinge a prenderci
cura di cose che abbiamo trascurato e da
cui siamo sfuggiti. Non è mai "colpa del
Pianeta", un Pianeta non è mai "contro",
ma ciò che ci succede è solo il risultato della nostra
trascuratezza, mancanza di coscienza, egoismo. La Legge del Karma
agisce, e noi raccogliamo ciò che abbiamo seminato, adesso o nelle vite precedenti. Siamo quindi
sempre responsabili di ciò che ci succede anche quando siamo convinti di "essere nel giusto".
I transiti dei Pianeti ci portano una saggia lezione, conoscere noi stessi ed i nostri limiti o pregi.
Giove ci spinge all'amore, alla generosità, all'espansione, Saturno ci insegna a rispettare noi stessi e
gli altri, Urano a prenderci una fetta di libertà che ci spetta e a diventare più distaccati, a prendere le
distanze dalle situazioni, da noi stessi, Nettuno ci trasmette devozione e compassione, Plutone
trasforma e rigenera i nostri valori.
Il segreto che i Pianeti ci rivelano è che non dobbiamo fuggire ma scoprire da dove viene la
sofferenza e fare qualcosa per cambiarla, agire! Urano rivoluziona le cose, Plutone le trasforma.
Giove ed Urano sono "i tempi di Semina" in cui
iniziamo cose e progetti nuovi, che germoglieranno e
daranno buoni frutti. Saturno e Plutone sono "i tempi di
Raccolta", in cui subiamo il nostro karma e affrontiamo
gli avvenimenti portati dal destino.
Il Sette è il Numero Sacro legato alla completezza del
ciclo, sia nella vita biologica che morale dell'uomo e di
tutto l'Universo e segna delle svolte o "crisi" importanti
nella nostra vita.
Questo Numero è legato al Ciclo di Urano che
attraversa ogni 7 anni un Segno Zodiacale e dopo 12
Segni arriva sullo stesso punto di nascita, al
compimento dei nostri 84 anni.
Urano è il Pianeta esoterico della Bilancia che agisce a
livello dell'Anima e veicola il VII° Raggio della Magia
Cerimoniale.
Dai 33 anni ai 35 attraversiamo il periodo di Urano:
siamo estremamente suscettibili, impazienti, facili alla
collera, ai colpi di testa. La sofferenza deriva dalla paura e dalla resistenza al cambiamento. I transiti
di Urano corrispondono ad azioni a cui abbiamo a lungo pensato, riflettuto, ma che non abbiamo
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avuto il coraggio di effettuare finché non è arrivata la Sua Energia a travolgerci e a farci agire. Di
solito sono eventi imprevedibili, che provocano innovazioni nella nostra vita. Urano trasmette
fiducia se si agisce per ottenere maggiore libertà, causa una veloce precipitazione dell'intuizione sul
piano fisico e materializza ciò che deve manifestarsi: riunisce Spirito e Materia. E' il Pianeta
dell'Intuizione, della Coscienza Spirituale, è il passaggio dall'Intuizione all'Ispirazione. Collega
l'individualità alla Coscienza di Gruppo e al Gruppo di Anime con le quali dobbiamo unirci per il
medesimo scopo. Stimola a migliorare l'esistenza della collettività, a creare sistemi di vita essenziali
e sintetici, favorisce la crescita e lo sviluppo spirituale; è la Sintesi della Conoscenza, della
Saggezza e dell'Illuminazione. E' il Veicolo attraverso il quale il VII° Raggio agisce e distrugge
quelle forme obsolete che non sono più consone alla vita sociale personale e collettiva. Questa
spinta al rinnovamento e al distacco impersonale proviene dal Piano dell'Anima.
Tra i 33 ed i 35 anni ci sintonizziamo sulla lunghezza d'onda uraniana per manifestare esternamente
questa Energia che ci chiede azione e liberazione. Questo periodo della nostra vita porta il bisogno
di rompere col passato in modo estremo, infrangere i modelli non più adatti alla nuova personalità
ed alle nuove esigenze dell'Anima. Stiamo lasciando qualcosa dietro alle spalle e stiamo
rivoluzionando la nostra vita.
