Milano, 28 dicembre 2016 Al Ministro della Giustizia e, p. c., Al Capo

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Transcript Milano, 28 dicembre 2016 Al Ministro della Giustizia e, p. c., Al Capo

Milano, 28 dicembre 2016
Al Ministro della Giustizia
e, p. c.,
Al Capo di Gabinetto del Ministro della Giustizia
Al Capo Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria
Al Direttore Generale del Personale e della Formazione
OGGETTO:
Una ingerenza che mette a rischio l’equilibrio tra Giurisdizione e
Amministrazione.
Signor Ministro,
siamo costretti, in queste giornate festive, a segnalare, richiedendo la Sua attenzione,
una vicenda soltanto apparetemente marginale e periferica, che riteniamo incarni
un'alterazione senza precedenti del corretto e delicato bilanciamento negli assetti, che
stabiliscono l'equilibrio tra l’esercizio della giurisdizione e l'amministrazione giudiziaria.
Abbiamo appreso, con sincero sconcerto, da La Stampa del 24 dicembre u.s.1, che il
Consiglio giudiziario di Torino avrebbe espresso una valutazione negativa sulle capacità
professionali del dott. Valerio Tenga, designato dal Direttore Generale del personale quale
Dirigente di tale Corte, richiedendo la revoca dell'incarico, a contratto già sottoscritto ed
ancor prima che egli abbia assunto possesso.
Tra le competenze poste in capo al Consiglio Giudiziario dall'art. 15 del decreto
legislativo 25 del 2006, non rinveniamo la scelta e la valutazione dei dirigenti.
E, in quanto lesivi della dignità della persona interessata, i non lusinghieri
apprezzamenti formulati non avrebbero potuto essere resi pubblici 2.
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Il pezzo di Massimiliano Peggio si intitola “Magistrati e giudici in rivolta: Quel dirigente è incapace”.
Cfr. artt. 7.5, 8.1 e 16.5 del Regolamento del Consiglio giudiziario di Torino.
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Come dirigenti della giustizia associati abbiamo più volte ed in più occasioni assunto
decisa posizione in difesa dell'autonomia della giurisdizione, contro qualunque ingerenza o
condizionamento.
In questo caso, ci sembra che lo scenario si sia ribaltato ed un organismo interno al
"circuito della Giurisdizione" arriva a compiere una valutazione pubblica e richiede la revoca
di un provvedimento riconducibile invece al "circuito dell'Amministrazione", che l'art. 110
della Costituzione assegna al Ministro della Giustizia ed alla catena di comando che da
questi origina.
I dirigenti della Amministrazione giudiziaria sono valutati dall'Organismo Indipendente
di Valutazione, sottoposti al controllo dell'Ispettorato generale, tenuti ad osservare le
direttive stabilite dalle Direzioni Generali.
Riterremmo pertanto grave e segno di una inaccettabile subalternità politica e
culturale, se il nostro Ministero, in tutte le sue articolazioni, si dimostrasse permeabile a tale
tipo di interferenze.
Occorre al contrario recuperare la dimensione piena di un modello di governo degli
Uffici, plurale e coerente con il vigente assetto normativo.
Le nostalgie per una visione totalizzante ed antimoderna dell'organizzazione e degli
Uffici va contrastata con scelte e segnali chiari e coraggiosi.
È questo che Le chiediamo.
Ed è quello di cui la nostra organizzazione ha bisogno.
Nicola Stellato
presidente
Palazzo di Giustizia - via Freguglia 1 20122 Milano - T. +39 0254333053
www.dirigentigiustizia.it
[email protected]
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