La visione cambia, nel lavoro, nelle relazioni. Sentiamo un forte bisogno di libertà e una tale
frustrazione da forzarci a cambiare lavoro, casa, partner, liberarci da doveri oppressivi, da obblighi
costrittivi, dalla paura di non farcela, e ci sentiamo con le spalle al muro. Questo transito mette alla
prova il sistema nervoso che è in stretto contatto con il corpo eterico ed i chakra e può provocare
disturbi nervosi, crisi e stress, contrazioni involontarie, eruzioni cutanee, insonnia.
Tra i 35 ed i 40 anni l'Anima avverte il richiamo della personalità, il suo grido di dolore, e allora
invia la Sua Luce. Ecco che l'energia di Nettuno incomincia ad entrare nel Corpo Emotivo.
Urano e Nettuno sono i Costruttori di Civiltà e Cultura. Nettuno allenta in noi i legami con le cose
del mondo e ci avvicina alle Cose dello Spirito. La delusione, dovuta all'illusione, la depressione,
sono il sacro mezzo attraverso cui sale in superficie il bisogno di trovare una nuova Via più
luminosa.
Gli avvenimenti sottili con cui Nettuno ci sintonizza sono una sconosciuta energia a cui dobbiamo
rispondere. Con che cosa? Con la compassione ed il perdono di noi stessi e degli altri.
Cosi' ci avviamo verso i 44 anni e l'influsso potente di Plutone per trovare altre opportunità di
rinascita personale e spirituale.
I Pianeti sono delle Entità grandiose che in noi agiscono come Archetipi e ci aiutano a sviluppare
tutte le qualità che ci porteranno a diventare un Uomo Celeste.
Occorre decifrare le Loro Energie e capire il Linguaggio del Cielo, le loro Potenze Infinite.
fine dell’ottava parte…
Rosella Pirodda
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Per essere perfetta una carta costituzionale deve essere fondata sul 7…
Scuola Pitagorica
Così scriveva Giamblico (terzo secolo d.C.) nel suo SUMMA PITAGORICA, uno dei libri più esaurienti
attorno alla metafisica della Scuola di Pitagora.
Mi è capitato di citare questa frase in STELLE SEGRETE E QUIETE, libro che racconta del pitagorismo
dantesco e di come l’Alighieri ha usato la teologia del numero per occultare la Geometria Sacra del Poema,
per non correre seri pericoli con la censura ecclesiastica e anche per altri motivi.
Ora molti dei miei Lettori mi chiedono che cosa vuol dire veramente questa frase… proprio perché affermo
che la Carta Costituzionale Italiana del 1948 è realmente fondata sulla Sacra Settade e sulla Sacra Dozzina.
E’ quindi una perfetta Carta Pitagorica.
Nella teologia pitagorica del numero vengono prese in considerazione anche le Costituzioni degli Stati, se vi
interessano proprio i dettagli: se il 7 è lo strumento della creazione divina, la Carta Costituzionale è lo
strumento umano della creazione dello Stato, per essere perfetta deve essere fondata sul numero 7… no, non
bastano sette articoli… la scorciatoia non vale!… Ma ci vogliono sette cardini ben precisi ed equidistanti, e
sei intervalli armonici in perfetto accordo… come le 7 note sul pentagramma. (Oggi in Italia va di moda
definirli contrappesi, ma… ma che siderale distanza dalla Bellezza!)
Non ho le prove e non posso fare nomi, ma, dati i numerosissimi indizi, fra i Padri Costituzionalisti c’era un
buon numero di pitagorici. Il Pitagorismo è una Scuola Sapienziale che, per non andare persa nei secoli (ha i
suoi belli duemilaseicento anni e forse più se inseriamo l’Ermetismo come radice del Pitagorismo), è stata
affidata alla tradizione segreta, alle scuole iniziatiche, ai saperi esoterici, a quei saperi che devono essere
conservati in silenzio per non turbare le menti dei semplici, come scriveva Platone.
Un canale iniziatico che ha maggiormente conservato tale tradizione è costituito dalla Massoneria, a iniziare
da quella arcaica cominciata con la soppressione dei Cavalieri Templari nel 1307, quando da Costruttori di
Templi (gotici) sono diventati Liberi Muratori.
Per edificare templi occorre saper bene la matematica e utilizzare al meglio squadra e compasso (simboli
massonici), ma non basta: occorre anche essere iniziati alla TEOLOGIA DEL NUMERO, quando il numero
perde la qualità della CIFRA, ma acquista la dimensione di SIMBOLO METAFISICO.
E quindi, fra i Padri Costituzionalisti c’era un buon numero di Pitagorici Massoni. E questo lo do per certo.
Altrimenti la Carta Costituzionale Italiana non sarebbe stata sviluppata utilizzando la Sacra Dozzina.
Si divide in due parti: la prima DIRITTI E DOVERI DEI CITTADINI è divisa in 4 TITOLI.
La seconda ORDINAMENTO DELLA REPUBBLICA è divisa in 6 TITOLI.
All’inizio vengono definiti i PRINCIPI FONDAMENTALI che sono 12.
Alla fine si conclude con DISPOSIZIONI TRANSITORIE E FINALI.
10 TITOLI, + un incipit, + una conclusione = 12.
Per i Pitagorici il 12 è la DIRITTA VIA, quella che ha perso Dante perdendosi nella selva oscura.
12 sassolini in fila cotituivano la rappresentazione scheletrica del cammino iniziatico dei Pitagorici. Ogni
sasso parecchie difficoltà da superare, e all’interno di questo percorso, che pretendeva decenni di fatiche,
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erano contemplate anche le Sette Morti e le Sette Resurrezioni: i Misteri Orfico-Pitagorici, 3 Piccoli e 3
Grandi Misteri più il Mistero Supremo.
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
Morire a se stessi
Morire al mondo
Morire al visibile per accedere all’invisibile
Morire alla schiavitù del carcere terreno
Morire alla memoria di sé
Morire alle tenebre
Morire alla mortalità
Per farvi immaginare la difficoltà di questa iniziazione vi dirò che Virgilio era un Quinto Grado della scala
iniziatica, Sacerdos et Dux, perché aveva conquistato la morte alla memoria di sé ed era stato collocato nel
banchetto dei Grandi Sapienti. Solo Dante ci racconta il Mistero Supremo quando nel 100° canto ci racconta
la sua morte alla mortalità, nel suo vis à vis con la Divinità.
Il 12 è il grande cammino in salita.
Il 12 è la perfezione dell’Ordine in Terra, compreso anche quello delle Leggi.
12 sono i sassi della Costituzione del 1948.
Ma per saperne di più, adesso parliamo con maggior profondità della TEOLOGIA di questi 12 numeri.
….fine prima parte
Maria Castronovo
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LA CIVILTÀ DELLE DONNE
Marija Gimbutas
Questo mese diamo avvio ad una nuova rubrica in cui parleremo di donne che hanno fatto la storia del
mondo. Ispirandosi agli studi dell'archeologa Marija Gimbutas sulle civiltà gilaniche, questa rubrica è
stata creata per dare spazio e voce a chi vuole concretizzare nel presente una visione pacifica,
egualitaria e portatrice di una spiritualità fortemente legata alla Terra, in cui il maschile ed il
femminile finalmente cooperino, ribaltando gli attuali paradigmi culturali e scientifici che considerano
la guerra e il dominio maschile simboli di progresso della civiltà. Avendo fatto da apripista è a lei che
spetta il posto d'onore ...
http://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/marija-gimbutas/
È esistita in Europa una civiltà diversa, precedente a quella
indoeuropea? Questo interrogativo ha ispirato la vita e l’opera
dell’archeologa lituana Marija Gimbutas, la quale, attraverso un
approccio interdisciplinare da lei denominato mitoarcheologia, ha
gettato nuova luce sulla civiltà arcaica dell’Europa Antica, periodo
che va dal 7.000 al 3.500 a.C.
La sua prospettiva ha rivoluzionato gli studi relativi alle origini
della cultura europea, individuando una civiltà che dominò
l’Europa per tutto il paleolitico ed il neolitico, e l’Europa
mediterranea fino a gran parte dell’età del bronzo. Una cultura
per millenni pacifica, con una struttura sociale egualitaria e
matrilineare, legata ai cicli vitali della terra, un simbolismo
religioso strettamente connesso al femminile, a cui poi è succeduta
una cultura diversa, patriarcale, bellicosa, di matrice indoeuropea,
sviluppatasi fino ai nostri giorni così come noi la conosciamo.
Marija nasce a Vilnius, in Lituania, in un contesto familiare culturalmente molto fervido. I genitori, entrambi medici,
sono impegnati nella difesa del patrimonio artistico lituano distrutto da decenni di oppressione degli zar russi. La
madre, primo medico donna nella storia lituana, e il padre, anche editore e storico, aprono nel 1918 il primo ospedale
a Vilnius, e, dopo l’invasione polacca prima e tedesca poi, decidono di educare Marija in una scuola privata da loro
fondata nel rispetto delle tradizioni lituane. Marija conosce la sua cultura studiando l’arte, la musica, la lingua
lituana, una cultura strettamente connessa con i cicli naturali, nella quale il cristianesimo penetra tardivamente,
lasciando sussistere nel folklore e nella mitologia elementi pre-indoeuropei. «Quando sono nata in Lituania, c’erano
ancora il cinquanta per cento dei pagani» dichiara in una intervista. «Nella mia infanzia sono stata esposta a molte
cose che erano, direi, quasi preistoriche».
Il padre muore quando lei ha 15 anni. Scossa da questo evento, decide di continuare il lavoro paterno studiando le
credenze sulla morte e sui riti funerari precristiani. A 16 anni partecipa alla prima spedizione etnografica, dove lei
stessa registra più di 5mila canti popolari, una tradizione orale legata alle origini della cultura antica. Nel ‘39 c’è
l’invasione tedesca cui segue quella sovietica. La visione materialistica del comunismo mal si sposa con la cultura
lituana e iniziano le deportazioni di massa in Siberia. Spariscono 25 membri della famiglia di Marija, che si unisce alla
resistenza ed alla lotta politica. In questo clima, nel ’42 riesce a laurearsi in archeologia. Successivamente si sposa
con Jurgis, anche se, dichiarerà poi «non ero pronta per il matrimonio» e avrà la prima figlia. Dopo tre anni è
costretta a fuggire in Austria, «con mia figlia in braccio, la mia tesi nell’altro. Nulla di più» e, prima di rifugiarsi negli
Usa nel 1949, ottiene il dottorato in filosofia dell’archeologia presso l’università di Tubingen, in Germania. Nel ‘47
nasce la seconda figlia.
Mentre il marito trova lavoro come ingegnere a Boston, viene scelta come ricercatrice alla Harvard University per la
sua vasta conoscenza delle lingue europee: unica archeologa ad avere una preparazione interdisciplinare in storia
delle religioni, etnologia, studi linguistici. Ma non viene pagata. Anche quando esce il suo libro La preistoria
nell’Europa dell’est non riceve nessun riconoscimento e nessuna royalties. Viene successivamente assunta come
traduttrice in lingue slave nella stessa facoltà. Nel mentre nasce la terza figlia. Racconta di quegli anni:«Ad Harvard
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non c’era nessuna prospettiva per una donna. Sarei potuta restare come ricercatrice o lettrice, ma probabilmente non
sarei mai diventata un professore. Negli anni ‘50 come membro dello staff potevo frequentare i club della facoltà solo
accompagnata da uomini. Così non potevo restare. Odiavo una simile situazione». Nel 1963 le viene offerta la
cattedra di Archeologia all’Università di Los Angeles, dove si trasferisce dopo aver divorziato dal marito, e dove
rimane fino al 1989, anno della sua pensione.
Inizia un periodo felice per Marija. Pubblica decine di articoli accademici, il suo quarto libro I baltici. Nel 1965
pubblica il volume L’età del bronzo nell’Europa centrale ed orientale. Questi suoi primi studi la rendono archeologa di
fama mondiale. Fondamentali per l’evoluzione della sua visione sono le campagne di scavo avvenute dal 1968 al
1980 nel bacino del Danubio, in Grecia e in Italia, che le permettono di indagare sulla cultura europea precedente
all’influenza indoeuropea, periodo che lei definisce “Europa Antica”. Attraverso questi scavi vengono rinvenuti più di
duemila manufatti, tra cui centinaia di statuette in pietra, avorio e terracotta di figure femminili, databili dal 6300 al
2000 A.C. Attraverso un ostinato ed instancabile lavoro di classificazione e codificazione, e con quell’ approccio
interdisciplinare da lei creato che connette linguistica, religioni comparate, mitologia, studio di documenti storici,
folklore, riesce a descrivere i tratti salienti della struttura simbolica dell’Antica Europa. In questa civiltà predomina la
figura di una grande Dea partenogenetica (che si autogenera) e la celebrazione della vita è il motivo dominante.
Il suo lavoro preliminare risulta nel libro Gods and Goddesses of old Europe (1974, ripubblicato nel 1982 con il titolo
originale Goddesses and Gods of old Europe). Marija scopre che i popoli arcaici utilizzano un complicato simbolismo
religioso, che la forma femminile riflette la centralità delle donne nella vita culturale e religiosa. Le immagini di Dee
femminili e Dei maschili, sia antropomorfi che zoomorfi, esprimono una partecipazione sacra nei grandi cicli naturali
di fertilità, nascita, morte e rigenerazione.
La concezione del tempo è ciclica, non lineare. Questa civiltà non conosce l’uso delle armi, pur avendo già sviluppato
la metallurgia. Gli insediamenti sono posti in pianura e lungo i corsi d’acqua; nelle sepolture non vi sono distinzioni di
rango: se ne deduce quindi una società che si sviluppa in grandi centri – anche di 15.000 abitanti- tendenzialmente
egualitaria. «È stata una rivelazione vedere che una cultura successiva è stata meno avanzata di una più antica.
L’arte è incomparabilmente inferiore a quella che c’era prima, ed è esistita una civilizzazione di tremila anni almeno,
prima che fosse distrutta». Infatti, ad un certo punto, a partire dal V millennio A.C., ha inizio la prima ondata di popoli
indoeuropei provenienti dal bacino del Volga, nel sud della Russia, quella che lei definisce cultura Kurgan (dal russo
“tumulo”, perché i morti venivano sepolti in tumuli circolari che coprivano le dimore funebri dei maschi importanti).
La struttura sociale di queste genti è gerarchica, patriarcale, patrilineare e guerriera. Sono popolazioni semi-nomadi,
possiedono armi letali (arco e freccia, lancia e daga) e cavalli addomesticati. In varie ondate, nel corso dei millenni,
avviene l’ibridazione dell’antica cultura europea, sedentaria, pacifica, gilanica (termine proposto da Riane Eisler per
le strutture sociali in cui c’è uguaglianza tra i sessi, gy-, da gynè, donna e an- da aner, uomo ed L come legame tra le
due metà dell’umanità) che termina tra il 4300 e il 2800 a.C. con la sua trasformazione da matrilineare a patrilineare
e androcratica. I temi principali relativi a queste ricerche su arte, simbologie e religione dell’Europa Antica sono
contenuti nel libro Il Linguaggio della Dea 1989.
La visione di Marija Gimbutas ha provocato una spaccatura nel mondo accademico e non. E fortemente influenzato il
pensiero femminista, il mondo artistico e moltissimi storici e archeologici, anche se non mancano i detrattori che
negano in parte o del tutto la sua teoria.
Secondo Joseph Campbell, studioso di mitologia comparata e religione comparata, il valore dell’opera della Gimbutas
si può paragonare alla decifrazione della Stele di Rosetta, grazie alla quale si riuscì ad interpretare il pensiero
religioso dell’antico Egitto: «Marija Gimbutas è stata in grado non soltanto di elaborare un repertorio basilare di
elementi figurativi ricorrenti quali chiavi interpretative della mitologia di un’epoca mai documentata, ma anche di
fissare, sul fondamento di questi segni decodificati, le linee peculiari ed i principali contenuti di una religione che
venerava sia l’universo in quanto vivente corpo della Dea-Madre Creatrice, sia tutto ciò che vive al suo interno perché
partecipe della sua divinità». Merito della Gimbutas è di aver riportato alla luce la presenza femminile nella visione
del sacro, che per molte donne ha avuto, per usare le parole di Luciana Percovich «l’effetto insieme destabilizzante e
potentemente energico dell’irruzione del rimosso».Nel 1991 esce il suo ultimo libro, La civilizzazione della Dea,
compendio di tutta la sua opera. Muore a Los Angeles il 2 febbraio 1994.
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